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Il gioco degli scacchi e l'arte di Duchamp

Non a caso Duchamp amava giocare a scacchi, un gioco di strategia e pianificazione. Dal 1923, quando tralascia la pittura, si dedica agli scacchi come mestiere. In un suo dipinto rappresenta due giocatori di scacchi. La pedina ha un ruolo strategico, e deve essere valorizzata. I due personaggi non toccano gli scacchi ma pensano. Lo scacchi si gioca sul pensiero prima che sulle mosse. Elimina il colore e riprende il cubismo, riprende Braque e Picasso ma non mescola i lineamenti, è come se li guardassimo attraverso un diamante. Si definiscono le figure con la geometria ma diventano trasparenti attraverso il colore. Mette in crisi la nostra capacità di capire cosa abbiamo davanti. Depero realizza "la festa della sedia" attraverso forme futuriste non più così canoniche. Utilizza forme strane che lasciano comunque intuire chiaramente la forma della sedia. Ci fa concentrare su questa cosa che ci ha sempre circondato dandogli una vita nuova. Nel futurismo la figuradella sedia viene rivisitata dando alle loro forme del carisma che ci porta verso il design e l'arredamento che contribuiscono a circondare la nostra vita di bellezza, migliorandola. Il design ha dietro molto lavoro e sperimentazione e deve confrontarsi con tutto quello che è lo spazio che lo circonda. Lo sgabello di Douchamp è invece banale e scontato, uno sgabello qualunque senza grande fascino. Casorati nel 1929 dipinge un interno con tre sedie occupate da elementi legati all'arte: da una parte una natura morta, al centro una donna nuda che per anni è stata soggetto principale di molti dipinti e dall'altra un uomo con sotto un giornale (quotidianità, informazione e cultura) diventano elementi di esposizione. Vuole ritornare alla forma, volume e composizione ma anche il racconto che abbia fondamentale ragionamento. La luce solidifica, immobilizza e porta all'eternità come se questo spazio non possa più mutare. Una strana magia che

blocca tutte le cose.

Guttuso usa le sedie come un tavolo, sedie che ci riportano a quelle di Van Gogh non solo per la loro povertà ma anche per i colori. Colori che riportano alla Sicilia.

La sedia accoglie lo scheletro di animale (che userà spesso), bottiglie il panno. Capacità di andare oltre la fisicità.

Il cucino tenta maldestramente di rendere più comoda la sedia. Offre tutto quello che può offrire, la cultura tramite i libri ma anche attraverso il vino. Un rituale nel porti quegli oggetti che ci portano dentro un mondo.

De - Pisis dipinge una sedia, ma la sua pittura è fatta da tocchi di pennelli intoccabili. È come se la sedia fosse un attore che accoglie un mazzo di fiori. Dimensione molto poetica che ci porta dentro alla cipria, che ci porta dentro al mondo della rappresentazione. È come un attore dentro ad una stanza, padrone della scena.

Lo sgabello di Douchamp è invece un re.

La sedia di Beuys, è una

sedia modesta, sporca, che porta con sé tracce evidenti della vita e del tempo, al contrario di quella di Douchamp che è senza tempo, togliendo la temporalità delle cose ha affidato la sedia al sempre, passato presente e futuro. Il bianco della sedia di Douchamp con il bianco toglie l'essenza del legno al contrario della sedia di Beuys. Si può vedere anche un fil di ferro, simbolo di buon conduttore di energia, poi ha messo un blocco di cera che rappresenta la materia "grassa". Era un aviatore, è precipitato ed è stato salvato dalle persone del posto avvolgendolo in grasso e feltro, perciò egli raffigura spesso questi due elementi delle sue opere. Essendo un blocco triangolare dà l'idea di una sedia scomoda, lavoro fatto di grande riflessione attraverso un dialogo tra forme materia e metafore che arrivano dalla ragione e coscienza. La rappresentazione di Kosuth è invece una fotografia. Realtà, rappresentazione econcetto.Anche Douchamp tratta la dimensione del reale e quella della rappresentazione,ma siamo noi che diamo agli oggetti la rappresentazione della realtà. Siamo noi che lo immaginiamo in un ambiente. In quella di Kosuth c'è anche la definizione di sedia, che appartiene al vocabolario. Christo ha impacchettato delle sedie senza togliere la loro identità ma privandole delle loro connotazioni specifiche (colore, materiali, decorazioni, ...). Noi vediamo solo l'involucro, e questo le rende democratiche creando curiosità e rispondendo ai canoni di oggi proteggendoli da quello che è la polvere ma allo stesso tempo cancellando alcuni loro aspetti azzerandoli. Douchamp, invece, mette la ruota sopra allo sgabello annullandolo e trasformandolo. Christo impacchetterà anche monumenti, ponti, ... e ha radici nel dadaismo. Anche la pop art parte dal new dada, che a sua volta era legato al dadaismo. Warhol rappresentò una sedia influenzato dalla

Sua epoca. Cerca di applicare all'arte il mondo dell'industria. Cercava di far capire che l'arte è più importante del sistema economico (quando firma la scatoletta gli aggiunge molto valore). Fa una serie di sedie elettriche con colori pop (giallo, verde, rosso..) per denunciare la pena di morte. Un elemento tipico della sua arte è la ripetitività. L'assuefazione delle immagini ci carica di indifferenza. La sedia elettrica vista più volte la fa sembrare una sedia normale, anche se si sta parlando di morte, di inciviltà. Entra in atto in meccanismo di indifferenza. Il concetto della ripetitività apparteneva anche a Douchamp, ed era inoltre sostenitore di arte a distanza. Per lui non esiste la parte artigianale. Non importa chi la faccia, l'importante è l'idea, ciò che precede la realizzazione. Munari sviluppa una sedia con incongruenze e la intitola "Sedia per le visite brevissime".

