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aristofane - 10
Cidatene (atene); 445 aC COMMEDIE
– – – – – –
ACARNESI CAVALIERI NUVOLE VESPE PACE UCCELLI
(425 C) (424 C) (423 C) (422 C) (421 C) (414 C)
A A A A A A
– – – –
TESMOFORIAZUSE LISISTRATA RANE ECCLESIAZUSE PLUTO
(411 C) (411 C) (405 C) (392 C)
A A A A
Aristofane vive la P e soffre la A . Nella sua commedia si compie dunque una
GUERRA DEL ELOPONNESO DEGRADAZIONE DI TENE
fusione assoluta dei due livelli della realtà e della fantasia, con un risultato che possiamo definire “surreale”. I suoi
drammi infatti son intrisi da una parte di una componente realistica sull’attualità, dall’altra di una fortissima
componente dell’assurdo, che combatte l’amarezza della realtà contemporanea creando un mondo alla rovescia.
’ : .
Emerge così l’ ASPETTO UTOPISTICO DEI PROPOSITI DELL AUTORE DEMOLIRE IL SISTEMA VIGENTE PER CREARE UN NUOVO ASSE
:
ACARNESI il contadino Diceopoli, in contrasto con i politici fautori della guerra contro Sparta e con i carbonai di Acarne, stipula a
.
titolo personale una pace separata con Sparta, e la festeggia tra baldorie e banchetti
- Brama di pace: contro i sostenitori della guerra
- Polemica contro Euripide e le sue innovazioni che corrompono la grande arte della tradizione
:
CAVALIERI lo schiavo Paflagone (allegoricamente Cleone, capo del partito democratico e fautore della lotta ad oltranza) raggira
il suo padrone Demo (il popolo), ma deve soccombere di fronte alle arti di uno schiavo più malvagio di lui, Agoracrito.
- Attacco a Cleone
- Quadro del malcostume politico
:
NUVOLE A Socrate ricorre il vecchio Strepsiade, per imparare l'arte di liberarsi dei debiti contratti dal figlio scapestrato. Incapace
di comprendere l'insegnamento del filosofo, invia alla sua scuola il figlio Fidippide, che ne assimila subito la lezione, bastonando il
padre che rimane vittima di questa stessa tecnica. Alla fine Strepsiade, con l'aiuto dei servi, dà alle fiamme il Pensatoio in cui si
trovano Socrate e i suoi discepoli. Le nuvole, simbolo dell'inconsistenza del pensiero filosofico, costituiscono il coro.
- Opposizione Padre – Figlio: qui è il figlio a rivestire un ruolo negativo
- A S –assimilato ai sofisti– accusato di astrazione intellettuale attraverso
TTACCO DURISSIMO CONTRO OCRATE
l’inganno della parola, di ateismo e di corruzione dei giovani
:
VESPE Bdelicleone (“odiatore di Cleone”) tiene prigioniero in casa il padre Filocleone (“amico di Cleone”) per impedirgli di correre
ogni giorno in tribunale a svolgere la sua funzione di giudice popolare. Per tenerlo tranquillo, Bdelicleone istruisce un processo
domestico contro un cane. Le vespe, che fungono da coro, sono simbolo della litigiosità degli ateniesi, contenti solo di emettere
condanne (e di percepire il soldo per la funzione di giurati popolari)
- Opposizione Padre – Figlio: in questo caso è il padre a cadere nell’errore (mania per i processi giuridici) e il
figlio tenta di farlo ravvedere
- Frecciata a Cleone nei nomi dei protagonisti
- atira del fanatico entusiasmo degli ateniesi per la partecipazione alle giurie dei processi
S
:
PACE L'anziano Trigeo, contadino ateniese, decide di andare in cielo per supplicare direttamente Zeus che metta fine alle guerre.
Scoperto che Polemo ha rinchiuso sua sorella Pace in una caverna, riesce alla fine a liberare la dea e a condurla ad Atene con l'aiuto
dei contadini.
- Componente dell’assurdo: viaggio nell’irreale, curioso espediente con cui un contadino – la cui vita nei
campi è simbolo di pace – riesce a ristabilire la pace
- Speranza di pace concreta: Cleone era morto
- Condanna delle guerre fratricide
:
UCCELLI Stanchi della loro vita travagliata, due ateniesi decidono di fondare con l'aiuto degli uccelli una città nuova, sospesa tra
terra e cielo. Scacciati gli speculatori che vi accorrono e resi impotenti gli dei, con i fumi delle offerte sacrificali, celebrano la vittoria.
- Componente dell’assurdo: utopica evasione dalla realtà politica
- Esaltazione insistente del vivere secondo natura (il motivo del vivere genuino)
- Composta dopo il fallimento della pace con Sparta e l'invio del corpo di spedizione in Sicilia (415), che si
concluse con una disastrosa sconfitta di Atene