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Trama: Il principe Muskij, il protagonista del romanzo, arriva dalla Svizzera dove era andato a
curarsi visto che soffre di epilessia. Di lui non sappiamo nient’altro, non conosciamo il suo passato.
Lo troviamo in treno. Nel corso del romanzo veniamo a sapere che suo padre era un generale e
che nonostante sia ancora giovane si sente che con lui finisce la sua stirpe. Come figura ci ricorda
Don Chisciotte che si batte per i suoi principi in una società senza scrupoli e ingiusta. Lui era
sempre dalla parte dei deboli e dei perseguitati, di coloro che soffrono quindi viene accostato
anche alla figura di Gian Bagian (Victor Hugo). Molti critici lo associano anche a coloro che vanno
a predicare, che si spostano continuamente (folincristo). Anastasia è una donna bellissima che si
doveva sposare con un tizio, ma poi la uccide a pugnalate. Il principe non sopporta questa fine, e
si siede sul divano accanto alla donna morta scoppiando in una grande risata, in questo modo si
capisce che ormai è entrato nelle tenebre della mente, da cui non uscirà più ( è impazzito).
Omicidio letterario, che ricorda molto da vicino uno scrittore (la luce della luna nella stanza, e il
ronzio della mosca sopra il cadavere).
Il principe Myskin abbandona lo stato di trance (idiotismo) e la Svizzera-Eden per calarsi nella
realtà russa. Vede nella profondità dell’animo degli interlocutori, indica loro la via della
resurrezione, ma riesce ad avere un reale influsso positivo solo su alcuni di loro, non sui principali.
Natasha sceglie la morte, Rogozin diventa assassino e impazzisce, Aglaja ha la vita spezzata e si
butta via, ippolit muore, lo stesso Myskin perde il lume della ragione.
Analisi: Questo romanzo ci da il messaggio della bellezza morale, che il principe non possedeva.
Elementi autografici nel romanzo: epilessia, aver assistito a una decapitazione. La nobiltà russa
sembra arrivata al capolinea. Tema del Cristo russo, cioè le caratteristiche fondamentali
dell’ortodossia russa, l’unica vera religione della Russia. Tema della pena di morte. Il romanzo è
stato scritto a Firenze. Si è smarrita la buona maniera nei rapporti sociali. Nell’idiota abbiamo
l’aspetto dell’anticattolicesimo, infatti c’è una scena dove il principe inizia a delirare e a dire che
ogni male è uscito dal razionalismo cattolico, poi va contro a un vaso cinese. Tipico esempio di
carnevalata, episodio umoristico per rallentare il tragico della scena. Questo c’è anche nei fratelli
Karamazon ( prima che il padre viene ucciso si vede Mitia ubriaco che assiste a delle danze di
zingari, poi va a dormire e il giorno dopo quando gli chiedono dov’era la sera prima lui non se lo
ricorda).
Più spunti religiosi.
I DEMONI, Dostoevskij (1871-72), scritto in Europa
Analisi: Ispirato da un episodio vero, successo al cugino di sua moglie, Neciaiev 1847-1882
accusato di aver organizzato un gruppo terroristico e di aver ordinato l’assassinio di uno che se ne
era andato. Questo romanzo sembra che parli del destino della Russia intera. Raffigura
personaggi sia occidentalisti sia slavofili, ma li critici tutti. Finche l’individuo non migliora, non può
migliorare la società. Nel romanzo si vedono suicidi, stupri di bambini, fanatici, isterici, ecc. Sciatov
è il portavoce della Russia. Nel romanzo c’è una cattiva visione dell’America, in particolare degli
Stati Uniti ( anche in Delitto e Castigo).
Trama: Questi demoni vanno negli Stati Uniti per provare la democrazia e il capitalismo, per
vedere se li stanno meglio, invece andrà malissimo e avranno a malapena i soldi per tornare in
Russia.
Al centro della narrazione c’è la gioventù radicale, il cui “nichilismo” è qui interpretato come
suprema e ultima manifestazione di quella cultura occidentale disgregatrice, materialista e
individualista inoculata in Russia.
Pubblica “Diario” con temi di attualità e polemiche.
Pubblica “L’adolescente” (1875), parla della trasformazione di Ankadi; dai soldi alla fede.
I FRATELLI KARAMAZOV, Dostoevskij (1879 – 80)
Questo è il testamento morale dell’autore e il punto di arrivo della discesa dell’autore nella
profondità della psiche.
Trama: La trama è costruita su di un parricidio (omicidio di un parente stretto) ambientato nella
cittadina di Skotprigognek, che ricorda la città della residenza estiva della famiglia di Dostoevskij.
