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Il tema dell'allegoria nella poesia di Leopardi

Non è casuale che Leopardi scopra dopo una certa data questo tipo di costrutto. Un altro poeta nel Novecento fortemente allegorico è un poeta come Montale, per il quale la poesia è un sogno alla luce della ragione. Silvia è un allegoria della speranza giovanile ma allo stesso tempo la peculiarità dell'uso dell'allegoria in questa sede di Leopardi è che è un allegoria di insieme del figurato e del figurante. Infatti, nel figurato e nel figurante di questa allegoria ci sono insieme sia la speranza che Silvia, è un allegoria reciproca. (Nell'allegoria normale il figurato è assente ed esiste il figurante. Normalmente ci sarebbe solo Silvia, allegoria della Speranza, mentre qui è reciproco poiché Silvia rappresenta la speranza ma allo stesso tempo la speranza rappresenta Silvia). Uso particolare dell'allegoria da parte di Leopardi.

Tema della rimembranza e delle illusioni giovanili, che...

riemergono anche nel cupodisincanto che Leopardi nutre nei confronti delle cose, degli uomini e di se stessi e che abbiamo visto affrontare in questo testo così stilizzato e ben costruito come A Silvia, ritorna anche nel testo che tra i pisano-recanatesi è più affine ad A Silvia ovvero Le ricordanze. Un testo a fine A Silvia ma allo stesso tempo differente, come sempre accade nelle coppie. Infatti qui abbiamo sempre le ricordanze giovanili, la rievocazione dello sfondo recanatese, abbiamo una fanciulla morta ma il taglio del testo è diverso. Qui il testo è lungo e narrativo, una sorta di poemetto in endecasillabi sciolti. I temi sono vicini a quelli di A Silvia e il punto più vicino, in particolare, è la parte conclusiva del testo. Quello in cui viene rievocata la figura di Nerina. Da v. 136 inizia l'evocazione di Nerina. Vedremo come rispetto ad A Silvia che ha un taglio più concentrato, qui invece si muove sull'onda.dello ricordo, come una specie di flusso della memoria, che vi Avvia riporta a galla i ricordi e a un certo punto dopo un'allocuzione descrive e si rivolge alla figura di Nerina. <p> Qui ritorna il tono allocutivo e pathos affettuoso in maniera ancora più forte rispetto al testo di "A Silvia". <p> Sviluppo, del tema della fanciulla morta giovane, stesso sviluppo di "A Silvia", anche se già semplicemente leggere i versi rispetto al suono tragico di "A Silvia", e anche rispetto a quello che era il suo andamento purissimo e concentrato. <p> Qui invece l'esercizio della memoria è svolto secondo un meccanismo che Walter Binni ha chiamato andamento ad onde del ricordo, un ricordo che va e viene e sussegue senza uno specifico filo conduttore. <p> Il ricordo è evocato tramite specifiche sensazioni del presente oppure da una serie di sensazioni e idee. <p> Diverso dal canto organizzato e concentrato, costruito su due destini paralleli che era "A Silvia". Qui invece

c'è un tono meno drammatico e più trasognato e malinconico, c'è un elemento di grande individualità e autobiografia, ed è forse fra canti Pisano recanatesi, all'apparenza, quello che potrebbe sembrare più vicino agli idilli, per la presenza di situazioni e anche luoghi tipicamente idillici ma invece altri hanno detto che per il suo tratto omnicomprensivo (ovvero che comprende più elementi insieme), e anche per l'abbandono sentimentale del poeta, secondo Mengaldo è il più moderno dei testi che sono dentro ai canti Pisano recanatesi.

il poeta ovviamente qui costruisce di meno, anche se al di là del tono trasognato, il tema della Rimembranza è diverso da quello di alla luna in cui questo tema era stato sviluppato.

famosi versi di alla luna che poi vengono corretti nell'edizione 45: e pur mi giova la ricordanze, e noverar l'etate del mio dolore. Oh come grato occorre nel tempo giovanile.

quando ancor lungo la speme è breve ha la memoria al corso, il rimembrar delle passate cose, ancor che triste, e che l'affanno duri!

Attacco de Le ricordanze: questo testo è ricco di immagini caratteristiche, quasi come un serbatoio di elementi della poesia di Leopardi. (Lemmi ed espressioni spesso usate) all'altezza del verso 30 circa all'interno di un testo in cui il tono sentimentale e abbandonato al ricordo è più evidente di Altri testi, non risparmia un tono più acre e si fa spazio anche la riflessione e considerazione sulla sua vita, la vita dentro luogo dove predomina l'ignoranza.

Se la serie di a Silvia e delle ricordanze sono giocate sul tema delle illusioni giovanili e anche sul tema della musicalità, pure in due strutture diverse: la prima disegno tragico costruito, l'altra invece molto più libera e omnicomprensiva, incentrata sul mondo del ricordo come associazione di idee. invece prendendo in esame gli

stessi temi appaiono strutturalmente molto diverse da questi due testi (e sono anche molto meno musicali). I due testi finali che sono (non come cronologia di scrittura ma come impostazione del libro dei canti in ordine a partire dall'edizione 31): La Quiete il sabato. Due testi che esemplificano molto bene i concetti presenti nella serie dei pisano-recanatesi, la scommessa di far convivere la messa in scena della bellezza con la sua demistificazione da parte della filosofia e del ragionamento filosofico. Ma da un punto di vista strutturale sono quelli che si allontanano di più dagli altri Pisano-recanatesi in quanto si avvicinano di più a un'ottica realistica ma sono anche più impersonali, soprattutto nella seconda parte di questi due testi l'io lirico che rappresenta, affettuoso, pieno di pathos in a Silvia e nelle ricordanze. Qui è più impersonale e distaccato. Nella seconda parte di entrambi i testi dopo la descrizione segue una voce.

