Le Tartuffe, Molière
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ESTRATTO DOCUMENTO
ATTO I
Madame Pernelle cerca di allontanarsi con Filipote ma Elmire la insegue per rispetto, anche se Madame
Pernelle non vuole che lei la insegua, poiché non apprezza il suo modo di vivere: le da sempre torto, parla
ad alta voce, non è un buon esempio per i ragazzi, spende e spande andando in giro vestita da regina e,
secondo Madame Pernelle, chi deve piacere al proprio marito, non necessita di sfoggiare tali abiti.
Considera Dorine, governante di Mariane, un po’ troppo impertinente, dice ciò che pensa; Damis, invece, lo
considera un buzzurro. A Mariane dice che gioca a far la timida, si tiene in disparte anche se ha una vita
nascosta che la signora detesta. A Cléante vuole bene, lo riverisce ma se fosse suo figlio, lo pregherebbe di
non tornare a casa; predica delle norme di vita che la gente per bene non dovrebbe seguire. Damis si
intromette nelle critiche della nonne dicendo che il più fortunato è dunque Tartuffe che lei considera un
uomo di gran senno che non va criticato. Damis non concepisce il fatto che Tartuffe faccia da tiranno nella
loro casa e che se si fa qualcosa di allegro, lui abbia da ridire; non gli vuole bene e presto gli farà una
scenata. Dorine aggiunge che secondo Tartuffe per ogni gesto è un peccato, controlla ogni cosa e Madame
Pernelle commenta dicendo che ciò che lui controlla, è ben controllato in quanto il suo obiettivo è guidarli
sulla strada del bene.
Dorina dice che quando giunse all’ingresso della loro casa, non aveva le scarpe e il suo vestito era scadente.
E’ uno sconosciuto che comanda in casa loro, era un pezzente che si è scordato delle sue origini, si è
opposto ad ogni cosa con il tono da padrone. Potrà anche sembrare un santo agli occhi di Madame
Pernelle, ma è solo un ipocrita, non nutre fiducia né nei suoi confronti né in quelli di Lorenzo.
La Signora risponde sostenendo che sarebbe meglio se governasse lui le cose, Dorine gli vuole male solo
perché dice in faccia ciò che pensa, è solo un uomo contro il peccato spinto dall’interesse di Dio.
Dorine non comprende quale sia il motivo per cui egli non vuole che entri nessuno in casa, non reca
nessuna offesa a Dio una visita, crede solo che sia geloso. Madame Pernelle spiega che ciò che lo
infastidisce sono ciò che gli ospiti portano con sé: le carrozze davanti alla porta, il fracasso, i commenti che
destano nei vicini, non fanno del male ma il fatto che già solo se ne parli è un male. Cléante interviene
sostenendo che se non ci fossero le chiacchiere, la vita sarebbe noiosa. Non si può rinunciare agli amici per
delle voci, è impossibile far tacere tutti. Secondo Dorine, i primi a sussurrare sono coloro il cui
comportamento si presta all’irrisione, spargono notizie dandogli l’intenzione che vogliono.
Madame Pernelle introduce nell’argomento Orante, il cui comportamento è esemplare e Dorin precisa che
conduce una vita austera, ma ciò dipende dall’età. Da quando i suoi occhi hanno perso ogni richiamo nei
confronti degli uomini, ha rinunciato al mondo, che non la voleva più. E’ duro constatare l’assenza degli
amanti dunque condannano, censurano e non perdonano nulla per invidia. Madame Pernelle risponde che
è felice che suo figlio abbia accolto una persona così pia, che è stata mandata dal Cielo per correggere gli
spiriti traviati, che bisogna ascoltarlo per la loro salvezza. Lui non condanna ciò che è necessario: le visite, i
balli, le conversazioni sono tutte intenzioni del Maligno. Un uomo onesto è frastornato da tutta questa
confusione che causa voci varie. Si ripromette dunque di non tornar più in quella casa e richiama
l’attenzione di Filipote che credeva si fosse addormentata.
Cléante e Dorine commentano la conversazione con Madame Pernelle, Cléante la crede innamorata di
Tartuffe così come Orgon che considera Tartuffe un fratello. Confida pensieri e segreti solo a lui, lo ama più
della madre, della moglie e dei figli. Lo fa sedere a mensa in un posto di riguardo ed è felice se mangia
molto. E’ il suo eroe, lo ammira, le sue azioni gli sembrano prodigi, è autorizzato a commentare tutti loro e
a fargli le prediche su ogni cosa.
