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ANALISI PER PARAGRAFI:
1. La luna: ha molteplici significati simbolici; quando è tonda rappresenta l’unione con la
famiglia, quando brilla è il simbolo dell’illuminazione dell’autore che la descrive, infatti in
questo paragrafo il pazzo si rende conto di vivere in una società che fagocita ogni tipo di
identità.
2. E’ il secondo giorno, nel 2° capoverso il pazzo vede le nuove generazioni come future
generazioni di cannibali, mentre nel 3° capoverso fa riferimento al libro dei conti del Signor
Gu Jiu, che il pazzo per sbaglio calpesta: questa immagine è una metafora per esprimere
l’intento di calpestare la cultura tradizionale confuciana, in quanto Gu Jiu significa “tempi
antichi”; Gu Jiu rappresenta tutti i conservatori della società cinese, che reagiscono
guardando in maniera strana il pazzo.
3. La consapevolezza della follia del pazzo continua in un racconto riguardante un malfattore
che viene bastonato a morte presso il villaggio del Lupacchiotto; in seguito alla sua morte, i
suoi carnefici ne hanno strappato fegato e cuore e li hanno mangiati “per diventare più
coraggiosi”. Questo passo si riferisce alla credenza/superstizione che mangiare carne umana
causi malattie, in particolare la tubercolosi, e mette in evidenza il contrasto tra la medicina
tradizionale cinese (troppo superstiziosa), e la scienza applicata alla medicina che ha Lu Xun
studiato in Giappone.
La narrazione procede in un crescendo anche se inizialmente i fatti sembrano narrati in
modo casuale.
“Dal giorno in cui ho calpestato il quaderno di Gu Jiu non sono più sicuro di nulla” è un
passo che si riferisce chiaramente ai giovani dell’epoca dell’autore, che rifiutando i valori
della tradizione non hanno più un punto di riferimento da seguire.
“Ho preso allora un manuale di storia, ma non aveva cronologia e in ogni pagina c’erano
queste due parole: VIRTU’ e MORALITA’ ” . In questo passo Lu Xun critica il genere
storico: il genere che per anni era servito come base per l’insegnamento nelle scuole è in
realtà un genere fasullo, perché tra le righe del libro come di ogni libro di storia c’è scritto
“Mangiate la gente!”, e questa è l’unica cosa che insegna alle persone.
4. In questo paragrafo la follia del protagonista diviene sempre più acuta: ritiene di essere
circondato da cannibali che vogliono ucciderlo e cibarsi della sua carne, compreso suo
fratello e il vecchio medico che lo visitano in seguito ad un suo malore; il protagonista ritiene
che la sua follia sia invece un indice di grande coraggio e integrità, due termini confuciani
in questo caso ribaltati nel loro significato originario.
5. Il pazzo a questo punto accusa anche suo fratello maggiore di cannibalismo, dopo averlo
sentito in varie occasioni parlare di cannibalismo.
7. Il pazzo è ad un livello di delirio tale da essere convinto che la società, suo fratello compreso,
vogliano indurlo al suicidio. E’ convinto che anche il cane dei vicini sia coinvolto nel
complotto contro di lui, in quanto il cane appartiene alla stessa famiglia della iena, che si
nutre di carne di cadavere.
8. In un dialogo con un giovane del paese, il pazzo chiede se sia giusto mangiare carne umana,
perché nel villaggio del Lupacchiotto questa sembra essere una pratica diffusa; il giovane
risponde che è una pratica che si è sempre svolta, e che l’unica cosa sbagliata è parlarne. A
questo punto il pazzo comincia a pensare che se queste persone ritengono giusto mangiare
carne umana, deve essere una cosa che dipende da come vengono educati i bambini, e
comincia ad essere ossessionato anche da loro e dal loro modo di guardarlo.
9. In questo paragrafo Lu Xun fa riferimento, attraverso la perenne metafora del cannibalismo,
al tentativo della popolazione di uscire dalla tradizione confuciana m al tempo stesso della
paura di farlo, e fa una considerazione riguardo a quanto sarebbe bella una vita libera da
questo tipo di ossessione (la tradizione confuciana).
10. A questo punto il pazzo, in un dialogo con il fratello, fa riferimento a due eventi di
cannibalismo realmente accaduti, uno dei quali riguarda un rivoluzionario di epoca Qing il
cui cuore e fegato furono mangiati dopo essere stato ucciso nel 1906 per aver assassinato un
funzionario. Il dialogo con il fratello è permeato da una forte influenza delle teorie
darwiniane, con il paragone della società all’evoluzione delle specie, in cui si è passati dai
pesci, agli uccelli, alle scimmie e infine agli uomini. Questo paragone è quindi un’incitazione
al miglioramento della società, perché i mangiatori di uomini, così come i tradizionalisti
legati alla tradizione confuciana, sono destinati a scomparire per sempre.
11. Nel secondo capoverso di questo paragrafo vi è una aperta critica al confucianesimo, in
particolare alla pietà filiale e alla pratica secondo cui se i genitori si ammalano, un figlio deve
essere pronto a tagliarsi un pezzo della propria carne e a cuocerla per loro.
12. Il pazzo a questo punto si rende conto che, dopo quattromila anni di cannibalismo (in
riferimento all’osservazione dei valori tradizionali cinesi) è impossibile sperare di incontrare
un vero uomo.
