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Il XIX secolo

Nel XIX secolo, gli autori che seguono Baudelaire formano questo divario linguistico, lo rendono molto grande tanto che non si può più accettare come qualcosa di normale. La violazione del codice linguistico è stata esasperata. Ciò provoca un aumento dell'oscurità del linguaggio poetico.

I temi, i poemi, sono più scuri e quindi hanno più senso. Si è costretti a tornare all'atto poetico. Ogni parola porta un significato a livello fonico, il suono diventa portatore di un significato oscuro ed enigmatico.

L'Alessandrino

L'Alessandrino è il verso tradizionale della grande poesia francese. È composto da 12 sillabe. Bisogna tenere in conto, però, il fenomeno dell'elisione, ovvero, la -e finale di parola, quando la parola seguente inizia per vocale.

L'apocope è la vocale muta femminile alla fine di un verbo che non si può togliere, che si pronuncia ma non si conta. Si parla,

quindi, di Alessandrino femminile. La cesura è, invece, una pausa ritmica che divide il verso in due emistichi. Date ->1789 Rivoluzione Francese ->1800 Impero di Napoleone ->1815 Congresso di Vienna, inizio della Restaurazione ->1830 Rivoluzione di Luglio e Monarchia Costituzionale ->1848 Rivoluzione Democratica (suffragio universale maschile) ->1852 Colpo di Stato di Napoleone III, inizio del Secondo Impero. Nei primi tre decenni del 1800, si parla di prima generazione romantica: Hugo, Vigny e Lamartine. La seconda generazione romantica è composta invece da: Baudelaire, Musset ecc... Ciò che accomuna gli autori della prima generazione romantica è la convinzione di avere una missione spirituale. Dio gli ha conferito, in quanto poeti, una missione spirituale. Sono anche convinti, però, di avere una missione civile, politica in un certo senso. Anche se non aspirano, realmente, ad assumere un ruolo politico in un partito. Missionespirituale del poeta romantico Paul Bénichou, 4 libri (qui 2) →
  1. Les Mages Romantiques: analisi di ciò che succede all'inizio del secolo
  2. L'école du désenchantement: questa generazione non sostiene la Monarchia di Luglio, si sentono traditi dalla storia e dalla vita, elaborano, quindi, un immaginario
I cambiamenti del XIX secolo vengono sentiti, soprattutto, dagli autori che sono attirati dall'azione civile (ciò che incide sulla città, le questioni sociali che influenzano la società, i diritti civili del cittadino) e dalla politica. Ci sono anche cambiamenti riguardanti la figura dello scrittore, in quanto diventa più autonomo sia economicamente che politicamente. Essere un homme des lettres è un qualcosa di prestigioso durante l'Illuminismo. Essor de la presse (1836, La Presse, Girardin): "<< An premier de l'ère médiatique>>" Nascono molti giornali, e a gli scrittoriViene chiesto di scrivervi. Hanno così la possibilità di guadagnare e avere, dunque, un'autonomia economica ma guadagnano anche una propria reputazione e la possibilità di arrivare a più persone. IL XVIII SECOLO Si riconosce un prestigio all'homme de lettre (Le Sacre de l'écrivain). Dispotismo illuminato: l'homme de lettre è anche un consigliere politico per il re. Ricerca di un sacerdozio laico: l'homme de lettre si sente investito di una missione laica, doveva far progredire il paese attraverso la conoscenza. Vi è l'idea di colui che si sente come un Santo Laico, qualcuno con alte virtù, che le coltiva, ma che non lo fa per Dio ma per l'umanità. Non è, quindi, una missione spirituale, ma civile. I filosofi illuministi provano a far progredire la società, devono convincerla (non vogliono più, ad esempio, le torture nelle prigioni, la schiavitù...). → Hugo,

“Fonction du poète” Les Rayons et les ombres (1839)

Viene affermata e precisata la missione civile del poeta. Il poeta deve guidare il popolo, è colui che annuncia il futuro. Siamo in piena Monarchia di Luglio.

Dieu le veut, dans les temps contraires,
Chacun travaille et chacun sert.
Malheur à qui dit à ses frères :
Je retourne dans le désert !
Malheur à qui prend ses sandales
Quand les haines et les scandales
Tourmentent le peuple agité !
Honte au penseur qui se mutile
Et s’en va, chanteur inutile,
Par la porte de la cité !

Temps Contraires: momenti difficili politicamente dove ognuno fa quello che può
Dieu le veut: anjonction divine
Malheur à qui…: maledizione a chi abbandona la società
Peuple agité: soggetto legato all’importante missione civile del poeta

Nel XVIII abbiamo un processo di laicizzazione, in cui la Chiesa perde il suo potere spirituale. Ci si chiede cosa ci sia prima della nascita, il senso dell’universo,

Da dove proviene la vita delle piante o degli uomini. Riguardo a queste domande non si interroga più la Chiesa, perché non ha più delle risposte valide. Quindi si crea un vuoto, che si riempirà molto rapidamente perché è il poeta che risponderà a queste domande, facendolo in modo più vago (missione spirituale).

Hugo, Lamartine, Vigny sono convinti di conoscere, come poeti, il mistero dell'universo e di essere vicini ai segreti della vita che ne escono. Diventano intermediari tra Dio e gli uomini.

Questi poeti pensano di sentire il messaggio divino nella natura e si propongono come interpreti di questi misteri. Non si interroga più la Bibbia, ma la poesia. Quindi, i poeti sono un'unione spirituale con il segreto divino dell'universo; ma le loro credenze non sono approvate dalla teologia del tempo.

