Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 16
Le Tartuffe, Molière Pag. 1 Le Tartuffe, Molière Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le Tartuffe, Molière Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le Tartuffe, Molière Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le Tartuffe, Molière Pag. 16
1 su 16
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ATTO I

Madame Pernelle cerca di allontanarsi con Filipote ma Elmire la insegue per rispetto, anche se Madame

Pernelle non vuole che lei la insegua, poiché non apprezza il suo modo di vivere: le da sempre torto, parla

ad alta voce, non è un buon esempio per i ragazzi, spende e spande andando in giro vestita da regina e,

secondo Madame Pernelle, chi deve piacere al proprio marito, non necessita di sfoggiare tali abiti.

Considera Dorine, governante di Mariane, un po’ troppo impertinente, dice ciò che pensa; Damis, invece, lo

considera un buzzurro. A Mariane dice che gioca a far la timida, si tiene in disparte anche se ha una vita

nascosta che la signora detesta. A Cléante vuole bene, lo riverisce ma se fosse suo figlio, lo pregherebbe di

non tornare a casa; predica delle norme di vita che la gente per bene non dovrebbe seguire. Damis si

intromette nelle critiche della nonne dicendo che il più fortunato è dunque Tartuffe che lei considera un

uomo di gran senno che non va criticato. Damis non concepisce il fatto che Tartuffe faccia da tiranno nella

loro casa e che se si fa qualcosa di allegro, lui abbia da ridire; non gli vuole bene e presto gli farà una

scenata. Dorine aggiunge che secondo Tartuffe per ogni gesto è un peccato, controlla ogni cosa e Madame

Pernelle commenta dicendo che ciò che lui controlla, è ben controllato in quanto il suo obiettivo è guidarli

sulla strada del bene.

Dorina dice che quando giunse all’ingresso della loro casa, non aveva le scarpe e il suo vestito era scadente.

E’ uno sconosciuto che comanda in casa loro, era un pezzente che si è scordato delle sue origini, si è

opposto ad ogni cosa con il tono da padrone. Potrà anche sembrare un santo agli occhi di Madame

Pernelle, ma è solo un ipocrita, non nutre fiducia né nei suoi confronti né in quelli di Lorenzo.

La Signora risponde sostenendo che sarebbe meglio se governasse lui le cose, Dorine gli vuole male solo

perché dice in faccia ciò che pensa, è solo un uomo contro il peccato spinto dall’interesse di Dio.

Dorine non comprende quale sia il motivo per cui egli non vuole che entri nessuno in casa, non reca

nessuna offesa a Dio una visita, crede solo che sia geloso. Madame Pernelle spiega che ciò che lo

infastidisce sono ciò che gli ospiti portano con sé: le carrozze davanti alla porta, il fracasso, i commenti che

destano nei vicini, non fanno del male ma il fatto che già solo se ne parli è un male. Cléante interviene

sostenendo che se non ci fossero le chiacchiere, la vita sarebbe noiosa. Non si può rinunciare agli amici per

delle voci, è impossibile far tacere tutti. Secondo Dorine, i primi a sussurrare sono coloro il cui

comportamento si presta all’irrisione, spargono notizie dandogli l’intenzione che vogliono.

Madame Pernelle introduce nell’argomento Orante, il cui comportamento è esemplare e Dorin precisa che

conduce una vita austera, ma ciò dipende dall’età. Da quando i suoi occhi hanno perso ogni richiamo nei

confronti degli uomini, ha rinunciato al mondo, che non la voleva più. E’ duro constatare l’assenza degli

amanti dunque condannano, censurano e non perdonano nulla per invidia. Madame Pernelle risponde che

è felice che suo figlio abbia accolto una persona così pia, che è stata mandata dal Cielo per correggere gli

spiriti traviati, che bisogna ascoltarlo per la loro salvezza. Lui non condanna ciò che è necessario: le visite, i

balli, le conversazioni sono tutte intenzioni del Maligno. Un uomo onesto è frastornato da tutta questa

confusione che causa voci varie. Si ripromette dunque di non tornar più in quella casa e richiama

l’attenzione di Filipote che credeva si fosse addormentata.

