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La guerra tra greci e persiani
I greci vollero al comando Euribiade e i Lacedemoni, mentre gli ateniesi (con una flotta più grande di quella delle altre polis riunite) sostenevano Temistocle. Per evitare una guerra intestina cedette spontaneamente il comando.
Dinanzi alla flotta persiana a Afete, Euribiade si ritirò verso l'interno, per proteggere le sue navi con la forza di terra. Gli scontri negli stretti si riveleranno di poca utilità per la guerra, ma faranno prendere esperienza alla flotta greca.
Mentre la flotta era alla fonda all'Artemisio, giunse la notizia della sconfitta delle Termopili e la morte di Leonida, con la caduta in mano persiana dei passi via terra. La flotta si ritira ulteriormente nell'entroterra.
Temistocle fu il promotore del decreto che poneva a tutti i giovani di imbarcarsi e evacuare donne e bambini da Atene. Nicagora, accolse i profughi a Trezene, e fece in modo che venissero nutriti a spesa della città e che i giovani ricevessero, sempre su spesa pubblica,
degli insegnanti. Quando Euribiade volle ritirarsi ulteriormente Istmo (dove era radunato l'esercito di terra), Temistocle si oppose. Tuttavia dinanzi l'avvicinarsi del nemico vinse l'opinione della ritirata. Temistocle allora è, con uno stratagemma, fece mandare un suo affezionato servo (di origini persiane) da Serse annunciando la fuga greca e convincendolo a tagliare la ritirata greca. Il re accettò credendo nell'inganno di Temistocle, e una volta che i greci furono tagliati fuori, decisero di combattere con animo. Secondo Eschilo le navi persiane erano più di mille, mentre la flotta attica ne contava appena centottanta. Temistocle aspettò l'ora in cui il vento e la marea aumentavano, così facendo le navi greche, nettamente più piccole non avrebbero subito danni, mentre fu la rovina per la flotta persiana, con navi più pesanti e alte. Il vento fece ruotare le navi nemiche, offrendo il fianco ai rostri dei greci. I greci,
Aiutati dal vento, colpirono con grande forza le navi nemiche, e le due ammiraglie, rimasero incastrate dalla potenza dell'impatto. Il corpo di Ariamene, ammiraglio della flotta persiana e fratello del re, venne trovato tra i relitti sulla spiaggia di Salamina e riportato al sovrano.
Nel tentativo di opporsi ai greci, Serse fa condurre per mezzo di un terrapieno l'esercito di terra a Salamina. Con un altro trucco, Temistocle inviò uno degli schiavi reali trovati tra i prigionieri a avvertire Serse che i greci avrebbero fatto verla per l'Ellesponto, nel tentativo di distruggere il ponte di barche usato dai persiani per raggiungere l'Europa. Allarmato, il sovrano decise per la ritirata dalla Grecia.
Dopo la guerra fu eletto navarco. Successivamente diede il via alla ricostruzione delle mura della città, e ad una loro fortificazione ulteriore. Successivamente attrezzò gli scali del Pireo, per congiungere Atene al mare, con una linea politica opposta a
Quella degli antichi re di Atene, e il popolo prese coraggio, rafforzandosi contro l'aristocrazia. Si generò l'idea che la democrazia era rivolta verso il mare, mentre l'oligarchia fosse più radicata alla terra.