Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 17
L'arte paleocristiana Pag. 1 L'arte paleocristiana Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'arte paleocristiana Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'arte paleocristiana Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'arte paleocristiana Pag. 16
1 su 17
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ARCHITETTURA, ARREDI SCULTOREI, MOSAICI DELLA SANTA SOFIA DI COSTANTINOPOLI

Nel 1453 i turchi conquistano Costantinopoli multiculturalità: cristianesimo (nel blocco esterno) vs islam (ai lati)Santa Sofia è stata una moschea fino al 1932. Ha una pianta basilicale, una cupola incastonata su un quadrato(quattro pennacchi formano triangoli sferici), finestre termali (lunettoni) da cui entra luce, marmi policromi, e mosaiciricchi di fondi d’orati, elementi simbolici, motivi geometrici o floreali, ma non ci sono figure (l’iconoclastia saràabbandonata solo a partire dalla seconda metà del IX secolo). Il capitello mostra un monogramma di Teodora(“capitello a casseruola”) e foglie d’acanto. È la sede del patriarca, ma anche sede palatina (fa parte dell’organismodel palazzo, con gallerie e passaggi segreti).

Negli anni ’30 diventa un museo Thomas Whittemore e i restauri del 1935 (dove è riscoperto il

  1. Fase Costantiniana
  2. Costanzo consacra questa chiesa nel 360. Nel 404 è distrutta da un incendio. L'ambone si trovava al centro e le donne si affacciavano dalle gallerie (pianta basilicale). All'angolo nord-est c'era un edificio, lo skeuophylakion.

  3. Fase Teodosiana
  4. C'era un fregio con delle pecorelle. L'architrave era rettilineo, diversamente da quello centrale che si alzava ad arco nel profilo d'ingresso. I capitelli avevano la "maschera d'acanto".

  5. Fase Giustinianea
  6. Nel febbraio del 532 scoppia un incendio, provocato dai tumulti legati alle fazioni del circo (vicino all'ippodromo) degli azzurri e dei verdi, che si sollevano contro l'imperatore (rivolta "nika"). Giustiniano li racchiude nell'ippodromo e li fa trucidare. Fino al dicembre del 537 i tempi di cantiere sono straordinari. Ci sono però problemi.

durante la costruzione: la maltadei pilastri non si asciugava e si temeva il collasso dei pilastri. Nel 558 un terremoto fa crollare la cupola, che verrà ricostruita restringendo il quadrato e alzandola. Poi avverranno altri due crolli: uno alla fine del X secolo e l'altro durante il XIV secolo. Paolo Silenziario, vissuto nel VI secolo, ha composto un poema (addirittura più ampio dell'Iliade) della cattedrale giustinianea di Hagia Sophia, descrivendone l'architettura e le decorazioni dopo la ricostruzione della cupola nel 562: rendendo un'empatia particolare, non proprio oggettiva, Silenziario descrive la policromia dei marmi, il presbiterio, l'ambone del VI secolo somigliante ad "un'isola in mezzo al mare", gli elementi figurati dei tessuti e delle tovaglie d'altare, i capitelli a casseruola e a imposta, ecc. La cattedrale è stata definita "l'occhio insonne" al centro della città.

perché le sue luci erano sempre accese. Tutto quello che è stato fatto era esclusivamente per l'edificio (no reimpiego), segno di un cantiere molto ben organizzato. Come per sfidare la statica, sopra due colonne di porfido ce ne sono ben altre sei. Ci sono lastre reimpiegate nella pavimentazione, riconducibili a quelle dell'epoca della costruzione della chiesa. I soffitti delle finestre sono decorati con motivi geometrici o floreali. La velocità dei lavori ha lasciato delle imperfezioni, che nell'armonia dell'edificio però non si notano. La decorazione musiva parietale della Santa Sofia di Giustiniano (alle radici di un programma "aniconico") è qualcosa di unico, per l'estensione e per l'oro utilizzato ovunque. Nella Santa Sofia di Giustiniano il mosaico parietale è solo una delle componenti decorative, non la principale, e si integra perfettamente. La decorazione originaria giustinianea sopravvive

Nelle volte a crociera delle navate laterali. Dall'Iran si fanno derivare, da un gusto per ciò che è altro, ovvero dall'esotismo, motivi assolutamente fuori dalla cultura dell'impero.

