Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 179
Sit Down. Per una storia della sedia tesi Pag. 1 Sit Down. Per una storia della sedia tesi Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 179.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sit Down. Per una storia della sedia tesi Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 179.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sit Down. Per una storia della sedia tesi Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 179.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sit Down. Per una storia della sedia tesi Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 179.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sit Down. Per una storia della sedia tesi Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 179.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sit Down. Per una storia della sedia tesi Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 179.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sit Down. Per una storia della sedia tesi Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 179.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sit Down. Per una storia della sedia tesi Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 179.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sit Down. Per una storia della sedia tesi Pag. 41
1 su 179
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Mart Stam

Nel 1925-26 progetta uno sgabello ad U per la mensa del Bauhaus,

anticipando il principio della sedia a sbalzo e successivamente elabora

una sedia fatta coi tubi del gas, che consentono alla sedia di stare solo

su due gambe e di sfruttare la leggerezza del materiale forato. La

Sedia Cantilever è un tipo di sedia a sbalzo con due soli montanti

ripiegati a livello del pavimento e a livello del sedile ed è collegata

orizzontalmente da un tubo continuo. Questa forma speciale viene

disegnata per la prima volta dall'architetto Mart Stam nel 1926 e

presentata nel 1927 in occasione dell'esposizione del Werkbund Die

Wohnung per la Weisenoff di Stoccarda. Questo modello è

considerato un'importante esempio del design del ventesimo secolo. Le

forme, dal grande razionalismo, sono morbide ed eleganti, semplici

nella loro composizione. Il cuoio della sedile e dello schienale accomoda

la seduta, unendo funzionalità e comodità. I braccioli sono rivestiti a

loro volta da delle strisce di cuoio nero, per garantire un appoggio più

confortevole, evitando il contatto diretto col freddo e duro acciaio. Lo

stesso modello viene riprodotto, senza braccioli, ma con schienale e

sedile in legno. Ancora una volta si può notare la cura e l'attenzione

posta nello studio dell'ergonomia della seduta. Le aste che compongono

sia lo schienale che la seduta sono appositamente curvate, per

adattarsi all'anatomia umana.

90

Modelli sedia Cantilever, Stam 91

Walter Gropius

Gropius è il primo occidentale a presentare una tendenza a sobrietà e

sintesi attraverso la nudità delle forme. Le sue opere presentano una

discontinuità e uno smontaggio della struttura geometrica tradizionale,

attraverso un gioco di trasparenze e vuoti. La poltrona F51, realizzata

per il suo ufficio al Bauhaus di Dessau, ha una struttura in legno di

frassino e rivestimenti in tessuto o pelle. Sono chiare le influenze

neoplastiche di De Stijl, con il forte contrasto tra le marcate linee

nere e le ampie superfici monocrome, basate sull'utilizzo dei colori

primari. La composizione presenta anche un certo dinamismo, i volumi

si intersecano in vario modo e i cuscini sembrano sospesi. Il dato

cubista è saldamente integrato nel razionalismo della composizione.

Il prospetto laterale sembra quasi una ripresa dall'alto. La struttura

portante ci appare ribaltata e sembra quasi che le imbottiture si

inviluppino su se stesse. Ciò nonostante la composizione appare

uniforme nel suo insieme. La sedia D51 è molto particolare nel sistema

di incastri delle parti. Le assi di legno a base quadrata, che formano le

gambe e i braccioli, si incassano sul rettangolo della seduta, che a sua

volta sembra innestarsi sullo schienale, in un gioco di intersezioni,

prettamente dinamico e fortemente cubista. Sia lo schienale che la

seduta presentano dei bordi marcati, dello stesso spessore dei

braccioli, e si assottigliano al centro, creando un incavo perfetto per

accogliere le imbottiture. Queste ultime hanno una geometria ben

definita e risultano essere delle ampie campiture monocrome, ancora

una volta a dimostrazione del connubio fra razionalismo e

neoplasticismo. Nella seconda versione di questa sedia, che

sostanzialmente rimane invariata, viene introdotto nei braccioli un

leggero andamento obliquo, teso probabilmente a rendere più comoda e

funzionale la sedia.

