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TOTALE
Quadro normativo
3.
Come già detto l’attività di vigilanza della Banca d’Italia è regolata da un
complesso di norme internazionali, comunitarie e nazionali. Tale complesso è in
continua evoluzione per adeguarsi alla crescita dei mercati, degli operatori
finanziari e della complementarità fra i prodotti bancari e finanziari.
Nazionale
I. Fonti Primarie
a. L’origine dell’odierna normativa vigente in materia bancaria e
creditizia si può attribuire al decreto legislativo 385/1993, meglio
conosciuto come Testo Unico Bancario (TUB).
Il TUB si può definire come un insieme di princìpi e di attribuzioni di
poteri, che stabilisce le norme indispensabili e definisce le
8
competenze delle autorità creditizie (CICR, Ministero dell’Economie
e delle Finanze e Banca d’Italia). Nel dettaglio conferisce il potere di
emanazione di norme secondarie riguardanti aspetti tecnici e/o
interventi prudenziali.
D’altra parte, per quanto riguarda i mercati finanziari, è il decreto
legislativo 58/1998 a partorire quella che, ancora oggi, è la
normativa vigente nel nostro Paese, normativa che prende il nome
di Testo Unico della Finanza (TUF).
Altre norme di rilevante importanza in ambito di competenze,
organizzazione e operatività della Banca d’Italia e delle altre autorità
di vigilanza si possono trovare nella legge 262/2005, ove si recano
“Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati
finanziari” (artt. da 19 a 29).
Fonti Secondarie
b. Le fonti secondarie consistono nelle delibere del CICR, che dispone
princìpi e criteri per esercitare la funzione di vigilanza su proposta
della Banca d’Italia, e nella regolamentazione che la Banca stessa
emana (circolari, regolamenti, disposizioni di vigilanza).
Il CICR, in base all’art. 2 del TUB, svolge il ruolo di alta vigilanza in
materia di credito e di tutela del risparmio. Ad esso spetta la delibera
in tali materie, secondo la competenza attribuitagli dal TUB e da
altre leggi successive.
Il CICR è composto dal Ministro dell’Economia e Finanza, che ne
è anche Presidente, dal Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e
Forestali, dal Ministro dello Sviluppo Economico, dal Ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti e dal Ministro per le Politiche Europee.
Alle sedute partecipa anche il Governatore della Banca d’Italia.
Internazionale
II. 9
Per ciò che concerne il piano internazionale le varie Nazioni hanno
concordato un complesso unico di regole, norme e tecniche di vigilanza, al
fine di ottenere la promozione della stabilità finanziaria, il miglioramento
dei mercati, la riduzione del rischio sistemico mediante la cooperazione
internazionale tra le autorità vigilanti e lo scambio di informazioni.
Un quadro normativo del genere presuppone la presenza di organismi che
lavorano costantemente al suo mantenimento e all’osservanza delle
norme in esso contenute. Tali organismi sono innumerevoli, per citare i più
importanti:
FSB (Financial Stability Board)
- BCBS (Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria)
- ESRB (Comitato Europeo per il Rischio Sistemico)
- EBA (Autorità Bancaria Europea)
- ESMA (Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati)
- EIOPA (Autorità Europea delle Assicurazioni e delle Pensioni
- Aziendali e Professionali)
IOSCO (International Organization of Securities Commissions).
-
Comunitario
III. Le fondamenta dell’ordinamento del settore bancario e finanziario
possono senza dubbio attribuirsi alla disciplina comunitaria.
Molti, infatti, sono gli strumenti che l’UE (Unione Europea) ha la possibilità
di adoperare per introdurre disposizioni nei sistemi nazionali. La scelta
nell’utilizzo di tali strumenti è indirizzata dalla volontà dell’UE di rendere
più o meno vincolanti le normative per i singoli Stati membri. A seconda
della quantità di questi vincoli possono essere emanati regolamenti,
direttive, decisioni, raccomandazioni e pareri.
Tra le tante disposizioni emanate dall’Unione Europea, ve ne sono alcune
che comportano, per le autorità di vigilanza nazionali, l’obbligo di
pubblicare (secondo lo schema comune delle Linee Guida dell’EBA) le
informazioni su: 10
regolamentazione di vigilanza
- modalità di applicazione delle discrezionalità previste dalla
- legislazione comunitaria (in ambito nazionale)
criteri e metodi per il processo revisionale e di valutazione
- prudenziale.
dati statistici aggregati sull’applicazione delle disposizioni
- prudenziali armonizzate.
Tutto ciò consente di effettuare parallelismi tra le diverse modalità adottate
dalla autorità di vigilanza dei vari Stati membri, permettendo di
confrontarle tra loro.
Consultazioni Pubbliche
4.
Alla Banca d’Italia è richiesto, ogni qualvolta emani nuove regolamentazioni o
revisioni di normative esistenti, di sottoporre le stesse a consultazione, in
osservanza della legge 262/2005 sulla tutela del risparmio.
Per le consultazioni in corso chiunque può inviare, normalmente, osservazioni,
commenti o proposte, purché entro il limite di 60 giorni dall’inizio della
consultazione.
Tra le consultazioni in corso, nel periodo, si possono trovare voci relative a:
estensione agli intermediari finanziari della matrice dei conti
- segnalazione relativa all’archivio delle perdite registrate storicamente sulle
- posizioni di default
raccolta di dati sui sistemi di remunerazione e incentivazione
- istruzioni per la compilazione della segnalazione Assetti Partecipativi Enti
- (A.P.E.)
istruzioni per un’adeguata verifica della clientela e sulle conseguenti
- modifiche del Provvedimento sull’AUI (Archivio Unico Informatico).
