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Andremo a vedere, nel prossimo paragrafo, cosa rappresenta per
l'Assistente Sociale il codice deontologico al quale deve attenersi e
cosa si intenda per segreto professionale.
Il codice deontologico e il segreto professionale
L'Assistente Sociale, così come qualsiasi altro professionista della
relazione d'aiuto, deve attenersi al rispetto del codice deontologico
degli Assistenti Sociali.
Il Codice deontologico è composto da sette titoli e racchiude, al suo
interno, i principi che stanno alla base dell'agire professionale
dell'Assistente Sociale, oltre alle responsabilità di essa.
Per quanto riguarda i principi è necessario ricordare che, al centro
dell'agire dell'Assistente Sociale, vi deve essere la persona/ utente,
con la sua unicità, con le sue peculiarità, con la sua dignità e con il
suo diritto di poter vedere soddisfatti i suoi bisogni primari, come il
poter vivere dignitosamente.
L'Assistente Sociale non deve avere un atteggiamento giudicante e
non deve farsi trascinare dai propri stereotipi e/o pregiudizi.
Gli stereotipi sono i criteri con cui andiamo a giudicare, o a porre le
nostre valutazioni su una certa tipologia di persona, di gruppo, di
etnia e/o di religione.
I pregiudizi, invece, sono giudizi che si tende a dare, prima di aver
potuto conoscere quella data persona, attenendoci solo alle
apparenze.
L'Assistente Sociale non deve mai generalizzare ma, semmai, deve
considerare ogni persona a se stante, con delle proprie peculiarità e
delle proprie potenzialità, che non aspettano altro che essere
scoperte ed attivate.
L'Assistente Sociale ha una sua autonomia professionale anche se,
come abbiamo già visto, lavora cooperando con altre figure
professionali, all'interno di una équipe.
L'Assistente Sociale deve promuovere l'integrazione, la solidarietà
e deve attivarsi per far sì che non esistano episodi di
emarginazione.
L'Assistente Sociale è dalla parte dei più deboli e si attiva affinché
ogni essere umano abbia il diritto di vedersi riconosciuto come una
persona con il suo fondamentale diritto di vivere dignitosamente la
propria vita.
L'Assistente Sociale ha, però, anche delle responsabilità da
rispettare e a cui doversi attenere. Essa ha la responsabilità:
1. Verso la persona/utente
2. Verso la propria professione
3. Verso l'organizzazione per cui agisce
4. Verso la società
L'Assistente Sociale agisce, dunque:
1. Verso la persona, che viene posta al centro dell'agire
dell'Assistente Sociale
2. Verso l'organizzazione
3. Verso la società locale
4. Verso l'ordine professionale dell'Assistente Sociale
Infatti, l'agire sociale dell'Assistente Sociale non deve mai andare a
nuocere, o a recare danno, sia alla persona, sia a terzi che anche
alla propria comunità e alla propria stessa professione.
In particolare modo, in questo ultimo caso, è opportuno ricordare
che l'azione sociale dell'Assistente Sociale non deve, in alcun
modo, recare danno all'immagine della professione e al suo decoro,
pena la sospensione o, addirittura, la cancellazione dall'ordine degli
Assistente sociali.
Tuttavia, tale argomento lo vedremo meglio nel prossimo paragrafo.
Come già anticipato, l'Assistente Sociale deve attenersi al rispetto
del segreto professionale.
Per segreto professionale vogliamo intendere ogni atto o fatto che
abbia natura privata e riservata e che deve rimanere tale, al fine di
non arrivare a procurare nocumento ( ovvero a nuocere) alla
persona/utente o a terze persone.
La persona/utente ha il diritto alla riservatezza e alla privacy, oltre
che al segreto professionale.
In caso di mancato rispetto del segreto professionale, l'Assistente
Sociale potrà essere chiamato a rispondere davanti ad un giudice,
sia civile che penale.
Ambiti di azione dell'Assistente Sociale
L'Assistente Sociale agisce a favore della popolazione più
svantaggiata e che si ritrova a dover fronteggiare una situazione di
disagio, di sofferenza e di estremo malessere, oltre che, molte
volte, di povertà.
Gli ambiti in cui opera l'Assistente Sociale sono, principalmente, i
seguenti:
1. Minori vittime di abusi e/o di maltrattamenti
2. Famiglie multi problematiche
3. Tossicodipendenti
4. Dipendenti dal gioco d'azzardo patologico
5. Donne vittime di violenza
6. Anziani e disabili
7. Adozioni e affidamento di bambini, molte volte, vittime di abusi
e/o di maltrattamenti
8. Persone carcerate che richiedono un reinserimento all'interno
della società
9. Minori stranieri non accompagnati
10. Comunità psichiatriche
Questi sono gli ambiti in cui sono impegnati, maggiormente, gli
Assistenti Sociali.
L'Assistente Sociale agisce contrastando l'emarginazione e
promuovendo la solidarietà, oltre che l'integrazione.
Il bisogno: una sua definizione
Quando parliamo di bisogno vogliamo intendere uno stato di
carenza, in cui si presenta una data persona, o una data comunità.
È uno stato di carenza che genera malessere ed estrema
sofferenza che va a ripercuotersi anche nelle proprie relazioni
sociali e sul benessere dell'intera comunità.
