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“L’INTERVENTO DELL’ITALIA”
Allo scoppio del conflitto del settembre 1939, l’Italia aveva inizialmente
dichiarato la sua non belligeranza, giustificando l’inadempienza agli impegni
del patto di acciaio, con l’impreparazione ad affrontare una guerra di lunga
durata. Ma successivamente anche con la caduta della Francia, Mussolini
decise di entrare in guerra. Il 10 giugno 1940 Mussolini annunciava da
palazzo Venezia l’entrata in guerra dall’Italia. La prima prova militare dell’Italia
contro la Francia si risolse in un fallimento. Le cose non andarono meglio
contro gli inglesi.
“LA BATTAGLIA D’INGHILTERRA”
Dal giugno del 1940, la Gran Bretagna era rimasta sola a combattere contro
la Germania e i suoi alleati. Nel maggio del 1940 fu chiamato a guidare il
governo Wiston Churchill, egli annunciò subito la sua idea di voler continuare
la guerra con un solo obbiettivo, ovvero: “la vittoria a tutti i costi”. Hitler dava
cosi il via al progetto per l’invasione dell’Inghilterra (l’operazione Leone-
marino). Iniziò cosi la prima grande battaglia aerea della storia. La tenace
resistenza Inglese, impose alla Germania la prima battuta d’arresto dall’inizio
del conflitto.
“IL FALLIMENTO DELLA GUERRA ITALIANA”
Il 28 ottobre dell’anno 1940 l’esercito italiano attaccava la Grecia, l’attacco fu
determinato da ragioni di concorrenza con la Germania che aveva iniziato gli
attacchi militari in Romania. L’esito fu fallimentare per l’Italia, e tutto ciò,
insieme agli insuccessi militari in Africa diede un duro colpo all’immagine di
Mussolini. Nel Dicembre sempre dello stesso anno gli Inglesi avevano
conquistato la parte orientale della Libia. Per evitare la cacciata definitiva
dalla Libia Mussolini decise di accettare l’aiuto da parte della Germania, infatti
solo così le truppe dell’asse cominciavano una controffensiva che in aprile
portò alla conquista della Libia orientale.
Nel frattempo l’Africa orientale italiana (ovvero quella composta da: Etiopia,
Somalia, Eritrea) stava per essere conquistata dagli inglesi. Anche nei
Balcani il fallimento italiano aprì la strada all’intervento delle forze tedesche;
così Jugoslavia e Grecia furono conquistate da Italia e Germania, mentre gli
inglesi furono costretti a ritirarsi. Hitler non aveva più rivali in Europa e poteva
concentrare il grosso delle sue forze vero l’obbiettivo più ambito: ovvero la
conquista dello spazio vitale a est ai danni dell’Urss.
“L’ATTACCO ALL’UNIONE SOVIETICA”
Con l’attacco tedesco all’unione sovietica, all’inizio dell’anno 1941, la guerra
entrò in una nuova fase. Il movimento comunista si riconvertì all’alleanza con
la democrazia e alla lotta contro il fascismo.
Il fatto che l’Urss costituiva uno degli obbiettivi di maggiore importanza di
Hitler non fu una novità, bensì Stalin si era come dire illuso del fatto che la
Germania non avrebbe mai attaccato la potenza sovietica, prima di aver
concluso la sua lotta con la Gran Bretagna; proprio per questo i sovietici
furono colti di sorpresa. Nel dicembre del 1941 i sovietici lanciavano la loro
prima controffensiva allontanando la potenza tedesca da Mosca.
La resistenza guidata da Stalin fu più efficace del previsto. La guerra di
trasformava da una guerra a lampo a una guerra d’usura, a discapito della
Germania.
“L’AGGRESSIONE GIAPPONESE E L’ENTRATA IN GIOCO DEGLI STATI
UNITI”
Allo scoppio della guerra gli stati uniti avevano ribadito, la loro linea di non
intervento negli affari europei. Ma Roosvelt decise di impegnarsi in una
politica di sostegno economico nei confronti della Gran Bretagna, rimasta
ormai sola a combattere contro la Germania.
Infatti nel marzo del 1941 fu approvata la legge detta degli “affitti e dei
prestiti” che consentiva la fornitura di materiale bellico a quegli stati la cui
difesa fosse considerata vitale per gli interessi americani.
Molto importante fu l’incontro fra Roosvelt e Churchull, il risultato di questo
incontro si tradusse nella cosi detta “Carta Atlantica”: un documento
composto da otto punti, in cui si voleva ribadire la condanna dei regimi
fascisti; inoltre con codesta carta si fissavano le linee di un nuovo ordine
democratico da costruire a guerra finita, nel rispetto dei principi di sovranità
popolare, di autodecisione dei popoli, di libertà dei commerci, di libertà dei
mari, di cooperazione internazionale, di rinuncia all’uso della forza nei
rapporti tra gli stati.
A trascinare però gli stati uniti nel conflitto mondiale fu l’aggressione subita
nel pacifico da parte del Giappone: la maggiore potenza dell’emisfero
orientale e il principato alleato della Germania e dell’Italia, cui era legato dal
1940 da un patto, il cosi detto “tripartito”. Il Giappone aveva approfittato del
conflitto europeo per allargare le sue aspirazioni a tutti i territori del su est
asiatico. Quando nel 1941 i giapponesi invasero l’Indocina francese, stati uniti
e Gran Bretagna reagirono decretando il blocco delle asportazioni verso il
Giappone. Il governo giapponese scelse la via della guerra. Cosi il 7
dicembre del 1941 il Giappone attaccò “Pearl Harbor” e la distrusse in buona
parte. Poco dopo l’attacco a Pearl Harbor anche Germania e Italia
dichiararono guerra agli stati uniti.
