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Stereotipi
Stereotipi sono impressioni fisse verso un gruppo di persone. Per cui se penso ad una certa popolazione (es. i zingari) e ho davanti un appartenente a quel gruppo, secondo tale convinzione lo classifico come appartenente a quel gruppo e tutti gli appartenenti a quel gruppo sono tutti uguali, indipendentemente a chi è la persona. Significa che noi lo valutiamo in base a dei parametri che abbiamo noi e non suoi parametri. Stessa cosa se in ospedale capita un rumeno e noi abbiamo una certa opinione su quel popolo: in automatico ci può venire di proiettare su di lui delle convinzioni che possono non appartenergli. Gli stereotipi possono essere riferiti anche ad una fetta di popolazione come i tossicodipendenti. A volte è un discorso inconscio che ci fa considerare delle persone come appartenenti a degli stereotipi.
Effetto Privacy-Recency
Riguarda il peso che ha nella formazione delle impressioni sugli altri l'ordine con cui riceviamo le informazioni su di loro. Parliamo
verbali direttive. Le forme verbali non direttive includono l'uso di domande aperte, che permettono al ricevente di esprimere liberamente le proprie opinioni e pensieri. Le forme verbali direttive, invece, includono l'uso di domande chiuse, che richiedono risposte specifiche, e l'uso di istruzioni o consigli. Le forme di supporto non verbale includono l'uso del contatto visivo, dei gesti e delle espressioni facciali. Questi segnali non verbali possono essere utilizzati per mostrare interesse, comprensione o sostegno nei confronti del ricevente. In conclusione, l'effetto primacy e l'effetto recency influenzano il nostro giudizio percettivo, mentre l'elaborazione di un messaggio presenta quattro dimensioni: la dimensione di contenuto, la dimensione dell'autopresentazione, la dimensione di appello e la dimensione relazionale. Le forme di supporto verbale e non verbale possono essere utilizzate per rispondere in modo efficace durante la comunicazione.verbalisemidirettive.
FORME VERBALI NON DIRETTIVE
A loro volta si dividono in diversi processi:
- la chiarificazione si usa quando non si è sufficientemente sicuri del significato contenuto nel messaggio del soggetto e si esprime con frasi tipo "sta dicendo che..." o "potrebbe descriveremeglio quanto stava dicendo?". Serve a capire meglio ciò che il paziente ci stava dicendo.
- La parafrasi è una forma di supporto verbale nella quale colui che ascolta riformula il contenuto della comunicazione del soggetto per vedere se effettivamente abbiamo capito ciò che ci stavadicendo.
- La verbalizzazione si riferisce soprattutto all'aspetto emozionale, cioè quello che il paziente ci sta dicendo. È importante prestare attenzione a ciò che il paziente ci sta dicendo.
FORME VERBALI SEMIDIRETTIVE
Domande esplorative: sono domande poste per indagare aspetti rilevanti ai fin di comprendere il problema.
Dare informazioni: consiste
Nella comunicazione verbale si parla di atti o fatti riguardanti esperienze, eventi, alternative o persone. Oltre alla comunicazione verbale, esiste anche quella non verbale. Quest'ultima avviene attraverso altri canali e spesso precede quella verbale. Quando c'è una discrepanza tra ciò che diciamo e ciò che fa parte del linguaggio non verbale, l'interlocutore che sta dall'altra parte se ne accorge ma non capisce più qual è il messaggio corretto. La comunicazione non verbale svolge un ruolo fondamentale nel colloquio, in quanto consente di comprendere meglio ciò che viene detto attraverso le parole. La comunicazione non verbale comprende tutto ciò che comunichiamo all'altra persona al di fuori delle parole. Include segnali gestuali, mimici, posturali e paralinguistici, nonché aspetti spaziali dell'interazione (come porsi vicino o lontano dal soggetto con cui si parla).
aspetto esteriore (la modalità di presentarci), luogo in cui si svolge l'interazione (fenomeni non verbali secondari). Le funzioni specifiche svolte dalla comunicazione non verbale sono essenzialmente tre: - Trasmissione degli atteggiamenti interpersonali e, più in generale, di tutte quelle informazioni che riguardano le gestioni di relazione (amore, odio, simpatia, dominanza, dipendenza). - Espressioni delle emozioni, dei sentimenti e di quegli atteggiamenti che ciascuno ha di sé e della propria immagine corporea. - Metacomunicazione, che qualifica il comportamento verbale, l'inflessione della voce, i gesti, la mimica facciale che informano su come debba essere inteso il messaggio verbale. Da tutti questi particolari si capisce se dico una cosa scherzando o dicendo sul serio (mimica, tono della voce). Bisogna tenere in considerazione tutti questi aspetti, che possono tradire quello che diciamo verbalmente. Le funzioni della comunicazione non verbale e i suoirapporti con la comunicazione verbale possono essere schematizzati nelle seguenti categorie: 1. Ripetizione: la comunicazione non verbale ripete ciò che viene detto con la parola. Ad esempio, per indicare una strada, si può dire "lei deve girare a destra" e muovere la mano verso destra. 2. Contraddizione: il messaggio non verbale contraddice quello verbale. Ad esempio, dire con voce tremante di non essere emozionato. 3. Sostituzione: il comportamento non verbale è utilizzato al posto della comunicazione verbale. In alcuni casi, infatti, il canale non verbale può risultare più frequente ed opportuno di quello verbale. Ad esempio, una persona può manifestare la sua empatia per il dolore di un'altra avvicinandosi a lei piuttosto che parlandole o abbracciarla. 4. Complementazione: la comunicazione non verbale modifica o integra quello verbale completandola. Ad esempio, il padre invita verbalmente il figlio a giocare mostrando il pallone. 5. Accentuazione: la comunicazione non verbale accentua parti del messaggio verbale.Messaggio verbale come la sottolineatura per il messaggio scritto (es: durante una relazione enfatizzare con il tono di voce gli aspetti contenutistici più rilevanti).