perché è scivolosa. Tu scivoli col corpo ma resta sempre una sedia. Chen Zhen realizza un tavolo enorme circolare con scritto al centro i diritti dell'uomo circondato da 29 sedie che rappresentano le nazioni. Ogni sedia ha qualcosa che rappresenta una nazione. Tutte insieme nel cerchio devono mantenere la propria identità cercando di raggiungere un obiettivo comune. Ogni paese è raccontato nel design della sedia. Realizzò una casa con della cera, tipica della sua cultura, posizionata su uno sgabello. È come se lo sgabello raccogliesse l'identità di questo popolo. In una sua installazione ricoprirà tutto con l'argilla, elemento purificatore. Lo usa su tutto come per purificarle dando allo stesso tempo una pelle uguale per tutto (tutto ha stesso colore, stesso materiale, stessa sostanza). Tutto è reso uguale nella diversità della loro forma e sostanza. Lavora molto sull'idea di solidarietà e di un mondo

che può convivere sfruttando questa diversità. I diritti non cancellano la tradizione. Doris Salcedo realizza un'installazione accumulando tre piani di sedie per riempire il vuoto di una casa crollata a causa dei bombardamenti. Queste sedie danno anche idea di morte, accumulate e rovinate che però unite riempiono un vuoto. Sono inserite nel percorso cittadino. Salcedo ha raccontato il dramma della distruzione e il desiderio di un'identità, ma allo stesso tempo desiderio di occupare un posto nel mondo. Le sedie sono simbolo di uomo di famiglia. Wei wei è un altro artista che raccoglie sgabelli che muove nello spazio o che allinea come una truppa. Rappresenta un po' l'idea del popolo cinese, un formicaio di sgabelli, un esercito pronto a marciare in una forma compatta senza che niente possa intralciarli. Sgabelli nell'aria come un flusso nello spazio nell'ordine della forza che li muove. La scacchiera portatile di Douchamp fu molto.importante per l'artista. Per lui era una forma d'arte e infatti dal '68 durante le sue mostre era presenziava nel museo giocando a scacchi. Durante una sua esposizione, ad esempio, una scrittrice nuda giocò a scacchi con lui. Giocò anche con Jhon Cage, e durante la loro partita ogni pedina aveva un filo che produceva della musica ad ogni movimento. Un collegamento approssimativo potrebbe essere "Domenica pomeriggio alla Grande Jatte" di Seurat (1884-1886). Le persone sono poste nel quadro come su una scacchiera, segue da un lato il mondo degli impressionisti recandosi al parco per realizzare schizzi e bozze all'aria aperta (en plein air) ma non lo segue totalmente avendo poi realizzato il quadro in studio a causa delle grandi dimensioni della tela che non gli permisero di realizzarlo all'esterno. Il soggetto impressionista è appunto la borghesia parigina in una domenica estiva sulla senna durante un pomeriggio all'aria aperta.usa più le pennellate ma i puntini, tutti studiati per colori, distanza, … creando un insieme di puntini minuzioso, per rendere la pittura una scienza esatta. Sono rappresentate quasi 50 persone immobili, questa tecnica congela lo scenario. Negli schizzi iniziali rappresentava solo il luogo senza personaggi concentrandosi sui colori, la luce e la struttura dello spazio. Nel lavoro finale ogni personaggio ha un ruolo, una collocazione. Tutte le persone nel quadro disposte come pedine sono quasi tutti di profilo tranne una bambina e la donna che l’accompagna e una donna di spalle. Nessun soggetto interagisce, non si percepisce il vociare, ma si percepisce il silenzio della scena. Le donne con l’ombrello sono soggetti ripetuti. Il suo dilemma sono le luci. Distribuisce le figure nello spazio non per riempirlo di vita ma per riempirlo di volume e ingombro. Nei quadri di Seurat tutto è statico, nulla si muove. La costruzione è matematica e molto precisa, la donnaonello principale, creando un contrasto tra l'interno e l'esterno della scena. La cornice è composta da tonalità scure e fredde, mentre all'interno predominano colori caldi e luminosi. Questo contrasto enfatizza ulteriormente l'importanza della bambina e del suo gesto di tagliare l'ametista. Utilizzando i tag html, il testo formattato sarebbe il seguente:

Con la bambina taglia ametà la composizione. L'elemento più chiaro e puro è appunto la bambina, che è anche l'unica che accenna un movimento (oltre alle guardie che sembrano marciare). Fa un campionario dei ruoli della società che si ritrovano lungo la senna.

Il cagnolino e la scimmia sono due figure particolari, il cane sembra immobilizzato nel salto. Nello slang parigino la parola scimmia corrispondeva alla parola prostituta, perciò inserisce queste allusioni attraverso riferimenti lontani ma non trascurabili al mondo delle prostitute.

Secondo interpretazioni che sono state fatte negli anni successivi, l'ombra è stata interpretata come un velo che nasconde, quindi un'allusione alla falsità dellaborghesia francese che spesso nasconde e non dice la verità. La cornice è fatta dai colori opposti a quelli presenti nel quadrone principale, creando un contrasto tra l'interno e l'esterno della scena. La cornice è composta da tonalità scure e fredde, mentre all'interno predominano colori caldi e luminosi. Questo contrasto enfatizza ulteriormente l'importanza della bambina e del suo gesto di tagliare l'ametista.

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
13 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tortialice di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Accademia di Belle Arti di Brera - Accademiadibrera o del prof Giudici Lorella.