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La riorganizzazione del Ministero
Il decreto lgs. 2004 prevede un articolazione ministeriale in 4 dipartimenti, 10 uffici dirigenziali generali, costituiti dalle 10 unità in cui si articolano i dipartimenti, nonché in 2 uffici dirigenziali generali presso il gabinetto del ministro. Prevede inoltre la costituzione delle direzioni regionali per i B.C., uffici dirigenziali generali chiamati a curare i rapporti tra ministero, regioni e enti locali. Scompare il segretario generale. I suoi compiti sono ora ripartiti tra i 4 capi dei dipartimenti.
Ruolo degli esperti del Ministero
Appaiono sempre più necessarie aggregazioni tra enti pubblici di tutela, università e altri enti di ricerca che facciano interagire le competenze tecniche con le capacità manageriali e gestionali. Proprio per rinsaldare tale legame furono istituiti il consiglio nazionale per i B.C. e ambientali e i comitati di settore. Il consiglio è organo ministeriale composto da esperti, per i
Il decreto prevede la qualifica di esperti per 8 eminenti personalità della cultura nominate dal ministro. Il consiglio, presieduto dal ministro per i B.C., elegge un vice presidente. La durata della carica è quadriennale, rinnovabile una sola volta, e vi è un regime di incompatibilità severo che vieta ai membri del consiglio, durante il mandato, di esercitare attività imprenditoriali dirette alla realizzazione di beni e servizi.
ORGANIZZAZIONE PERIFERICA DEL MINISTERO:
Sovrintendenze e direzioni regionali.
L'art. 1 del decreto 2004 prevede un'articolazione del ministero in 4 dipartimenti, i cui compiti vengono svolti in aree di materie omogenee. Il capo del dipartimento è responsabile dell'attuazione dei compiti di cui è titolare e si trova a gestire direttamente i rapporti del dipartimento da un lato col ministro e dall'altro con le direzioni generali. In ogni regione a statuto ordinario e Friuli e Sardegna sono istituite le direzioni generali.
per i B.C. e paesaggistici. Le direzioni regionali sono organi territoriali, di livello dirigenziale generale, del dipartimento per B.C. e P. e si articolano negli uffici dirigenziali che operano nell'ambito della regione. Sono organi periferici del ministero:
- le direzioni regionali per B.C. e P.
- le soprintendenze per i BB. Architett e per il paes.
- le soprintendenze per il patr stor art.
- le soprintendenze per i BB archeologici
- le soprintendenze archivistiche
- gli archivi di stato
- le biblioteche statali
- i musei.
Nell'ambito degli organi periferici del ministero un ruolo diverso spetta alle soprintendenze regionali, ora direzioni regionali, con sede nel capoluogo della rispettiva regione. Esse curano i rapporti del ministero con le regioni e altre funzioni. In particolare, le soprintendenze autonome: la legge 1997 diede avvio al 1° esperimento di incremento del livello di autonomia delle strutture periferiche dell'amministrazione statale dei B.C. (es. Pompei)
Nuovi modelli organizzativi: oggi la
La valorizzazione è intesa come una gestione imprenditoriale del patrimonio culturale che prevede interventi mirati ad attirare risorse finanziarie per migliorare lo stato fisico dei beni e la loro accessibilità. Nell'ottica di favorire il coinvolgimento dei privati nello svolgimento dei compiti di gestione che lo stato non riesce da solo a svolgere, dalla legge Ronchey in poi si sono succeduti una serie di interventi legislativi mirati in questa direzione. La legge Ronchey ha istituito presso musei, biblioteche ecc. dei servizi aggiuntivi affidati in gestione, mediante concessione quadriennale, a privati e ad enti pubblici economici. Il codice del 2004 ha infine dettato una specifica disciplina in tale senso.
Il ruolo delle regioni: il costituente ha assegnato i compiti di tutela e valorizzazione non al solo apparato statale, bensì a tutti gli organi di governo. Ciononostante, il processo di decentramento delle funzioni dello stato alle regioni e agli enti locali si è sviluppato attraverso...
Un lungo percorso legislativo. Con la revisione del titolo V è riservata allo stato la potestà legislativa in materia di tutela mentre la valorizzazione è attribuita alla competenza legislativa concorrente. Il codice rivela l'intento di voler passare da un insieme dualistico a un sistema integrato, come dimostrato dalla previsione di un ampio decentramento, di un largo ricorso alla cooperazione, di nuovi strumenti di gestione che promuovono la partecipazione di soggetti privati e tuttavia, esso conserva un'intelaiatura istituzionale di tipo verticistico, dove il centro del sistema rimane lo stato cui è riservato l'esercizio di tutela.
Il ruolo dei privati: La dottrina ha individuato 3 fasi dei rapporti tra P.A. e privati nel settore B.C. 1 Struttura bilaterale che vede in contrapposizione l'interesse pubblico con l'interesse del privato proprietario 2 struttura trilaterale: interesse pubblico, privato e interesse della collettività. 3 struttura multilaterale
Con la comparsa di ulteriori interessi dati da privati finanziatori.
Individuazione e regime giuridico dei B.C.
BENI PUBBLICI: Vengono definiti pubblici tutti quei beni, mobili, immobili, in ordine ai quali la pubblica amministrazione dispone di particolari poteri pubblici e in relazione ai quali può quindi parlarsi di proprietà pubblica. I beni appartenenti alla P.A. si dividono in:
- beni demaniali
- beni patrimoniali indisponibili: comprendono beni di interesse pubblico che servono all'immediata soddisfazione di bisogni considerati di importanza sociale
- beni patrimoniali disponibili: quelli che lo stato possiede a titolo di proprietà privata, alla stregua di un privato proprietario e servono a produrre reddito