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“EPIGRAFIA”
DI CRAWFORD
CAPITOLO SECONDO
Poche sono le civiltà in cui l’incisione di parole su pietra o su metallo non abbia avuto una parte
predominante. L’uso viene attestato per molte popolazioni, ma diventa assolutamente distintivo per la
civiltà greco – romana e per questo motivo il fenomeno deve essere analizzato nella sua essenza. La
grande quantità di documentazione epigrafica:
Graffiti su pareti;
• Frammenti di vasellame;
• Bolli su giare;
• Iscrizioni funerarie di individui;
• Epigrafi monumentali,
•
creano numerose problematiche. Nessuno dei Corpus di epigrafi è stato completato, o perlomeno
senza risultare già troppo vecchio al momento della conclusione. Le pubblicazioni epigrafiche più
soddisfacenti rimangono quelle che risalgono alla fine del XIX secolo e inizi del XX, che ebbero lo scopo
di fornire un campione rappresentativo molto ampio di iscrizioni greche e latine:
Orientis Graeci Inscriptiones;
• Sylloge Inscriptionum Graecarum I – IV;
• Inscriptiones Graecae ad Res Romanas Pertinentes.
•
Le epigrafi se lette a livello generale ci possono aprire le porte per scoprire la vita, la struttura sociale,
il pensiero e i valori del mondo antico. Papiri e pergamene possono deteriorarsi con il tempo ed è per
questo che la lettura delle iscrizioni fornisce la conoscenza essenziale e diretta del mondo antico.
Tuttavia, anche l’epigrafia non sfugge alla perdita parziale del materiale giuntoci dal mondo antico,
infatti come le altre discipline deve fare i conti con il grande patrimonio documentario perduto nel
corso dei secoli. Un altro problema si pone nel nostro studio: il testo a nostra disposizione, si rivela
parziale, in quanto è il risultato delle scelte che l’autore ha effettuato, ma ciò che è sopravvissuto,
perlopiù casualmente, è infinitamente più parziale.
Non abbiamo la necessità di catalogare le varie lingue utilizzate nel mondo greco – romano. Tuttavia,
vale la pena sottolineare il mondo che si aperto con la scoperta delle iscrizioni tardo – frigie dell’età
imperiale scritte in alfabeto greco oppure le scritture neopuniche, scritte talvolta nella varietà locale,
ma anche in latino e in greco. Non ci è comunque giunta traccia di una scrittura non classica. Per
quanto inadeguati, i frammenti di documentazione epigrafica in nostro possesso sono probabilmente
l’unica testimonianza, a volte, dell’uso di una lingua diversa o di lingue diverse in una particolare epoca
o luogo.
Ci sono molti testi scritti in lingue diverse di cui abbiamo attestazione.
Ad esempio, la stele rinvenuta a Rosetta, in Egitto, riporta un decreto della classe sacerdotale
egiziana votato nel 196 a.C, scritto in:
Greco;
• Geroglifico;
• Demotico (Il termine demotico si riferisce sia alla penultima fase della lingua egizia, sia al
• sistema di scrittura con cui questa fase fu trascritta, derivato dalle forme settentrionali di
ieratico usate nel Delta)
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L’Egitto è il caso più evidente in cui le specifiche conoscenze necessarie per lo studio di iscrizioni
papiri e ostraka si sono espresse in compartimenti sbagliati. Sembrano degne di nota tre scoperte
recenti di testi plurilingue:
Iscrizione trilingue, aramaico, licio, greco, proveniente da Xanthos in Licia e databile
con certezza al 337 – 336 a.C. I tre testi sono stati editi da autori diversi e riguardano la
collocazione di un altare e la nomina dei relativi sacerdoti nel santuario di Latona.
Le due iscrizioni greche del re indiano Asoka, della metà del III secolo. Sono gli unici due
documenti buddhisti redatti in greco che sono di nostra conoscenza. La prima iscrizione
presenta un testo parallelo in aramaico ed è un invito ai sudditi del re a seguirlo
nell’astenersi dal mangiare carne. La seconda, invece, è in versione greca;
Le RES GESTAE di Sapur I. È scritta in tre lingue, medio persiano, partico e greco. Il testo
greco, ci offre, soprattutto nella prima parte, un quadro dettagliato della posizione
religiosa e delle attività di uno dei primi re sasanidi, ma nella seconda parte, presenta
un resoconto, molto ricco di particolari di una guerra romana.
lo studio delle iscrizioni diventa importante per:
Storia della lingua;
Pronuncia;
Grammatica;
Ortografia;
Scrittura.
Inoltre, dobbiamo considerare che gli OSTRAKA ateniesi ci permettono di documentare perfettamente
il periodo classico, per cercare di comprendere la forma delle lettere, la grafia, la grammatica in uso
presso comuni cittadini ateniesi. Così allo stesso modo saranno importanti:
La grande quantità di iscrizioni ellenistiche, che diventano la fonte determinante per scoprire
l’evoluzione della koinè e del greco comune del periodo successivo ad Alessandro;
Le iscrizioni epicoriche dell’Italia sono la nostra base per la conoscenza dei vari dialetti italici e
dell’espansione del latino.
Le iscrizioni monumentali, utilizzeranno u