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Mart Stam
Nel 1925-26 progetta uno sgabello ad U per la mensa del Bauhaus,
anticipando il principio della sedia a sbalzo e successivamente elabora
una sedia fatta coi tubi del gas, che consentono alla sedia di stare solo
su due gambe e di sfruttare la leggerezza del materiale forato. La
Sedia Cantilever è un tipo di sedia a sbalzo con due soli montanti
ripiegati a livello del pavimento e a livello del sedile ed è collegata
orizzontalmente da un tubo continuo. Questa forma speciale viene
disegnata per la prima volta dall'architetto Mart Stam nel 1926 e
presentata nel 1927 in occasione dell'esposizione del Werkbund Die
Wohnung per la Weisenoff di Stoccarda. Questo modello è
considerato un'importante esempio del design del ventesimo secolo. Le
forme, dal grande razionalismo, sono morbide ed eleganti, semplici
nella loro composizione. Il cuoio della sedile e dello schienale accomoda
la seduta, unendo funzionalità e comodità. I braccioli sono rivestiti a
loro volta da delle strisce di cuoio nero, per garantire un appoggio più
confortevole, evitando il contatto diretto col freddo e duro acciaio. Lo
stesso modello viene riprodotto, senza braccioli, ma con schienale e
sedile in legno. Ancora una volta si può notare la cura e l'attenzione
posta nello studio dell'ergonomia della seduta. Le aste che compongono
sia lo schienale che la seduta sono appositamente curvate, per
adattarsi all'anatomia umana.
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Modelli sedia Cantilever, Stam 91
Walter Gropius
Gropius è il primo occidentale a presentare una tendenza a sobrietà e
sintesi attraverso la nudità delle forme. Le sue opere presentano una
discontinuità e uno smontaggio della struttura geometrica tradizionale,
attraverso un gioco di trasparenze e vuoti. La poltrona F51, realizzata
per il suo ufficio al Bauhaus di Dessau, ha una struttura in legno di
frassino e rivestimenti in tessuto o pelle. Sono chiare le influenze
neoplastiche di De Stijl, con il forte contrasto tra le marcate linee
nere e le ampie superfici monocrome, basate sull'utilizzo dei colori
primari. La composizione presenta anche un certo dinamismo, i volumi
si intersecano in vario modo e i cuscini sembrano sospesi. Il dato
cubista è saldamente integrato nel razionalismo della composizione.
Il prospetto laterale sembra quasi una ripresa dall'alto. La struttura
portante ci appare ribaltata e sembra quasi che le imbottiture si
inviluppino su se stesse. Ciò nonostante la composizione appare
uniforme nel suo insieme. La sedia D51 è molto particolare nel sistema
di incastri delle parti. Le assi di legno a base quadrata, che formano le
gambe e i braccioli, si incassano sul rettangolo della seduta, che a sua
volta sembra innestarsi sullo schienale, in un gioco di intersezioni,
prettamente dinamico e fortemente cubista. Sia lo schienale che la
seduta presentano dei bordi marcati, dello stesso spessore dei
braccioli, e si assottigliano al centro, creando un incavo perfetto per
accogliere le imbottiture. Queste ultime hanno una geometria ben
definita e risultano essere delle ampie campiture monocrome, ancora
una volta a dimostrazione del connubio fra razionalismo e
neoplasticismo. Nella seconda versione di questa sedia, che
sostanzialmente rimane invariata, viene introdotto nei braccioli un
leggero andamento obliquo, teso probabilmente a rendere più comoda e
funzionale la sedia.
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Poltrona F51, Gropius
Sedie D51, Gropius 93
Marcel Breuer
Breuer dapprima modella la poltrona in termini rinascimentali,
successivamente lo fa in termini cubofuturisti, introducendo una nuova
sedia nata dall'unione tra i piani in tessuto elastico e le linee dinamiche
del ferro piegato. Contrapponendosi ai principi dei contemporanei
olandesi, la bellezza per Breuer nasce dalla funzionalità dell'oggetto,
quindi dalla sua comodità. Vengono utilizzati materiali poveri come la
paglia di Vienna, materiale dall'elementare sobrietà e praticità.
Il Bauhaus impone questi modelli, esprimendo un'intolleranza agli stili
del passato. I modelli di Breuer si collegano a Thonet, attraverso
l'utilizzo della canna d'india per sedili e schienali.
Nel 1928 produce la sedia B64, nata da una serie di elaborazioni del
modello Cantilever di Mart Stam. La sedia di Breuer, realizzata con
tubi di acciaio cromato, legno laccato e incurvato, incannicciato, entra
in produzione nel 1929. Talvolta agli intrecci in paglia Breuer
sostituisce imbottiture rivestite in pelle.
Il tocco distintivo dei modelli di questo periodo è il netto contrasto
che pone fra i colori dei montanti di seduta e schienale e i rivestimenti
di superficie. Montanti neri e impagliato chiaro o montanti ecru e
imbottiture rivestite in pelle nera, creano un particolare gioco di
colori, che evidenziano la morbidezza delle forme.
In occasione di un concorso bandito dalla ditta Thonet, che prevedeva
l'utilizzo della paglia di Vienna prodotta industrialmente, Breuer
propone il disegno della sedia Cesca in tubolare metallico con sedile e
schienale impagliati, in un connubio tra tradizione e razionalismo. La
sedia Cesca viene prodotta in due versioni, con e senza braccioli.
Questi ultimi sono realizzati in legno sagomato e struttura portante in
tubolare metallico.
