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IL BELLO, L’ARTE e L’IMAGINATION

Il Bello e l’Arte sono l’Assoluto nel mondo l’unico assoluto che esiste nel

mondo: essi sono l’unica impronta dell’Assoluto nel mondo.

L’arte è in grado di ricostruire l’armonia primitiva del mondo ed è per questo in

grado di eliminare lo spleen.

Altra caratteristica fondamentale di chi riesce a concepire questo Assoluto e a

vedere le corrispondenze che esistono nell’universo è l’imagination, cioè la

capacità immaginativa che permette di far esistere ciò che prima non esisteva:

essa è l’organo dell’assoluto.

Quest’imagination è anche una facoltà scientifica, quindi oggettiva che

permette a chi la possiede di rendersi conto delle corrispondenze che ci sono

nell’universo.

La corrispondenza secondo Baudelaire è una corrispondenza oggettiva e tutti la

percepiscono: anche l’arte è quindi oggettiva ed è in grado di cogliere i rapporti

analogici oggettivi, le strutture della realtà cosmica.

L’arte ricostruisce questi rapporti che sono nell’universo che è uno ed

indivisibile. L’artista possiede la facoltà dell’Imagination, che gli permette di

intuire e rivelare l’armonia universale.

Quest’idea di corrispondenza, in cui tutto risponde al tutto, la ritroviamo anche

nell’articolo scritto da Baudelaire “Tannhäuser à Paris”, scritto in onore dedella

pubblicazione a Parigi dell’opera di Wagner “Tannhäuser”: l’idea di Wagner

stesso era quella di creare una Gesamtkunstwerk cioè un’opera d’arte

completa che comprendesse tutti i tipi di arte.

Tutte le arti convergono in quest’arte totale (come nella Grecia Antica): l’idea di

corrispondenza emerge dalla corrispondenza nota-colore, in cui si assiste

all’associazione di due ambiti sensoriali diversi; una corrispondenza che è

appunto oggettiva, cioè percepita da tutti.

La retorica

Come abbiamo già detto, ad ogni poetica, ad ogni antropologia, corrisponde

una retorica.

La retorica è il frutto infatti di una cultura, di una visione globale, che genera

certe tecniche linguistiche che hanno senso e valore solo all’interno di

quell’organizzazione di pensiero.

Per quanto riguarda Baudelaire, la retorica deve essere fondata sul principio

analogico, in modo da congiungere ciò che è disgiunto: siccome il mondo nello

spleen è visto come disgregato, separato, l’arte ha la funzione di ricostruire

l’unità del mondo e di rivelare la sua armonia.

Proprio per questo motivo le figure retoriche che Baudelaire utilizza in modo

ricorrente sono:

paragoni e metafore;

- sinestesia: associazione di due ambiti sensoriali diversi e prova quindi

- l’esistenza di corrispondenze nell’universo  queste sono delle

associazioni oggettive e chi non le percepisce non è dotato

dell’imagination (es. “Correspondances” e “Tout entière”);

paesaggio d’anima / associazione tematica: si associano due diverse

- categorie del reale che si scambiano caratteri ed attributi (es.

“L’envitation au voyage”); in particolare il paesaggio d’anima consiste

nell’associazione di un dato paesaggistico e di un dato psicologico;

allegoria: questa si crea con la concatenazione di immagini diverse e

- vuole rappresentare qualcosa d’altro rispetto a ciò che quest’allegoria

indica apparentemente (es. parabole); l’allegoria è oggettiva ed è per

questo diversa dal simbolo, che è invece totalmente arbitrario, cioè

scelto arbitrariamente ad indicare qualcosa.

Tutte queste figure retoriche servono a fare di due cose una cosa sola.

La metrica

La metrica di Baudelaire è ripresa dal Parnasse (1840-1869).

Il fondatore del movimento parnassiano fu Theophile Gautier, al quale lo

stesso Baudelaire dedica la propria raccolta più famosa (vedi pag. 29 “Le Fleurs

du mal” – “Dédicace”).

Per i parnassiani l’arte non ha altro scopo che se stessa, non ha altro scopo che

la bellezza finalizzata a se stessa.

La poesia, l’arte in generale, deve presentare per i parnassiani:

difficoltà;

- preziosità;

- brevitas = piccole dimensioni;

- cura estrema nella forma.

-

Gatier viene riconosciuto come il fondatore di questo movimento grazie ad una

sua opera fondamentale, intitolata “Émaux et camées”: in questo titolo gli

smalti sono il risultato di una tecnica raffinata, complessa, preziosa, mentre i

cammei di una lavorazione molto raffinata a sbalzo dell’avorio, entrambi

simbolo di quelle che devono essere, secondo i parnassiani, le caratteristiche

della poesia.

Siccome l’arte doveva essere finalizzata solo a se stessa, anche il tema della

poesia doveva essere l’arte e spesso i soggetti rappresentati erano oggetti

d’arte.

La raffinatezza stilistica dei parnassiani è notevole sia a livello di linguaggio

(linguaggio raro), sia a livello di suono (ritmo, rime, armonia a livello sonoro).

Tutte queste caratteristiche sono riscontrabili nella poesia simbolo di Theophile

Gautier “L’Art” (vedi pag. 5 della dispensa).

In questa poesia Gautier esprime tutta l’essenza della poesia parnassiana.

