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La Rivoluzione Francese
Sostituirono un organo politico tradizionale creando la Comune. Il 17 luglio il popolo incassò una prima vittoria con l'umiliazione del re.
Le conseguenze
Dopo la presa della Bastiglia la massa popolare non si fermò e continuò a scagliarsi contro i signori finché i privilegi di questi ultimi non furono aboliti il 4 agosto. Il 26 dello stesso mese, in favore del Terzo stato, nacque la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, contenente i diritti e gli ideali illuministi di uguaglianza e libertà. Il re disapprovò ma, quando il 6 ottobre il popolo trucidò le sue guardie e fece un'insurrezione negli appartamenti reali, fu costretto ad accettare.
Tuttavia il popolo, al contrario dell'uguaglianza stabilita nella Dichiarazione, fu diviso in attivo e passivo in base al censo. Potevano votare solo i maschi maggiori di 25 anni pagando un'imposta, per essere eletti bisognava pagare 52 lire. Questi limiti diedero
La possibilità di votare a soli 4 milioni di francesi. Nel frattempo la regina Maria Antonietta d'Asburgo tentò di ripristinare l'antico regime, il popolo rispose incamerando i beni del clero che fu utile per l'economia. Il clero fu ulteriormente costretto a sfaldarsi e ad accettare i principi illuministi: solo alcuni ecclesiastici aderirono, i costituzionali, mentre la maggioranza rifiutò, ovvero i refrattari, per esempio lo stesso papa Pio VI. Dichiarazione, CLUBS- Sostenuta dalla la libertà di espressione permise al popolo di diffondere le proprie idee all'interno dei clubs, associazioni politiche. Alcuni dei più importanti erano quello dei foglianti, cioè moderati, e dei cordiglieri, più radicali; c'era poi quello dei giacobini, gruppi di media o alta borghesia appoggiati al popolo che prese grande potere in politica guidato da Robespierre. La bassa borghesia era invece riunita nei sanculotti (dal francese)“san culottes”,senza calzoni poiché gli aristocratici li indossavano), che difendevano l’uguaglianza.
LA COSTITUZIONE- Dopo aver diviso la Francia in 83 dipartimenti, l’Assemblea agì inambito commerciale riducendo il potere delle compagnie monopolistiche e, tramite lalegge Le Chapelier, difendendo il libero mercato. Nel 1791 fu creata una primacostituzione che dunque trasformò la Francia in monarchia costituzionale, in cui ipoteri erano ben distinti secondo il principio di Montesquieu; l’esecutivo spettava alre, il legislativo ad un’apposita assemblea e il giudiziario ad un gruppo dimagistrati. Il re era in disaccordo affermando l’assolutismo, e per questo fuggìsegretamente da Parigi con la famiglia; fu però riconosciuto a Varennes e per nonessere attaccato dal popolo fece passare la sua fuga in Lorena per un rapimento. Ilpopolo, disarmato, si riunì a Campo di Marte per avere spiegazioni, ma qui nel
1791fu attaccato dalle guardie.
GUERRA ALL'AUSTRIA- Si sciolse l'Assemblea costituzionale e nacque quella legislativa a prevalenza giacobina, fogliante e costituzionale. Nel frattempo Austria e Prussia nel 1791 avevano firmato la Dichiarazione di Pillnitz in cui promettevano di intervenire in caso di diffusione della rivoluzione. Ma i giacobini, che avevano questo come principale obiettivo, spinsero per la guerra. Anche Luigi XVI era favorevole sperando che le due potenze lo aiutassero a restaurare l'assolutismo. Il conflitto iniziò nel 1792, i nobili erano visti dal popolo come alleati del nemico. Quando gli austriaci minacciarono anche la famiglia reale, il re chiese aiuto all'assemblea, però la Comune insurrezionale lo rinchiuse nella prigione del Tempio.
LA REPUBBLICA- Iniziò così la fase democratico-repubblicana, nella quale nacque una repubblica che spodestò la monarchia e la dinastia capetingia. La reazione ai moti di ribellione
alla rivoluzione erano duri: ne abbiamo un esempio nelle stragi degli oppositori politici dette "di settembre". L'esercito francese fu abile a fermare quello prussiano a Valmy.