Orgon è giunto a casa e Damis chiede alla moglie, Elmire, di accennargli delle nozze di sua sorella, Mariane
e di Valère poiché pare che Tartuffe non ne sia a favore.
Orgon chiede a Dorine di aggiornalo su ciò che è successo in casa nei suoi due giorni di assenza. Dorine le
parla di Mariane che ha avuto la febbre e ha mangiato poco, ma il suo interessamento continua ad esser
per Tartuffe, senza prestare molta attenzione a ciò che ha passato la figlia, i suoi commenti erano nei
confronti dell’ipocrita, che ha goduto di buona salute e di due splendidi giorni con continui commenti da
parte di Orgon: “povero caro!”.
Cléante parlando con Orgon, gli chiede come possa essere che lui abbia posto fine alla miseria di Tartuffe e
che quest’ultimo adesso gli abbia fatto dimenticare ogni cosa, avendo ora un ascendente così forte sullo
stesso Orgon. Orgon risponde che non lo conosce abbastanza per comprendere, chi segue i suoi precetti
gode di profonda pace, parlando con lui diventa un’altra persona, gli insegna a non aver affetto per le cose,
lo allontana da tutte le amicizie, potrebbe veder morire le persone a lui più care senza turbarsi. Racconta
dunque di come si sono conosciuti: veniva in chiesa tutti i giorni, diceva le preghiere con un ardore che
attirava l’attenzione di tutti; quando Orgon usciva, Tartuffe lo precedeva porgendogli l’acqua benedetta,
poi da un suo allievo venne a scoprire che fosse quell’uomo. Quando gli dava qualche soldo, lui voleva
restituirgliene qualcuno e quando rifiutava che glieli restituisse, li andava a dare ai mendicanti sotto gli
occhi di Orgon. Poi lo ha accolto in casa e da lì tutto procede perfettamente. Ha da ridire su tutti, anche su
sua moglie poiché protegge il suo onore, lo avverte se qualcuno le ha fatto gli occhi dolci ed è geloso molto
più di lui. Si scandalizza per tutto, anche dell’uccisione di una pulce mentre stava pregando.
Cléante commenta con incredulità per ciò che Orgon pensa di Tartuffe. Lui osserva le cose e commenta ciò
che vede, non si ritiene un libertino, così come Orgon lo ha giudicato. Esistono falsi devoti e falsi animosi
così come nel campo dell’onore, gli eroi veri non sono quelli che fanno più rumore. I devoti autentici non
sono quelli che fanno più cerimonie. Bisogna distinguere la devozione dall’ipocrisia.
A tutto ciò Orgon risponde considerandolo un dottor riverito, un saggio al cui paragone gli uomini sono tutti
stupidi. Cléante contesta dicendo di non essere un dottor riverito, di saper solo distinguere il vero dal falso:
apprezza i grandi uomini, i veri devoti poiché non c’è cosa migliore del santo fervore di un autentico zero,
così come non c’è cosa peggiore dello zelo specioso, dei pagliacci, dei devoti da piazza che dietro
un’ingannevole facciata, si prendono gioco di ciò che è santo e sacro. Sono gli schiavi dell’interesse, fanno
della devozione una professione e vogliono acquistar privilegio e profitto, che conciliano lo zelo con i vizi.
Sono lesti, vendicativi, astuti e senza fede, confondo l’odio con l’interesse per Dio e si armano con ciò che
veneriamo. Gli uomini devoti nel cuore hanno virtù, la loro devozione è indulgente ed umana, non
disapprovano ogni nostra azione, nella censura vedono il troppo orgoglio e correggono la nostra condotta
con la loro. Giudicano benevolmente il prossimo, vivono nel bene. Sono loro l’esempio da seguire.
Orgon chiede se il suo discorso è terminato e, mentre è in procinto di andarsene, Cléante gli dice del
matrimonio tra Valère e Mariane, la cui data era stata stabilita ma non comprende per quale motivo sia
stata rimandata. Orgon risponde in modo impreciso e distaccato senza far comprendere per quale motivo
siano state rimandate, né quali siano le sue intenzioni.
ATTO II
Orgon chiede a Mariane di parlare in segreto, le dice che vorrebbe che lei prendesse in sposo Tartuffe.
