Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 17
L'arte gotica Pag. 1 L'arte gotica Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'arte gotica Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'arte gotica Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'arte gotica Pag. 16
1 su 17
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Totalmente diverso, è Ambrogio Lorenzetti

Ambrogio nasce a Siena nel 1285 e muore nel 1348 di peste nera.

Prendendo in esame la Madonna di Vico l'abate, si può notare come sia corposa e imponente nelle sue forme, una solidità che fa pensare alla corrente fiorentina: Ambrogio ha forse avuto un'esperienza giovanile a Firenze?

Colpisce anche il naturalismo della presa della Madonna, attenta a sorreggere il Figlio: il suo grandissimo studio del naturalismo è grazie a Giotto.

Nella Sala della Pace (o Sala dei Nove), affrescata su tre lati (comprende l'Allegoria del Buon Governo e i suoi effetti, l'Allegoria del Cattivo governo e i suoi effetti), c'è un enorme ciclo di affreschi ('38-'39), noto come La Guerra e La Pace. Le pareti nord ed est, ovvero quelle con il Buon Governo, hanno colori chiari; a contrasto con i toni cupi, i pochi colori, lo spazio ridotto della parete ovest, cioè quella del Cattivo Governo.

Il tutto, è unacomplessa allegoria, che comprende le personificazioni di tali principi:
  • Allegoria del Buon Governo: la Giustizia è seduta in trono, ha un abito rosso, si trova sotto una figura alata chesorregge una bilancia (l’Equità), è distributiva (a ognuno ciò che merita) e commutativa (concerne la regolarità degli scambi); sotto la Giustizia c’è la Concordia, identificata da un’immagine della pialla; da qui, parte unaprocessione di cittadini verso la personificazione del Comune di Siena, sotto forma di un vecchio in bianco enero, e ai suoi piedi ci sono i gemellini di Remo; le tre Virtù Teologali circondano il comune, volandogli sopra,mentre le quattro Virtù Cardinali siedono a fianco; inoltre sono presenti la Magnaminità e la Pax (in bianco esdraiata su un cumulo di armi).
  • Effetti del Buon Governo:
    • In città: non c’è un’identificazione con Siena, ma

c'è comunque un realismo topografico; la città, in fermento, cresce, favorisce lo scambio, è allegra. - In campagna: sono presenti cacciatori, agricoltori, pellegrini, mendicanti, animali. In aria vola la Sicurezza, che regge un delinquente impiccato, simbolo di una giustizia implacabile con chi trasgredisce le leggi, e un cartiglio: "Senza paura ogn'uom franco camini e lavorando semini ciascuno mentre che tal comuno manterrà questadonna in signoria ch'el alevata arei ogni balia." Da notare come questa figura sia nuda, una dei primi nudi consignificato positivo del Medioevo (la nudità era al tempo usata solo per rappresentare le anime dei dannati). L'ideale del Lorenzetti per un comune forte e giusto è mostrato dal contrasto tra la sensualità della figura allegorica e la cruda allusione alla pena di morte: proteggere coloro che agiscono bene e punire chi non rispetta le leggi.

● Allegoria del Mal

Governo: la Tirannia domina la scena e ai suoi piedi c'è Giustizia, legata; sopra, troviamo Superbia, Avarizia e Vanagloria, mentre Crudeltà, Tradimento, Frode, Furore e Guerra sono seduti ai lati.

Effetti del Mal Governo: le disastrose conseguenze del cattivo governo portano alla desolazione. La città è pericolante e piena di macerie, perché i suoi cittadini distruggono piuttosto che costruire, vi si svolgono omicidi, innocenti vengono arrestati, le attività economiche sono miserabili. La campagna è incendiata ed eserciti marciano verso le mura. In cielo vola il sinistro Timore. Il risultato appare infatti denso di riferimenti storici artistici e letterari.

San Francesco entra nell'arte Ancor prima di Giotto, si assiste ad un'irruzione del contemporaneo nelle raffigurazioni religiose: - Un affresco della cappella Bardi (Santa Croce, Firenze) raffigura la morte di S. Francesco (1226), con la successiva espansione del suo ordine.

È subito soggetto d'arte.- 1235: tavola di Bonaventura B. con ai lati storielle della vita del santo.- 1250: tavola anonima (Maestro di San Francesco, Bardi) in cui il santo è circondato da fatti della sua vita.- Un'ambizione più verso il ritratto è nella chiesa inferiore di San Francesco d'Assisi (1278 – 1280) di Cimabue(maestro di Giotto che ha rotto la tradizione) che restituisce un vero ritratto: vuole rappresentare la realtà così com'è.- Mosaici di fine Duecento commissionati da papa Niccolò IV, primo papa francescano: per la prima volta ai santi tradizionali aggiunge San Francesco e il francescano Sant'Antonio da Padova. Ai lati della croce ci sono la Madonna e San Giovanni, Antonio Paolo Andrea e un altro apostolo, il papa e i due santi nuovi (rappresentati più piccoli, i tituli aiutano ad identificarli).Così San Francesco entra nell'arte, addirittura nell'abside, illuogo più sacro dell'edificio. Si avverte il bisogno di elevare San Francesco, grande quanto gli altri santi (muore nel 1226 ed è santo già nel 1228). La Basilica di San Francesco sorge su un terreno di papa Gregorio IX, il “colle dell'Inferno” (perchè qui si eseguivano le condanne a morte) poi rinominato “colle del Paradiso” (1228-1253). Dal 1230 viene portato lì il suo corpo: dunque nasce come chiesa sepolcrale, meta di pellegrinaggio, ma si decide di renderla cappella papale (perchè il popolo si riavvicinasse alle sfere alte della Chiesa). Per due funzioni ci voleva quindi una doppia chiesa; a pianta T (croce latina) a navata unica. Nel Trecento quella inferiore (sepolcrale) ha subito l'aggiunta di alcune cappelle, somma di elementi romanici (campanile, facciata a capanna del romanico umbro, mura solide e compatte) e gotici (portico a sesto acuto, rosone, contrafforti, finestre bifore); questa diversitàdi sinistra, decorata da Giotto e dai suoi allievi. Gli affreschi raffigurano la vita di Maria Maddalena, dalla sua conversione al suo ruolo come testimone della resurrezione di Gesù. Nella basilica superiore, invece, gli affreschi sono opera di Cimabue e dei suoi seguaci. Qui si trovano le storie della vita di San Francesco, dalla sua nascita alla sua morte. Tra le scene più famose ci sono la Predica agli uccelli, la Stigmatizzazione di San Francesco e la Morte del santo. La basilica di San Francesco è un importante luogo di pellegrinaggio per i fedeli di tutto il mondo. Oltre alle opere d'arte, è possibile visitare anche le tombe di San Francesco e dei suoi primi seguaci. In conclusione, la basilica di San Francesco è un capolavoro dell'arte medievale e un importante centro di spiritualità. La sua architettura e le sue opere d'arte raccontano la storia di San Francesco e dell'ordine francescano in modo suggestivo e coinvolgente.