Ed è per questo motivo che l'Assistente Sociale deve adoperarsi
per affiancare la persona/utente aiutandola a fuoriuscire, attraverso
l'empowerment e l'auto determinazione, dalla propria situazione di
estremo bisogno.
I bisogni possono essere quelli primari, come il nutrirsi
adeguatamente, o il dissetarsi, ma anche quelli sociali, basti
pensare alle famiglie multi problematiche dove vi sono per lo più
carenze sotto l'aspetto relazionale dettate da una mancanza di
buone basi genitoriali.
Tuttavia, è necessario affermare come, il più delle volte, si
presentano casi dove si è in presenza di una situazione di carenza
dettata da bisogni, sia primari che secondari, in egual misura.
Ciò, che non è stato ancora affermato, è che l'Assistente Sociale
deve avere un atteggiamento dettato dal distacco empatico.
Per empatia vogliamo intendere la capacità di mettersi nei panni
dell'altro, cercando di comprendere il suo punto di vista.
Tuttavia, l'Assistente Sociale non deve farsi troppo coinvolgere nelle
situazioni che vanno, man mano, a presentarsi a essa e/ o a esso.
Tutto ciò, per non rischiare una situazione di bourn out e arrivare,
così facendo, a nuocere a se stessa, oltre che alla persona/ utente.
Per bourn out vogliamo fare riferimento al "bruciarsi dentro", ovvero
alla perdita di energie che può scaturire dal farsi troppo coinvolgere
dalle proprie e altrui emozioni.
Infatti, ciò non aiuterebbe assolutamente la persona/ utente perché,
stando male per primi noi, non riusciremo ad affiancare, nei migliori
dei modi, la persona/utente, rischiando seriamente di fare dei grossi
danni.
Per questo motivo è necessario che l'Assistente Sociale mantenga
un buon distacco empatico, essendo, si capace di mettersi nei
panni dell'altro, ma non lasciandosi, al contempo, coinvolgere
troppo dalle emozioni che possono fuoriuscire all'interno dei vari
colloqui d'aiuto. Strumenti dell'Assistente Sociale
L'Assistente Sociale agisce attraverso i seguenti strumenti:
1. Il colloquio d'aiuto
2. La visita domiciliare
3. Il progetto d'aiuto
4. Le riunioni d'équipe
5. La rendicontazione
Il primo contatto, che l'Assistente Sociale ha con la persona/utente,
avviene, generalmente, o attraverso il colloquio d'aiuto, o mediante
una visita domiciliare.
È importante, dapprima, ricordare che l'Assistente Sociale agisce
nell'ambito del sistema integrato dei servizi socio sanitari.
Per quanto riguarda il colloquio di aiuto, è opportuno affermare che
il primo passo è sempre quello dell'accoglienza, dove si viene a
conoscenza delle prime informazioni della storia di vita e delle
relazioni sociali della persona che si presenta a noi in qualità di
utente bisognoso del nostro affiancamento.
Dopodiché, sarà necessario stilare, insieme alla persona/ utente,
una prima bozza del progetto d'aiuto, dove, prima di tutto, si andrà
a redigere un elenco di risorse e di servizi che possono essere
attivati, non dimenticandosi mai di verificare le tipologie di reti e di
relazioni sociali che circondano la persona/ utente.
Questi sono i primi passi da percorrere per ed insieme alla persona/
utente.
Nel fare questo è fondamentale che l'Assistente Sociale tenga ben
presente che deve interessarsi, solo ed esclusivamente, al Sociale
e NON alla patologia che è, invece, il campo della medicina.
Le domande che, all'inizio della presa in carico di un caso,
l'Assistente Sociale deve porsi sono:
1. Da quanto tempo questa persona è in carico ai servizi sociali?
2. È la prima volta che si presenta a questo Servizio?
3. Perché questa persona si presenta solo adesso al nostro
servizio?
4. Qual'e' il bisogno che necessita di essere soddisfatto?
5. Qual'e' la storia di vita della persona che ho di fronte e quali sono
le sue relazioni sociali?
6. Vi sono delle reti che possono essere attivate?
7. Vi sono delle risorse della persona, o esterne ad essa, che
possono essere attivate?
8. Quali possono essere gli obiettivi realistici da poter raggiungere?
9. Quale è la tempistica?
Queste sono alcune delle domande e dei quesiti che è bene porsi
quando si presenta a noi una persona che richiede delle risorse.
È' importante analizzare come, grazie alla crisi che caratterizza, da
diversi anni, il nostro Paese, le risorse siano, sempre più, scarse,
diventando, molte volte, opportuno che l'Assistente Sociale sia abile
nell'essere creativo e propositivo, alla ricerca di nuove idee per
migliorare la qualità di vita della persona e dell'intera comunità.
La persona viene considerata in relazione al suo ambiente ed è
proprio in quest'ultimo che è necessario ricercare nuove reti da
attivare.
Il Servizio Sociale, infatti, viene considerato Arte e l'Assistente
Sociale come l'artista deve adoperarsi per essere il più creativo
possibile, soprattutto, quando le risorse, specialmente finanziarie,
vengono, sempre più, a mancare.
La visita domiciliare è una visita che viene fatta al domicilio della
persona.
Un esempio è il caso in cui si debbano valutare le condizioni
economico/abitativo, ma anche psico/fisiche, di una