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Messale di Giovanni Buzuku (Meshari)
Scritto in dialetto ghego traducendo dal latino, si tratta di un vademecum per le celebrazioni liturgiche e le officiature. Comprende 7 salmi penitenziali, le litanie dei santi, parti del catechismo, messe dell'anno ecclesiastico. Lo scopo di Buzuku era quello di aiutare a confermare nella fede i parrocchiani cristiani albanesi. La traduzione venne fatta dal 1553 al 1555 con poca attenzione del parroco che doveva anche occuparsi dei suoi doveri sacerdotali. La copia del manoscritto venne trovata da Mons. Paolo Schirò nel 1910 a Roma. Fu il primo libro albanese stampato ed è importante per lo studio dell'evoluzione del lessico e della grammatica albanese.
Luca Matranga
Genere: Traduzioni religiose nelle colonie albanesi d'Italia
Info biografiche importanti: Nacque a Piana degli Albanesi. Fu arciprete di Piana. Condusse la vita a Roma dove studiò al Collegio greco.
Opere principali: Traduzione della Dottrina Christina di...
Padre Ledesma. Finita nel 1592. Ce neda notizia Parrino ma non vi erano testimonianza che fosse stata mai stampata. I monaci di Grottaferrata trovarono gli originali nella Biblioteca Vaticana (3 copie, la prima con versione italiane e albanese, la seconda e la terza con traduzioni solo albanesi, 89 fogli totali). E' il più anticotesto della lingua delle colonie albanesi. Il motivo della traduzione era che l'amalgama con gli italiano non era ancora avvenuta quindi gli albanesi necessitavano di testi religiosi nella loro lingua per capirli.
Lingua: Vi sono molti grecismi (per via dell'influenza greca in Albania).
Pietro Budi
Genere: Traduzioni di libri di dottrina, di pietà e a sfondo risorgimentale
Info biografiche importanti: Nacque a Pietra Bianca nel 1566. Fu prete in Kossovo e Vescovo della Zadrima. Ne abbiamo notizia da una lettera al Cardinale Gozzandini del 1621. Lottò come un risorgimentale ante litteram per la liberazione dell'Albania dallo straniero.
Invocò l'aiuto di Papa Paolo V per approfittare della guerra fra Turchia e Polonia per dare l'indipendenza all'Albania. Fallì la realizzazione del suo sogno politico e si diede alle traduzioni.
Opere principali: Dottrina del Bellarmino (Cristiana) del 1618 contenente inni e poesie sacre, canti sull'Antico testamento, poesie su nascita e vita di Cristo, Resurrezione, Ascensione, Discesa dello SS, predicazione degli apostoli. Speculum confessionis del 1621 di Padre Emerio de Bonis, importante per una descrizione accurata dell'Albania di quel tempo e per alcune informazioni sulla vita dell'autore. Rituale Romano nello stesso periodo, con rubriche e spiegazioni albanesi.
Lingua: Nella Dottrina: Lessico molto interessante perché testimonia qualcosa di perso nella parlata di oggi per i fenomeni fonetici e morfologici importanti per lo sviluppo della lingua.
Paolo di Hasi Autore di 19 poesie che il Budi aggiunse alla sua Dottrina. Sono poesie religiose.
Composte di quartine a rima alternata. Argomenti tratti dalla Sacra Scrittura (prima poesia religiosa dell'Albania settentrionale).
Frang Bardhi
Genere: Vocabolario
Info biografiche importanti: Arcivescono di Zadrima, nipote di un arcivescovo (di Antivari). Arriva in Italia già grande. Diviene vescovo senza essere mai stato parroco.