Dorine viene a conoscenza della proposta avanzata dal padre alla figlia e si reca presso Orgon per esprimere
il proprio parere: non ci vuol credere, crede sia una messa in scena, non lo crede possibile. L’unione con un
bigotto non gli porterebbe alcun vantaggio, non può un uomo con un così saggio aspetto aver deciso una
cosa simile. Orgon ritiene che la miseria di Tartuffe sia proprio la fonte della sua onetà, con il suo aiuto
potrà uscire dalle angustie, ricevere i suoi beni e inoltre lo considera un gentiluomo. Dorine continua a non
comprendere, rischiare la virtù della figlia che non vuole sposarlo, rischiare la sua onestà, è difficile
mantenersi fedeli in tali casi. Orgon ha dato la sua parola a Valère, ma adesso lo considera un libertino: non
lo ha mai visto entrare in una chiesa e ormai è deciso della scelta. Dorine ha a cuore Mariane ed il padre e
teme per lo stesso onore di Orgon, presto i due cominciano una sorta di discussione in cui Orgon chiede a
Dorine di tacere.
Dorine e Mariane discutono dell’accaduto, Dorine le rimprovera la sua mancanza di contestazione. Mariane
non avrebbe saputo cosa dire ad un padre così tiranno e Dorine le spiega che avrebbe dovuto digli che un
cuore non ama per procura, che il marito è suo e non del padre e deve piacere a lei, non a lui. Se Tartuffe gli
piace così tanto, può esser lui stesso a sposarlo. Dorina seguita a farla ragionare, la fa riflettere sull’amore
che prova per Valère e da cosa si aspetta da un matrimonio con Tartuffe. Mariane risponde di esser
innamorata di Valère, di volerlo sposare e di aspettarsi solo di togliersi la vita qualora fosse costretta a
sposare Tartuffe. Dorina la rimprovera per quest’ultimo pensiero, un cuore innamorato deve esser saldo e
non deve dimostrarsi così timida e rassegnata, con tono ironico le mostra la situazione. Mariane la
interrompe, le dice di esser pronta a tutto ma che necessita dei suoi consigli per uscire da questa
situazione. Inizialmente Dorine è presa dall’ira a causa della timidezza e del pensiero sofferente di Mariane
che non voleva contrastare il padre, in seguito decide di aiutarla e non lasciarla sola con la sua sofferenza.
A Valère giunge la notizia delle nozze e si reca dall’amata per chiederle spiegazioni. Mariane spiega che è
una notizia recente scelta dal padre, che vorrebbe un consiglio da lui sul da farsi. Valère le consiglia di
sposarlo, le dice che la proposta che le aveva avanzato precedentemente era solo per compiacerla e,
dunque, Mariane per compiacer lui, gli dice che seguirà il consiglio. Valère cede e chiede spiegazioni sul
come abbia fatto ad ingannarlo predicandogli amore. Mariane gli risponde che lui stesso le ha consigliato di
accettare e adesso deve farlo poiché è stato proprio il suo consiglio. Per Valère è stato solo un pretesto per
adempire ad una scelta già fatta, per avere il permesso di mancare alla parola. Il suo cuore non ha mai
avuto una reale passione nei suoi confronti. Mariane risponde che è libero di pensare ciò che vuole, presto
colmerà la sua assenza con la presenza di un’altra. Valère vuole dimenticarla, o almeno fingere di
dimenticare chi lo ha abbandonato. Non può custodire per sempre la fiamma del loro amore e vederla
finire nelle braccia di un altro senza poter offrire il suo cuore ad un’altra donna. Mariane vorrebbe che la
cosa fosse già capitata, a questa affermazione Valère cerca di terminar la conversazione dicendole che è
stata lei a voler tutto questo e che lui si limiterà ad accontentarla.
Dorine interviene dicendo che ha lasciato che i due litigassero solo per vedere come sarebbe finita. Valère
cerca di andarsene e Mariane pensa che sarebbe meglio se se ne andasse lei. I due si allontanano mentre
Dorine dice loro di venire con lei. Quest’ultima cerca di riunirli nel segno del loro amore, Mariane non
avrebbe dovuto chiedergli consiglio e Valère non avrebbe dovuto dargliene uno tale. Dorine propone loro
di acconsentire ad ogni stranezza di Orgon così da poter rimandare le notte che gli impongono. A volte sarà
la malattia, altre volte un imprevisto, altre volte dei presagi (il ricordo di un morto, uno specchio rotto o un
sogno d’acqua torbida). E’ dunque necessario che lei non resti legata a nessun altro uomo e che dunque
non dica di “si”. Per raggiungere l’intento è importante che nessuno li veda parlare. Dice a Valère di
raggiungere gli amici, risvegliare gli sforzi del fratello e attirar dalla loro parte la matrigna.