92

Poltrona F51, Gropius

Sedie D51, Gropius 93

Marcel Breuer

Breuer dapprima modella la poltrona in termini rinascimentali,

successivamente lo fa in termini cubofuturisti, introducendo una nuova

sedia nata dall'unione tra i piani in tessuto elastico e le linee dinamiche

del ferro piegato. Contrapponendosi ai principi dei contemporanei

olandesi, la bellezza per Breuer nasce dalla funzionalità dell'oggetto,

quindi dalla sua comodità. Vengono utilizzati materiali poveri come la

paglia di Vienna, materiale dall'elementare sobrietà e praticità.

Il Bauhaus impone questi modelli, esprimendo un'intolleranza agli stili

del passato. I modelli di Breuer si collegano a Thonet, attraverso

l'utilizzo della canna d'india per sedili e schienali.

Nel 1928 produce la sedia B64, nata da una serie di elaborazioni del

modello Cantilever di Mart Stam. La sedia di Breuer, realizzata con

tubi di acciaio cromato, legno laccato e incurvato, incannicciato, entra

in produzione nel 1929. Talvolta agli intrecci in paglia Breuer

sostituisce imbottiture rivestite in pelle.

Il tocco distintivo dei modelli di questo periodo è il netto contrasto

che pone fra i colori dei montanti di seduta e schienale e i rivestimenti

di superficie. Montanti neri e impagliato chiaro o montanti ecru e

imbottiture rivestite in pelle nera, creano un particolare gioco di

colori, che evidenziano la morbidezza delle forme.

In occasione di un concorso bandito dalla ditta Thonet, che prevedeva

l'utilizzo della paglia di Vienna prodotta industrialmente, Breuer

propone il disegno della sedia Cesca in tubolare metallico con sedile e

schienale impagliati, in un connubio tra tradizione e razionalismo. La

sedia Cesca viene prodotta in due versioni, con e senza braccioli.

Questi ultimi sono realizzati in legno sagomato e struttura portante in

tubolare metallico.

94

Sedia B64, Breuer Sedia Cesca, Breuer

Sedia Wassily, Breuer 95

Nel 1925, mentre è direttore del laboratorio del legno a Dessau,

disegna Wassily, una sedia rivoluzionaria nell'uso di materiali, quali

l'eisengarn, un tessuto realizzato con un filato di cotone trattato con

cera e paraffina, e i tubi di acciaio nichelato piegato, ma soprattutto

nei metodi di produzione.

Dopo aver sperimentato la solidità del tubo di acciaio impiegato nella

bicicletta Alder, Breuer decide di impiegarlo nella progettazione di

mobili. Ingaggia la ditta Mannesmann, che lavora i tubi d'acciaio con

tecniche innovative, per piegare i singoli elementi di cui ha bisogno per

costruire il primo prototipo.

Priva di saldature, la struttura è un perfetto esempio di razionalismo.

Il disegno è pensato per impiegare la curva in ogni sua possibile

declinazione attraverso l'utilizzo di tubi e piegatubi.

La posizione dello schienale e della seduta attesta l'influenza della

sedia Rosso-Blu di Rietveld.

Il nome di Wassily viene attribuito da Dino Gavina negli anni Sessanta,

poiché Kandinski richiede, per il proprio appartamento, il primo

esemplare di questo modello.

La composizione è indubbiamente cubofuturista.

La linea curva dei tubolari e la scomposizione in piani data dalle fasce

di tessuto nero generano un dinamismo e una multifocalità uniche nel

loro genere. La struttura di base della sedia, uno scatolare morbido e

dalla concavità centrale, accoglie la struttura regolare dello schienale,

fissata attraverso due aste tubolari e sul quale si innesta il ferro

piegato ad u che compone il sedile assieme alla fascia di tessuto tesa

fra le sue estremità.