Cappella del lato destro nella basilica inferiore di Assisi. Venne affrescata nel 1307-1308 circa da Giotto e i suoi collaboratori con Storie della Maddalena. Le scene, diversamente dalle Storie di San Francesco o dal ciclo pittorico della Cappella degli Scrovegni, non presentano l'idea della "scatola spaziale". Sono più ampie grazie anche alle maggiori superfici a disposizione, che consentono scene più grandiose e dilatate.

La Resurrezione di Lazzaro ad esempio, se paragonata a quella della Cappella degli Scrovegni, mostra più o meno gli stessi attori e gesti simili, ma qui ha un respiro più monumentale, con pause calibrate che si creano tra il gesto eloquente di Cristo, le Marie inginocchiate e il gruppo attorno al risorto, ancora bendato e maleodorante, come indica l'uomo che si copre il naso col mantello. Diverse sono le fisionomie rispetto a Padova: i tipi fisici mediterranei hanno qui capelli più chiari, di un biondo - rossiccio.

e occhi spesso azzurri. La pittura appare più intensa nei colori quasi pastosi, come si vede bene ad esempio nelle rocce degli sfondi, ormai lontane dalla petrosità delle Storie di San Francesco in cui si trovavano ancora convenzioni bizantine. Le ombre nel chiaroscuro sono spesso intrise di colore. Più ampia e sfaccettata appare la gamma di espressioni usate nei volti, talvolta più enigmatici. Come a Padova la descrizione dei dettagli è amorevolmente curata, come nel sgabello tornito su cui si siede Cristo nella Cena in casa del Fariseo. Se le parti autografe mostrano notevoli progressi, quelle non autografe sono meno avanzate degli affreschi padovani, con una certa gracilità che ricorda le ultime scene delle Storie di San Francesco riferibili al Maestro della Santa Cecilia.

La basilica superiore riprende Vecchio e Nuovo Testamento, che si danno forza a vicenda (lettura tipologica: gli ebrei credono solo al Vecchio Testamento, stanno ancora

aspettando il Messia; mentre i cristiani hanno fede in entrambi), con tanto di storie di San Francesco, ventotto a partire da destra, tre per campata. Non vi lavora Tommaso da Celano, ma Bonaventura (1266) da Bagnoregio (Legenda maior).
  1. L'omaggio del semplice: paradossalmente, il primo episodio è stato realizzato per ultimo; convincente consistenza plastica delle figure, attenta osservazione della realtà per gli edifici e attenzione dei gesti.
  2. Il dono del mantello: è il più elementare, con San Francesco al centro.
  3. Il sogno del palazzo: sottolinea la consapevolezza del santo; attenzione per l'edificio, dettagli naturalistici come la tena che svolazza, il santo e l'angelo.
  4. Il crocifisso di San Damiano parla a S. Francesco: "Francesco va, ripara la mia Chiesa; che tutta si distrugge".
  5. La rinuncia degli averi: il vescovo lo copre col suo mantello, il padre è adirato e trattenuto, i bambini hanno in mano dei sassi (che)

scaglieranno contro Francesco perché lo vedovo come un pazzo); il vestito giallo di Pietro di Bernardone, rimanda al colore del denaro, nel Medioevo, degli ebrei e di Giuda. La gestualità: lo sconcerto del padre, il quotidiano dei bambini, Francesco non ha più un padre, Dio è suo Padre.

6) Il sogno di Innocenzo III: Francesco concretamente sorregge una chiesa (San Giovanni in Laterano).

7) L'approvazione della regola (ufficialmente da Onorio III): la curia da una parte, i frati in basso in successione.

8) Visione del carro: i frati vedono Francesco su un carro di fuoco come il profeta Elia.

9) Visione dei troni del compagno di Francesco: vede tanti seggi vuoti, di cui uno più elaborato per il santo, come gli suggeriscono gli angeli.

10) La cacciata dei diavoli da Arezzo: Arezzo serve ad indicare una città generica, infatti non c'è precisione topografica.

11) La prova del fuoco: Francesco dimostra la sua fede.

12) L'estasi di

Francesco: si solleva da terra.

13) Il presepio di Greccio: inscena in chiesa un presepe vivente. Giotto lo fa dietro il presbiterio creando un scorcio straordinario (croce da dietro). Diversità delle mansioni presso il tipico ciborio di Roma.

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
17 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/01 Storia dell'arte medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Svelo1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Fachechi Grazia Maria.