Quasi fuori campo e impersonale che dice che tutta questa bellezza che è stata appena messa in scena, nella descrizione della prima parte, è illusoria. Questi due testi presentano entrambi in una prima parte una descrizione, in cui si celebra la bellezza della vita e il bisogno di bellezza, di poesia, di armonia, dell'uomo e una seconda parte dove una voce impersonale mette in crisi la prima parte. Il più radicale e aspro nella condanna della prima parte è di certo "La quiete dopo la tempesta", nel "Sabato del villaggio" il tono è più affabile e scherzoso ma le conclusioni in fondo sono identiche. Entrambi i testi si trovano in chiusura della serie. Nella "Quiete dopo la tempesta" per dire il vero la quiete è solo apparente dal momento che tutti sono in fermento. Ma qui lo guardi vuole proprio illustrare una condizione con la quiete in cui nasce la felicità dallo scampato pericolo e in particolare dall'essersi salvati.

dallamorte. Nello Zibaldone scrive: Ecco come i mali vengono ad esser necessarii alla stessa felicità, e pigliano vera e reale essenza di beni nell’ordine generale della natura: massimamente che le cose indifferenti, cioè non beni e non mali, sono cagioni di noia per se, come ho provato altrove, e di piú non interrompono il piacere, e quindi non distruggono l’uniformità, cosí vivamente e pienamente come fanno, e soli possono fare, i mali. Laonde le convulsioni degli elementi e altre tali cose che cagionano l’affanno e il male del timore all’uomo naturale o civile, e parimente agli animali ec., le infermità e cent’altri mali inevitabili ai viventi, anche nello stato primitivo, (i quali mali benché accidentali uno per uno, forse il genere e l’università loro non è accidentale), si riconoscono per conducenti e in certo modo necessarii alla felicità dei viventi, e quindi con ragione contenuti e

collocati e ricevuti nell'ordine naturale, il qual mira in tutti i modi alla predetta felicità. E ciò non solo perché essi mali danno risalto ai beni, e perché più si gusta la sanità dopo la malattia, e la calma dopo la tempesta. L'uomo per provare del bene deve esperire il male e l'assenza del male lo porta ad avere un momento di beatitudine. Nella prima parte del componimento Leopardi descrive immagini nitide e bellissime della natura in forma di descrizione oggettiva. Dal v. 25 iniziano gli interrogativi della voce fuori campo. (interrogative) Par. Vv51-54: "tu sei felice se gli è concesso di prendere casa dal dolore, felice se la morte ti toglie ogni sofferenza." diagnosi estremamente drastica, attuata in terza persona, che smentisce tutto quello che c'è nella prima strofa di quella bellezza e quella capacità di poeta di cantare quel tipo di bellezza non è altro che.

Un motivo di riflessione poiché si tratta di illusioni. Il sabato del villaggio: qui, in cui l'attesa del giorno festivo è la protagonista del testo, la costruzione è la stessa del testo della Quiete. Tornano le immagini dei personaggi della vita borghigiana, il realismo, il quotidiano, le persone umili. Pasquali critica il v. 4 in quanto il mazzolin di rose e di viole era impossibile averle in un stesso momento in quanto fioriscono in stagioni diverse. Anche se la prima parte descrittiva oggettiva è più lunga rispetto a quella della Quiete. Ed evoca il brulicare della vita nel Borgo che aspetta la festa con lirismo. La descrizione qui è interrotta e sostituita dalla critica dell'occhio esterno al v. 39. Si rivolge al garzoncello. Il Canto notturno Nonostante sia l'ultimo cronologicamente scritto tra i pisano-recanatesi il più anomalo, e per questo si giustificano alcune parti interne che alludono.

Ciò che accadrà dopo, viene però preposto nell'ordine dei canti agli apologhi-idilli proprio per la caratteristica dell'io poetico con tono affettuoso e ricco di pathos che caratterizzava quelli precedenti.

Mentre negli ultimi due come abbiamo visto o l'io lirico scompare e diviene un occhio esterno, un impersonale che giudica le descrizioni precedenti.

Scelta strutturale

Testo anomalo: per l'ambientazione esotica, paesaggio inedito ripreso nella Ginestra questo paesaggio desertico è sconfinato, meno esotico. E oltre allo spazio si differenzia anche per il tempo, in quanto non c'è più la cadenza e l'alternarsi di giorno e notte scandito nei borghi e nell'ambiente borghese caratteristica dei pisano-recanatesi ma ci troviamo in una dimensione quasi acronica, atemporale.

Antefatto Leopardi, nonostante le critiche nella palinodia, era un grande lettore delle gazette già nella stagione giovanile delle canzoni.

E nel corso del tempo continua. Infatti, questo testo del Canto notturno nasce dalla lettura di un giornale straniero dove era apparsa.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kari07 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Generi e forme della letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Nozzoli Anna.