Opere principali: Dictionarium latino-epiroticum del 1635. Vocabolario di 5000 parole, il primo della letteratura albanese. Il suo fine era quello di offrire un ausilio ai poveri preti delle montagne albanesi che non sapevano bene il latino e inoltre di favorire la traduzione di libri sacri per difendere la fede in Albania. Conteneva: numerali, nomi di parentela, nomi di città e villaggi, proverbi, sentenze, forme di saluto. Apre la lessicografia albanese. Giorgius Castriottus, opuscolo del 1636 dedicato a Skanderbeg. È una risposta dallo scritto del vescovo bosniaco Marvanic che rivendicava alla Bosnia e alla sua famiglia i natali dell'eroe.
albanese.
Pietro Bogdano
Genere: Fu il primo scrittore della letteratura albanese. Non tradusse mai dall'italiano o dal latino all'albanese ma semmai viceversa affinché gli albanesi potessero imparare l'italiano e allo stesso tempo gli italiani imparare da sé l'albanese (e poi per far svolgere alle autorità ecclesiastiche più facilmente la censura).
Info biografiche importanti: Nacque nel villaggio di Guri Hasit nel 1630 da famiglia nobile. Ce ne parla lui stesso nel secondo volume della sua opera. Da sacerdote andò in missione nella regione di Pulati (famosa perché ivi sussisteva uno stato di ribellione contro i Turchi e un governo quasi autonomo). Un posto perfetto per lo spirito libertario di Pietro. Venne in seguito nominato vescovo di Scutari. Fu perseguitato dai Turchi e si dovette nascondere fra le montagne e poi in Italia ma questo non gli impedì di pubblicare le sue opere.
Opere principali: Cuneus prophetarum
(primo volume sull'Antico Testamento diviso in 4 scale edai 4 ai 21 discorsi) e De vita Jesu Christi (secondo volume sulla vita di Gesù e della Madonna diviso in 4 scale e dai 3 ai 9 discorsi). Inizia l'opera una Prefazione in albanese che avverte come leggere correttamente in lingua albanese e una poesia in latino dedicata a Mons. Zmarevich vescovo di Antivari, si termina l'opera invece con un memoriale sull'antichità della casa Bogdano. Motivi religiosi e patriottici insieme. L'opera venne diffusa nel 1691 con il titolo "L'infallibile Verità della fede cattolica" dedicata al Card. Francesco Maria dei Medici (postuma).
Lingua: Scrive in albanese per difendere la lingua della Patria. Per tante parole si è avvalso dell'aiuto dello zio arcivescovo per ritrovare alcuni voci da lui dimenticate (aveva trascorso l'adolescenza e la prima giovinezza in Italia). Lo zio fu autore di una grammatica
latino-albanese molto utile al nostro autore, oggi perduta. Bogdano è il primo che si pone la questione di una lingua letteraria. Egli ignora il tosco ma avverte differenze fra il suo parlare e quello di Scutari quindi tralascerà sempre il vernacolo provinciale delle sue montagne propendendo per una prosa molto elegante (non senza fatica). Egli perfeziona l'alfabeto albano-latino, arricchisce la lingua di parole non molto diffuse prima, rende il tutto chiaro e ampio. Fu il grande iniziatore della prosa albanese e seppe fondere tradizione popolare con l'armonia e il decoro della forma propri dei suoi studi umanistici.
I poeti albani-siculi e albano-calabri
Fu Padre Giorgio Guzzetta (1628-1756) a creare solidissime premesse alla conservazione della vita e delle tradizioni albanesi di Sicilia. Nel suo seminario greco-albanese di Palermo furono educati grandi personaggi della classe colta delle colonia dell'isola. Le loro composizioni ci giungono attraverso un
manoscritto di Chieuti scoperto da Marchianò nel 1901.
Giuseppe Nicolò Brancato
Genere: Canti con influenza dei poeti dell’Arcadia. Poesia riflessa più antica della letteratura albanese. Parafrasi dalle poesie italiane.
Informazioni biografiche importanti: Nacque a Piana nel 1675. Fu arciprete nel paese.
Opere principali: Canto ottonario della rondine (glielo attribuisce Schirò)
Lingua: Preferisce il quinario.
