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Passaggio nel 1960 alla formula del Centro sinistra, che viene per la prima volta sperimentata nelle
amministrative dell’autunno del 1960 dopo il fallimento del governo di Tambroni. Nasce nel luglio del
1960 il governo di Fanfroni definito come “governo di restaurazione democratica” che vede per la
prima volta l’astensione dei socialisti (che erano precedentemente sempre stati all’opposizione). È il
governo preludio del Centro sinistra che verrà alla luce nel 1962.
Il Corriere della Sera nel 1952 era passato sotto la direzione di Mario Missiroli. È un giornale
immagine del conservatorismo degli anni 50, incarnando l’immoblismo di questi anni sia sul piano
politico che giornalistico. Non c’è nessuna innovazione sul piano dei linguali, delle innovazioni e dei
contenuti. Con la nascita del Giorno il corriere della Sera inizia ad incontrare difficolta a causa della
concorrenza divenendo crescente negli anni 57-58-59, ponendosi al centro dell’attenzione aldilà delle
tirature effettive. I Crespi decidono di cambiare direzione nell’ottobre del 1961 chiamando Alfio Russo,
scelto successivamente a contrasti e ripensamenti con i notabli della direzione. Egli riusci
nell’obiuettivo di rimodernare senza rivoluzionare la tradizione. Quasi tutti i giornalisti degli anni
50-60 erano i giornalisti del fascismo, e vennero pensionati. Russo assunse dunque molte firme
giovani dandogli fiducia. I nuovi giornalisti diedero un punto di vista nuovo e piu giovane. Il giornale
rimane pero su posizioni moderate e conservatore per tutti gli anni 60, rimanendo diffidente nei
confronti del centro sinistra esprimendo i timori e gli allarmi per questa alleanza a diffusi tra gli
industriali lombardi e gli esponenti della borghesia milanese. Il Corriere della Sera diviene sempre piu
governativo quando dopo il 1964-65 il Centro sinistra inizia ad affievolire le sue intenzioni riformiste.
La Stampa Cattolica, in virtù del papato di Giovanni XXIII e del concilio vaticano II che si apri il
12 ottobre del 1962. Lo spirito di crociata che aveva caratterizzato l’Ossercatore romano si era
appiattito nei primi anni 60, esponendo i nuovi orientamenti del papato e della curia.
I due piu importanti giornali cattolica del tempo erano:
1. “L’Italia”→ il giornale cattolico di Milano, il cui direttore fu Giuseppe Lazzati,
2. “L’avvenire d’Italia” il giornale cattolico di Bologna, con direttore La Valle.
→era
Questi due giornali in questo periodo sono colonne del centro sinistra che nel piano internazionale si
battono per la cosiddetta distensione (per la politica di conciliazione tra gli USA e l’Unione Sovietica).
Entrambi i direttori erano legati a Giuseppe bussetti leader dell’Italia del primo nucleo italiano della
sinistra democristiana di Firenze.
La Stampa Comunista
Rinnovamento della stampa mista che negli anni 60 il partito comunista era l’unico partito che era
alleato a destra con il partito \italiano.
Negli anni 60 il partito comunista si accorge che la società sta cambiando e ch deve rinnovarsi, inizia il
primo percorso di rinnovamento e nel nel novembre del 1961 nasce un giornale pomeridiano
“Stasera” un giornale popolare he potesse far concorrenza alla Notte e al Corriere d’informazione.
giornale pero non decolla,
2
La direzione dell’Unità viene dunque affidata ad Arcata. Il giornale sotto la direzione di Arcata diviene
sempre piu accessibile e chiaro rispetto al tono “politichese” degli anni 50. Era sempre stato un
giornale angusto nei suoi orizzonti e nei suoi interessi riferendosi sempre alla politica, alle lotte tra
partiti ecc.. diviene negli anni 60 come gli altri giornali. Arcata lavoro sulla stesura e sul formato degli
articoli. Egli lavora anche sulle lettere dei lettori, che dieviene una politica molto letta in grado di
fidelizzare i lettori. L’Unità lavora molto sulla chiarezza e sulla limpidezza dell’informazione e della
suddivisione della materia. Anche l’uso della fotografia cambia notevolmente, dotandosi di propri
fotografi che cogliessero da un punto di vista differente le lotte dei lavoratori e dunque dall’interno,
con grandi formati e qualità. Rimaneva comunque un organo di partito che doveva comunque
riflettere il proprio partito (quando c’erano le relazioni sul congresso si leggevano ampie e lunghe
relazioni su di esso).
La lotta che aveva caratterizzato alcune fasi del giornalismo italiano si ripropone negli anni 60, in
corrispondenza di momenti di espansione economica la concorrenza fra i giornali si fa più aspra.
Questa concorrenza fa crescere dunque i costi dei giornali, che per vendere maggiormanete devono
cercare le firme migliori, le notizie piu accattivanti e aumenta il numero delle pagine dei giornali in
corrispondenza dell’aumento della pubblicità su di esse. I giornali cercano di svincolarsi dalla
dimensione locale e regionali, aspirando ad una dimensione più ampia. Il problema del numero del
lunedì: era importante poiché lo sport faceva da padrone (poiché tutto avveniva durante la domenica).
