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METODO PATRIMONIALE METODO FINANZIARIO
Con questo metodo viene risaltato In questo viene risaltato l’aspetto
l’aspetto formale-giuridico, ovvero sostanziale in cui viene definito come
l’impresa utilizzatrice paga un canone un’operazione con cui l’impresa al
alla società di leasing per utilizzare il termine del contratto può acquistare il
fattore. fattore e nel frattempo utilizzarlo
Questo: Questo:
a. Garantisce il godimento del bene a. Garantisce l’acquisto con il
b. Il bene resta iscritto nel pagamento dilazionato del bene
patrimonio del locatore fino b. Il bene è iscritto immediatamente
all’esercizio del riscatto nel patrimonio del locatore
c. Il locatore rileva il pagamento di c. In contrapartita del bene s’iscrive
canoni periodici un debito finanziario
d. Il bene è iscritto nel patrimonio d. Il pagamento del canone
rappresenta il rimborso del
finanziamento e il pagamento dei
relativi interessi (richiamato ai
principi contabili internazionali) 4
Con riferimento ad un’operazione, si distinguono tre momenti contabilmente rilevanti:
1. Il sostenimento delle spese d’istruttoria cioè i costi iniziali per la stipulazione del contratto di leasing. Se
queste assumono un certo rilievo, costituiscono oneri pluriennali da ammortizzare in funzione della durata
del contratto. Viceversa, se sono d’importo limitato, potranno figurare tra i costi dell’esercizio in cui sono state
sostenute.
Liquidazione fattura delle spese d’istruttoria (da parte dell’azienda di leasing)
VE- Spese d’istruttoria
VF Iva a credito
+ VF- Debiti v/fornitori
2. Il pagamento del canone che costituisce un tipico costo dell’esercizio, misurato dall’esborso finanziario
corrispondente e soggetto ad IVA nella misura che è propria del bene ricevuto. Il leasing presuppone che i beni
presi in leasing vengano rilevati nei conti d’ordine, tra gli “impieghi”, per la sommatoria dei canoni leasing
non scaduti e ancora dovuti al concedente in forza del contratto.
Accensione conti d’ordine ossia un sistema di scritture con lo scopo di tenere memoria in cui vengono annotati
gli importi delle operazioni che interessano. Sono due serie di conto riferiti all’oggetto che indica il fatto che
alcuni beni di terzi sono presenti in azienda e al soggetto. Le registrazioni che accolgono non comportano
nessuna variazione.
OG Beni in leasing*
G SO Cedenti beni in leasing
G
*(canoni x costo) + maxi canone
Liquidazione fattura del maxi canone
VE- Canoni leasing
VF Iva a credito
+ VF- Debiti v/fornitori
Liquidazione fattura mensile
VE- Canoni leasing
VF Iva a credito
+ VF- Debiti v/fornitori
Storno conti d’ordine
SO Cedenti beni in leasing
G OG Beni in leasing*
G
*valore del canone mensile
3. Il riscatto al termine del leasing che deve evidenziare l’inserimento in contabilità dell’immobilizzazione
materiale tra le attività del capitale.
Riscatto del bene acquistato in leasing
VE- Attrezzature industriali
VF Iva a credito 5
+ VF- Debiti v/fornitori
In fase di determinazione del capitale di funzionamento e del reddito d’esercizio il costo del canone di leasing deve
partecipare al risultato di periodo. A tale scopo l’ammontare complessivo dei canoni dovrà essere ripartito nei
periodi interessati secondo il riferimento temporale. Il costo anticipato costituisce pertanto una rimanenza di
fattore produttivo acquistato ed ancora da utilizzare, la cui valutazione viene determinata in derivazione del
periodo di riferimento.
Alla fine dell’anno si deve determinare il canone mensile di competenza
Maxi canone + canoni mensili x numero canoni = canoni di competenza di ogni mese
24
Canoni di competenza dell’esercizio canoni mensili di competenza x mesi pagati
Costi da stornare somma dei canoni pagati – canoni di competenza dell’esercizio
Rilevazione di risconti attivi su canoni leasing (al 31/12)
VE- Risconti attivi
VE Canoni leasing
+
d. L’acquisizione tramite la permuta
e. L’acquisizione per il conferimento da parte di soggetti proprietari
LE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI
La categoria delle immobilizzazioni immateriali si può scomporre in due raggruppamenti:
1. I beni immateriali che comprendono i brevetti, i marchi, i diritti di concessione, il know how, i diritti di
utilizzo delle opere d’ingegno e l’avviamento
2. Gli altri costi ad utilizzazione pluriennale che comprendono le spese d’impianto e di ampliamento, i costi
per studi e ricerche, i costi di pubblicità e i costi di manutenzione e riparazione.
Brevetti
Il brevetto è un tipo di tutela giuridica destinata ad agire sulle invenzioni, cioè ogni creazione intellettuale
consistente nella soluzione di un problema tecnico. Il diritto di brevetto può riguardare invenzioni industriali di un
prodotto, di una macchina, di un metodo o processo di lavorazione oppure di un’applicazione tecnica. Il diritto al
brevetto può essere acquistato in tre modi:
1. L’acquisizione dall’esterno per cessione che si realizza con il trasferimento della titolarità del brevetto, che
passa dal patrimonio dell’alienante a quello del compratore che ne acquisisce i diritti. Il trasferimento può
avvenire anche con l’apporto dello stesso in sede di costituzione o di aumento di capitale, oppure con la
fusione. Esso determina un costo pluriennale che dev’essere inerito nell’ambito della classe patrimoniale
“immobilizzazione immateriali”.
