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Le donne che sfidano il
regime degli ayatollah in
Iran
Cultura e società
L’Iran di oggi è uno dei tanti paesi islamici in cui le donne vivono
tra obblighi e divieti, in una situazione marginale rispetto
all’universo maschile. Prima della del 1979,
rivoluzione islamica
che portò al potere l’ayatollah massimo esponente
Khomeini,
religioso sciita, le donne vivevano in una situazione di relativa e
puramente formale parità giuridica con gli uomini. Esse ebbero
una parte molto attiva nella rivoluzione che portò alla caduta
dello Scià, il re persiano che governò fno all’avvento della
Repubblica islamica, nata nel 1979. Khomeini sollecitò la
partecipazione delle masse femminili, propagandata come
adeguata al vero spirito dell’islam. La situazione di lì a breve
cambiò. Alle donne venne imposto il velo negli uffci e nei luoghi
pubblici, venne introdotta la separazione netta tra gli spazi
maschili e quelli femminili e restrizioni nel lavoro, nell’istruzione,
nelle arti e nello sport. Furono promulgate leggi che
discriminavano le donne in ogni ambito della società. Nacque
così, nel 1993, un’organizzazione contro il fondamentalismo
degli ayatollah, il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
(NCRI), che si proclama tutt’oggi parlamento e governo in esilio
della resistenza in Iran ed è costituito, per oltre la metà, da
donne. Presidente di questo movimento è Maryam Rajavi,
considerata il futuro capo di Stato dell’Iran. Altra importante
fgura femminile di dissenso è che divenne, nel
Shirin Ebadi,
1975, il primo magistrato donna in Iran, ma fu obbligata, dopo la
rivoluzione islamica, ad abbandonare il suo incarico dalla politica
ultraconservatrice del nuovo governo. Prima donna iraniana e
prima musulmana a ricevere il Nobel per la Pace nel 2003, oggi
Shirin Ebadi è un avvocato e un’attivista per i diritti umani, e vive
in esilio a Londra a causa delle minacce ricevute per le sue
critiche al regime. Tendendo conto delle enormi differenze tra le
zone urbane e le zone rurali e più remote del paese, oggi in Iran,
anche se tra molte difficoltà, le donne fanno sentire la loro
presenza in diversi settori della società, in ambito culturale e
professionale, partecipano alle elezioni governative molto più
attivamente rispetto agli altri paesi dell’area e hanno
un’istruzione elevata. Il 60% degli studenti universitari è infatti
composto da femmine e circa il 90% delle donne iraniane va a
scuola.