Regolazione
La comunicazione non verbale regola il flusso della comunicazione tra le persone che partecipano all'interazione (es: un cenno del capo o un cambiamento di posizione possono indicare, ad uno dei partners in interazione, se può continuare a parlare o se deve cedere la parola).
DISTURBI DI ANSIA
L'ansia esce fuori quando dobbiamo affrontare una prova difficile o un pericolo, per cui tutte le nostre funzioni sono stimolate in modo tale da fronteggiare questo pericolo. Quindi, l'ansia di per sé non è una cosa negativa, è un fattore protettivo.
Diventa tale quando l'ansia avvolge tutto quello che ci circonda e allora siamo in un contesto patologico e viene chiamata ansia generalizzata, perché si generalizza tutto quello che ci circonda e non un fattore.
particolare.L'ansia è anche divisa da quello che è la preoccupazione; la preoccupazione è ciò che riguardaspecificatamente un pericolo che noi avvertiamo, una situazione difficile che noi ci dovremmotrovare ad affrontare, per cui noi abbiamo questo preoccupazione che si manifesti anche con sintomivegetativi.La preoccupazione, pure, è un fattore protettivo perché se io sono preoccupato per qualche cosa, iomi attivo per trovare le soluzioni a quel problema che non mettano in pericolo me stesso. Tuttoquesto diventa patologico quando viene portato all'esterno, quando invade la vita. Nell'attacco dipanico, che in genere comincia con un'ansia che non si riesce a collocare; spesso gli attacchi dipanico vengono pensati, da chi li vive, come attacchi di cuore.La prima cosa che si va a fare è l'ECG, l'ecocardiogramma. Colpisce quella funzioneneurovegetativa che dà l'idea di un problema cardiaco
(manca il respiro). Quindi tenderà a pensare che subisce vari attacchi di cuore. L'attacco di panico è anche difficile da collocare e di accettare dal punto di vista psicologico, non è facile che ammetta che debba essere curato, prima con farmaci (richiede un aggiustamento prima farmacologico), poi con la psicoterapia. Gli attacchi di panico vengono anche nell'ambito della depressione (è l'anticamera della depressione), spesso questa inizia con gli attacchi di panico, poi si trasforma. Il disturbo d'ansia diventa patologico quando è un disturbo d'ansia generalizzato. Ci sono alcune caratteristiche affinché si possa dire di esser affetti da un disturbo d'ansia generalizzato. Tutti i disturbi, prima di essere considerati tali, devono persistere per almeno 6 mesi. Se sono presenti una volta ogni tanto, non in continuazione, non sono considerati disturbi. Rispetto all'ansia generalizzata, il tsn4 dice che per fare
Questo tipo di diagnosi è necessario che per almeno 6 mesi la persona deve avere tre di questi sintomi:
- Irrequietezza;
- sentirsi tesi con i nervi a fior di pelle;
- facile affaticabilità;
- difficoltà di concentrazione o vuoti di memoria;
- irritabilità;
- tensione muscolare;
- disturbi del sonno.
Se sono presenti almeno tre di questi sintomi, possiamo fare la diagnosi di disturbi d'ansia generalizzati. Il disturbo d'ansia generalizzato è una cosa che necessita di cure perché praticamente significa che qualsiasi cosa affronta viene preso dall'ansia, anche le cose più semplici per lui diventano un problema grossissimo che lo mette in agitazione, dando anche risvolti a livello fisico.
DISTURBI DELL'ALIMENTAZIONE
- Anoressia.
- Bulimia.
L'anoressico prima era una patologia che colpiva prevalentemente le femmine, ora anche i maschi. Essenzialmente l'anoressico si vede sempre grasso, comincia a fare
delle diete perché si vede talema anche quando pesa un grammo si vede sempre grasso. È una deformazione del proprio corpo, per cui anche se è tutto pelle ed ossa, lui deve sempre dimagrire. Una buona percentuale di anoressici cominciano con una dieta, di solito fai da te, perché magari hanno qualche chilo in più o sono un po' cicciotelli. Quando cominciano a vedere che riescono a dimagrire, mangiano sempre di meno fino ad arrivare ad un rifiuto del cibo. È un rifiuto gravissimo che porta alla morte. I primi sintomi che avverte è la mancanza della mestruazione, perché dopo un certo periodo che non mangia e perde peso (sotto 45 kg) comincia a non averle più. Alla mancanza di mestruazioni si legano i disturbi del senno, le difficoltà di concentrazione (l'anoressico è tutto squilibrato a livello fisico), e spesso si lega ad una patologia di tipo allucinatorio. Le motivazioni e le cause dell'anoressia sonomolte; non è detto