Nicola Chetta
Genere: Poemetti
Informazioni biografiche importanti: Nacque a Contessa Entellina (Palermo) nel 1742 e morì nel 1803. Fu seminarista, poi prete, poi rettore del seminario greco-albanese palermitano.
Opere principali: Poemetto sulla creazione del mondo di 76 ottave, tradotte in italiano; Lessico italiano-albanese (opere inedite); Etimologico della lingua albanese (meno importante); Notizie sui Macedoni riesumazione riassunta del De perpetua Ecclesiae di Parrino.
L’orgoglio delle origini era la forza spirituale che lo sosteneva nelle
Sue indagini nel suo continuo desiderio di sapere.
Giulio Variboba
Genere: Poemetti
Informazioni biografiche importanti: Nacque a S.Giorgio Albanese (Cosenza) nel 1725. Studio nel collegio greco-albanese di S.Benedetto Ullano e si fece prete. Peccò con una compaesana e fu mandato in esilio a Roma, dove visse a lungo.
Opere principali: Poemetti Vita della Vergine e Vita del Bambino (1762). Si divide in tre parti: la prima parla della Vergine (annunciazione, visita di S.Elisabetta, nascita di S.Giovanni, dubbi di S.Giuseppe sulla verginità della Madonna); la seconda parte tratta del Bambino (Natale) e la terza dei Santi e della SS Trinità. Non si tiene conto sempre della tradizione biblica. È una poesia non riflessa ma popolareggiante (si parla di fatti biblici con la semplicità di un popolano che parla di una leggenda). Vi sono molti anacronismi.
Lingua: Rima fluente e ritmata, cade nella lirica anche quando si propone di far prosa. Adottò un gran numero di
parole calabresi (il Risorgimento era ancora lontano perché cercasse un purismo della lingua che sostenesse un diritto di indipendenza per la Patria). I poeti risorgimentali Nel XIX secolo in Albania sorge il pericolo di nuove invasioni. Si tratta degli slavi che si vanno aggiungere ai Turchi in questa continua gara di conquista. Nel 1878 gli albanesi (tutti senza distinzione di zona e religione) costituiscono la Lega di Prizrend (ad opera di Abdyl Frasheri) che decretava l'unione di fatto di tutti gli Albanesi, uniti nel momento più difficile. La loro difesa contro i Montenegrini e la difesa assunta in sede diplomatica dall'impero austro-ungarico e dall'Italia valsero a scongiurare il pericolo di una spartizione generale. I poeti risorgimentali saranno cantori esuli, uomini d'azione senza sosta, di poeti che esaltano il passato per rinvigorire il presente e l'avvenire.
Naim Frasheri è considerato come il maggiore poeta dell'Albania
meridionale.Informazioni biografiche importanti: Nacque a Frasheri nel 1846 e fu istruito insieme ai famosi fratelli (Abdyl e il colto Samì) da un "orgià" del luogo che insegnò loro turco, arabo e persiano. Sireca a Janina a 19 anni gia orfano di madre. Amò molto autori persiani e latini, specialmente Virgilio che vedeva come profeta e riflesso di se stesso. L'aura religiosa in cui studiò non gli permise di apprezzare molto i "pagani" della storia classica greca. Dopo il liceo si trasferisce e Instambul, poi ammalatosi torna a Janina e svolge per qualche anno il ruolo di funzionario governativo. Assunto al Ministero della Pubblica Istruzione, torna a Instambul. Il governa cercava di tenere sotto mano i fratelli Frasheri, perché ne aveva paura. Ad Instambul si dedicò molto alla scrittura.
Opere principali: Takhayyulat (Fantasie) scritto nella giovinezza, raccolta di poesie in persiano; Qerbelaja, 1898, poema di ampia
Stesura in 25 canti settenari sulla lotta civile e religiosa degli Arabi; Istori e Skenderbeu