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Sentenza: CASO EL DRIDI (28 aprile 2011)
Immigrato irregolare, la legge italiana prevedeva la pene detentiva, il giudice però si è posto il
problema con la compatibilità di una norma comunitaria (vietava la pena) e ha domandato alla
Corte di Giustizia, la quale ha affermato la norma comunitaria. La norma italiana è stata
disapplicata.
Questo potere di disapplicazione ha dei limiti nella necessità di rispettare i principi cardine
dell’ordinamento. 4
Sentenza: CASO TARICCO
Il soggetto importava champagne e frodava. Il giudice si rende conto che il processo non arriverà
mai alla fine perché si prescriverà prima, si rivolge alla Corte di Giustizia perché avrebbe pure
violata una norma comunitaria.
La normativa sulla prescrizione è in contrasto con quella normativa comunitaria del trattato?
Si dovrebbe disapplicare la norma sulla prescrizione , violando sia il principio di legalità e di
irretroattività ma chiede alla Corte Costituzionale, la quale richiede alla Corte di Giustizia cosa deve
fare. il principio di legalità, essendo fondamentale, è un controlimite.
In tutti i casi di incompatibilità tra norma penale e diritto UE, se vi è una sentenza definitiva di
condanna per un fatto preveduto dalla norma penale inapplicabile, cessa l’esecuzione della
condanna e ne vengono meno gli effetti penali.
Un secondo ordine di vincoli è relativo al c.d.
Obbligo di interpretazione conforme alla normativa europea.
Il giudice nazionale è tenuto ad interpretare la normativa nazionale che attua gli obblighi di
fonte UE in senso conforme alla lettera e alla ratio: ovvero, il giudice deve scegliere quello
(per quanto possibile) alle pretese del diritto dell’Unione.
strumento conforme
In materia penale, il limite invalicabile dei poteri interpretativi del giudice sarà pur sempre
costituito dal divieto di analogia.
Laddove poi il giudice sia in dubbio sul significato da attribuire ad una norma di fonte UE, egli
potrà investire in via pregiudiziale della questione interpretativa la Corte di Giustizia
dell’Unione Europea, ai sensi dell’art. 267 del TFUE.
In caso di incertezza sul significato da attribuire al diritto UE, il rinvio pregiudiziale alla Corte
di Giustizia UE rappresenta una via percorribile non solo dal giudice ordinario, ma anche
che vi ha fatto ricorso nell’ambito della ‘vicenda Taricco’.
dalla Corte Costituzionale,
Effetti riduttivi
Le norme di fonte UE possono in primo luogo esplicare un effetto di neutralizzazione di una norma
incriminatrice nazionale della sanzione penale da esse prevista, allorché le stesse incidano,
comprimendola, su una posizione giuridica soggettiva tutelata dal diritto UE.
Quanto espansivi
Nell’area del penalmente rilevante o della dimensione afflittiva della sanzione penale.
4.Fonti Internazionali pattizie (CEDU) e Diritto penale
L’art. 117 co.1 Cost dispone che la potestà legislativa è esercitata ‘nel rispetto degli obblighi
internazionali’: da ciò deriva che il legislatore italiano, anche in materia penale, dovrà
conformarsi anche agli obblighi internazionali e una legge, emanata in violazione di tali
dell’art.
obblighi, sarà di regola costituzionalmente illegittima per contrasto ai sensi (a meno
che tali obblighi non siano in contrasto con la Costituzione) 5
Il giudice, ha il dovere di interpretare le leggi nazionali, anche nella materia penale, in maniera
conforme alla lettera e alla ratio degli obblighi internazionali che vincolano lo Stato italiano.
Laddove poi il contrasto tra legge interna e gli obblighi internazionali non sia superabile in via
interpretativa, il giudice dovrà sollevare questione di legittimità costituzionale della legge interna,
‘norma parametro’ l’art.117 ‘norma interposta’ la disposizione
invocando come e
internazionale che si intende violata.
Questi principi si applicano anche alla CEDU: Convenzione Europea Diritti Umani
Le sue norme fondano altrettanti obblighi internazionali ai sensi dell’art. 117 e l’eventuale
contrasto, tra una legge interna e quelle della CEDU, potrà esser risolvibile soltanto sottoponendola
alla Corte Costituzionale, alla quale spetterà la risoluzione attraverso la dichiarazione di illegittimità
costituzionale.
Effetti riduttivi
Possono essere l’esito di un’operazione di interpretazione conforme alle norme internazionali o di
una dichiarazione di illegittimità costituzionale di una norma nazional per contrasto con l’art.117 e
possono avere ad oggetto sia il precetto penale, sia la sanzione ad esso correlata.
Effetti espansivi
Possono esser scaturiti dagli obblighi di incriminazione di determinate condotte contenuti in norme
di diritto internazionale pattizio o ricavati in via interpretativa dalle Corti dei diritti,
L’incidenza di questi vincoli sull’ordinamento penale interno è diversa a secondo del loro specifico
oggetto.
5.Consuetudine
Il principio di riserva di legge preclude la creazione di norme incriminatrici da parte della
consuetudine, non vi è neppure spazio per la consuetudine integratrice, cioè per il rinvio della
legge alla consuetudine per l’individuazione di un elemento del reato.