Liquidazione fattura d’acquisto a titolo di proprietà del brevetto
VE- Brevetti
VF Iva a credito
+ VF- Debiti v/fornitori
2. L’acquisizione all’esterno per licenza con cui il titolare del diritto di brevetto concede al licenziatario il diritto
di godimento sull’invenzione verso corrispettivo di un compenso rapportato alla quantità di beni prodotti o
commercializzati. Tale compenso viene denominato royalty e rappresenta un costo d’esercizio.
Liquidazione fattura di royalties su brevetti in licenza
VE- Royalties
VF+ Iva a credito
VF- Fornitori di servizi 6
3. La realizzazione interna e in questo caso rappresenta il risultato di studi e ricerche condotto internamento
all’azienda. Nell’ipotesi di realizzazione interna è necessario procedere alla capitalizzazione dei costi
relativi che dovranno essere iscritti nell’attivo dello stato patrimoniale e quindi ammortizzati. La
capitalizzazione dei costi deve formare oggetto di un’attenta valutazione da parte degli amministratori per
evitare l’indebita sospensione di costi d’esercizio.
Capitalizzazione di costi per ricerca e sviluppo
VE- Spese di ricerca e sviluppo da ammortizzare
VE Spese di ricerca e sviluppo capitalizzate
+
I marchi
Il marchio consiste in un emblema o in una denominazione con cui l’impresa intende distinguere il proprio
prodotto e/o servizio. Il marchio per poter essere registrato deve possedere dei requisiti di validità, cioè:
La leicità non contrarietà alla legge, all’ordine pubblico e al buon costume
L’originalità capacità distintiva del marchio
La novità assenza di notorietà del segno derivante da un uso anteriore da parte di terzi
L’esternalità non possono costituire oggetto di brevetto
L’acquisizione di un marchio può essere intera e in questo caso si realizza quando l’impresa realizza il marchio
con cui intende contraddistinguere i proprio prodotti e ne richiede la registrazione, oppure esterna attraverso la
cessione o in base ad un contratto di licenza d’uso, in cui la titolarità del marchio rimane al licenziante.
I costi ad utilizzazione pluriennale
A. Le spese d’impianto e di ampliamento
Queste spese rappresentano un investimento a lungo ciclo d’utilizzo la cui durata dovrebbe coincidere con
l’intera vita dell’azienda nel suo assetto giuridico-organizzativo originario. Esse possono essere definite con un
fattore produttivo preliminare, senza il quale la combinazione economica non sarebbe in grado di operare per il
raggiungimento dei propri fini. Il carattere di immobilizzazione deriva dall’impossibilità di essere disinvestite
per dismissione prima del loro esaurimento, infatti, producono utilità ed hanno un valore solo se la
combinazione economica vive e svolge la propria attività. Questo carattere deriva anche dalla loro utilizzazione
che non si acquisisce attraverso la proprietà di un oggetto tangibile, ma risulta da una serie di tipo giuridico-
amministrativo che creano le condizioni necessarie ed ottimali per lo svolgimento dell’attività aziendale.
I costi classificabili come spese d’impianto sono numerosi, ma tutti quanti concorrono allo scopo di avviare
l’attività del complesso aziendale. Questi possono essere sostanzialmente distinti in due gruppi:
1. I costi di tipo giuridico-fiscale
2. I costi di tipo tecnico-organizzativo
Questi costi vengono rilevati attraverso due metodi:
a. Capitalizzazione diretta ad un conto specifico
VE- Spese di costituzione
VF+ Iva a credito
VF- Debiti/fornitori di servizi
b. Capitalizzazione indiretta
VE- Spese di notarili
VF+ Iva a credito
VF- Debiti/fornitori di servizi
VE- Spese di costituzione
VE+ Spese notarili
Un altro elemento del capitale di funzionamento sono le spese di ampliamento che possono essere sostenute
dall’azienda in fase di ristrutturazione organizzativa generalmente coincidenti con processi di fusione o di
trasformazione 7
B. Le altre spese da ammortizzare
Le spese diverse da ammortizzare sono costi pluriennali sostenuti dall’azienda ogni volta essa investa delle
risorse in un progetto di sviluppo, tecnico-produttivo o commerciale, nella prospettiva di un crescita
reddituale non circoscritta al breve periodo. I costi che si presentano più frequentemente sono:
1. Le spese di ricerca e sviluppo
2. Le spese di pubblicità
3. Le spese di manutenzione
I costi in oggetto hanno in comune la caratteristica di rappresentare degli investimenti atti a creare i
presupposti indiretti della crescita reddituale futura. La rilevazione in contabilità generale delle spese diverse
da ammortizzare, viene fatta nella fase dell’assestamento di fine esercizio poiché solo in questa fase è possibile
avere un quadro completo dei costi da capitalizzare ed è possibile valutare se i costi sostenuti siano in parte di
utilità futura e quale sia l’entità della parte da rimandare ai successivi esercizi. Durante lo svolgimento della
gestione vengono quindi rilevati soltanto i costi rel