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Il problema delle forme di governo
Il problema delle forme di governo (che possiamo definire come l'insieme delle regole giuridiche dei rapporti tra poteri e organi costituzionali dotati di poteri decisionali di natura politica) è stato posto fin dall'antichità con la tradizionale classificazione in sei forme, di cui tre positive e tre negative o degenerate. Il problema è posto infatti già da Platone ed Aristotele ed in seguito da Polibio, ed è centrato sulla questione, dagli autori antichi ritenuta centrale, di quale fosse la forma di governo preferibile. Successivamente la questione è stata posta anche in tema di bipartizione tra monarchia e repubblica. Il limite della dottrina antica, tuttavia, rimane quello di essersi focalizzata sulla titolarità della sovranità e quindi quello di esaurirsi nell'individuazione dell'organo titolare dei poteri sovrani senza interessarsi del modo in cui tali poteri vengono esercitati, tema che è invece il
nodo cruciale della moderna teoria delle forme di governo Il limite della dottrina antica è determinato dal fatto che essa non ha posto a premessa della sua analisi la questione della separazione dei poteri perché non può aversi una teoria delle forme di governo se come premessa non vi è una teoria della separazione dei poteri. Le premesse per la formulazione della moderna teoria delle forme di governo vengono poste da Locke il quale, pur non andando oltre la distinzione tra monarchia, aristocrazia e democrazia, ammette comunque la categoria della monarchia moderata legandola al concetto di separazione tra potere esecutivo e potere legislativo. Per giungere alla formulazione della moderna teoria delle forme di governo tuttavia il concetto della separazione dei poteri è condizione necessaria ma non sufficiente, essendo indispensabile anche un'altra condizione, quella dell'accettazione del principio democratico. Solo con l'accettazione di taleprincipioinfatti monarchia ed aristocrazia cessano di essere alternative credibili. Infatti se ancora esistono capi di stato qualificati come re laloro posizione è necessariamente più debole di quella dei re della dottrina classica e parallelamente il principio aristocratico perde ilsuo primato dovendosi accontentare di una attuazione solo indiretta nella democrazia rappresentativa. Una volta che l'alternativaclassica tra le forme di governo cessa di essere realistica si pongono le basi per la contemporanea teoria delle forme di governa cheinvece classifica le varie forme interne al solo stato democratico, lasciando confluire le forme di governo di regimi totalitari in una teoriadelle forme di stato piuttosto che delle forme di governo. La teoria contemporanea si pone come punto cruciale la individuazione deglielementi distintivi delle varie forme di governo. La dottrina dominante considera come elemento qualificante il solo rapporto traparlamento e governo.
eserciti il potere di indirizzo politico, allora la forma presidenziale può essere considerata una variante del governo parlamentare, in cui il presidente esercita sia il ruolo di capo dello stato che di capo del governo. In conclusione, le forme di governo possono essere ridotte a due: parlamentare e presidenziale. Le forme semipresidenziale e direttoriale possono essere considerate varianti di queste due forme principali.sia emanazione del legislativo (nel senso che dipende ogni momento da esso) le cose si compilicano. Infatti la forma direttoriale non può essere considerata parlamentare dal momento che la permanenza in carica dell'esecutivo non dipende dal consenso del parlamento mentre per la forma semipresidenziale il discorso è ancora più complesso. Se infatti al vertice dell'esecutivo ci sono sia il presidente che il primo ministro il rapporto fiduciario è necessario in ogni momento come avviene nel governo parlamentare. Se invece il vertice dell'esecutivo è il capo dello stato il rapporto di fiducia non è più necessario. Ragionando in questo modo però la classificazione delle forme di governo dipenderebbe dalle modalità concrete del loro funzionamento e sarebbe quindi di scarsa rilevanza pratica. È meglio quindi prendere atto dei limiti della classificazione tradizionale cercando strade diverse. Una critica alla- quadripartizione tradizionale, completamente rinnegata da Elia, ha almeno il merito di porsi interamente su un piano giuridico. Infatti se si vuole fare una classificazione delle forme di governo che sia giuridica occorre lasciare fuori tutti gli elementi politologi o fattuali che appartengono ad altre scienze diverse dal diritto. Il diritto deve naturalmente tenere conto dei risultati raggiunti dalle altre scienze umane ma deve anche necessariamente avere una prospettiva di analisi diversa.