La poesia si rivolge all’artista, sia egli uno scultore, un poeta o un pittore, e

dichiara che cose deve essere l’arte e come questa deve essere fatta.

L’artista deve fuggire l’arte semplice e dedicarsi ad un’arte difficile, dura, che

possa quindi, con queste sue caratteristiche, essere robusta ed eterna.

Lo scultore deve fuggire l’argilla che è un materiale troppo duttile che può

essere modellata con un solo dito, e deve invece lavorare con il marmo duro e

la pietra dura dell’agata nel quale poter scolpire il profilo d’Apollo, dio della

poesia.

Il pittore deve invece fuggire l’acquarello, perché questo è un colore fragile, e

dedicarsi invece al lavoro dello smaltatore, c lavora anche lui un materiale duro

e resistente come lo smalto.

Egli deve essere in grado di riprodurre con lo smalto dei disegni molto

complessi (es. le cento code intrecciate delle sirene).

La poesia si conclude dicendo che tutto passa, mentre solo l’arte è abbastanza

robusta da poter resistere per l’eternità. Anche gli dei muoiono, mentre i versi

restano più forti del bronzo.

La poesia termina con questa quartina: ”Scolpisci, lima, cesella: che il tuo

sogno fluttuante si sigilli nel blocco resistente.

Oltre che nel contenuto, questa poesia è perfettamente parnassiana anche

nello stile e nelle figure retoriche utilizzate:

rejet: è una forma metrica particolare che consiste nel mandare a capo

- una parte del verso e conferisce alla poesia un ritmo particolare; il Rejet è

un verso breve e molto più complesso da costruire in quanto quando i

versi sono brevi le rime devono essere concentrate;

lessico molto ricercato;

- metafore: molte sono le metafore che troviamo in questa poesia:

- coturno: questo era un particolare tipo di sandalo che veniva

o indossato dagli attori nella tragedia attica; questo sandalo rendeva

la loro camminata innaturale, distinguendo quindi il teatro dal

reale;

Apollo: dio della poesia che riesce ad ispirare i poeti.

o

conto delle sillabe: i parnassiani erano molto attenti alla metrica in

- quanto la poesia doveva essere perfetta sia a livello stilistico che a livello

sonoro, musicale. Nel conto delle sillabe in francese, dato che essa è una

lingua tronca, le “e” finali contano solo se precedute da consonante: in

questo caso le quartine sono costituite da 3 esametri e 1 bisillabo in

posizione di rejet;

rime: le rime possono essere povere (fondate su un solo fonema),

- sufficienti (fondate su due fonemi) o ricche (fondate su tre fonemi); per i

parnassiani si parla anche di arricchimento, cioè di una rima che viene

arricchita a sinistra con fonemi di consonanti che precedono l’ultima

vocale accentata; si parla anche di rima inclusiva che si verifica quando

una delle due parole in rima si trova dentro la seconda parola, almeno dal

punto di vista sonoro.

Baudelaire aderisce all’idea dei parnassiani che l’arte non dovesse servire il

vero, l’utile, il morale, come invece pensavano i poeti a loro contemporanei:

essi infatti vedevano la poesia come uno strumento per favorire il progresso

della società.

Per Baudelaire l’arte è infatti superiore al reale e per questo si deve occupare

dell’Assoluto, del metafisico.

Al contempo condivide anche diversi obiettivi della poesia parnassiana: il

recupero delle forme antiche, la difficoltà, la rima, la raffinatezza stilistica.

Il tema va però oltre quella che era la semplice arte dei parnassiani: il tema di

venta l’assoluto, il metafisico, la melancolia dell’uomo come condizione

universale. LA MODERNITA’

Precedentemente a Baudelaire, il termine “modernité” non esisteva nemmeno,

ma si impone nella lingua francese proprio con Baudelaire.

Dal testo che Baudelaire scrive parlando di Constantin Guy, emergono i

seguenti concetti fondamentali:

HOMME DU MONDE

Parlando di Guy, Baudelaire lo definisce proprio in questi termini: “Homme du

monde”.

All’epoca di Baudelaire questa perifrasi stava ad indicare colui che faceva parte

dell’aristocrazia.

Baudelaire la usa invece con un’accezione diversa: l’”homme du monde” è per

Baudelaire colui che comprende il mondo e le ragioni profonde di tutti i

suoi usi; egli è uomo quindi del mondo intero.

Seconda Baudelaire, Guy era in grado di comprendere la vita del mondo a lui

contemporaneo: egli infatti ritraeva nelle sue opere scene della vita quotidiana

contemporanea, che comprendeva anche chiaramente soggetti che non

sarebbero certo stati accettati dalla cultura classica dei Salons (es. prostitute).

Per Baudelaire l’artista, cioè l’uomo di mondo, non deve avere nessuna paura

di descrivere il mondo per come esso è davvero, ma lo deve capire.

Egli deve quindi essere un cittadino spirituale dell’universo: non c’è nulla

che non sia degno di essere soggetto dell’arte, l’universo intero è degno

dell’arte.

LE FOLLE

La folla è secondo Baudelaire l’elemento naturale dell’artista: “A pochi è

concesso di concedersi un bagno di folla”.

La folla era così importante per Baudelaire perché secondo lui l’artista è in

grado di indentificarsi contemporaneamente con

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A.A. 2013-2014
21 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher glibertino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Verna Marisa.