Era un numero che costava molto poichè bisognava pagare gli straordinari ai giornalisti e ai tipografi
che svolgevano la domenica. Queste nuove spese erano anche fatte nella prospettiva di un’espansione
economica che sarebbe durata a lungo, anzi che non si sarebbe mai conclusa. L’aumento dei redditi
crea la libertà delle risorse per le spese culturali e per tutte le risorse legate all’informazione. A partire
dal 1976 inizia una fase di recessione economica e la crescita dei costi nell’insutria editoriale aumento
notevolmente. Tra il 1965 e il 1966 chiusero moli giornali tra cui Il Sole (nato nel 1866 a Milano,
chiuse nel 1964 concludendo nel “Il Sole 24 ore”). Si affaccia il primo tentativo di trust
(concentrazione dei giornali), successivamente a questa crisi editoriale svolta da Attilio Monti grande
imprenditore dell’industria petrolifera recando di dare vita ad un impero editoriale spinto da due
ragioni:
1. Ragione politica→ Monti tende di dotarsi di un poderoso strumento di pressione sull’opinione
pubblica attraverso l’acquisizione di piu testate.
2. Ragione economica→ razionalizzare i costi dei giornali affinché l’impresa fosse redditizia.
Politicamente questo tentativo si rivelò efficace, economicamente un po’ meno. Monti non nascose
mai le sue simpatie per la destra, il suo obiettivo era anche quello di spostare il baricentro
dell’opinione pubblica italiana che a suo parere si era spostato a sinistra.
Monti compra l’ERIDANIA, un’industria di zucchero ed attraverso di essa si impossessa delle quote di
maggioranza di tre giornali: La Nazione (Firenze), il resto del Carlino (di Bologna) Telegrafo di
Livorno il Giornale d’Italia di Roma e compra un giornale sportivo lo Stadio. Con la vendita
complessiva di 600.000 copie Monti guadagna una posizione di virtuale monopolio dell’Emilia e della
Toscana, l’industria politica orientata a destra ha efficacissimi strumenti di controllo sull’opinione
pubblica nazionale e su due regioni colonne d’Italia. Nel dicembre del 1969 ebbe luogo un dibattito
sull’azione trust di Monti, Visaglia un rappresentante democristiano cercò di rassicurare le
preoccupazioni generale. È la prima volta che il Parlamnto si occupa di questo problema. Nel dibattito
si pongono le basi del problema di effettuare oppure no gli aiuti pubblici alla stampa (di tipo
parlamentare) che negli anni 70 finirà per portare alla legge sulla stampa italiana. Nino Rovelli
acquisto i due unici giornali seri della Sardegna “L’Unione Sarda” e la “Nuova Sardegna” in ottica di
favorire le sue imprese attraverso le pressioni sull’opinione pubblica e sul governo.
L’Avvenire d’Italia inizia a rifiutare la subordinazione della democrazia cristiana, critica la guerra
americana in Vietnam. La curia arcivescovile di Bologna, sfruttando come giustificazione la situazione
di deficit del giornale per fondere due giornali: l’Italia e l’Avvenire d’Italia. Nacque dunque
l’Avvenire.
Avviene il cambio di direzione di 5 giornali:
1. Al Corriere della Sera si sostituì con Spadolini, Alfio Russo.
3 2. Alla Stampa dopo i 20 anni di direzione di De Benedetti, viene affidato il ruolo ad Alberto
Ronchey.
3. Il Resto del Carlino, che era stato diretto da Spadolini arriva Domenico Bartoli
4. Al Secolo XIX di Genova inizia la direzione di Piero Ottone .
5. Il Gazzettino di Venezia Alberto Cavallari (1927-1998)
È Ottone a rivelarsi il piu grande direttore dei 5 giornali trattando sempre i problemi locali della città
di Genova come problemi nazionali. Era un giornalista ispirato dal giornalismo anglosassone. Il suo
era un giornale chiarissimo con tono liberal inglese. Dimostra sotto questa direzione una notevole
spregiudicatezza politica, fu uno dei giornali che guardo alla situazione politica con occhi limpidi
senza cogliere gli eventi con rigidità ma con la volontà di comprenderli e commentarli.
Il conformismo si vede bene dall’accettazione della versione ufficiale governativa su cui si
appiattiscono tutti i giornali del tempo e nella tendenza eccessiva di sollevare potere a livello regionale
e nazionale. Il conformismo degli anni 68-69 si riflette molto nel giornalismo degli anni ‘50 di
tradurre il linguaggio in modo scuro ed opaco. Le unita dirompenti di questi anni giunsero e furono
conseguenza degli avvenimenti politici e sociali he scossero il Paese dal 1968 in poi. Alla fine del
decennio si verificarono movimenti di associazioni studentesche e contestazioni sindacali operaie.
Tutte queste associazioni si collocarono all’estrema sinistra e fecero nascere moltissimi fogli, in parte
legati al movimento underground e in parte legati ai movimenti marxisti che si moltiplicarono
notevolmente in questi anni. È da questi ambienti che sorge il dibattito sullo stato dell’informazione
italiana, sui limiti della libertà di stampa in Italia e il problema del monopolio televisivo della RAI che
inizia ad essere fortemente contestato (si verifico proprio in questi anni la moltiplicazione di emittenti
televisive e radiofoniche, prima via cavo e successivamente attraverso le antenne).
È in questo periodo che nasce la storia del giornalismo, e dunque in cui il giornalismo inizia ad essere
studiato. Inizia la controinformaizone, che si opponeva in termini radicalmente opposti
all’informazione ufficiale borghese conferita non solo dalla RAI ma anche dai grandi giornali
d’opinione. La controinformazione voleva dare voce alle frange dell’opinione pubblica che non eran
mai stati rappresentati o rappresentati malamente: classe operaia (proletariato), giovani e donne. Essi
divengono il centro di attenzione dei giornali della introi formazione. È un momento di grande
esuberanz