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Preparazione Estrattiva e Sintesi dei Farmaci
Sicurezza in Laboratorio
Le attività che si svolgono in laboratorio non chimico comportano una serie di rischi che possono essere di tipo in- dividuale, legati seveano trasnuriosi, etc di tipo igienico ambientali legata all'emissione di oggetti e/o fattori nocivi presenti nell'ambiente Il rischio può essere definito come la probabilità di avere un danno se esprorsi ad un pericolo. La sicurezza consista nella riduzione al minimo realizzabile del rischio.
Il Punto di Infiamabilità
...e la Piùamevalle alla quale si fo maccia vapore in una quantità tale da determinare il fenoiario di combustion in presenza di o2 e di un lumero.
Cromatografia su Strato Sottile: TLC
E unu tenicia cromalogratia di adsorliniento solida liquido'empli ce e velove, che richiede coe milinie quantità di componin (nel'indi zo di 10-4 -g). U baso sulle diverse ripartazioni di sostanze tra una fase staxionaria e una fase mobile, in funzione dellafinito dei cin ostanze flo pre eme
- Fase Stazionaria: materiale granulare omog(qel di silice e
- Fase Mobile: liquido che sale lungo lo strato sottile diepor sta azione via capellarita.
Fase Stazionaria
nella TLC la pse stazionaria e fornisce rinte construid theta di alluminio) addimilasi cli legunti feror amido etc) che vliene patta aderire sotti sopra di istrato sottile di su un supposto piamoottormentd di vetro sdi Al.
Tipo TLCSpessore Strato μmDiametro Partic. μm Preparativa500-200020-40 Analitica25010-20 HPTLC1505Beleit L m' di pianetti tenrici e corralato asll'era di raprfie della kbri soriro marie, ne consalquo de parille di dimondori nuvon penrisiiano din grads di risolucrim maggiore
La TLC può essere: preparativa o analitica.
- Cromatografia preparativa: lo scopo di questa cromatografia è di separare i componenti di una miscela per poi utilizzarli in altri ambiti (si utilizzano grandi quantità di sostanza).
- Cromatografia analitica: lo scopo di questa cromatografia è di misurare la proporzione tra l’analita e la miscela. È un metodo utilizzato normalmente per piccole quantità di materiale.
La TLC viene meno impiegata per:
- Seguire l'andamento di una reazione: scomparsa dei reagenti e/o comparsa dei prodotti.
- Controllare il grado di purezza di una sostanza.
- Riconoscere prodotti incogniti.
- Identificare l'eluente più adatto da impiegare per una separazione cromatografica a colonna.
- Seguire l'andamento di una separazione cromatografica in colonna.
Se dello starting material si ottiene un prodotto e questo stesso prodotto è stato isolato lo posso riconoscere. Quindi è una tecnica di via per mettere di riconoscere anche i prodotti incogniti.
PROCEDURA OPERATIVA: SEMINA
La semina è la deposizione del campione. Il campione, sciolto in opportune soluzioni viene deposto sulla lastrina come macchia (SPOT) utilizzando opportune capillari di vetro. La semina è realizzata lungo una linea parallela al bordo inferiore della lastrina, a circa 1 cm da esso. Bisogna cercare di non generare punti di diametro troppo elevato. Se la soluzione è diluita è possibile seminare più volte nello stesso punto. Si pongono tutti su mattita e poi si deposita il campione.
ELUIZIONE
La lastrina viene appoggiata verticalmente all’interno della camera di sviluppo contenente la fase mobile, circumsando che la zona di vegetazione sia al di sotto del livello dello eluente e l'eluente livello. La lastrina per capillarità viene fatta correre fino a circa 1 cm dal bordo superiore assunto la linea di demarcazione della miscela. I campioni si separano trascinando con se.
- Il composto da identificare
- Un campione di riferimento
- Una miscela dei due
Se dopo lo sviluppo tutte e 3 le macchie sono perfettamente allineate, con buona probabilità x tratta dello stesso costante (oppure non c'è stata risoluzione: provare un altro eluente)
RISOLUZIONE
esprime la capacità della TLC di fornire al termine dell'elusione delle macchie ben separate. Dipende dall'affluenza e dalla selettività
RS = d/(WA + WB) / 2
dove d = distanza fra il centro delle due macchie W = diametro di ciascuna macchia misurato nel senso dell'elusione
Le macchie si considerano risolte se RS > 1
EFFICIENZA
esprime la capacità della TLC di tenere compatta la macchia evitando l'espansione durante l'elusione. Dipende da:
- Granulometria FS
- Miscela eluente
- Condizioni ambientali
- Impaccamento FS
CAPACITÀ
quantità di campione che può essere depositato sulla TLC per ottenere una buona separazione. Quantità eccessive determinano imbratti, difficile forma, irregolare che possono perdere sovra la separazione e/o equivale l'identificazione dei componenti della miscela.
