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Nel 1783 il “Pennsylvania Evening Post” è il primo quotidiano indipendente del nuovo continente
e ad inizio 800 il prezzo medio era di 6 penny, six penny press.
Nel 1833 il “New York Sun” viene venduto ad un penny, sancendo la nascita della penny press.
Questo porta ad un cambiamento del modello economico, dove il giornale ha un prezzo accessibile
a tutti, possibilità di inserzioni pubblicitarie, indipendenza politica, e possibilità di acquistare una
sola copia dallo strillone, sancendo il superamento della vendita per abbonamento.
Inizia anche un cambiamento dei criteri di valutazione e costruzione della notizia, che avviene
tramite una fitta rete di reporter e prendendo in esame notizie di human interest, cronaca nera e
resoconti di dibattiti in aule di tribunale, tutto ciò crea uno stile sensazionalistico che offre libertà di
giudizio e allo stesso tempo assicura fidelizzazione del lettore e credibilità alla testata.
Quindi si ha un incremento delle vendite ed una produzione più veloce grazie sia alle nuove
tecnologie, la rotativa della macchina a vapore si ad un'organizzazione più efficiente del lavoro,
tramite raccolta tempestiva di notizie, confezionamento e distribuzione del giornale.
Negli anni successi come conseguenza nascono nuovi penny press:
“New York Herald” e “Il Tribune” che trattavano principalmente di diritti civili e sociali,
introducendo nel 1859 una grande novità, l'intervista.
Nel 1851 appare il “New York Times” caratterizzato da un'impronta meno sensazionalistica, una
maggiore obbiettività e grande ricchezza degli argomenti.
Possiamo affermare che la nascita della penny press è la base e l'affermazione della civiltà
dell'informazione, dove c'è il coinvolgimento di grandi masse in tutti i campi della vita sociale.
Le innovazioni tecnologiche del XIX secolo
Il giornalismo nel 1800 riceve una grande spinte dalle molte innovazioni tra cui:
– 1814 - torchio di stampa al vapore
– 1835 - la fotografia
– 1837 - il telegrafo
– 1840 - la pasta legno
– 1848 - la rotativa
– 1876 - il telefono
– 1884 - la linotype e la monotype
La nascita del quotidiano per tutti in Francia
La rivoluzione della penny press arriva anche in Europa, inizia un meccanismo di vendita degli
spazi pubblicitari in rapporto al numero dei lettori e cosi il giornale diventa un'impresa
commerciale.
Emile de Girardin fonda a Parigi “Le Voleur”, una rassegna stampa e “La Mode” una stampa
femminile che riporta pettegolezzi degli ambienti più in vista(gossip).
Nel 1836 nasce “La Presse”, venduto a metà prezzo perchè l'altra metà era pagata con le entrate
pubblicitarie, diventa il nuovo modello di giornale e in 9 anni raddoppia il numero dei sui lettori, da
10k a 22k.
La concorrenza diretta arriva da “La Siecle”, che ha la pubblicità sempre in 4° pagina, ma riporta
un contenuto più politicizzato; vende 30k copie nel 1840, 10k solo a Parigi.
I romanzi a puntate: Le roman feuilleton
La prima pagina è caratterizzata da un taglio basso dedicato ad articoli di critica letteraria, il più
noto di essi è “Les mysteres de Paris”. Il successo di questo genere è legato al meccanismo di
suspance che il testo riesce a creare.
Il romanzo d'appendice in Italia
Questo genere si diffonde nel nostro paese sia grazie alla traduzione di autori stranieri, sia per la
produzione nazionale.
Il quotidiano “Roma” pubblica 107 romanzi a puntate. Tra i maggiori esponenti del genere c'era
Carolina Invernicio, per 40 anni alla “Gazzetta di Torino”, che trovo grande appeal nella piccola e
media borghesia, riuscendo comunque a rispettare le esigenze commerciali del giornale.
A cavallo tra 800 e 900 si distinguono principalmente, Matilde Serrao e Giovanni Verga.
L'Italia verso la stampa moderna
La costante crescita e sviluppo del mercato editoriale, inizia a trovare i primi ostacoli, soprattutto
sociali, anche se ormai nelle principali città il giornalismo è un fenomeno più che consolidato.
Uno dei maggiori fù senza dubbio l'analfabetismo, che impediva di raggiungere le fasce più povere
e allo stesso tempo più popolose(circa il 75%), ancora fuori dall'aura del giornale.
Ruolo fondamentale lo ebbero Carlo Alberto di Savoia e Cavour, come allo stesso modo
l'introduzione della pressa a vapore da parte di Giuseppe Pomba.
Cio' permise una crescita della stampa, che anche se era libera, era soggetta alla legge in caso di
abuso.
L'Italia verso la stampa moderna: dall'unità al trasformismo
L'Italia era un paese prevalentemente agricolo, con condizioni economiche e sociali limitate, pochi
sapevano leggere e scrivere e la stampa quindi resta pilotata dall'impronta politica.
Nel 1865 viene fondato “Il Sole”, il primo quotidiano economico commerciale, Firenze diventa la
nuova sede del parlamento, e l'Agenzia Stefani si trasferisce a Torino da dove segue le vicende del
governo e del parlamento.
Al sud si afferma “Il Secolo”, che tra il 1866-76 vende 30k copie, caratterizzato da uno stampo
moderno e popolare, con una linea patriottica ma democratica, e allo stesso tempo con un
potenziamento della cronaca cittadina. Presentava anche il romanzo a puntate.