Cléante e Dorine commentano la conversazione con Madame Pernelle, Cléante la crede innamorata di

Tartuffe così come Orgon che considera Tartuffe un fratello. Confida pensieri e segreti solo a lui, lo ama più

della madre, della moglie e dei figli. Lo fa sedere a mensa in un posto di riguardo ed è felice se mangia

molto. E’ il suo eroe, lo ammira, le sue azioni gli sembrano prodigi, è autorizzato a commentare tutti loro e

a fargli le prediche su ogni cosa.

Orgon è giunto a casa e Damis chiede alla moglie, Elmire, di accennargli delle nozze di sua sorella, Mariane

e di Valère poiché pare che Tartuffe non ne sia a favore.

Orgon chiede a Dorine di aggiornalo su ciò che è successo in casa nei suoi due giorni di assenza. Dorine le

parla di Mariane che ha avuto la febbre e ha mangiato poco, ma il suo interessamento continua ad esser

per Tartuffe, senza prestare molta attenzione a ciò che ha passato la figlia, i suoi commenti erano nei

confronti dell’ipocrita, che ha goduto di buona salute e di due splendidi giorni con continui commenti da

parte di Orgon: “povero caro!”.

Cléante parlando con Orgon, gli chiede come possa essere che lui abbia posto fine alla miseria di Tartuffe e

che quest’ultimo adesso gli abbia fatto dimenticare ogni cosa, avendo ora un ascendente così forte sullo

stesso Orgon. Orgon risponde che non lo conosce abbastanza per comprendere, chi segue i suoi precetti

gode di profonda pace, parlando con lui diventa un’altra persona, gli insegna a non aver affetto per le cose,

lo allontana da tutte le amicizie, potrebbe veder morire le persone a lui più care senza turbarsi. Racconta

dunque di come si sono conosciuti: veniva in chiesa tutti i giorni, diceva le preghiere con un ardore che

attirava l’attenzione di tutti; quando Orgon usciva, Tartuffe lo precedeva porgendogli l’acqua benedetta,

poi da un suo allievo venne a scoprire che fosse quell’uomo. Quando gli dava qualche soldo, lui voleva

restituirgliene qualcuno e quando rifiutava che glieli restituisse, li andava a dare ai mendicanti sotto gli

occhi di Orgon. Poi lo ha accolto in casa e da lì tutto procede perfettamente. Ha da ridire su tutti, anche su

sua moglie poiché protegge il suo onore, lo avverte se qualcuno le ha fatto gli occhi dolci ed è geloso molto

più di lui. Si scandalizza per tutto, anche dell’uccisione di una pulce mentre stava pregando.

Cléante commenta con incredulità per ciò che Orgon pensa di Tartuffe. Lui osserva le cose e commenta ciò

che vede, non si ritiene un libertino, così come Orgon lo ha giudicato. Esistono falsi devoti e falsi animosi

così come nel campo dell’onore, gli eroi veri non sono quelli che fanno più rumore. I devoti autentici non

sono quelli che fanno più cerimonie. Bisogna distinguere la devozione dall’ipocrisia.

A tutto ciò Orgon risponde considerandolo un dottor riverito, un saggio al cui paragone gli uomini sono tutti

stupidi. Cléante contesta dicendo di non essere un dottor riverito, di saper solo distinguere il vero dal falso:

apprezza i grandi uomini, i veri devoti poiché non c’è cosa migliore del santo fervore di un autentico zero,

così come non c’è cosa peggiore dello zelo specioso, dei pagliacci, dei devoti da piazza che dietro

un’ingannevole facciata, si prendono gioco di ciò che è santo e sacro. Sono gli schiavi dell’interesse, fanno

della devozione una professione e vogliono acquistar privilegio e profitto, che conciliano lo zelo con i vizi.