Se si volesse cercare tra le consultazioni concluse (con particolare riferimento a
quelle la cui normativa non è ancora stata emanata), se ne possono notare
riguardanti:
autorizzazione all’attività bancaria
- 11
disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche (controlli interni,
- sistema informativo e continuità operativa)
disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari.
-
A consultazione conclusa, vengono pubblicati un resoconto dalla Banca d’Italia,
dove compaiono le osservazioni ricevute, le considerazioni della Banca stessa e
il testo definitivo, che restano a disposizione di tutti.
Analisi sul sistema bancario e finanziario
5.
In questa sezione si riporteranno alcune analisi e studi su tematiche di vigilanza.
Raccomandazione EBA sul capitale delle banche
I. L’Autorità Bancaria Europea ha emanato, nel giorno 08/12/2011 una
raccomandazione riguardante il capitale delle banche.
Tale raccomandazione è parte di un complesso di misure europeo più
ampio, approvato dal Consiglio dei Capi di Stato o di Governo il 26 ottobre
dell’anno precedente, e richiede il rafforzamento della posizione
patrimoniale delle banche mediante la costituzione di un buffer di capitale
eccezionale e temporaneo. Tale strumento deve permettere che il Core
Tier 1 ratio delle banche raggiunga la quota del 9%.
All’iniziativa hanno partecipato 71 banche europee, tra cui i 5 maggiori
gruppi bancari italiani: Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di
Siena, Banco Popolare e Unione di Banche Italiane.
Stress test sul sistema bancario nazionale
II. Ogni anno vengono effettuati degli “stress test” sui maggiori gruppi
italiani, ed ogni anno la Banca d’Italia pubblica i risultati che emergono dai
suddetti test. Lo scopo è valutare il modo in cui le istituzioni finanziarie
reagiscono ad eventuali sviluppi negativi dei mercati. Inoltre, le conclusioni
tratte dagli stress test contribuiscono a valutare complessivamente il
rischio sistemico del sistema finanziario dell’Unione Europea.
La conduzione dei test spetta in primo luogo all’EBA, affiancata dalle
autorità di vigilanza nazionali degli Stati membri, in stretta collaborazione
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con il Comitato Europeo per il Rischio Sistemico, la Banca Centrale
Europea e la Commissione Europea.
I risultati emergenti dai test dell’anno scorso rilevano, senza ombra di
dubbio, che i cinque maggiori gruppi bancari italiani hanno superato
ampiamente il valore di riferimento (pari al 5%), rappresentando il 62% del
totale dell’attivo del sistema bancario nazionale.
Tale esito dimostra e conferma la piena adeguatezza della
capitalizzazione delle banche italiane e l’ottima capacità di assorbire
l’impatto di un pesante deterioramento delle attuali condizioni relative al
mercato e alla macroeconomia.
È risultato, infatti, che applicando le ferree condizioni ipotizzate nel test
effettuato, ciascuno dei cinque gruppi bancari ha mantenuto un
coefficiente relativo al patrimonio ben oltre la soglia del 5%, stabilita come
indice per valutare un’eventuale operazione di ricapitalizzazione. La media
ponderata del coefficiente dei cinque gruppi risulta essere del 7,3%, ben
2,3 punti percentuali in più rispetto all’indice di “rischio” prefissato.
Oltretutto, se si volessero includere ulteriori risorse patrimoniali, come
elementi in grado di assorbire rapidamente le perdite (e non rientranti nella
definizione di Core Tier 1), il coefficiente patrimoniale medio dei cinque
gruppi sarebbe del 7,9%.
Si è dimostrato, inoltre, che neanche un ulteriore inasprimento del rischio
sovrano riuscirebbe ad intaccare la solidità delle banche italiane.
Analisi delle spese dei conti correnti postali e bancari
III. Nell’anno 2012 sono state rilevate spese per conti correnti bancari e
postali nella misura seguente:
Spese per conti correnti postali e bancari (Anno 2012)
Variabile Poste (A) Banche (B) B - A
Numero osservazioni 466 11.599 11.133
Numero medio di operazioni 92,1 130,7 38,6
Spese fisse (A) 40.9 60,6 19,7
Di cui: Canone base 28,8 34,4 5,6
Canone bancomat 9,7 4,2 - 5,5
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Canone carta di credito 1,5 5,5 3,9
Comunicazioni di 0,0 0,9 0,9
trasparenza
Invio estratto conto 0,2 3,6 3,3
Altre spese fisse 0,7 12,3 11,6
Spese variabili (B) 14,8 27,7 12,9
Di cui: Spese per disposizioni 12,2 16,9 4,7
Spese di scrittura 2,6 10,8 8,2
Spese totali (A + B) 55,7 88,3 32,6
Spese per utilizzo a debito (C) 0,3 17,4 17,1
Spese totali (A + B + C) 56,0 105,7 49,8
6.Relazioni tra intermediari e clienti
Affinché i princìpi di trasparenza e correttezza verso la clientela siano rispettati
la Banca d’Italia richiede agli intermediari particolari attenzioni quali:
informare in maniera chiara e trasparente riguardo ai prodotti/servizi
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