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APERTO.

l’osservatore ha un ruolo attivo e creativo nella formazione dell’immagine, per questo è necessario che

ci sia nel disegno della città un ordine aperto capace di uno sviluppo continuo (non conosco tutto e

subito e nemmeno i dettagli. I dettagli variano da osservatore a osservatore).

L’immagine della città si divide in cinque elementi tipo che verranno spiegati in seguito.

Note

Identità : distinzione dalle altre cose

Struttura : relazione con le altre cose 2. TRE CITTA’

Analisi della città e dei suoi effetti sul cittadino = studio che ha il proposito di sviluppare metodi ed idee e

non di provare in modo definitivo i fatti. Vengono prese in esame tre città:

• Boston = vivida forma, forte carattere MA difficoltà logistiche

• New Jersey = apparente mancanza di forma e basso ordine di figurabilità (leggibilità)

• Los Angeles = città nuova di tipo diverso e con un piano a scacchiera nella zona centrale

Per ciascuna di esse vengono svolte due analisi:

− SOPRALLUOGO SISTEMATICO  un osservatore addestrato (quindi una persona che sia in grado

di riconoscere certi elementi) conduce a piedi il sopralluogo e riporta su una pianta una serie di

elementi che hanno una loro visibilità, punti di forza e debolezze, connessioni e interrelazioni.

Prende nota di vantaggi e difficoltà della potenziale struttura dell’immagine. (giudizi soggettivi basati

sull’aspetto immediato degli elementi osservati)

− LUNGA INTERVISTA SU UN CAMPIONE DI CITTADINI  sono cittadini nati e cresciuti nella città o

impiegati in essa. Analisi integrate con esperimenti di riconoscimento attraverso fotografie, percorsi

sul posto, e richieste di itinerari di strade.

L’immagine della città è data da elementi fissi ma anche da elementi mobili quali, appunto, gli esseri umani.

L’uomo non è soltanto spettatore (osservatore) ma è anche attore attivo che interagisce con la città

modificandola. Ognuno percepisce la città in modo diverso, ad esempio in base alle esperienze vissute e ai

ricordi collegati a certi posto, ed ognuno contribuisce a piccole modificazione del paesaggio urbano.

L’immagine della città non varia quindi nei grandi lineamenti, ma nei dettagli.

Alcune caratteristiche come lo spazio aperto, la vegetazione, il senso di movimento lungo i percorsi e i

contrasti visivi mostrano di avere particolare importanza nel paesaggio urbano.

Boston  carattere molto forte ma complessa organizzazione che rende difficile la costruzione di

un’immagine della città.

Jersey City  situata tra New York e Newark, sembra essere più un luogo attraverso il quale si passa

piuttosto che un luogo in cui si vive. Non ha un singolo centro ma ne ha quattro o cinque. Il sistema

stradale non è coordinato. Troppi margini marcati. MANCANZA di carattere (cosa subito evidente a

Boston). Per tutte le persone intervistate la città risulta monotona e quasi sempre la stessa. I punti di

riferimento non sono punti fisici ma indizi minori come le ubicazioni delle varie attività (esempio un negozio

ad un determinato angolo della strada) e cartelli pubblicitari oppure i segnali stradali. Per alcuni il simbolo

della città è il profilo di NY visibile al di là del fiume, quindi il simbolo della città non risiede nella città stessa

ma al di fuori di essa.

Los Angeles  le persone a cui è stata fatta l’intervista conoscevano il luogo non perché residenti ma in

quanto impiegati in qualche ufficio o negozio del centro. LA è un centro carico di significati e di attività. Il

suo schema è riconoscibile, la regolare scacchiera, ma al tempo stesso risulta essere una matrice

indifferenziata nella quale non sempre gli elementi vengono individuati con chiarezza. I diagrammi degli

elementi riconoscibili per LA sono più densi di quelli per Jersey City. Nonostante il centro e alcune strade

facilmente riconoscibili, al difuori di questi elementi la descrizione del luogo risultava difficile da parte degli

intervistati. La città viene inoltre definita come sparpagliata e senza forma. Molte persone hanno mostrato

attaccamento ad ogni cosa sopravvissuta alle trasformazioni (ancora più che a Boston, città meno recente

di LA). LA Centro è lontana dal caos di Jersey City perché possiede molto edifici singoli che vengono usati

come riferimento. Nonostante questo per tutti gli intervistati è risultato difficile dare un’immagine di insieme

della città. Molti hanno descritto l’esotica varietà della vegetazione locale, in tanti hanno parlato di

dirottamenti quotidiani, che allungavano il loro tragitto al lavoro, ma permettevano loro di passare vicino a

qualche particolare piantagione.

Tra i temi comuni a tutte e tre le città va sottolineato il godimento visivo derivante da una visuale ampia.

Un’ampia visuale può a volte mettere in luce soltanto il caos o evidenziare un isolamento privo di carattere,

ma un ben disposto panorama sembra costituire la sostanza primaria per il godimento della città.

3. L’IMMAGINE DELLA CITTA’ E I SUOI ELEMENTI

Nelle immagini urbane studiate i contenuti riferibili alle forme fisiche possono venire classificati in cinque tipi

di elementi: percorsi, margini, quartieri, nodi e riferimenti. L’immagine di una certa realtà fisica può

cambiare natura a seconda delle situazioni di osservazione  ad esempio un’autostrada può essere un

percorso per un automobilista ma anche un margine per un pedone.

