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FORME DI STATO
Prerogative della forma di stato:
- Rapporto tra sovranità e socialità (autorità/libertà), quindi finalità dello stato;
- Centralità del potere (articolazione dei poteri statuari).
Stato assoluto
Accentramento del potere in capo al sovrano, si sviluppano altri modi di vita e/o attività, dall'autosufficienza della comunità (agricola, terriera), si passa al commercio, detenuto dal potere statuale, che vuole intervenire sull'economia (interventismo), affinché si costruiscano opere pubbliche. Nasce un apparato organizzato ed un esercito; si profila interesse verso la collettività, ma la sovranità è un aspetto dello stato che coincide con il re; la fonte del diritto era rappresentata dai regi decreti; il potere esecutivo era inglobato nel potere del re. Il re attinge la legittimazione ad un'origine divina. I privilegi
vertono sul versante della tassazione, che aumenta per lo scopo di produrre opere pubbliche e commercio, cominciare a competere, voler acquisire altri territori, acquisire supremazia. Le finalità sono generali ma si identificano alcuni termini: sovranità, territorio, comunità. Negatività: non aiutava le classi emergenti (borghesia imprenditoriale), l'eccessivo livello di tassazione determinano il passaggio (tramite rivoluzioni, in Inghilterra e in Francia, alla forma di Stato liberale. Ha costituzionalizzato dei principi di riferimento (legalità); si caratterizza in quanto stato di diritto (potere pubblico sottoposto alla legge). La borghesia riesce ad ottenere il maggior numero di rappresentanti all'interno degli stati generali. L'assemblea rappresentativa era formata dalla classe borghese. Si profilano i diritti inviolabili del cittadino in senso assoluto (diritto di voto), da ciò la borghesia sale in parlamento (principio.Il testo descrive i principi fondamentali dello stato italiano.
Il primo principio è quello della rappresentatività, che prevede che il potere sia esercitato da rappresentanti eletti dal popolo.
Il secondo principio è quello dell'uguaglianza di fronte alla legge, che garantisce che tutti siano trattati allo stesso modo.
Il terzo principio è quello della legalità, che stabilisce che la legge è superiore agli altri poteri.
In passato, lo stato italiano era monoclasse, con interessi limitati a pochi, a causa del diritto di voto basato sul censo e sull'istruzione. Inoltre, il principio di uguaglianza non teneva conto delle disuguaglianze economiche esistenti nella comunità. Questo ha portato alla transizione verso uno stato pluralista.
Il principio del pluralismo prevede la tutela dei diritti inviolabili dell'uomo sia a livello individuale (stato liberale) che nelle formazioni sociali (stato pluralista), come la famiglia, la scuola, i partiti e i sindacati. Questo caratterizza lo stato italiano come un pluralismo sociale, estendendo i diritti di sciopero, di riunione e di associazione. I diritti inviolabili includono la libertà di religione,