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La teoria della traduzione nella storia
Quando si parla della storia della teoria del tradurre occorre piuttosto parlare di teorie. Le teorie della traduzione risentono delle differenze tra contesti letterari, linguistici, ecc. delle culture. Tuttavia, c'è una serie di elementi che le accomunano e che permettono di rilevare delle tendenze generali.
Autori come Cicerone, san Gerolamo, Goethe e Benjamin non erano traduttori professionali nel senso in cui intendiamo oggi questa attività: erano poeti, letterati e filosofi che praticavano la traduzione ai fini dell'attività creativa, come esercizio sul proprio linguaggio e sul proprio stile. Un elemento in comune delle traduzioni "pre-scientifiche", è che tutti si occupano esclusivamente della traduzione artistica, cioè della traduzione di testi letterari (cioè i testi classici greco-latini e la Bibbia). Tutti questi testi discutono prevalentemente dei problemi che riguardano il metodo.
del tradurre. Si può aggiungere che dalle origini delle teorie della traduzione fino ai giorni nostri si assiste a una lenta ma progressiva "teorizzazione" del problema; i suoi momenti "alti", quelli che segnano maggiormente questa evoluzione, possono essere rilevati in lavori come quelli di Leonardo Bruni e Friedrich Schleiermacher. Le poche volte che si può intravedere qualcosa riguardante il problema della traduzione di testi tecnico-scientifici, questo viene fatto unicamente per sostenere che tali testi non pongono effettivamente problemi interessanti che valga la pena trattare in maniera approfondita. Cicerone distingue tra due tipi di traduttore, l'interpres (colui che traduce testi tecnici) e l'orator (colui che traduce testi artistici). All'interno della teorizzazione del tradurre artistico si trovano comunque spesso affermazioni che riguardano i differenti metodi del tradurre a seconda del genere testuale. San Gerolamo, ad esempio,Ritiene che il testo biblico debba essere tradotto letteralmente, ma che i testi profani devono invece essere tradotti ad sensum. Storicizzare il concetto di traduzione. La teoria della traduzione o l'intera disciplina stessa dei Translation Studies di oggi è fortemente condizionata e influenzata dai risultati teorici imposti nel passato. Steiner (1975) arriva al punto di sostenere che da Cicerone e Quintiliano fino a oggi le idee sul tradurre sono state sempre le stesse. Egli afferma che tutta la teoria della traduzione si riduce a variazioni intorno all'opposizione fra "lettera" e "spirito", cioè su quale dei due tipi di traduzione sia quella giusta o quella più fedele. La classica maniera di porsi la questione che contrappone la traduzione letterale a quella libera, venne introdotta da Cicerone e continua ancora oggi ad essere impiegata. I modi di considerare per esempio la proprietà letteraria, la lingua materna, i concetti.
difedeltà e infedeltà, l’integrità testuale e, di conseguenza, il modo stesso di considerare iltradurre hanno avuto, nelle diverse epoche e nei diversi contesti culturali, accezioni moltodisparate.
La traduzione come creatrice di lingue e letterature
Una storia della traduzione non può essere separata da quella delle lingue, delle culture,delle letterature, e perfino da quella delle religioni e delle nazioni.
Le traduzioni in tutti i tempi hanno occupato un ruolo importante nell’evoluzione e nellatrasformazione di una cultura. Partiamo dall’ipotesi che le traduzioni effettive rappresentinouna parte della storia culturale che andrebbe maggiormente integrata a ogni analisi di unsistema letterario o linguistico. Il fatto che le traduzioni possano aver giocato un ruolocentrale nell’evoluzione, nella trasformazione o nella stessa affermazione di una letteratura,viene solitamente trascurato dagli studi di tipo critico-letterario. Poche volte
Lingua scritta in pratica si è creata attraverso la traduzione della Bibbia. Alle soglie del XIX secolo, sempre in Germania si attraversa una fase di autodefinizione/determinazione culturale e si tenta tra l'altro di fondare una letteratura propria. A tale scopo, proprio la traduzione verrà a occupare un ruolo molto centrale. Si traduce da tutte le letterature, ma in particolare da quella classica greca e latina.
Nell'insieme letterario complessivo di una determinata cultura, Even-Zohar ha individuato due posizioni che le traduzioni possono occupare al suo interno: una innovativa e una di mantenimento. Quando occupano una posizione innovativa, le traduzioni partecipano attivamente al modelling center del polisistema.
La traduzione non è mai neutrale. Mentre la teoria della traduzione "tradizionale" tende a individuare la difficoltà di tradurre unicamente nei fenomeni linguistici, sembra opportuno sottolineare come le difficoltà e
Le costrizioni siano altrettanto di natura extra-linguistica. Entrano in questa vasta gamma fattori che in qualche modo possono condizionare le traduzioni, anche l'insieme costituito dalle ideologie, dai centri di potere, dalle poetiche e tradizioni letterarie di una determinata cultura. In maniera diretta o indiretta, in maniera più o meno fiscale, questi fattori possono appunto condizionare la scelta dei testi da tradurre, il metodo con cui i traduttori devono lavorare, ecc.
André Lefevere ha constatato che la traduzione è comunque, e necessariamente, una certa manipolazione del testo originale, e che questa operazione può essere più o meno accentuata.