ATTO III
Damis è disperato per il volere del padre e per i complotti di Tartuffe, Dorine cerca di farlo calmare
spiegandogli che la matrigna, che esercita una forte influenza su Tartuffe e che, forse, ha debole per lei.
Prima però Dorine vuol parlare con Tartuffe del matrimonio e poi lasciare che i due parlino.
Giunge Tartuffe che prima di iniziare una conversazione con Dorine, le cede un fazzoletto per coprirsi il
seno che gli farebbe scaturire pensieri indecenti, turbandogli l’anima. Dorina gli dice che è troppo sensibile
alle tentazioni, ma lei non vuol farsi sedurre né pensa che il suo corpo nudo potrebbe attrarla. Infine
aggiunge che Elmire vorrebbe parlar con lui, lui addolcendo attende il suo arrivo.
Tartuffe domanda ad Elmire se fosse guarita e aggiunge che ogni sua preghiera è stata rivolta a lei. Elmire
chiede a Tartuffe di parlar con lei in segreto e di rivelarle ciò che sente la sua anima. Tartuffe spiega di
nutrire una gran fede nei suoi confronti, di preoccuparsi per il suo bene. Tartuffe le prende le punta delle
dita, presto le stringe la mano anche in modo eccessivo poi le pone una mano sul ginocchio, giustificandosi
dicendo che volesse sentir la stoffa del vestito. Tartuffe avvicina la sedia, la osserva e Elmire chiede se la
sua sia mera devozione a Dio o se ci sia qualcosa che lo seduce sulla terra. Tartuffe sostiene di esser
affascinato dalle opere perfette create da Dio, In lei vi sono le meraviglie più rare, la sua bellezza stupisce e
colpisce i cuori. Non l’ha mai osservata senza ammirare la sua perfezione e sentire il suo cuore cosparso
d’amore. Ha cercato di sottrarsi ai suoi sguardi, vedendo in lei delle minacce per la sua salvezza; ma poi ha
compreso che la sua passione non è colpevole, che la può addolcire con pudore. Lui spera in lei, è da lei che
dipende il suo esser misero o beato, felice o infelice. Il suo cuore, vedendola, ha perso la ragione. E’ un
uomo devoto ma non è un angelo. Giura di esserle devoto sempre, con lui il suo onore non corre rischi.
Elmire è sorpresa da queste sue parole e si chiede se Tartuffe non abbia forse paura che lei parli della sua
passione nei suoi confronti con suo marito, causando l’alterazione della loro amicizia. Tartuffe sa che lei è
buona e che giustificherà tutto con l’umana fralezza, in quanto l’uomo è fatto di carne. Elmire è disposta a
non dir nulla a suo marito, a patto che lui favorisca le nozze tra Valère e Mariane.
Damis si reca verso Elmire e le dice di aver sentito tutto, deve vendicarsi dell’ipocrisia e dell’insolenza del
furfante che le ha parlato d’amore, deve togliere suo padre dall’inganno. Elmire gli dice che vuol solo che si
comporti bene e che meriti il perdono, non è nel suo carattere smuovere la situazione, non vuol turbare il
suo sposo. Damis risponde che le sue ragioni sono buone, ma anche lui ha le sue. Non vuole risparmiarlo, il
suo orgoglio di bacchettone ha prevalso per troppo, fomentando disordini tra loro. La sua scaltrezza ha
istigato suo padre e nuociuto all’amore suo e di Valère. Deve sfruttare l’occasione e non si farà convincere
da Elmire.
Damis si reca presso il padre e gli dice quanto ha visto: ha sorpreso il suo caro amico mentre stava facendo
una dichiarazione d’amore alla Signora. Lei che è d’animo dolce e di cuore discreto, voleva custodire il
segreto, ma lui non può tacere per una tale offesa. Elmire sottolinea che non sono queste le cose da cui
dipende l’onore, che la donna si può difender da sola e non bisogna turbare il marito con argomenti vani.
Tartuffe dice di essere un peccatore, un infelice, un colpevole. La sua vita è un insieme di peccati e
sconcezze e Dio per questo vuole punirlo. Non nega il delitto del quale lo si accusa, incita Orgon a credere a
ciò che dicono e a cacciarlo di casa per ciò che ha fatto. Orgon accusa il figlio di aver detto una menzogna
per occultare la purezza dell’amico. Lo stesso Tartuffe gli dice di ascoltar suo figlio, che non ha senso che si
schieri dalla sua parte poiché è lui ad esser colpevole e rivolgendosi a Damis, gli dice di trattarlo da infame,
corrotto, ladro, omicida poiché ne è degno.
Orgon continua a prendersela con il figlio mentre Tartuffe continua a sostenere la sua colpa, a non voler
che si adiri contro Damis. Orgon continua a sostenere che si tratti di un complotto poiché tutti lo detestano,
dunque hanno cercato un modo per allontanarlo da lui e lui per questo vuol dargli in sposa sua figlia, per
confondere l’orgoglio della famiglia; infine impone a Damis di inginocchiarsi ai piedi di Tartuffe e chiedergli
persono. Damis insiste sostenendolo un farabutto e Orgon lo caccia di casa, minacciandolo di diseredarlo e
maledicendolo.
Orgon si scusa con Tartuffe per l’accaduto e Tartuffe si sente sofferente nell’anima per l’ingratitudine del
figlio. Orgon avrebbe preferito uccidere il figlio per la sofferenza che sta adesso causando. Tartuffe dice
all’amico di volersene andare da quella casa proprio perché stava causando numerose dispute, viene messa
in dubbio la sua fede e di certo insisteranno nel farlo e magari la prossima volta Orgon lo terrà in conto e
non respingerà ciò che verrà detto. Orgon insiste nel farlo restare dicendogli che a dispetto di tutti, dovrà
star sempre accanto a sua moglie, lo vuole come erede e gli dona tutti i suoi beni. I due dunque si recano a
stendere uno scritto che stabilisca quanto detto.
ATTO IV
Cléante incontra appositamente Tartuffe per dirgli il suo pensiero: supponendo che Damis abbia agito
senza ragione, un buon cristiano dovrebbe perdonare l’offesa e soffocar la vendetta. Non dovrebbe
consentire che un figlio venga cacciato dalla propria dimora, tutti sono scandalizzati. Chiede dunque a
Tartuffe di riportar la pace, soffocar la collera e far riappacificare il figlio con il padre. Tartuffe risponde di
volerlo davvero, lo ha perdonato ma se tornasse in quella casa, dovrebbe andarsene lui e Dio non lo
consente. Dopo ciò che ha fatto, se tornassero ad essere amici, la gente avrebbe strani pensieri. Direbbe
che si tratta di convenienza, si direbbe che finge di esser caritatevole, che avendo paura se lo vuole
ingraziare. Cléante non comprende perché abbia tanto a cuore l’interesse di Dio, che non ha bisogno di lui
per punire chi è in colpa. E’ dio a stabilire certe vendette, lui deve solo perdonare e non badare ai giudizi
degli altri. Il timore di ciò che il mondo dice non deve impedire di fare buone azioni. Tartuffe dice di averlo
personato ed è questo ciò che Dio gli comanda di fare, ma non gli ordina di viver con lui dopo lo scandalo di
oggi. Cléante dunque aggiunge che non ordine neanche di dar credito ad un atto scritto dal padrone per
capriccio, di accettare gli averi sui quali non può avanzar pretese per legge. Tartuffe risponde che sa che
nessuno penserà che lo abbia fatto per interesse, non gli interessano i beni li accetta solo perché teme
cadano in mani indegne e vengano usati in modo disonesto, senza usarli, come vuol far lui, per Dio e per il
bene del prossimo. Cléante dice lui di non aver queste paure che possono causare i lamenti di un erede,
deve consentire che si tenga i propri beni a suo rischio e pericolo, meglio che li usi mali che esser accusati di
averglieli sottratti. Si meraviglia dell’averli accettati senza indugio, poiché non esiste nessuna legge nella
fede cristiana che stabilisca di toglier i beni agli eredi e, se ha tanto ribrezzo nel vivere con Damis, sarebbe
meglio andarsene e lasciar che il figlio non venga cacciato. Tartuffe se ne va.
Mariane si inginocchia di fronte al padre, chiede di non obbedire, chiede che lui rinunci ai diritti che gli da la
sua nascita, non vuole soffrire per ciò che deve a lui in quanto padre. Lo implora di dare i suoi beni e tutto
ciò che le appartiene a Tartuffe, ma non vuole sposarlo, piuttosto preferisce andare in convento. Orgon
rimane imperturbabile, le dice di accettare ciò che lui ormai ha deciso. Elmire si intromette dicendo che non
può restar cieco di fronte a ciò che è successo e Orgon la accusa di esser stata troppo calma di fronte alle
accuse rivolte dal figlio a Tartuffe. Elmire continua sostenendo che non deve agire l’onore a una proposta
amorosa, bastano parole ingiuriose e delle risate di fronte a queste dichiarazioni. Bisogna esser oneste e
dolci, non è una persona legata all’onore tanto da denunciare le persone per cose così futili. Orgon resta
nuovamente imperturbabile, dunque Elmire le dice di esser disposta a mostrargli che quanto dice è vero.
