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LETTURE:
CALABRI - PIANO OTTOCENTESCO
A Firenze, Giuseppe Poggi incaricato di tradurre in proposte le nuove esigenze per una città destinata a essere la
capitale del Regno, agisce sulla maglia viaria. L’ingegnere ingloba i progetti precedenti e accompagna la fascia
adiacente allo stradone delle mura e la soluzione delle linee ferroviarie con il riempimento di vaste aree da espropriare.
Ma la sua prima scelta consiste nell’abbattimento di delle mura di qua dell’Arno per realizzare sul loro tracciato il
collegamento tra la città antica e le nuove espansioni.
Questa demolizione rende necessario provvedere a una nuova cinta daziaria, dopo che la città ha perduto un elemento
fondamentale di definizione formale.
Il principiale elemento del piano sono i viali con le piazze e le rampe di piazzale Michelangelo( preso spunto da Parigi e
ring di Vienna).
Con il trasferimento della capitale a Roma, il comune si trova in uno stato fallimentare, la popolazione diminuisce e la
regolazione del piano regolatore edilizio (1885-95) sottolinea che occorre agevolare le comunicazioni principali fra gli
accessi della città e la sua parte centrale.
Il piano regolatore di Milano (Beruto) la più compiuta espressione tecnica dell’ingegneria applicata ai problemi della città.
Milano a partire dall’esposizione nazionale del 1881intende presentarsi come capitale morale, allo stesso tempo il suo
piano deve apparire come un esempio di avanguardia. Esso è formato da una rete a maglie larghe costituita da tracciati
stradali che sviluppano la con radiali e anulari la città murata.
Attraverso il tracciato della maglia viaria, l’ingegnere stradale risolve problemi particolari: edificato viene definito per
negativo ed è costituito da tutto ciò che risulta compreso tra le direttrici varie, problema delle destinazioni funzionarie
viene risolto da Beruto con il disegno della viabilità.
Il Ring di Vienna: divisione fra la città vecchia, l’anello difensivo e i sobborghi, collocano il momento propizio per il
cambiamento. Occorre amalgamare il tessuto urbano, demolendo i bastioni e unificarlo con una ring-strasse (strade
anulari) dotata di una corona di edifici pubblici e commerciali. Per raggiungere questo obiettivo viene progettato un un
viale dell’impero, un cordone di pietra proposto a racchiudere la monarchia degli Asburgo.
Il Sistema del verde: deve essere concepito simultaneamente al piano della città, la crescita urbana è definita e
controllata da un insieme di spazi liberi e di giardini pubblici, collegati da una viabilità che definisce un azzeramento.
La nascita di un movimento a favore dell’urbanesimo è legata a una sensibilità diffusa per questioni di pubblica igiene. Si
tratta di porre un limite al rischio he la città possa essere origine di morte per inquinamento, mancanza d’acqua potabile.
In Inghilterra dopo le grandi epidemie si organizza un movimento di pressione sociale e di riforma.
LOMBARDINI- RING VIENNA
Vienna, capitale dell’Impero asburgico, a partire dal periodo medievale e fino al 1700, fu attraversata da lunghi
periodi di instabilità ed incertezza, dovuti da un lato alla minaccia turca e dall’altro alla variegata composizione
etnica dell’Impero (che condussero a conflitti e lotte interne durate secoli).
La posizione geografica della città, punta più avanzata verso est dell’Europa, la espose per molti secoli a diversi
attacchi ed assedi. Tale instabilità politico militare, indusse una ineludibile necessità di sicurezza che si era nel
tempo materializzata nell’organizzazione difensiva della città.
A partire dal ‘600, non riuscendo più il vecchio centro medioevale a contenere la rapida crescita demografica che aveva
cominciato ad interessare la città, si prese la decisione di lasciare comunque inalterata l’antica e ristretta cerchia
muraria a sua difesa, assieme al “Glacis”, ossia lo spazio esterno ad essa lasciato libero per motivi di ordine militare e
strategico (campo di tiro a difesa di possibili attacchi) e di costruire una nuova assai più ampia cinta muraria
esterna posta ad una distanza variabile tra i 1.200 e 2.500 metri rispetto al nucleo medioevale.
Fu dunque tra lo spazio libero del Glacis e la nuova Linienwall che sorsero i quartieri di espansione sei e
settecenteschi, ben rappresentati dalle mappe settecentesche della città. Alle soglie del XIX secolo, quindi, la
città era ancora organizzata secondo quattro“anelli” concentrici: la città di antico impianto medievale (Altstadt)
racchiusa entro la più antica cinta muraria, lo spazio anulare attorno a questa costituito dal Glacis, i quartieri “nuovi” di
stampo barocco sei e settecenteschi (Vororte) interposti tra questo e il Linienwall ed infine la campagna urbana
circostante, in corso di progressiva densificazione, limitata solo dal corso del Danubio. Questa situazione urbanistica
si protrae a Vienna fino alle soglie del XIX secolo. La città interna (la Altstadt) mantiene la struttura urbana
medioevale originaria, corretta solo parzialmente nel corso del ‘700 dall’inserimento di nuovi complessi edilizi, mentre
più incisivi interventi vedono la luce nei sobborghi esterni del Vororte, soprattutto ad opera della nobiltà.