96

Ludwig Mies Van Der Rohe

nel 1928 a Mies viene offerta l'occasione di progettare il padiglione

della Germania all'Esposizione Internazionale di Brcellona del 1929.

Mies opera un taglio netto con la tradizione del passato, creando un

padiglione di grande eleganza. Su un tappeto nero colloca due poltrone,

da lui progettate come trono per i reali di Spagna, con relativi sgabelli.

Questa poltrona, chiamata poi Barcellona, richiama le seggiole greche

ed è realizzata attraverso intelaiature in lamierato di acciaio cromato,

cuscini rivestiti in pelle e appoggiati su cinghie in pelle. Al contrario di

Breuer, che preferiva la mobilità, Mies prevede che i suoi mobili siano

collocati in luoghi ben determinati. I suoi mobili, con la loro eleganza e

razionalità diventano un modello standard per l'architettura

manageriale. La composizione razionalista presenta un grande

dinamismo nelle linee sinuose della struttura portante in acciaio, che si

interseca in un andamento a doppia forbice. I cuscini rettangolari sono

spessi, per garantirne la comodità, e presentano nel rivestimento una

trama a quadrati in rilievo. Nel 1927 viene progettata la MR Chair,

sedia a sbalzo in tubolare d'acciaio e rivestimento in cuoio,

considerata uno dei simboli del Movimento Moderno. La particolarità di

questa sedia sta nel sistema di fissaggio del cuoio attraverso semplici

stringhe di pelle e nell'andamento circolare della struttura portante.

La composizione è di estremo razionalismo, forme pulite, linee

morbide, eleganti e leggere, funzionalità e comodità sono i tratti che

caratterizzano i modelli di Mies. Nel 1930 progetta la poltroncina

Brno, dalla struttura a sbalzo realizzata con un lamierato piatto in

acciaio cromato, piegato e senza saldature visibili. Lo schienale e la

seduta sono realizzate in legno massiccio resistente, imbottito e

rivestito in pelle. 97

Poltrona Barcellona, Mies van der Rohe MR Chair, Mies van der Rohe

Poltroncina Brno, Mies van der Rohe

98

Fauteuill à dossier basculant, Le Corbusier

Siège tournant, Le Corbusier e Pierre Jeanneret 99

Le Corbusier

La fauteuill à dossier basculant, rinominata LC1 da Cassina, è una

poltroncina in acciaio cromato, con sedile e schienale in pelle. Viene

prodotta in tre versioni: la prima nel 1928 per Villa Church, la seconda

nel 1929 ed esposta al Salon d'Automne, l'ultima realizzata nel 1930

per l'esposizione all'Union des Artistes Modernes. È un esempio

perfetto di razionalismo, dove è evidente la radice cubista

fondamentale. Rompe con la continuità delle superfici, attraverso le

linee spezzate dei tubolari metallici, che vengono saldati in un misto di

linee rette e curve. Evidente il richiamo alla dinamicità dei mezzi di

trasporto nei due braccioli dove le strisce di pelle, tese fra due piccoli

tubolari ricordano i cingolati dei mezzi militari o alcune catene di

biciclette. Il dato futurista entra nelle composizioni di Le Corbusier

attraverso l'uso della linea curva. La Siège tournant è una poltroncina

girevole disegnata nel 1927 da Charlotte Perriand, ma co-firmata da

Le Corbusier e Pierre Jeanneret. La struttura portante è in acciaio

piegato, le gambe si intrecciano, unendosi centralmente nel perno che

consente la rotazione della seduta. Il dato dinamico non è più

introdotto solamente attraverso la linea curva, ma vi è un movimento

reale della sedia. La geometria semplice e pulita della seduta,

perfettamente circolare, si contrappone all'elaborazione dello

schienale, dove l'acciaio entra letteralmente nell'imbottitura.

Quest'ultimo riprende il motivo delle sedie greche, dove lo schienale

diventa allo stesso tempo un sostegno per la schiena e per le braccia

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
179 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martacardia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Pellegrini Giorgio.