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Sedia B64, Breuer Sedia Cesca, Breuer
Sedia Wassily, Breuer 95
Nel 1925, mentre è direttore del laboratorio del legno a Dessau,
disegna Wassily, una sedia rivoluzionaria nell'uso di materiali, quali
l'eisengarn, un tessuto realizzato con un filato di cotone trattato con
cera e paraffina, e i tubi di acciaio nichelato piegato, ma soprattutto
nei metodi di produzione.
Dopo aver sperimentato la solidità del tubo di acciaio impiegato nella
bicicletta Alder, Breuer decide di impiegarlo nella progettazione di
mobili. Ingaggia la ditta Mannesmann, che lavora i tubi d'acciaio con
tecniche innovative, per piegare i singoli elementi di cui ha bisogno per
costruire il primo prototipo.
Priva di saldature, la struttura è un perfetto esempio di razionalismo.
Il disegno è pensato per impiegare la curva in ogni sua possibile
declinazione attraverso l'utilizzo di tubi e piegatubi.
La posizione dello schienale e della seduta attesta l'influenza della
sedia Rosso-Blu di Rietveld.
Il nome di Wassily viene attribuito da Dino Gavina negli anni Sessanta,
poiché Kandinski richiede, per il proprio appartamento, il primo
esemplare di questo modello.
La composizione è indubbiamente cubofuturista.
La linea curva dei tubolari e la scomposizione in piani data dalle fasce
di tessuto nero generano un dinamismo e una multifocalità uniche nel
loro genere. La struttura di base della sedia, uno scatolare morbido e
dalla concavità centrale, accoglie la struttura regolare dello schienale,
fissata attraverso due aste tubolari e sul quale si innesta il ferro
piegato ad u che compone il sedile assieme alla fascia di tessuto tesa
fra le sue estremità.
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Ludwig Mies Van Der Rohe
nel 1928 a Mies viene offerta l'occasione di progettare il padiglione
della Germania all'Esposizione Internazionale di Brcellona del 1929.
Mies opera un taglio netto con la tradizione del passato, creando un
padiglione di grande eleganza. Su un tappeto nero colloca due poltrone,
da lui progettate come trono per i reali di Spagna, con relativi sgabelli.
Questa poltrona, chiamata poi Barcellona, richiama le seggiole greche
ed è realizzata attraverso intelaiature in lamierato di acciaio cromato,
cuscini rivestiti in pelle e appoggiati su cinghie in pelle. Al contrario di
Breuer, che preferiva la mobilità, Mies prevede che i suoi mobili siano
collocati in luoghi ben determinati. I suoi mobili, con la loro eleganza e
razionalità diventano un modello standard per l'architettura
manageriale. La composizione razionalista presenta un grande
dinamismo nelle linee sinuose della struttura portante in acciaio, che si
interseca in un andamento a doppia forbice. I cuscini rettangolari sono
spessi, per garantirne la comodità, e presentano nel rivestimento una
trama a quadrati in rilievo. Nel 1927 viene progettata la MR Chair,
sedia a sbalzo in tubolare d'acciaio e rivestimento in cuoio,
considerata uno dei simboli del Movimento Moderno. La particolarità di
questa sedia sta nel sistema di fissaggio del cuoio attraverso semplici
stringhe di pelle e nell'andamento circolare della struttura portante.
La composizione è di estremo razionalismo, forme pulite, linee
morbide, eleganti e leggere, funzionalità e comodità sono i tratti che
caratterizzano i modelli di Mies. Nel 1930 progetta la poltroncina
Brno, dalla struttura a sbalzo realizzata con un lamierato piatto in
acciaio cromato, piegato e senza saldature visibili. Lo schienale e la
seduta sono realizzate in legno massiccio resistente, imbottito e
rivestito in pelle. 97
Poltrona Barcellona, Mies van der Rohe MR Chair, Mies van der Rohe
Poltroncina Brno, Mies van der Rohe
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Fauteuill à dossier basculant, Le Corbusier
Siège tournant, Le Corbusier e Pierre Jeanneret 99
Le Corbusier
La fauteuill à dossier basculant, rinominata LC1 da Cassina, è una
poltroncina in acciaio cromato, con sedile e schienale in pelle. Viene
prodotta in tre versioni: la prima nel 1928 per Villa Church, la seconda
nel 1929 ed esposta al Salon d'Automne, l'ultima realizzata nel 1930
per l'esposizione all'Union des Artistes Modernes. È un esempio
perfetto di razionalismo, dove è evidente la radice cubista
fondamentale. Rompe con la continuità delle superfici, attraverso le
linee spezzate dei tubolari metallici, che vengono saldati in un misto di
linee rette e curve. Evidente il richiamo alla dinamicità dei mezzi di
trasporto nei due braccioli dove le strisce di pelle, tese fra due piccoli
tubolari ricordano i cingolati dei mezzi militari o alcune catene di
biciclette. Il dato futurista entra nelle composizioni di Le Corbusier
attraverso l'uso della linea curva. La Siège tournant è una poltroncina
girevole disegnata nel 1927 da Charlotte Perriand, ma co-firmata da
Le Corbusier e Pierre Jeanneret. La struttura portante è in acciaio
piegato, le gambe si intrecciano, unendosi centralmente nel perno che
consente la rotazione della seduta. Il dato dinamico non è più
introdotto solamente attraverso la linea curva, ma vi è un movimento
reale della sedia. La geometria semplice e pulita della seduta,
perfettamente circolare, si contrappone all'elaborazione dello
schienale, dove l'acciaio entra letteralmente nell'imbottitura.
Quest'ultimo riprende il motivo delle sedie greche, dove lo schienale
diventa allo stesso tempo un sostegno per la schiena e per le braccia