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La costituzione pura: caratteristica dello Stato liberale di diritto
La costituzione pura è una caratteristica dello Stato liberale di diritto ed è denominata "monarchia costituzionale pura". Essa si basa sulla separazione dei poteri, con il re e il governo responsabili dell'esecutivo, il parlamento responsabile del legislativo e la magistratura responsabile del giudiziario.
Il re e il parlamento, come titolari dell'indirizzo politico, avevano diverse forme di legittimazione: il re manteneva la linea dinastica, mentre il parlamento era basato sul principio rappresentativo.
Questo sistema si sviluppò in Inghilterra nel XVII secolo, quando il monarca dovette condividere il potere con il parlamento e accettare l'indipendenza dei magistrati. In Inghilterra furono promulgate la Magna Carta, il Bill of Rights e l'Act of Settlement.
In Europa continentale, questo sistema iniziò con le Costituzioni ottriate in Francia, Belgio e altri paesi. In questi casi, l'esecutivo era affidato al sovrano e al suo governo, dato che al sovrano spettava la nomina.
La forma di governo in questione può essere suddivisa in due categorie principali:
I) assolutista: in questa forma di governo il potere è concentrato nelle mani del sovrano, che detiene tutti i poteri esecutivo, legislativo e giudiziario. Il sovrano governa in modo autoritario e le decisioni sono prese unicamente da lui. Il Parlamento ha un ruolo molto limitato e funge principalmente da organo consultivo. I ministri sono nominati dal sovrano e rispondono solo a lui. Il Parlamento guida il legislativo e l'unico potere del sovrano è il veto sulle leggi tramite opposizione regia. Il Parlamento è composto per metà da membri nominati dal sovrano (Senato) e per metà da membri eletti (Camera). Il potere giudiziario è affidato ai giudici che devono esercitare il loro potere "nel nome del Re", quindi vi è scarsa indipendenza.
II) parlamentare: deriva dalla forma costituzionale pura ed è quella forma di governo nella quale il Governo è legato al Parlamento con un rapporto di fiducia. In questa forma di governo il Governo non è più nell'orbita del re ma in quella del Parlamento. Questo cambiamento avvenne seguendo il modello inglese, i primi segnali si ebbero con Giorgio I a causa dei frequenti abbandoni delle riunioni del Governo che determinarono l'emersione di un ministro che doveva coordinare le parti e che divenne primo ministro. Si venne a determinare una forma di governo in cui il Parlamento eleggeva il primo ministro e il Governo era responsabile nei confronti del Parlamento.
governo parlamentare dualista dove il Governo doveva avere la fiducia da Parlamento e Re, dopo si venne a una forma "monista" con l'allargamento del suffragio e l'uscita di scena del re, potremmo dire che il sovrano "regna ma non governa". A causa delle trasformazioni di fine Ottocento inizio Novecento questo sistema iniziò a traballare con l'effetto che i Parlamenti divennero un luogo di scontro più acuto. In Austria si cercò di "sigillare" queste consuetudini con la razionalizzazione cioè, scrivere nella Costituzione le regole sul rapporto di fiducia e furono sviluppati dei forti premi per la governabilità, efficienza e stabilità del Governo. Nasce così lo Stato sociale con un conseguente aumento del ruolo del settore pubblico e in particolare delle competenze del Governo, che ha perso ogni parvenza di organo meramente "esecutivo" per acquistare quello di motore di scelte politiche.
sempre più rilevanti. La Costituzione italiana, tedesca e spagnola sono su questo modello ma le ultime due sono particolari. La figura del Primo Ministro è stata valorizzata dato che è l'unico destinatario della fiducia e l'unico a proporre la nomina e la revoca dei ministri al Capo dello Stato. Questa forma è chiamata anche premierato o cancellierato dove il Parlamento può sfiduciare il primo ministro solo se ne elegge contestualmente un altro. In Italia il Re, adesso Presidente della Repubblica, ha più un valore simbolico che pratico anche se il Presidente in alcune situazioni può essere addirittura determinante. Se in Inghilterra la fiducia è presupposta qua in Italia no: il popolo vota, mandano i rappresentanti e si forma una maggioranza che esprime un governo, il Presidente nomina il Governo sulla base dell'espressione della maggioranza, vi è il giuramento e il voto di fiducia. Questa forma di governo è
influenzata dal sistema partitico: se è fortemente bipolare sarà duraturo, mentre se è composto da molti schieramenti con anche le frange più estremiste il Governo sarà più "vivace" e instabile.
