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Estratto del documento

Comune attraverso il Consiglio Comunale definisce, delibera e

pubblica il piano per permettere ai cittadini di muovere

osservazioni. Il Piano adottato ha l’efficacia di uno particolareggiato.

Ai privati in possesso di immobili fatiscenti è permesso di attuare il

loro piano, altrimenti si deve attuare l’espropriazione. Il Piano ha

una validità di 3 anni, altrimenti decade. In alternativa è previsto un

piano di recupero di iniziativa privata tramite un gruppo di almeno i

3/4 dei proprietari di immobili della zona che possono presentare

una proposta al Comune. La proposta deve essere corredata con il

progetto del Piano ed un accordo scritto in cui il Comune concede

l’iniziativa ed i privati si impegnano a ristrutturare le opere con i

propri capitali. I proprietari che non avevano partecipato in principio

devono aderirvi o vengono espropriati dei propri beni.

L’espropriante può essere o l’autorità o un altro privato, tramite

l’autorità, con il presupposto di “iniziativa di pubblica utilità”.

Il Piano Territoriale di Coordinamento è lo strumento di

pianificazione provinciale finalizzato al governo delle risorse

territoriali attraverso la loro tutela e valorizzazione. Il PTC è l'atto di

pianificazione con il quale la Provincia esercita il proprio ruolo di

governo del territorio raccordandosi ed adeguandosi alle politiche

territoriali della Regione e coordinando e indirizzando la

pianificazione urbanistica a livello comunale e la pianificazione

settoriale provinciale. Dagli anni ’70 si sono cominciate a varare

leggi urbanistiche regionali. Con una legge del 2001 si sostituì

“urbanistica” con “governo del territorio” in quanto più generale.

Piani Territoriali di Coordinamento (Area vasta)

L’obiettivo è quello di coordinare l’attività dei diversi comuni. Il

contenuto è quello di fornire direttive per le zone speciali e per le

reti delle principali vie di comunicazione. L’iniziativa del Piano è

della Regione con l’intesa dei Comuni, Provincia ed altre

associazioni.

La Regione approva e pubblica il Piano sulla Gazzetta Ufficiale e lo

manda ai vari Comuni a scopo di informazione.

La Legge della Regione Lazio n.38 del 1999 ha lo scopo di:

a) riorganizzare la disciplina della pianificazione territoriale ed

urbanistica;

b) indicare gli obiettivi generali delle attività di governo del

territorio regionale;

c) individuare i soggetti della pianificazione e le relative

competenze;

e) stabilire le modalità di raccordo degli strumenti di pianificazione

locale con la pianificazione regionale e degli strumenti di settore

con quelli di pianificazione generale.

Il Piano del Lazio contiene due tipi di disposizioni, quelle

“strutturali” (elementi base come vie di comunicazione, schema di

servizi, coordinamento con i piani provinciali) e quelle

“programmatiche” (riguardano l’attuazione di quelle strutturali

come tempi, mezzi, stima delle spese).

Esistono anche alcuni piani di valenza speciale come il Piano per le

aree industriali fatto dalla Regione per localizzare le industrie sul

territorio. L’iniziativa è realizzata da un gruppo formato dal Comune,

Provincia e Camera di Commercio che elaborano il progetto.

Un altro piano speciale è il Piano parchi in aree che hanno bisogno

di tutela. La Regione deve specificare di avere “obiettivi di tutela,

valorizzazione e ricostruzione” di un patrimonio di particolare

valore. Nel periodo di valutazione dei bisogni dell’area non sono

possibili altri lavori che non siano di manutenzione. Durante il

processo lo Stato sorveglia la Regione che deve rispettare la legge,

in caso contrario essa verrà sostituita da un altro ente. La

classificazione dei parchi; parchi nazionali, regionali, riserve

naturali, aree protette marine. L’iniziativa del Piano deve

comprendere anche le associazioni ambientaliste. La Regione

nomina l’ente parco che deve gestire il Piano sotto il controllo del

Ministero dell’Ambiente. Il Piano deve essere aggiornato dopo 10

anni. Il Piano parchi è contenuto all’interno del Piano paesaggistico

poiché più generale.

Il Piano parchi comprende:

Zone di divisione

 Vincoli di destinazioni d’uso

 Sistemi di accessibilità (pedonali/veicolare)

 Servizi

DPR n.380 del 2001 Testo Unico per l’edilizia

Il Testo unico è una aggregazione di leggi già esistenti, in questo

caso varato dal Presidente della Repubblica.

Esistono vari tipi di interventi:

1. Interventi di nuova costruzione

2. Interventi di manutenzione ordinaria

3. Interventi di manutenzione straordinaria

4. Interventi di ristrutturazione edilizia

5. Interventi di ristrutturazione urbanistica

6. Interventi di risanamento e restauro

Per quanto riguarda il punto 2, tale attività non necessita

dell’autorizzazione del Comune. Se si è proprietari di un edificio

bisogna occuparsi della manutenzione, nel caso di un condominio la

responsabilità ricade anche sull’amministratore ed i costi dei danni

sono ripartiti.

Per il punto 1 è necessario il permesso di costruire, per il punto 3 la

dichiarazione di inizio lavori e per il punto 4 la comunicazione di

inizio lavori. Ovvero il proprietario comunica al Comune l’intervento

che vuole realizzare ed il Comune ha un adeguato tempo di verifica

per analizzarne la regolarità.

La Legge descrive le caratteristiche del permesso di costruire:

1. Oneroso, ovvero si paga una somma, una parte relativa ai costi

di costruzione fissati dal Comune, l’altra parte relativa

all’incidenza sulle opere di urbanizzazione

2. Il proprietario della costruzione ha diritto al permesso che sarà

irrevocabile una volta ottenuto

3. Trasmissibile, ovvero il proprietario può vendere il terreno dove

ha ottenuto il permesso.

Affinché sia concesso il permesso vi sono dei presupposti:

1. Esistenza di opere di urbanizzazione primaria o una previsione

di attuazione entro il triennio

2. Struttura in regola con le norme urbanistiche

Il Comune ha il compito di rilasciare il permesso. Esso è soggetto a

decadenza con il passare del tempo. Una volta ottenuto il

permesso, il proprietario deve iniziare i lavori entro 1 anno e

terminarli entro 3 anni. Se vi sono dei motivi validi, egli può

ottenere una proroga. Talvolta può scadere il diritto solo per una

parte che non è stata terminata e dunque si deve fare una nuova

richiesta.

Procedimento

Il proprietario presenta al Comune una domanda per il permesso

con allegato il progetto di costruzione. Il Comune deve istituire uno

“sportello unico” per l’edilizia nel quale riceve le domande e detiene

rapporti con le altre amministrazioni interessate. La domanda deve

essere completata da una dichiarazione del tecnico progettista con:

1. Il titolo del proprietario

2. Il progetto conforme alle norme urbanistiche

3. La dichiarazione di abilitazione del progettista

Se le dichiarazioni del tecnico sono false egli rischia la prigione da 1

a 3 anni e la segnalazione all’Ordine professionale.

Il sindaco deve nominare n funzionario che segua la pratica. Dalla

data di ricezione vi sono 10 giorni per sceglierlo e riferire il nome al

proprietario interessato. Il funzionario ha a disposizione 60 giorni

per verificare la pratica. Se nota che manca qualcosa egli chiama il

proprietario e gli comunica l’integrazione dei documenti con un

termine intorno ai 15 giorni (se non vengono rispettati i tempi,

decade la domanda). Il funzionario può concludere la verifica in tre

modi:

1. Approva il progetto (per iscritto con una data)

2. Non approva il progetto (per iscritto con la specifica delle

norme non rispettate)

3. Se la domanda arriva in un momento in cui le norme stanno

cambiando, la risposta è sospesa. Serve infatti l’adozione del

nuovo piano regolatore e la approvazione della Regione.

Se il funzionario non rispetta 60 giorni il cittadino ha diritto di

contattare il funzionario e di “mettere in mora” il Comune

chiedendo le ragioni del ritardo.

Articoli da sapere.

Art.1 Ambito di applicazione

Art.3 Nuova costruzione

Art.5 Sportello unico

Art.6bis Comunicazione di inizio lavori

Art.10 Permesso di costruire

Art.11 Caratteristiche del permesso

Art.12 Presupposti

Art.13 Competenza

Art.14 Interventi in deroga agli strumenti urbanistici

Art.15 Durata e decadenza

Art.16 Contributo

Art.20 Procedimento

Art.21 Intervento sostitutivo regionale

Art.22 Segnalazione di inizio attività

DPR n.380 del 2001 Testo Unico per l’edilizia si divide in due parti;

la Parte I parla del permesso di costruire, mentre la Parte II delle

normative tecniche quali costruzioni in cemento armato,

abbattimento di barriere architettoniche, norme per le zone

sismiche, norme sul contenimento di energia negli edifici.

DPR n.380 del 2001 Testo Unico per l’edilizia Articolo 24 – Agibilità

La domanda di agibilità è richiesta dal titolare del permesso

ottenuto. Il Comune esamina e controlla i documenti per poi

rilasciare il certificato di agibilità in circa 15 giorni. Una volta

terminati i lavori, il Comune ha il potere di vigilanza (art.27)

preventiva durante i lavori tramite un personale ispettivo. Se

l’ispettore rileva delle violazioni, può ordinare la sospensione

immediata e/o la demolizione.

L’art.29 indica la responsabilità degli individui coinvolti; il titolare,

costruttore, direttore dei lavori, committente, progettista, figure

responsabili di conformità alle norme urbanistiche previste

(costruttore) ed al permesso ottenuto (progettista). In ambito

privato il progettista può anche ricoprire la carica di capo dei lavori.

Se il direttore dei lavori nota delle violazioni deve intervenire ed in

caso denunciare al Comune il responsabile. In casi più gravi il

soggetto deve rinunciare ai lavori.

Agli articoli 30-48 vi sono le sanzioni, riguardano l’arresto fino a tre

anni e una multa)

Le violazioni comprendono:

1. Interventi in assenza di autorizzazioni

2. Interventi in difformità di autorizzazioni

3. Opere su terreni demaniali

Oltre alla sanzione per la singola persona, si demolisce anche il

lavoro fatto fuori regola, calcolando un costo di spesa. La multa sarà

pari a due volte il costo. Se l’intervento viene poi valutato in regola

con le norme, il titolare può ottenere il permesso di costruire in

sanatoria, dopo aver pagato la multa, cosicché non avviene la

demolizione.

La Regione ha il dovere di controllare il Comune il quale nel caso

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A.A. 2018-2019
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SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ingegneriaedile di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Legislazione urbanistica delle opere pubbliche e normative edilizie e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Morroni Donatella.