● 1° fase: 532 - 537 → La parte orientale dell'impero romano è nella sua fase più alta riconquista della parte occidentale. Giustiniano sale al potere nel 527 e già nel 540 questo sogno è più o meno realizzato (si arriva alla Spagna). Giustiniano a Santa Sofia soddisfa anche i monofisiti (la stessa moglie Teodora lo era), temendo le scissioni fra chi crede in una sola natura di Cristo e chi in due.

● 2° fase: i crolli → Nel 558 la cupola inizia ad avere dei problemi e collassa nel 563 la cupola è finita, con tanto di contrafforti (alcune soluzioni architettoniche però sono ardite). La maggior parte dei mosaici ha retto ai problemi del 558 (nei timpani e nei colonnati delle gallerie) essendo al pian terreno.

C'è un netto contrasto tra l'oro dei mosaici e il bianco, il rosso, il verde dei marmi, che purtroppo oggi si sono opacizzati per via dello smog e della patina dei secoli.
  1. 3° fase: i restauri
La terra e l'edificio si muovono per via dei movimenti tellurgici restauri nel 989 e nel 1343. Tra il 1847 e il 1849 avviene un nuovo restauro, i cui artefici sono i fratelli Gaspare e Giuseppe Fossati, che agiscono sui punti dolenti dell'edificio: ad esempio rettificano le colonne delle gallerie senza togliere il muro sopra. Questo fa loro pubblicità e li rende famosi. Iniziano anche a pitturare finte tessere dorate, tanto da ingannare persino il sultano. In vista, lasciano un album con i mosaici perduti, un campionario di motivi decorativi di età giustinianea. Dal 1935, quando la moschea diventa un museo (perché la Turchia diventa laica) ci si occupa di pulire le parti coi presunti mosaici perduti, con la guida dell'album dei Fossati.

E vengono ritrovati: ad esempio il mosaico di XI secolo con il serafino è uscito fuori solo qualche anno fa.

Nella ricostruzione delle volte della navata meridionale nel 1854, W. Salzenberg, rivale dei Fossati, a differenza dei due fratelli, disegna tutto, a volte anche inventando, perché molto furbo le croci occultate:

  • alterazione del parato musivo e intervento con pigmenti policromi
  • intervento con pigmento in oro per mascherare i contorni
  • passare un velo d'intonaco sulle croci e con l'incisione fare un finto mosaico a rilievo

Nel 1959 il mosaico è ripulito da qualsiasi aggiunta: anche le tre croci a contorno gemmato della volta sono quelle originarie.

AVORI DELLA TARDA ANTICHITA' (IV - V secolo) di soggetto sia profano sia religioso

Fra gli oggetti tipici della tarda antichità è sicuramente il dittico (dal greco dìptychos, "piegato in due, a doppia valva").

Si tratta di un elemento d'uso comune da

secoli: una coppia di tavolette incardinate fra loro e in origine usate come supporto per la scrittura, quindi spalmate all'interno di cera. Nella seconda metà del IV secolo d.C. il dittico assume particolare importanza politica e sociale: ad esempio i dittici consolari, che hanno data precisa (Fasti consolari: anno e nome del console), quelli a soggetto mitologico, il dittico Trivulzio di contesto religioso, ecc. I LONGOBARDI 1) Le invasioni barbariche: popolazioni che si spostano a Occidente, perché a loro volte pressate dall'Asia patti di federazione: si creano regni romano-barbarici frammentazione nella zona occidentale dell'impero romano tentativo di riconquista nel VI secolo da parte dei bizantini 2) Opera di renovatio da parte di Giustiniano (527-565): controllo nevralgico e ideale di rinnovamento unitarietà dei territori che si affacciano sul Mediterraneo 3) Invasioni arabe (invasione o invito?): dalla metà del

VII secolo, la dinastia degli Omayyadi rimane per circa un secolo, e offre una relativa libertà: non si possono costruire nuove chiese, ma è lecito tenere in vita le precedenti.