PERCORSI : sono gli elementi urbani predominanti. La concentrazione di usi o attività speciali lungo una

strada può conferire ad essa evidenza nelle menti degli osservatori. Esistono strade, come Broadway a Los

Angeles, nelle quali le concentrazioni di uso sono tali da farne dei quartieri lineari. Un altro elemento che

rende riconoscibile i percorsi è la qualità spaziale: strade estremamente ampie o anguste attirano

l’attenzione. È comune l’associazione strada principale con ampiezza e secondaria con angustia. Cercare

di fare affidamento sulle strade principali viene automatica. Altrettanto importanti per l’identificazione dei

percorsi sono speciali caratteristiche di facciata degli edifici lungo la strada. Un altro elemento è

l’esposizione dei percorsi che li rende visibili dall’esterno. L’esigenza fondamentale è che la sede stradale,

la pavimentazione continui. La continuità si può riscontrare anche negli elementi, ma è importante

soprattutto nei percorsi. Una delle caratteristiche che conferiscono continuità al percorso sono le alberature

o le facciate lungo la strada. Anche il nome è un elemento che dà continuità: vi è un rassicurante senso di

relazione, che viene semplicemente dal trovarsi in una strada che continua con lo stesso nome fino in

fondo. Oltre ad essere identificabili e continui i percorsi possono anche acquisire un’aggettivazione

direzionale: lungo di essi può essere facile distinguere una direzione dall’altra. Le destinazione e i punti di

origine possono essere un supporto nel pensare alla direzione dei percorsi (‘’vado verso questo..’’), inoltre

percorsi con origini chiare e ben conosciute aiutavano a legare la città insieme. Una volta che ad un

percorso è stata definita un’aggettivazione direzionale, esso può trovare un’articolazione attraverso la sua

modulazione: in questo modo si può valutare la proprio posizione in rapporto all’intero sviluppo del

percorso. Il semplice contare gli isolati può essere utile per computare le distanze. Alterazioni di direzione

possono intensificare la chiarezza visiva. Prendendo in considerazione vari percorsi, i loro incroci

divengono vitali poiché rappresentano punti di decisione. Un largo numero di percorsi può essere visto

anche come una rete complessiva. Questa rete può essere molto regolare, un esempio è dato dalla

scacchiera di Los Angeles. La regolarità fa sì la mappa mentale sia facile da organizzare ma allo stesso

tempo distinguere i vari percorsi risulta difficile.

MARGINI: sono elementi lineari non considerati come percorsi, sono confini tra due aree diverse.

Funzionano come riferimenti laterali. Sono confini tra due diverse fasi, interruzioni lineari di continuità: rive,

linee ferroviarie infossate, mura. Piuttosto che coordinate assiali essi sono riferimenti esterni. I margini oltre

ad essere barriere, quando penetrabili, possono anche essere suture, quindi linee che mettono in relazione

due zone e le uniscono l’uno all’altra. Questi elementi sono importanti nell’organizzazione dell’immagine

della città in quanto tengono insieme aree generalizzate, come fanno l’acqua (esempio Mantova) o le mura

che circondano una città. I margini che appaiono più forti sono quelli che non solo sono preminenti ma

anche continui. Come i percorsi anche i margini hanno qualità direzionali. Il margine di Charles River

presenta l’ovvia differenziazione parte-a-parte di acqua e città. è difficile pensare a Chicago senza il Lago

Michigan.

QUARTIERI: sono aree urbane relativamente ampie nelle quali l’osservatore può penetrare e che

posseggono una caratteristica generale. Possono venire riconosciuti dall’interno ma anche essere usati

come riferimento esterno da una persona che passa accanto ad essi. Le caratteristiche fisiche che

determinano i quartieri sono continuità tematiche che possono consistere in un’infinita quantità di

componenti: spazio, forma, dettaglio, simbolo, tipo edilizio, uso, attività.. etc. Ad esempio a Boston

l’omogeneità di facciata – materiali, ornamento, colore, profilo… - erano tutti indizi chiave per

l’individuazione dei maggiori quartieri.

NODI: sono fuochi strategici nei quali l’osservatore può entrare, tipiche congiunzioni di percorsi o

concentrazioni di alcune caratteristiche. Possono essere ampie piazze o forme lineari di una certa

estensione. Nei punti di congiunzione bisogna prendere delle decisioni, per questo motivo le persone in

questi punti acuiscono la loro attenzione e percepiscono gli elementi vicini con maggiore chiarezza rispetto

al normale. La forma fisica forte non è essenziale per il riconoscimento di un nodo, ma dove lo spazio ha

qualche forma, l’effetto è molto più rilevante. Il nodo diviene memorabile. Qualcuno di questi nodi è il fuoco

o il culmine di un quartiere(il nodo è quindi legato al concetto di quartiere). Il concetto di nodo è legato

anche a quello di percorso in quanto sono nodi i punti in cui convergono vari percorsi.

RIFERIMENTI: sono indicazioni puntuali considerate esterne all’osservatore, sono semplici elementi fisici

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Dettagli
A.A. 2017-2018
8 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/15 Architettura del paesaggio

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SARA.SCUOLA.NET di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Architettura del paesaggio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Ingegneria e Architettura Prof.