Questo lento processo di sviluppo della città (rallentato appunto dall’ingombrante presenza della doppia
cinta muraria) fa sì che le due parti della città siano simili sotto il profilo della qualità sociale: dimore aristocratiche si
alternano alle residenze civili e religiose e alle residenze borghesi.
Nella città più antica si localizzano la Corte e l’amministrazione centrale ed è proprio a partire da questa presenza che si
innesta il fenomeno che comincia ad incidere su questa omogeneità sociale: la progressiva espulsione dal centro di
artigiani e commercianti, per far posto agli edifici civili destinati all’Amministrazione e alle residenze della burocrazia di
corte.
Quello che differenzia comunque in modo evidente i due settori urbani è la loro struttura morfologica: la città antica si
connota per la sua edilizia alta e compatta risultato dello stratificarsi di successivi interventi di ristrutturazione edilizia e
per il progressivo affermarsi di una tipologia nuova: gli Hof, edifici a corte con ampi spazi interni liberi. Isobborghi del
Vororte invece sono caratterizzati da un disegno urbano di più ampio respiro, con grandi isolati edificati in cortina
esterna continua, che riprendono in maniera sistematica la tipologia degli Hof, all’interno dei quali spesso si
concentrano molteplici attività collettive (Sica, 1984).
Col passare del tempo, così, pur accentuandosi le differenziazioni sociali tra le due parti di città (che si riflettono in una
sostanziale differenza tipologica degli aggregati edilizi) Vienna rimane comunque una città piuttosto omogenea sotto il
profilo della qualità sociale: le palazzine borghesi si alterano ai più austeri complessi residenziali dell’aristocrazia
cittadina (che si sposta progressivamente dal centro verso il Vororte) e ai palazzi d’affitto destinati ai ceti inferiori come
anche alle piccole botteghe artigiane. Pur nella differenza tipologica, la stessa variegata divisione sociale era presente
nella Altstadt quanto nella Vororte.
Nei primi anni dell’800 il Glacis perde quasi del tutto le sue funzioni militari e difensive e comincia ad essere utilizzato
come luogo di pubblico passeggio, animandosi di caffè e chioschi attestati sui viali che nel frattempo si andavano
costituendo.
Nello stesso periodo, le trasformazioni più intense della città si sviluppano al di fuori della Linienwall in seguito
all’attestarsi su tale linea esterna della città delle varie stazioni ferroviarie. Intorno al 1850, quindi Vienna si trova nella
condizione di dover da un lato rispondere alla pressante domanda di edifici pubblici e di rappresentanza legati alle
funzioni di città capitale e di nuova residenza, dall’altro può contare su un ampio spazio semi- centrale (il Glacis
appunto) non interessato da grandi trasformazioni infrastrutturali (la ferrovia e le stazioni sono più esterne) e nello
stesso tempo sostanzialmente libero da edificazioni. In questa situazione, per certi versi unica, nel 1857
l’Imperatore Francesco Giuseppe decide di intervenire in modo incisivo sulla città attraverso la demolizione della prima
cinta di mura che cingevano l’Altstadt e la contestuale utilizzazione del Glacis con un nuovo sistema di grandi viali
attrezzati a corona della città più antica: nasceva in questo modo l’idea del “Ring”.
Il concorso bandito l’anno successivo si fonda sulla chiara volontà, non molto diversa anzi dal caso della Parigi di
Haussmann, di creare un’imponente e moderna capitale imperiale. Lo testimonia, meglio di ogni altro segnale, la
decisione di destinare i 4/5 di questo enorme spazio ai monumenti, alle strade pubbliche, agli spazi pubblici, ai parchi,
mentre solo il restante quinto viene riservato all’edificazione privata.
Particolarmente interessante (e fondamentale ai fini della riuscita economica dell’intera operazione) è la dinamica
immobiliare che viene attivato dal progetto di sistemazione del Ring. La vendita ai privati dei lotti edificabili (un quinto
del totale) fu tenuta su livelli di prezzo elevati, ai fini di non svalutare le residenze aristocratiche che rimasero
saldamente ancorate alle localizzazioni all’interno dell’ Altstadt. Questa politica dei prezzi fece confluire ingenti flussi di
denaro nelle casse statali e garantì non solo il finanziamento per la costruzione di quasi tutti gli edifici pubblici, ma si
utilizzò anche una certa eccedenza anche per finanziare parzialmente la costruzione di strade ed infrastrutture, che pure
godevano già di finanziamenti autonomi da parte delle autorità centrali. La decisione poi di promuovere un’esenzione
fiscale sui nuovi edifici residenziali di lunga durata (trent’anni) rafforzò ulteriormente la politica fondiaria basata
su alti prezzi di vendita delle aree edificabili attraendo, al contempo, verso il Ring grande interesse da parte
dell’emergente (e ricca) classe borghese viennese.
La realizzazione del Ring si protrasse per quasi mezzo secolo, nel quale si alternarono cicli edilizi di espansione ad altri
di stasi. Nel periodo 1861-65 fu completata e aperta al pubblico Ringstraße e si realizzarono i primi lotti residenziali,
dopo la stasi del 1866 dovuta alla guerra con la Prussia ed il Piemonte, si sviluppò un secondo ciclo espansivo
(1868-73), quello di più intensa attività edilizia che vide una febbrile opera di costruzione di molte delle aree residenziali
del Ring. Il crollo della Borsa del 1873 determinò una grave crisi economica cui corrispose un’altra