L'era "tragica" della traduzione ha favorito la nascita di tutta quella serie di metafore che vedono il traduttore come uno schiavo di chi deve servire due padroni: l'originale e la traduzione. Queste metafore rispecchiano una realtà in cui il traduttore, malpagato, malconsiderato,
nascosto nella sua condizione ancillare, ha un ruolo marginale. Il traduttore non è dunque servitore solo del testo che deve tradurre, ma anche degli interessi ideologici e poetici di coloro per cui traduce. Tradurre ha spesso avuto queste implicazioni ideologiche e politiche e ciò ha significato che il traduttore si è dovuto sottoporre a "direttive" su cosa e come tradurre. Attraverso una ricostruzione storica dei contributi teorici sulla traduzione, possiamo vedere quanto l'attività del tradurre sia stata spesso sottoposta a controlli e censure. Il potere e il controllo sulle traduzioni esercitati da parte della Chiesa ne è forse l'esempio più lampante. L'umanista, tipografo, editore e traduttore, Etienne Dolet, nel 1546 fu condannato al rogo, si dice, per aver tradotto uno dei dialoghi di Platone in maniera tale da implicare la sfiducia nell'immortalità dell'anima. L'antichità latina.storia della teoria del tradurre è ricostruibile a partire dalla classicità latina, perché è in questo ambito che la civiltà occidentale si è rivolta per la prima volta verso le culture e le lingue altrui come fonti di conoscenza. Nella Roma antica, la traduzione diventa uno degli strumenti più importanti per facilitare il processo di assimilazione delle letterature e filosofie altrui. Il primo traduttore romano che conosciamo è uno schiavo greco, Livio Andronico, il cui scopo principale era quello di "avvicinare il testo più che possibile ai lettori latini, sia spiegando sia romanizzando Omero". Questa romanizzazione avveniva sia sul piano del contenuto sia sul piano dell'espressione. Già in Livio la traduzione artistica ha lo scopo di raffinare e arricchire la lingua latina attraverso l'imitazione dei modelli greci. "De optimo genere oratorum" di Cicerone è il testo più antico di cui si ha notizia sulla teoria della traduzione.siamo a conoscenza che contiene riflessioni sul tradurre, ed è allo stesso tempo una sorta di manifesto della traduzione artistica, che celebra la traduzione libera. Pochi anni dopo, le parole di Cicerone vengono seguite e confermate da quelle di Orazio, nella sua Arte poetica. Le traduzioni della Bibbia Il capitolo più importante di una storia della traduzione occidentale è senza dubbio quello della traduzione biblica. È probabile che l'Occidente abbia attribuito così tanta importanza al tradurre proprio perché la Bibbia era stata scritta in una lingua che richiedeva di essere tradotta per la maggior parte dei fedeli. Il problema della traduzione biblica viene affrontato da San Gerolamo. Egli fu il principale autore della Vulgata, la quale consiste in una sua revisione delle traduzioni già esistenti del Nuovo Testamento, e in una sua traduzione dell'Antico testamento dagli originali in aramaico ed ebraico. Secondo il desiderio di papa Damasso,essa avrebbe dovuto stabilire un'interpretazione unica destinata a diventare il testo canonico. San Gerolamo subisce molte contestazioni a causa della sua opera e viene anche accusato di eresia. Queste critiche gli vengono dunque rivolte non per gli errori linguistici, ma perché la sua versione rompe con la tradizione. Per esempio, sant'Agostino contestava la sua traduzione biblica e non gradiva la chiarezza dello stile ricercato da san Gerolamo per ottenere una maggiore intelligibilità. Secondo san Gerolamo, il principio da seguire per ben tradurre non è rendere parola per parola, ma riprodurre il senso dell'originale. In una lettera a Pammachio, san Gerolamo scrive a difesa dei propri principi e dei metodi di tradurre; egli si appoggia inoltre ai maestri Cicerone e Orazio e da più peso alla resa del significato. San Gerolamo modifica il testo originale laddove ritiene abbia bisogno di chiarimenti.
Il Medioevo
Non esistono documenti teorici di grande
uo periodo affascinante. Durante il Medioevo, l'Europa ha vissuto importanti trasformazioni sociali, politiche e culturali. Ecco alcuni dei principali eventi e caratteristiche di questo periodo:- Alto Medioevo: Questo periodo va dal V al X secolo. Durante questo periodo, l'Europa fu dominata dai regni barbarici e si assistette alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Inoltre, si svilupparono nuove forme di governo, come il feudalesimo.
- Basso Medioevo: Questo periodo va dall'XI al XV secolo. Durante questo periodo, l'Europa conobbe un periodo di crescita economica e di sviluppo delle città. Inoltre, si assistette alla nascita delle università e all'affermazione del potere della Chiesa cattolica.
- Le Crociate: Nel XII e XIII secolo, si svolsero le Crociate, una serie di guerre religiose tra cristiani e musulmani per il controllo della Terra Santa. Le Crociate ebbero un impatto significativo sulla politica, l'economia e la cultura dell'epoca.
- La Peste Nera: Nel XIV secolo, l'Europa fu colpita dalla Peste Nera, una terribile epidemia di peste bubbonica che causò la morte di milioni di persone. Questa epidemia ebbe un impatto devastante sulla società medievale.
- L'arte gotica: Nel XII secolo, si sviluppò l'arte gotica, caratterizzata da archi a sesto acuto, volte a crociera e vetrate colorate. Questo stile architettonico si diffuse in tutta Europa e rappresentò un importante cambiamento rispetto all'arte romanica.