Orgon non lo crede possibile, non crede ci sia stato nessun inganno e, la moglie, pur di non sentirsi accusata
di tale impostura, si mostra disposta a mostrargli la verità. Orgon accetta e Elmire fa chiamare Tartuffe.
Elmire allontana tutti dalla stanza e fa mettere il marito sotto al tavolo e lo avvisa che gli argomenti che
toccherà con Tartuffe saranno spinosi, con moine per far cader la maschera di quel falso devoto, fingendo
di aderire ai suoi desideri e smetterà il gioco appena vorrà mostrarsi. Quando ad Orgon sembrerà di aver
raggiunto l’estremo, potrà risparmiare la sua sposa fermando tutto il gioco.
Elmire dice di aver temuto per Tartuffe a causa di ciò che ha detto Damis, ha cercato di calmare il proprio
furore senza pensare di doverlo smentire. La stima che suo marito ha per lui ha rassicurato le cose, non ha
più sospetti su di lui e desidera che stiano insieme in ogni momento. Per questo è sicura di poter restare in
quella stanza con loro due da soli, senza esser biasimata da nessuno e ciò la autorizza ad aprirle il suo cuore
che accoglie i suoi desideri. Tartuffe le rammenta il rifiuto nei suoi confronti e lei lo giustifica dicendo che le
donne sono fatte così, hanno difficoltà a confessare l’amore, si difendono un po’ ma poi si arrendono: per
onore la bocca si oppone al desiderio, i rifiuti come quello non sono altro che promesse. Ha ascoltato con
tolleranza la sua offerta e si è comportata in modo dolce e garbato proprio perché la sua proprosta le è
piaciuta, lo ha forzato a rifiutar le nozze perché ha un interesse per lui e le nozze la indispettivano poiché
vuole che il cuore di Tartuffe, sia solo suo. Tartuffe si sente onorato nell’ascoltar le parole dell’amata, è
felice di piacerle ma crede sia un artificio per fargli rifiutar le nozze e non crede alle sue parole se non glielo
dimostrerà. Elmire cerca di richiamare l’attenzione del marito tossendo, poi seguita dicendo che la sua
dolce dichiarazione è già tanto per lei e che le sembra eccessivo spingere l’incontro all’estremo così
velocemente. Tartuffe insiste di voler la concretezza. Elmire seguita cercando di prender tempo, di non
voler concedergli ciò che lui con insistenza chiede, mentre Tartuffe insiste nel voler una testimonianza
certa. Elmire si chiede come possa pretender tanto senza contrastare il volere di Dio e Tartuffe risponde di
comprendere che è Dio ad opporsi ai suoi voti e levarlo di mezzo è per lui poca cosa. Il Cielo proibisce certi
desideri, ma con lui si può ottenere sempre un compromesse. Lei deve calmare il suo desiderio senza paura
e sarà lui il solo ad assumersene la colpa tenendo il segreto e il male che causerebbe tutto ciò. Elmire
decide di lasciarsi andare per dar prova della sua convinzione in ciò che ha detto a Tartuffe, accusando chi
la forza ad una tale violenza ma solo controllando se il suo sposo non è nei dintorni. Tartuffe non crede
necessarie tutte queste precauzioni, ha reso Orgon incredulo a tutto ed è stato lui a favorire i loro incontri.
Tartuffe controlla e nel mentre Orgon cerca di uscire da sotto il tavolo, mentre Elmire le dice che non è
ancora il momento, deve essere certo di ciò che succede e dunque lo spinge dietro di lei.
Tartuffe torna dalla sua amata, Orgon lo ferma dicendo di esser stato imbrogliato, avrebbe ottenuto una
tresca con la moglie, le nozze con la figlia e i suoi beni senza che lui comprendesse nulla, ma la prova è stata
sufficiente a capire la verità. Orgon lo caccia di casa mentre Elmire si scusa per ciò che è stata costretta a
fare, Tartuffe dice che la casa ormai gli appartiene e che smaschererà l’impostura per far pentire chi lo
caccia di casa.
Orgon si trova titubante e pensieroso, l’affare è concluso e adesso cerca una cassetta insieme alla moglie.
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