“ IL NUOVO ORDINE”
Tra la primavera e l’estate del 1942 le potenze del tripartito raggiunsero la
loro massima espansione territoriale. Sia la Germania che il Giappone
cercarono di costruire nelle zone poste sotto il loro controllo un nuovo ordine
basato sulla supremazia della nazione eletta e sulla subordinazione degli altri
popoli alle esigenze dei dominatori. Un trattamento duro fu poi riservato al
popolo slavo, ma anche e soprattutto alla popolazione ebrea, deportata e
sterminata nei campi di concentramento, costruiti appositamente per
“accontentare” l’ideologia di Hitler che si basava sulla supremazia della razza
pura, ariana rispetto agli altri popoli soprattutto nei confronti della popolazione
ebrea, che veniva vista come popolo di usurai, Hitler decise di isolarli, decise
che nessuno di loro poteva confondersi con il resto della popolazione; in un
primo momento vennero isolati, poi successivamente con l’inganno deportati
e uccisi uno per uno.
Questo sistema di sfruttamento e di terrore messo in atto da Hitler, portò alla
Germania dei vantaggi immediati, ovvero una riserva indescrivibile di forza-
lavoro gratuito. Ma ovviamente tutto questo portò allo svilupparsi di
movimenti contro il nazismo e contro il terrore e lo sterminio che Hitler stava
attuando. Episodi di resistenza nazista si manifestarono nella prima fase della
guerra, in tutti i paesi invasi dai nazisti. La resistenza al nazismo rappresentò
solo una faccia della realtà dell’Europa occupata dai Tedeschi, vi fu una parte
più o meno consistente della popolazione che accettò di collaborare con i
dominatori.
Vuoi perché questa parte di popolazione fu in un certo senso “ingannata” in
quanto Hitler, nascondeva gli orrori che stava commettendo sotto una
propaganda che nulla aveva a che vedere con il suo operato. Vuoi perché in
quel periodo si stava combattendo una guerra, che comportava notevoli
difficoltà, di conseguenza buona parte della popolazione non voleva
“rischiare”.
“GLI ANNI 1942-1943, LA SVOLTA DELLA GUERRA”
Tra il 1942 e il 1943, l’andamento della guerra, stava subendo una svolta, su
tutti i fronti. I primi segni di codesta svolta si ebbero nell’oceano Pacifico,
dove la spinta Giapponese fu fermata dagli americani; successivamente un
altro avvenimento segnò il cambiamento: nell’oceano Atlantico dove i
tedeschi avevano condotto fino ad allora un efficace guerra sottomarina,
contro i convogli che trasportavano gli stati uniti alla Gran Bretagna. Gli alleati
riuscirono a concentrare la loro forza solo nella difesa dei convogli. L’episodio
decisivo di questa fase si verificò in Russia, quando i tedeschi entrarono a
Stalingrado e subirono una cacciata da parte dei sovietici.
Per gli anglo-americani e sovietici, trovarsi a combattere dalla stessa parte, si
faceva più urgente a questo punto si ebbe la necessità di elaborare una
strategia comune per battere le potenze fasciste.
Nella conferenza tenuta a Washington tutte e 26 le potenze in guerra contro il
tripartito, si erano unite per sottoscrivere il patto della nazioni unite. I
contraenti sottoscrivendo questo patto si impegnavano a combattere e a
tenere fede nei principi della carta atlantica, a combattere le potenze fasciste,
a non concludere armistizi o paci separate.
Nella conferenza di Casablanca inglesi e americani decisero che una volta
chiuso il fronte africano, lo sbarco sarebbe avvenuto in Italia, inoltre gli anglo-
americani si accordavano alla resa incondizionata da imporre agli avversari:
la guerra sarebbe continuata fino alla vittoria totale, senza patteggiamenti.
“L’ITALIA E LA CADUTA DEL FASCISMO”
La campagna d’Italia ebbe inizio il 12 giugno del 1943 con la conquista
dell’isola di Pantelleria. Un mese dopo, i primi contingenti americani
sbarcavano in Sicilia e poche settimane dopo si impadronirono dell’isola; la
popolazione locale non oppose nessuna resistenza e spesso accolse gli
alleati come liberatori.
A determinare la caduta di Mussolini, fu una sorta di congiura che faceva
capo alla corona, il pretesto per l’intervento del re fu offerto da una riunione
del gran consiglio del fascismo tenutasi il 25 luglio del 1943 e conclusasi con
l’approvazione a forte maggioranza di un ordine del giorno presentato da
Dino Grandi, che invitava il re a riassumere le sue funzioni di comandante
supremo delle forze armate, cosi Vittorio Emanuele III invitò Mussolini a
rassegnare le dimissioni e successivamente esso fu arrestato, la caduta del
fascismo suscitò nell’opinione pubblica grande entusiasmo. Ma i tedeschi
avevano inviato in Italia forti contingenti di truppe per contrastare l’avanzata
alleata, il governo Badoglio proclamò che nulla sarebbe cambiato
nell’impegno bellico dell’Italia.
Ma nel frattempo egli intrecciò delle trattative segrete con gli alleati per
giungere ad una pace separata, con gli anglo-americani, legati all’impegno
della resa incondizionata c’era però ben poco da trattare, quello che i
negoziatori italiani dovettero sottoscrivere fu appunto un atto di resa senza
nessuna garanzia per il futuro. Firmato il 3 settembre, l’armistizio gett&ogr