Sono lesti, vendicativi, astuti e senza fede, confondo l’odio con l’interesse per Dio e si armano con ciò che

veneriamo. Gli uomini devoti nel cuore hanno virtù, la loro devozione è indulgente ed umana, non

disapprovano ogni nostra azione, nella censura vedono il troppo orgoglio e correggono la nostra condotta

con la loro. Giudicano benevolmente il prossimo, vivono nel bene. Sono loro l’esempio da seguire.

Orgon chiede se il suo discorso è terminato e, mentre è in procinto di andarsene, Cléante gli dice del

matrimonio tra Valère e Mariane, la cui data era stata stabilita ma non comprende per quale motivo sia

stata rimandata. Orgon risponde in modo impreciso e distaccato senza far comprendere per quale motivo

siano state rimandate, né quali siano le sue intenzioni.

ATTO II

Orgon chiede a Mariane di parlare in segreto, le dice che vorrebbe che lei prendesse in sposo Tartuffe.

Dorine viene a conoscenza della proposta avanzata dal padre alla figlia e si reca presso Orgon per esprimere

il proprio parere: non ci vuol credere, crede sia una messa in scena, non lo crede possibile. L’unione con un

bigotto non gli porterebbe alcun vantaggio, non può un uomo con un così saggio aspetto aver deciso una

cosa simile. Orgon ritiene che la miseria di Tartuffe sia proprio la fonte della sua onetà, con il suo aiuto

potrà uscire dalle angustie, ricevere i suoi beni e inoltre lo considera un gentiluomo. Dorine continua a non

comprendere, rischiare la virtù della figlia che non vuole sposarlo, rischiare la sua onestà, è difficile

mantenersi fedeli in tali casi. Orgon ha dato la sua parola a Valère, ma adesso lo considera un libertino: non

lo ha mai visto entrare in una chiesa e ormai è deciso della scelta. Dorine ha a cuore Mariane ed il padre e

teme per lo stesso onore di Orgon, presto i due cominciano una sorta di discussione in cui Orgon chiede a

Dorine di tacere.

Dorine e Mariane discutono dell’accaduto, Dorine le rimprovera la sua mancanza di contestazione. Mariane

non avrebbe saputo cosa dire ad un padre così tiranno e Dorine le spiega che avrebbe dovuto digli che un

cuore non ama per procura, che il marito è suo e non del padre e deve piacere a lei, non a lui. Se Tartuffe gli

piace così tanto, può esser lui stesso a sposarlo. Dorina seguita a farla ragionare, la fa riflettere sull’amore

che prova per Valère e da cosa si aspetta da un matrimonio con Tartuffe. Mariane risponde di esser

innamorata di Valère, di volerlo sposare e di aspettarsi solo di togliersi la vita qualora fosse costretta a

sposare Tartuffe. Dorina la rimprovera per quest’ultimo pensiero, un cuore innamorato deve esser saldo e

non deve dimostrarsi così timida e rassegnata, con tono ironico le mostra la situazione. Mariane la

interrompe, le dice di esser pronta a tutto ma che necessita dei suoi consigli per uscire da questa

situazione. Inizialmente Dorine è presa dall’ira a causa della timidezza e del pensiero sofferente di Mariane

che non voleva contrastare il padre, in seguito decide di aiutarla e non lasciarla sola con la sua sofferenza.

A Valère giunge la notizia delle nozze e si reca dall’amata per chiederle spiegazioni. Mariane spiega che è

una notizia recente scelta dal padre, che vorrebbe un consiglio da lui sul da farsi. Valère le consiglia di

sposarlo, le dice che la proposta che le aveva avanzato precedentemente era solo per compiacerla e,

dunque, Mariane per com

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
16 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Amb.pan. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del teatro francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Mauri Daniela.