- In quarto luogo il modello descritto da Elia finisce con il fare la descrizione degli elementi che ha per oggetto e quindi è necessario moltiplicare il modello per tutte le situazioni cui si riferisce. Meglio sarebbe quindi rinunciare a creare un modello onnicomprensivo.
- Forme di governo e rapporti tra stato e società civile - La teoria di Elia, con il suo tentativo di mettere in contatto due mondi fino ad allora separati, quello della forma di governo, riservata ai giuristi e quello del
Il sistema dei partiti, riservato ai politologi, è oggi messo in crisi dal profondo mutamento del quadro storico e sociale. Infatti negli anni '70 quando viene pubblicato il testo di Elia i partiti godevano di forte legittimazione e pretendevano anche di esercitare una diretta influenza sulle istituzioni mettendone in dubbio l'autonomia. Oggi il ruolo dei partiti invece ha perso molta della sua rilevanza anche dal punto di vista del semplice funzionamento della forma di governo. Ciò perché oggi il ruolo che i partiti hanno cominciato a svolgere sin dagli inizi del '900, quello di raccordo tra società civile portatrice di interessi sociali e stato, non è più necessario. Agli inizi del '900 infatti con l'allargamento del suffragio universale e la nascita dei partiti di massa si è reso necessario un meccanismo in grado di rappresentare gli interessi sociali di fronte allo stato, compito che è stato svolto appunto dal sistema dei partiti.
Oggi non è invece più necessaria la traduzione degli interessi sociali in interessi pubblici dal momento che con la personalizzazione della politica e l'organizzazione della comunicazione gli interessi sociali sono immediatamente immessi nella sfera pubblica e nel mondo istituzionale in quanto il rapporto tra stato ed elettori si instaura attraverso i media e il marketing politico. Le spie di questo fenomeno sono molteplici e vanno dal diretto ingresso nella politica di protagonisti di primo piano della sfera sociale senza il bisogno dell'intermediazione dei partiti, all'abbandono da parte della politica di vasti settori di regolazione pubblica grazie alla creazione di una vasta rete di autorità indipendenti e alla devoluzione di molti spazi alla comunità europea, allo sviluppo di forme di potere carismatico in grado di prescindere in gran parte dalla mediazione dei partiti. Conseguenza di ciò è la perdita di influenza da parte deipartiti politici. È chiaro che tale situazione potrebbe in seguito mutare e i partiti potrebbero recuperare la perduta centralità nell'intermediazione tra stato e società civile, ma anche in questo caso essi potrebbero influire solo sul funzionamento e non sulla struttura della forma di governo. 4) Gli elementi della forma di governo - Prima di accingerci ad individuare gli elementi costitutivi della forma di governo dobbiamo ancora precisare che l'analisi deve basarsi sui soli elementi giuridici e quindi sulle regole formali che presiedono al funzionamento delle forme di governo come il sistema dei partiti. Se la forma di governo viene definita dalla dottrina dominante come il complesso delle regole giuridiche che disciplinano il rapporto tra gli organi costituzionali, una classificazione delle forme di governo dovrebbe contenere tutti gli organi costituzionali e i loro relativi rapporti. L'analisi tradizionale delle forme di governo invece si èsiderare non sono solo il Parlamento e il Governo, ma anche altri organi costituzionali. Inoltre, è importante analizzare i rapporti tra questi organi. Per fare ciò, è necessario utilizzare i tag HTML appropriati per formattare il testo. Ecco un esempio di come potrebbe essere formattato il testo utilizzando i tag HTML:Solo basata sul rapporto Parlamento - Governo e ciò a causa di un antico retaggio dovuto al fatto che nascendo lo stato democratico-rappresentativo dallo scontro tra il re e la rappresentanza politica, era considerato cruciale il rapporto legislativo-esecutivo. Occorre quindi allargare il campo anche ad altri organi costituzionali e ai rapporti tra di essi. È chiaro che trattandosi di forma di governo i soli organi da considerare non sono solo il Parlamento e il Governo, ma anche altri organi costituzionali. Inoltre, è importante analizzare i rapporti tra questi organi.