Le liriche che Lamartine, Hugo, Vigny, tutti di estrazione nobiliare, compongono tra il 1820 e il 1830, rivoluzionando la

storia della poesia, costituiscono l'inesausto tentativo di raccogliere le voci che si addensano nella parte di sé che né la ragione né la memoria governano: voci svelate dall'introspezione e che sorgono dalla più profonda e dolorosa intimità - "la poesia, scrive Hugo, è tutto ciò che vi è di intimo in tutto" -, ma in cui la coscienza poetica crede di poter riconoscere l'eco di un'armonia cosmica suscettibile di sostituirsi alle geometrie variabili della storia. Il poeta si percepisce come un sacerdote (guida spirituale dell'umanità). Questo è un processo che si determina nel XIX secolo NON nel XVIII secolo. Egli eredita la missione civile dell'homme de lettre del XVIII secolo (portatore del progresso) - come la missione di Diderot per la conoscenza, contro le tenebre dell'ignoranza, dei pregiudizi. Ma il poeta aggiunge una sensibilità nuova attraverso un processo di

laicizzazione.→In sintesi: c'è un processo di laicizzazione si crea un vuoto spirituale (le grandi domande→ riguardanti l'universo) il vuoto è riempito dal poeta segue l'aspirazione all'assoluto.

Hugo, préface aux Voir intérieures (1837) :« Quand la foi manque aux peuples, il leur faut l'art. à défaut de prophète, le poète » → Il veut dire que les poètes peuvent compter sur l'art. “S'il n'y a plus de prophète, je vous propose le poète”

Nel XVIII secolo si era convinti, dal punto di vista delle teorie linguistiche, che la prima lingua dell'uomo fosse la poesia. (Dio crea l'uomo, gli dà la parola e la prima cosa che fa è ringraziare Dio con la poesia). Si diceva che la poesia fosse qualcosa che derivava dai secoli passati (ad esempio l'Odissea, l'Iliade erano scritti in poesia), quindi era il linguaggio

degli uomini. La poesia è considerata la lingua più vicina alla creazione divina, quella più vicina ai misteri dell'universo. Quindi un uomo di poesia usa le parole della poesia.

ALPHONSE DE LAMARTINE

Parigi, 13 Marzo 1820, E la data della pubblicazione delle Méditions poétiques di Alphonse de Lamartine (1790-1869), esile raccolta di 24 poesie che conobbe un successo straordinario.

Il tributo di Lamartine alla poesia elegiaca settecentesca è cospicuo, riconoscibile nelle perifrasi di derivazione classica alle quali sempre ricorre per esprimere il suo inconsolabile dolore provocato dalla morte dell'amata Elvira, con cui aveva trascorso una breve stagione di idillio sulle rive del lago del Bourget. Una poesia che non faceva più del dato personale un pre-testo da plasmare entro le forme trasmesse dalla tradizione. "Non imitavo più nessuno, non esprimevo che me stesso per me stesso". L'io, con Lamartine, non

È più solo un pronome personale, ma il nome di una persona che affida alla poesia l'espressione della sua più profonda intimità. Dolore, ansia, speranza, sentimento della fugacità del tempo, hanno, nelle Mèditations, il timbro di una fino ad allora inaudita sincerità. Sono temi che appartengono al repertorio del sentimentalismo classico, ma stravolti e drammatizzati da una sensibilità ferita per averne personalmente subito la morsa interiore. Questa poesia investe difatti il tema patetico dell'amore infranto del senso di un'esperienza esistenziale che pone l'essere dinanzi alla sua solitudine, lontano dalla serenità del Parnaso e senza più il soccorso delle sue muse. Lamartine preferisce distoglierne lo sguardo e proteggere il suo alessandrino dal turbine che ne scaturisce mantenendo la misura classica della cesura mediana. Lamartine è il primo dei poeti romantici, egli non lo è per il potere.di vedere quella seconda realtà che si nasconde dietro le apparenze - tale sarà il potere di Hugo - ma perché per primo ne intuisce l'esistenza. Lui insegna alla poesia francese l'arte di lusingare il silenzio, di sfumare il ricordo e di cancellare il reale. Poesia della solitudine e dell'ombra, la poesia delle Mèditations è carica di presagi: essa riposa sul più romantico de paradossi, che solo nell'oscurità può rivelarsi tutto ciò che la luce del sole nasconde. Raramente la poesia francese si era a tal punto affidata alla prosodia per sostituire l'evocazione alla descrizione. Elevazione, trascendenza, spiritualizzazione: la poesia assume l'ambizione metafisica di stabilire un rapporto tra il presente e il trascendente. LA REVERIE POETICA Alle Mèditations di Lamartine corrispondono, nel 1856, le Contemplations di Hugo. Entrambi i titoli sono le forme sostantivate di due verbi, meditare e contemplare, che indicano un atteggiamento mentale, una disposizione dell'animo, un modo di essere. La meditazione è un'attività interiore, un'immersione nella propria coscienza, un dialogo con se stessi. La contemplazione, invece, è uno sguardo rivolto verso l'esterno, un'apertura verso il mondo, un'osservazione attenta e silenziosa. Entrambe le opere sono caratterizzate da una profonda riflessione sulla vita, sull'amore, sulla morte, sull'arte. Entrambe sono pervase da un senso di malinconia e di nostalgia, da un desiderio di fuga dalla realtà e di ricerca di un'armonia superiore. Entrambe sono espressione di un'anima inquieta, di un poeta che cerca di dare voce alle proprie emozioni e di trovare un senso nell'esistenza.
Dettagli
A.A. 2022-2023
18 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher _chiaragallo07__ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura francese III e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Silvestri Agnese.