Fanno parte del regno longobardo:

  • Tempietto di Cividale (Friuli)
  • Santa Sofia (Benevento)
  • Cappella Palatina di Aquisgrana, annessa al palazzo imperiale di Carlo Magno
  • Monastero di San Giovanni (Mustair)
  • Vangeli dell'Incoronazione (Vienna), che hanno visto l'incoronazione di Carlo Magno la notte di Natale
  • Altare di Sant'Ambrogio (Milano), firmato "Vuolvinus magister faber" per il vescovo Angilberto II: è evidente che Angilberto II sia il committente perché l'altare gli viene donato proprio dalle mani di "Vuolvinus" e perché ha l'aureola quadrata, simbolo del committente vivente

La progressiva ambientazione dei longobardi è evidente anche nel ritrovamento nel 2009 di una necropoli vicino Cuneo: le tombe sono semplici.

nella loro struttura, ma ricche nel corredo, legato all'attività del defunto (armi per gli uomini e vasellame o tessuti per le donne) è cultura sedentaria; in alcuni corredi si trovano anche oggetti preziosi, come il classico piatto dell'Isola Rizza, o quello più romanizzato del tesoro di Perugia, la lamina di Agilulfo (forse frontale di un elmo: c'è il nome di tale re con l'iconografia imperiale di tradizione romana), lo scudo la cinta e la fibula (con una stilizzazione animale, motivi articolati e dei nodi) a Nocera Umbra, o ancora, provenienti dal tesoro di Monza, gli oggetti di Teodolinda (la croce con pendenti e castoni, la corona ferrea con castoni e altre pietre preziose, la composizione di uccelli di contesto religioso, il pavone con foglie d'acanto sopra e di viti sotto, frammenti di iscrizioni sepolcrali, ecc). Sito in posizione strategica a controllo delle vie di terra tra l'Italia e l'Oriente, dal 568 Cividale vieneconcessa dal re Alboino al nipote Gisulfo, divenendo sede del primo ducato longobardo della penisola. La sua attività artistica raggiungerà l'apice nell'VIII secolo; concretamente lo segnalano i seguenti monumenti:
  • L'altare di Ratchis (737 - 744), dedicato al duca Ratchis alla memoria del padre, è stato eseguito in pietra d'Istria e recà scolpita sulla fronte la Maiestas Domini, affiancata dalla Visitazione e dall'Adorazione dei Magi, mentre sul retro compaiono due croci ansate. È evidente la ripresa di modelli iconografici paleocristiani, ma reinterpretati in chiave astrattiva e antinaturalistica, con l'annullamento degli effetti di profondità, in parte compensato dalla decorazione colorata; dunque, le figure bidimensionali riempiono completamente il fondo della lastra, con l'aiuto di alcuni motivi ornamentali, secondo la tendenza prettamente barbarica dell'horror vacui. L'opera mostra
la chiesa di San Giovanni. Il pluteo, realizzato in marmo bianco, è decorato con motivi floreali e geometrici intagliati con grande maestria. La sua forma lineare e slanciata conferisce un senso di leggerezza e armonia all'intero ambiente. La scelta di utilizzare il pluteo come base del fonte battesimale è un esempio di come l'arte sacra possa essere reinterpretata e adattata alle esigenze del tempo, senza perdere la sua bellezza e il suo significato spirituale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
17 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/01 Storia dell'arte medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Svelo1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Paribeni Andrea.