13. L’unica speranza che rimane al pazzo, così come all’autore, è che ci sono ancora forse dei
bambini che non hanno mangiato carne umana. L’esortazione finale con la quale si chiude
questa novella rappresenta il filo di speranza che ha ancora il Paese di cambiare: “Salvate i
bambini!”.
ALTRE NOVELLE :
Come in Kuangren Riji, anche nelle altre novelle Lu Xun sfoga il suo animo pessimista, legato alla
sofferenza per molte vicende personali che lo circondano; i suoi eroi sono dei falliti, degli individui
alle prese con il male, la fame e la superstizione. Egli analizza i mali della società cinese con il
crudo realismo di un medico e con il proposito di scuotere i cinesi dallo stato di letargo in cui
giacciono. In una lettera (→ pag. 338 Bertuccioli) che riassume un colloquio con il suo amico Jin
Xinyi, egli racconta di una casa di ferro in cui dormono molte persone, condannate a morire per
asfissia che, se svegliate da alcune grida, possono comunque avere la speranza di uscirne vivi. La
casa di ferro rappresenta la Cina, e le persone al suo interno sono i cinesi, condannati a cadere
sempre più in basso se non trovano la forza di reagire. Il desiderio di invitare i suoi compatrioti a
呐喊
non perdersi d’animo spinge l’autore a chiamare la sua prima raccolta di novelle “Nahan”
(Grida o Chiamata alle Armi), che racchiude alcune tra le migliori novelle della letteratura cinese
moderna.
药
“ Yao” (Medicina) → è al tempo stesso una critica dell’ignoranza e della superstizione e
un’esaltazione dell’affetto materno, la storia di due giovani uno ucciso dalla Tisi e da primitivi
sistemi di cura, l’altro condannato alla pena capitale per attività rivoluzionaria. Entrambi sono
simboli della Cina, il primo rappresenta la Cina feudale destinata a scomparire, il secondo
quella moderna, destinata a trionfare solo dopo dure lotte e sacrifici. Sul racconto, ambientato
in una cittadina di provincia, pesa un senso di angoscia e di sconforto, espressione dello spirito
pessimista dell’autore che dubita delle possibilità di successo della rivoluzione. La novella è
una feroce critica di un’assurda credenza, frutto di ignoranza e superstizione, secondo la quale
il sangue di un morto recentemente costituisce un rimedio infallibile contro le malattie
inguaribili, ma il sangue del giovane condannato a morte non può salvare il malato in quanto,
nell’allegoria della novella, quest’ultimo simboleggia il vecchio mondo feudale destinato ad
essere eliminato dagli sforzi dei rivoluzionari.
Lu Xun pubblica la novella nell’Aprile 1919, poco dopo l’incidente del 4 Maggio.
故 乡
“Gu Xiang” (Villaggio Natio) → descrive lo strazio del ritorno al proprio paese dopo
anni di assenza, anni che hanno creato delle barriere sociali tra individui, un tempo compagni
di gioco, che sono ormai invalicabili. Il protagonista, tornato dopo anni di assenza al proprio
villaggio, si illude di poter ristabilire con il contadino, un tempo suo amico, lo stesso rapporto
di una volta, ma invano.
正 传
AQ “AQ Zhengzhuan” (La vera storia di AQ) → uomo mediocre, AQ lavora per una
famiglia altolocata, ma viene deriso dagli altri perché non sa qual è il suo nome cinese, tanto
che utilizza delle lettere occidentali. Tutte le umiliazioni che riceve sono per lui motivo di
orgoglio, come per molti conservatori lo sono le sconfitte subite dalla Cina da parte delle
potenze occidentali. Ritiene che lo attacchino perché è troppo superiore agli altri e, umile e
servile nei confronti dei suoi oppressori, se la prende invece con chi è più giovane ed indifeso
di lui, come le monache buddhiste; egli è l’immagine del popolo cinese che non ha saputo
resistere agli stranieri, ma sa consolarsi immaginando una vana superiorità morale. Decide di
partecipare alla rivoluzione perchè convinto che questa gli darà potere, ma la utilizza come
mezzo per opprimere a sua volta gli altri senza capire i veri motivi per i quali la rivoluzione è
in atto. E’ per questo che, secondo Lu Xun, la rivoluzione fallisce, perché ognuno la usa per i
propri scopi personali.
一 件 小 事
“ Yi Jian Xiaoshi” (L’incidente) → questa brevissima novella rappresenta il
momento di transizione dalla lingua classica alla lingua vernacolare, attraverso una
europeizzazione della lingua con qualche eco di lingua classica. La novella racconta di un
incidente a cui Lu Xun assistette in prima persona durante la sua permanenza a Pechino presso
il Ministero dell’Educazione, durante il quale il suo tiratore di risciò si fermò per aiutare una
signora ad alzarsi dopo essere stata urtata dal mezzo di trasporto. Nonostante il protagonista
ritenga che la donna non sia fatta niente, viene sovrastato dal senso di colpa nel momento in
cui il conducente del mezzo aiuta la donna a recarsi presso una stazione di polizia, in quanto
mosso dalla generosità di quell’uomo. In questa novella il vento, che tira durante tutto il
racconto e che si placa solamente alla fine, rappresenta la freddezza e l’insensibilità del
protagonista che si scioglierà solamente nel finale, e l’io con il quale è presentata la narrazione
rappresenta esso stesso un elemento simbolico, rappresentato da una condizione di superiorità
che i funzionari o i generali pensano di avere rispetto al resto della popolazione.
Nel 1920 Lu Xun viene