III°) presidenziale: fu introdotta negli Stati Uniti alla fine del XVIII secolo. Si basa su una rigida separazione dei poteri, per la presenza di un potere monocratico affidato per 4 anni (rieleggibile solo una volta) al Presidente della Repubblica eletto dal popolo e non legato al Parlamento dalla fiducia. Data la vastità del territorio e della quantità di colonie i padri fondatori pensavano fosse la cosa giusta da fare. Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e dispone dei poteri esecutivi, il governo è monocratico e anche se il Presidente si avvale dei segretari di Stato essi non rispondono al Parlamento (chiamato Congresso) bensì al Presidente che, come lo nomina, può pure revocarli.
Congresso è composto dal Senato e dalla Camera dei rappresentanti, mentre il Gabinetto dal Presidente e dai segretari. Dato che il Presidente, titolare dell'esecutivo, viene eletto dal popolo, ciò rende superflua la fiducia e data la separazione tra Governo e Parlamento, il primo non necessita della fiducia del secondo e il Presidente non può sciogliere le Camere anticipatamente. I rapporti tra gli organi sono disciplinati secondo il sistema dei "pesi e contrappesi" cioè, il Parlamento con il suo potere di inchiesta può acquisire conoscenze sui temi trattati dal Congresso e fare delle inchiesta con l'obbligo dei convocati di presentarsi a giudizio. Il Presidente, Vicepresidente e titolari di cariche importanti possono essere colpiti dal Congresso con l'impeachment. Viene avviato dalla Camera dei rappresentati e non ha valenza penale ma solo di destituzione dall'incarico, alla fine lo stato di accusa deve essere votato dal Senato con
Almeno 2/3 dei senatori presenti. Tutte le nomine che il Presidente può compiere, inclusa quella dei nove giudici della Corte Suprema (durata a vita), sono soggette a ratifica da parte del Senato. In alcuni casi il Presidente può influire sull'esercizio delle funzioni del Congresso con il veto presidenziale che può essere superato solo con la maggioranza qualificata.
IV°) direttoriale: prende il nome dal Direttorio, l'organo di governo che venne ideato dopo il Terrore. La Costituzione congegnò una forma di governo che evitasse la concentrazione del potere nelle mani di un unico soggetto. Il potere politico è diviso tra Parlamento eletto e Direttorio (governo) che svolge le funzioni di Esecutivo e dal Capo dello Stato ed è composto da ministri individuati dal Parlamento. In Svizzera accanto al Parlamento eletto a suffragio universale vi è il Consiglio federale (Direttorio) composto da 7 membri che vengono eletti ma non revocati.
dalParlamento.V°) semipresidenziale: per ridurre i problemi delle forme soprastanti in alcuni Stati si è cercato di unirle per creare un'evoluzione e avere meno problemi con questi modelli. Per scongiurare lo strapotere parlamentare da un lato e le derive presidenzialistiche dall'altro si è scelta la forma semipresidenziale nella quale convivono il Presidente della Repubblica (potere esecutivo) dotato di legittimazione popolare diretta e il Governo collegiale che ha bisogno della fiducia dal Parlamento. Questo sistema è quindi detto anche bicefalo. Tutto ciò è ravvisabile nella Costituzione della V° Repubblica francese (1958). L'elezione diretta del Presidente si somma a una serie di elementi che ne rafforzano la posizione: come le riserve di regolamento governativo, meccanismo della fiducia presunta al Governo e l'intervento incisivo del Presidente sul procedimento legislativo. Il Presidente nomina il Primo ministro (che nonnecessità della fiducia iniziale) e, su proposta di questi, i ministri e presiede il Consiglio dei ministri. Può, su proposta del Governo o di entrambi i rami del Parlamento, sottoporre a referendum qualunque progetti di legge riguardante i pubblici poteri. Dopo aver consultato il primo ministro e i presidenti delle Camere può sciogliere anticipatamente il Parlamento – quando è passato 1 anno dalle elezioni. Ha ampie competenze in materia di difesa e politica estera ed ha poteri eccezionali in caso di crisi. I fattori che determinano l’avvicinamento a un sistema presidenziale piuttosto che parlamentare sono determinati dal ruolo del Presidente e del primo ministro, alla forza delle coalizioni correnti e soprattutto alla coincidenza o meno tra maggioranza parlamentare e quella che sostiene il Presidente. Questa è chiamata Coabitazione e il ruolo del Presidente è molto depotenziato, per superare la situazione vi è il sistema elettorale della
doppia elezione
dove nella prima votazione ci sono tutti i partiti, al secondo turno vi è lo spareggio
tra i primi due partiti.
Sistemi elettorali: si intende il meccanismo che trasforma i voti in seggi. Abbiamo due sistemi: