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Mesopotamia meridionale e centrale come alleati, e probabilmente soggetti, di Shamshiadad I contro Rimsin di Larsa. Hammurabi, sesto re della dinastia, grazie a un capillare

sforzo organizzativo interno e, successivamente tramite una forte pressione militare sulle aree limitrofe riesce, dopo trentatré anni dal suo insediamento, a compattare i regni di

Mesopotamia sotto la propria reggenza, attaccò uno dopo l’altro gli alleati della coalizione di Assur, Eshnunna ed Elam,

conquistò Larsa e distrusse Mari. Il Re babilonese conseguì l’unificazione della Mesopotamia, che veniva completata da

successi ulteriori nei confronti dell’Assiria, rimasta tuttavia probabilmente indipendente, pur se sotto controllo babilonese.

La creazione di un impero cosi vasto impose ad Hammurabi un’opera di riorganizzazione, a cui dedicò gli ultimi anni del suo

regno. L’opera consisteva nel riordino delle finanze dello Stato e nella promozione dello sviluppo dell’agricoltura,

dell’artigianato, dell’economa e del commercio. Hammurabi inoltre utilizzò un nuovo linguaggio, al posto del sumerico e dei

dialetti semitici locali, utilizzò un linguaggio aulico che doveva essere ufficialmente riconosciuto in tutto l’impero.

L’aspirazione di dare all’impero un nuovo ordinamento raggiunse il suo apice nella compilazione di un codice legislativo, il

famoso Codice di Hammurabi, una delle piu antiche raccolte di leggi giunta fino ai nostri giorni. I suoi successori

amministrarono un regno che mostrò le prime difficoltà di gestione, Samsuiluna, durante il suo regno, dovette respingere un

attacco dei Cassiti, un bellicoso popolo delle montagne orientali che sarebbe successivamente prevalso in Mesopotamia, e

reprimere rivolte di Larsa, postasi a capo di una coalizione di città meridionali, e di Eshnunna. Alle rivolte interne e al

sorgere del pericolo orientale Samsuiluna stesso vide aggiungere il terzo grave elemento di instabilità politica del suo

Stato, costituito dall’affermarsi della I dinastia del “Paese del mare” nella zona più meridionale della Mesopotamia sotto

Ilumailum. Tra la fine del regno di Samsuiluna e la morte del successore Abieshukh si ebbe il deteriorarsi della situazione

politica, dimostrabile dalle guerre vanamente intraprese dai due re contro la dinastia del “Paese del mare” e quella cassita,

fondata da Gandash, presunto contemporaneo di Samsuiluna, questi ridussero a modeste dimensioni lo Stato babilonese

sotto gli ultimi successori di Hammurabi. Poco si sa di questi ultimi re, Ammiditana condusse una guerra contro “il Paese del

Mare” e Ammisaduqa attuò qualche importante provvedimento di politica interna. La I dinastia di Babilonia crollò, al tempo

del re Samsuditana, poco dopo il 1600, dopo aver preso sotto il proprio dominio la Siria e fatta vassalla Aleppo, il re Hittita

Il Codice di Hammurabi Murshili I, attraversò l’Eufrate all’altezza di Mari, entrò in Babilonia, la saccheggiò, depredò il simulacro del dio nazionale

Marduk per poi ritirarsi lasciando un profondo vuoto politico, da cui ne ebbe tratto vantaggio il cassita Agum II, il quale

ristabilito l’ordine nella Mesopotamia meridionale, assunse il titolo tradizionale di “re delle quattro parti del mondo”.

I Cassiti e la monarchia medioassira

A seguito della grave crisi politica della I dinastia di Babilonia e della definitiva presa della città, poi lasciata incustodita da parte del sovrano Murshili I, i Cassiti, assunsero il

potere in tutta la Mesopotamia meridionale. Iniziò con Agum II il dominio del paese, da Khana sul medio Eufrate fino alle paludi meridionali, nelle quali si trovava attestata la

dinastia del “Paese del Mare” e conclusasi con l’ultimo re Eagamil, sconfitto intorno al 1480 dal dinasta cassita Ulamburiash. I Cassiti si trovarono in concorrenza con tre altri

grandi formazioni politiche: il regno egiziano, il regno di Mitanni, fondato nel XVI secolo dagli Hurriti e il regno ittita, che sotto Suppiluliuma I assoggettò Mitanni, l’Anatolia

centroccidentale e parte del Libano. Gli eventi militari che caratterizzano il regno cassita sono per lo più sconosciuti, mentre numerose evidenze testuali sulla natura diplomatica

delle relazioni tra i nuovi sovrani di Babilonia e i faraoni d’Egitto provengono dagli archivi di Amarna, da cui risalgono testimonianze sui rapporti di forza che intercorsero in

Mesopotamia tra il regno cassita e quelli di Mitanni, di Khatti e, più tardi di Assur. Prima Karaindash intono alla metà del sec. XV e poi Kurigalzu I, alla fine dello stesso secolo,

strinsero alleanza con i faraoni, dando una propria figlia in moglie al re d’Egitto. Inoltre è grazie all’archivio che si hanno le prime notizie della rinascente potenza assira sotto

Ashshuruballit I, che scambiò doni con la corte egiziana, in cambio di oro. Sempre lo stesso archivio documenta che Kurigalzu aveva rifiutato il proprio aiuto a una coalizione di

principi della Siria contro l’Egitto. Con l’avvento del re Ashshuruballit gli Assiri cominciarono a indebolire l'Impero Cassita, il re Assiro condusse una spedizione vittoriosa

contro Babilonia e in seguito della morte di Burnaburiash II, pose sul trono Kurigalzu II a lui fedele. Dalla morte di Ashshuruballit nel 1330 all’avvento di Adadnirari I, il controllo

di Babilonia fu difficile per gli Assiri, impegnati spesso con i confinanti orientali, mentre Kurigalzu II riottenne per un certo tempo l’indipendenza. I rapporti tra Babilonia e

Assiria si mantennero assai tesi e si ripetevano incursioni assire a sud. Durante il regno di Adadnirari I si ebbe un deciso ampliamento degli orizzonti politici in cui intendevano

operare i re assiri, egli sconfisse sia i popoli barbari confinanti a est, sia il cassita Nazimarutash nuovo re di Babilonia , sia lo Stato di Khanigalbat successore di Mitanni. Le

conseguenze politiche dell’azione di Adadnirari I si ebbero in un nuovo assetto delle alleanze di cui deve essersi fatto promotore il re hittita Khattushili III, che prima si alleò con

il cassita Kadashmanturgu e poi stabilì la durevole pace del 1278 con Ramses II. L’impero medioassiro, le cui basi erano state create da Ashshuruballit I, si consolidò e si affermò

pienamente sotto i due successori di Adadnirari I, Salmanassar I e Tukultininurta I, dei quali il primo domò in tentativo di rivolta di Khanigalbat, ponendo stabilmente i confini

del suo dominio sull’Eufrate. Tukultininurta I continuò una politica assai ardita di guerra contro tutti i confinanti, ottenendo ovunque successi, con i quali consolidò i confini del

suo impero piuttosto che ampliarli. Prese a saccheggiò Babilonia sconfiggendo Kashtiliash IV, il quale dopo di lui ci fu un interruzione nella successione dinastica che

corrisponde a un periodo di governo diretto di Tukultininurta I in Babilonia, e si ebbero i primi interventi elamitici, con Kidinkhutran. Negli ultimi anni di Tukultininurta, Babilonia

riconquistò l’indipendenza sotto il regno del cassita Adadshumausur che si scontrò ripetutamente con gli Assiri. Durante il regno dell’ultimo sovrano cassita Enlilnadinakhkhe,

il re elamita Shutruknakhkhunte si spinse in Mesopotamia saccheggiando un serie di città da Eshnunna a Sippar, a Babilonia, ponendo così fine della dominazione cassita,

intorno al 1157. I successori di Shutruknakhkhunte, Kutirnakhkhunte, e Shilkhakinshushinak, continuarono a guerreggiare con minore fortuna in Mesopotamia, e dove si andava

affermando la II dinastia di Isin che riebbe l’indipendenza già sotto, Ninurtanadinshumi, il suo successore Nabucodonosor I, tentò un’espansione a est dove conquistò Susa e

sconfisse le popolazioni iraniche settentrionali, eliminando il grave pericolo elamitico, e a ovest fino in Siria allo scopo di fermare gli Aramei, al nord fece un tentativo contro

Assur ma fallì, già verso la fine del regno glorioso di Nabucodonosor, si posero i primi successi dell’assiro Tiglatpileser I, che assunse successivamente il titolo di “re

dell’universo”per le fruttuose campagne contro i Mushki dell’Anatolia orientale a nord e gli Aramei della Mesopotamia settentrionale. Sulla fine della II dinastia di Isin e sui re di

Babilonia che a essi successero, e che sono presentati dalla tradizione cronachistica come appartenenti successsivmanete alla dinastie del “Paese de mare” e di Bazi, le notizie

sono scarsissime, frammentarie e relative pressoché soltanto ad atti amministrativi. Babilonia si trovò di fronte all’espansionismo assiro, Ashshurbelkala di Assiria, premeva

lungo l’Eufrate con una conseguente reazione violenta da parte del re babilonese Shamashmudammiq e il suo successore Nabushumaukin I con il quale però si raggiunsero

accordi durevoli tra i due stati. Nel complesso in un ambito assolutamente locale, Babilonia dovette mantenere una certa autonomia, pur in condizioni di decadenza che, però,

non impedirono la conservazione del grande patrimonio culturale babilonese.

Gli Hittiti

Gli Ittiti sono un’antica popolazione indoeuropea dell’Asia Minore giunte in Anatolia, tra il 2500 e il 2000 a.C. e unificate tra il

1650 e il 1600 durante l’ “Antico Regno” dai re Lubarna e Hattushili I, quest’ultimo conquistò la città di Hattusas, facendone la sua

residenza fortificata, dando alla potenza hittita quella base imprendibile che permise, con i successi sovrani, a cominciare da

Mursili I, la conquista delle terre di pianura nella Siria settentrionale, da Aleppo giungendo nella terra di Akkad e saccheggiò

Babilonia, ponendo fine alla dinastia di Hammurabi e lasciando l’impero babilonese impotente di fronte all’avanzata dei Cassiti,

che avrebbero dominato gran parte della Mesopotamia per i tre secoli successivi. Il regno di Mursili I significò quindi un gravissimo

sforzo militare, in seguito al quale si ebbero nuove grandi difficoltà. I sovrani hittiti che vennero dopo, combatterono contro

rivolte, difficoltà interne e anche contro l’ostilità dei Khurriti, infatti dopo la sua uccisione salì al trono Hantili I, suo cognato, che

dovette vedersela con questa tribù che attaccò da oriente il territorio degli Hittiti e distrusse alcune città. Il suo regno durò pochi

anni e, nel 1525, gli successe Telipinu, il quale consolidò l’ordinamento dello Stato hittita, fissando la posizione del re secondo la

modalità tipica del popoli indoeuropei. Il sovrano non ha poteri teocratici né diretti né indiretti, come accadeva nella monarchia

egiziana e nelle monarchia mesopotamiche, non è il garante dell’ordine cosmico ma soltanto il capo supremo di un’assemblea di

guerrieri, detta panku, che diviene l’organo politico di un aristocrazia armata. Telipinu respinse gli invasori khurriti dal territorio

entro l’ansa dell’Halys, ma rinunciò al possesso delle terre conquistate in Siria e in tutti i paesi oltre il Tauro, riconducendo lo Statu

Dettagli
A.A. 2018-2019
24 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/05 Archeologia e storia dell'arte del vicino oriente antico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher prisonbreak.91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e storia del vicino Oriente antico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Alonge Roberto.