Nei suoi romanzi non ci sono mai i padri, ma sempre delle madri buone disposte a sacrificarsi per i
figli. Qui invece abbiamo una madre orribile e un padre degenere, nobile degenerato e ubriacone.
Passa la giornata a bere cognac. Ha tre figli Mitia (figlio di primo letto, in contrasto con il padre per
l’eredità della madre che il padre non gli ha dato e per una donna, di cui entrambi sono innamorati)
Ivan (studia giurisprudenza e ha scritto un articolo su come recuperare i condannati, affidandoli a
delle persone religiose altrimenti saranno condannate; crede nella virtù salvifica della chiesa anche
se nel romanzo rappresenta l’ateismo e la razionalità) e Aleksiei ( vive in un convento ed è molto
religioso) più un quarto non riconosciuto. All’inizio del romanzo abbiamo i tre figli che incontrano il
padre per trovare un accorto. Il primo fin dal primo momento si comporta in modo aggressivo e
maleducato verso il padre e gli dice che lo ucciderà. A questo punto Aleksiei, ritenuto da tutti un
santo, si inginocchia davanti a Mitia e nella notte stessa muore Aleksiei. Successivamente muore
anche il padre e gli rubano anche i 3000 rubli che doveva dare a Mitia. Così il figlio viene arrestato.
Analisi: A uccidere il padre in realtà è stato il figlio illegittimo, che viveva in casa come servo. Nel
romanzo è espressa la ribellione contro dio e contro la legge dell’amore. Vengono posti quesiti più
che razionali. L’autore raggiunge quello che viene definito l’ampiezza dell’uomo, il ragionamento
più alto a cui può arrivare un uomo. Ivan mette la legenda del grande inquisitore, dove si vuole
sottolineare come l’insegnamento di cristo sia sopportabile ai mortali, ma fa una critica alla chiesa
cattolica, perché è uscita da cristo. Immagina che cristo vada a Granada e assista a una tortura.
Crista guarda questo inquisitore e li dice che fa tutto questo a fin di bene, dopo si avvicinò lui e lo
baciò dentro le sue labbra secche e se ne andò. Ivan è convinto che dio non c’è però riesce a
giustificare anche le cose più orribili che la chiesa ha fatto. Anche qui abbiamo aspetti anticattolici
e un esempio carnevalesco. Qui il motivo familiare è posto alla base. È posto il quesito sul
significato della vita. Persino le persone indegne si pongono i quesiti sull’essere. Secondo l’autore
non esiste nessun sistema statale che possa garantire i diritti dell’uomo. La salvezza è solo nel
rinnovamento di ogni uomo, non nel sistema. Ivan è un’occidentale, e non è un caso che sia
proprio lui l’ateista e il razionalista. Nelle sue idee non c’è un ordine predefinito, ribadisce idee
delle filosofie occidentali ma non ha un sistema. Il giudizio dello stato non è concreto, solo il
giudizio ecclesiastico può essere giusto perché cerca di tirare fuori l’uomo concreto.
CALTIKOV
Autore che andava di moda in epoca comunista, ora non è più importante. Aveva un altissimo
incarico governativo, andato in pensione con il titolo di generale. Ha scritto tantissimi articoli.
Esperto di satira. L’unico che ha scritto praticamente solo satire. 1880, l’unica sua opera che ha
lasciato il segno. Proveniva da una famiglia di piccola nobiltà alta, entra nel ministero della guerra.
Inizia molto giovane la sua attività pubblicistica. In confronto ai grandi autori lui non ha un indirizzo,
lui critica e basta ma non ha un’ideologia. Mondo di gente arida e crudele, domina l’avidità, la
perfidia e l’avaria. È il trionfo della morte. Quello che eredità tutto mentre beve il cognac dice: “a
che scopo?”. Genere della cronica familiare. Questa donna avida, ha tre figli due dei quali muoiono
giovai. L terzo è quello che eredità tutto, è bugiardo e avido. C’era anche una sorella, che fugge e
si sposa senza la benedizione paterna. Ha due figlie. Una muore e una scappa dallo zio, in una
tenuta bellissima. Gli uomini aspettavano la fine della giornata solo per bere. Il figlio che eredita
tutto aveva fatto la facoltà di giurisprudenza e beveva sempre, muore assiderato dal freddo mentre
si recava seminudo alla tomba della madre lungo la strada che portava al cimitero. Mondo degli
attori che girano con rappresentazioni di dubbia qualità. Ambiente pieno di difetti, di bevitori. Critica
non costruttiva.
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