La Manzoni era un'agenzia pubblicitaria, specializzata nella farmaceutica e che per la prima volta
introduce i necrologi
Da qui in poi l'ascesa del giornalismo fù inarrestabile, e sempre di più il giornale viene usato a scopi
politici come nel periodo di Depretis(1876-87), nel quale si assistì allo scandalo Oblieeght.
L'imprenditore acquistava quotidiani in perdita, ma così operando si assicurava appoggi politici in
grado introdurlo in nuovi settori di investimento, si occupava principalmente della compravendita di
pubblicità tra Italia e Francia.
Negli anni 1880 a Milano c'erano “Il corriere della sera”(60k copie) e “Il secolo”(100k copie),
mentre a Roma “Il messaggero”(1878), a carattere popolare e moderato trattava la cronaca
cittadina ed usciva sia la mattina che la sera , e “La tribuna”(1883), nata dalla sottoscrizioni di 120
deputati liberali e quindi di matrice spiccatamente politica.
La politica e i giornali
I giornali si distinguevano tra nord e sud, i primi erano critici verso una politica di espansionismo
coloniale(Il secolo, La stampa), mentre il sud era a sostegno di una politica aggressiva all'estero e
reazionari all'interno(La tribuna, Il mattino). Questi contrasti generano la crescita delle
organizzazioni sociali e delle lotte di classe e un dibattito sia sull'economia quanto sul riscatto
sociale dei lavoratori, a cui conseguono i movimenti anarchico rivoluzionari.
Nel 1892 nasce il partito socialista, e nel 96 il proprio giornale “L'Avanti”, circa 40k copie, e di
schieramento cattolico, accende un dibattito sulla partecipazione di quest'ultimi alla vita politica
dello stato.
Gli anni di fine secolo
La fine dell 800 e sotto il governo Crispi, saranno anni di repressione e limitazione della stampa.
Momenti segnanti saranno l'approvazione del codice Zanardelli, che includeva i reati di stampa nel
penale, la chiusura del “il Secolo” e il generale Bava Beccaris che spara sulla folla a Milano. Tutto
accompagnato da numerosi arresti e denuncie ai giornalisti e direttori, causa le maggiori restrizioni.
La situazione diventa ancora più critica con il governo Pelloux, che porta la sinistra ad usare l'arma
dell'ostruzionismo, impiegato dalle minoranze parlamentari per impedire e ostacolare le
deliberazioni della maggioranza.
Il quotidiano nell'età di Giolitti
All'inizio dell XX secolo in Italia si respira un clima di maggiore libera e democrazia, si assiste ad
un incremento della popolazione a cui segue uno sviluppo tecnologico e un ammodernamento delle
infrastrutture e dei servizi. A queste migliori condizioni di vita ne consegue una riduzione
dell'analfabetismo e si ha anche un estensione al diritto di voto.
Compare per la prima volta lo stampo del moderno quotidiano, dove il giornale rafforza ancora di
più la sua componente imprenditoriale, legando sia con il mondo dell'industria(Ansaldo, produceva
locomotive) e dell'agricoltura, cosi nasce la formula “Omnibus”, che diventerà il futuro rotocalco e
voleva raggiungere qualsiasi tipo di pubblico.
Tuttavia questa imprenditorialietà non toglierà la connotazione prettamente politica dai giornali
italiani, in quanto questi erano dipendenti dalla politica e soprattutto informavano e formavano
l'opinione pubblica.
“Il corriere della sera” nel 1920 raggiunge le 600k copie di tiratura, rispecchiando il modello del
“Times” di Londra, ossia un'informazione autorevole e affidabile, ricca di notizie e scoop, con una
prima pagina politica che presentava sempre un linguaggio sobrio e pulito.
Era un giornale conservatore della destra storica cavouriana avversa a Giolitti, con
un'impostazione grafica austera e composta. Offriva anche dei supplementi come la “Domenica” e
“Il corriere dei piccoli”.
La sua stampa era affidata alle nuove tecnologie ed ad accordi con le principali testate estere(quindi
collaboratori ben retribuiti e qualificati).
Da questo momento storico ad ogni gruppo finanziario corrisponde il proprio giornale, per esempio
“Il resto del carlino” degli zuccherieri emiliani, antisocialista e conservatore.
A Torino la “Gazzetta piemontese” diventa “La stampa” di Alfredo Frassati, si occupa di cronaca
locale ed estero, annovera tra i collaboratori Luigi Einaudi, e presenta una linea riformatrice e
liberale che evidenzia il successo del ceto produttivo e imprenditoriale del nord.
“La stampa” diventa la nuova antoganista de “Il corriere della sera”.
Giolitti e lo schieramento dei giornali
Giolitti cercò di usare la sua influenza per ricercare consenso di stampa e dell'opinione pubblica,
durante il suo mandato di Ministro degli interni(1901-1903) furono limitati gli interventi sulla
stampa. L'Italia è informata principalmente da “Il secolo “ a Milano, “La stampa” a Torino e “La
tribuna” a Roma.
A lui si oppongono principalmente “Il corriere della sera” e “Il giornale d'Italia”, mentre lo
sostengono i democratico-radicali e i liberali conservatori.
Giolitti reagì sovvenzionando i suoi giornali sostenitori con i fondi segreti dell'Interno, la
riorganizzazione dell'ufficio stampa di quest'ultimo e nel 1906 viene interdetto il sequestro
preventivo, anche se la magistratura continuava