EFFETTO BORDO
solita non uniforme della fase mobile dovuto alla non simplicità della fase stazionaria o alla cattiva saturazione della camera di elusione.
CAPACITÀ
EFFETTO BORDO
POSSIBILI MACCHIE:
- REGOLARE TAILING (SEDIMENTO FREQUENTE)
- FRONTING (RARO)
- DEFORMAZIONE
- STRISCIATA (SEMPLA TROPPO CONCENTRATA)
RESA DI UNA REAZIONE
In molte reazioni chimiche è inevitabile ottenere una quantità di prodotto inferiore a quella prevista per ragioni sia di natura chimica che legate alla procedure pratiche di operazioni eseguite. La resa empirica di un'esecuzione è:
- Resa teorica: la quantità massima di prodotto (in peso) che si può ottenere da un dato numero di scrittori di reagenti.
- Resa reale (effettiva o sperimentale): è il peso del prodotto puro che viene isolato dalla reazione ed è normalmente più bassa della resa teorica. In genere si riporta nei risultati sperimentali con reso% calcolato nella seguente maniera: RESA PERCENTUALE = RESA REALE/RESA TEORICA ∙ 100
Si parla di resa quantitativa quando si ha una resa percentuale di 100%
REAZIONI CONTROLATE DALLA QUANTITÀ DI UNO DEI REAGENTI
Il rapporto tra la quantità molare dei reagenti in una miscela di reazione può essere:
- uguale: rapporto dei loro coefficienti nell'equazione bilanciata: tutti i reagenti vengono totalmente consumati
- non uguale: rapporto dei loro coefficienti nell'equazione bilanciata: solo uno o soltanto verso totalmente consumato
ECCEDERE DI REAGENTE
Nella realtà sperimentale, però, le reazioni chimiche vengono condotte impiegando i reagenti in rapporto non stechiometrico (uno o più di questi sono in difetto molare). L'impiego di un eccesso di reagente rispetto ad un altro può rendersi necessario per:
- Convertire completamente un reagente nel prodotto desiderato
- Accelerare una reazione lenta
- Spostare la posizione di un equilibrio
- Compensare la perdita di un reagente a causa di reazioni collaterali
SOLVENTE
La funzione principale del solvente nelle reazioni è quella di garantire una trasformazione selettiva il più possibile in fase omogenea con efficace controllo della velocità di reazione e fisico da condimento, permettendo e diminuendo l'energia prodotta dalla reazione. La maggior parte delle reazioni viene condotta in soluzione, ossia in condizioni nelle quali solventi e reagenti possono interagire efficacemente. Fenomeni di solvatazione o di formazione di compleassi con reagenti o prodotti, possono concorrere a promuovere o meno una reazione chimica, influenzandone il decorso.
Le energie di solvatazione che vengono messe in gioco possono essere considerate:
- Questo è una sommazione di linfasi dispolare richiesta 150kcal/mol, in H2O < 25 kcal/mol.
- C'è un aumento della velocità di reazione di un fattore 104, passando da MeOH o DMF.
La purezza del solvente è importante. Ad esempio abbiamo l'addizione di HBr agli alchini secondo Markovnikov se ionico, o antimarkovnikov se radicalico.
In alcuni casi un reagente può essere impiegato anche come solvente se possiede buone caratteristiche solventi, o in presenza di equilibrio.
TEMPERATURA
Molte reazioni organiche sono caratterizzate da una E di attivazione così elevata da non procedere a normale T con una velocità accettabile e fornite quindi di sottemperatura calorica (come T non viene riconsiderato in reazioni di complesso osmoszione instabile (e.g. sali di diazonio) e esterealimentore reattivo (e.g. carbaniolini (li-metalati)) con e di controllare eventuali reazioni collaterali che possono limitare la resa e la selettività del prosnso.