Il principio di gerarchia delle fonti impedisce poi alla consuetudine di produrre l’abrogazione di
norme legislative incriminatrici (consuetudine abrogatrice)
Le norme consuetudinarie possono essere invece fonte di cause di giustificazione:
consuetudine scriminante, solo a condizione che sia richiamata da una norma di legge.
6.Corte Costituzionale
La riserva di legge non ostacola il controllo di costituzionalità delle norme incriminatrici quando
ne derivi un effetto in bonam partem: ovvero viene eliminato il reato e si amplia lo spazio di ciò
che è lecito.
Tuttavia, esclude la possibilità che essa possa produrre un effetto in malam partem: aumentando
l’area del penalmente rilevante o inasprendo il trattamento sanzionatoria di un reato, altresì
abolendo un reato o trasformandolo in illecito amministrativo. 6
E’ conforme la riserva di legge alla malam partem della Corte Costituzionale?
Solo il Parlamento può estendere l’area del penalmente rilevante, d’altro canto vietare l’intervento
della Corte è problematico, che significa non sottoporle all’esame di costituzionalità della norma
stessa.
La Corte Costituzionale ritiene da tempo di poter sindacare la legittimità delle c.d norme penali di
dichiarandone l’incostituzionalità.
favore,
(norme che apprestano un trattamento più favorevole al reo)
6.Riserva di legge e atti del potere esecutivo
La riserva di legge è tendenzialmente assoluta, nel senso che la legge non può rinviare ad atti
generali e astratti del potere esecutivo, a meno che non si tratti di atti che si limitino a specificare
sul piano tecnico elementi già descritti dalla legge stessa.
(es. decreti ministeriali che periodicamente aggiornano l’elenco delle sostanze stupefacenti di cui è
penalmente vietato lo spaccio T.U STUPEFACENTI)
7.Riserva di legge e potere giudiziario
Per salvaguardare il cittadino dalla creatività dei giudici, la riserva di legge impone al legislatore un
triplice ordine di obblighi:
lo vincola a formulare le norme nel modo più chiaro possibile (principio di precisione)
a incriminare solo i fatti soggetti di essere provati nel processo (principio di determinatezza)
ad imporre al giudice il divieto di analogia alle norme incriminatrici (principio di tassatività)
B) PRINCIPIO DI PRECISIONE
E’ condizione indispensabile perché la minaccia legislativa della pena operi come strumento di
prevenzione generale: è necessario che sia formulata in modo chiaro e preciso, così da consentire
al cittadino di sapere se il comportamento è lecito o non.
Solo norme incriminatrici precise assicurano all’imputato il pieno esercizio del diritto di difesa:
imprecisa impedisce infatti all’imputato e al difensore di individuare l’oggetto
una norma
dell’accuso e quindi, di conseguenza, di fornire elementi di prova a sua discolpa.
Queste norme possono risultare più o meno precise a seconda delle tecniche usate dal legislatore: il
più elevato grado di precisione è assicurato dalla tecnica casistica, ovvero dalla descrizione
analitica di specifici comportamenti, oggetti e situazioni.
CONTRO: elevato ricorso alla tecnica
Esempio: art.503 c.p. lesioni personali gravissime
Un rischio di imprecisione è invece radicato al ricorso a clausole generali, cioè a formule
sintetiche comprensive di un gran numero di casi, che il legislatore rinuncia ad enumerare e
specificare.
PRO: è legittima a condizione che i termini sintetici impiegati dal legislatore consentano di
individuare in modo certo le ipotesi riconducibili sotto la norma incriminatrice. 7
Una tecnica coerente con il principio di precisione è rappresentata dal ricorso a definizioni
legislative, rese talora necessarie dai molteplici significati dei termini utilizzati dal legislatore.
Il legislatore talora individua gli elementi del reato con termini o concetti descrittivi che fanno
riferimento a oggetti della realtà fisica o psichica, suscettibili di essere accertati con i sensi o
comunque attraverso l’esperienza..
(es. organi genitali maschili, rissa, incesto)
L’utilizzo di tale termini non garantisce di per sé il rispetto del principio di decisione: alcuni
rendono impossibile l’individuazione dei fatti, ‘non rendono il concetto’.
termini In questo ultimo
caso e a maggior ragione quando il legislatore esaurisce la descrizione del fatto, la norma sarà
illegittima ai sensi dell’art. 25 co.2 Cost,
Altre volte un elemento del reato è individuato dal legislatore attraverso un concetto normativo,
che fa riferimento ad un’altra norma giuridica o extragiuridica: tale tecnica risulta
compatibile con il principio di precisione a una duplice condizione:
applicativo né al
Il concetto normativo non deve dare adito ad incertezze né in ordine all’ambito
contenuto della norma.
1.Il principio di precisione nella giurisprudenza
Il principio di precisione viene valorizzato anche come criterio interpretativo delle norme penali,
che impone al giudice di optare tra i diversi possibili significati di una norma per quello che meglio
soddisfa le esigenze di precisione
C) PRINCIPIO DI DETERMINATEZZA
Concetto derivante dal periodo illuminista, secondo cui le norme penali devono descrivere fatti
suscettibili di esser accertati e provati nel processo.
Altresì la Corte Costituzionale ha ritenuto anche implicito l’onere di formulare ipote