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LA RIVOLUZIONE FRANCESE

LA CRISI DELL’ANTICO REGIME IN FRANCIA

Alla fine del ‘700, mentre in Inghilterra cominciava la rivoluzione industriale, in Francia l’economia

era in piena crisi.

L’agricoltura, principale fonte economica, era arretrata e sulla stessa pesavano gli oneri feudali che

i nobili ed il clero (proprietari terrieri) imponevano ai contadini.

L a società francese era divisa in tre ordini: Nobili – Clero - Terzo Stato. Il terzo stato

(commercianti, bottegai, artigiani, etc.) rappresentavano il 98%, ma non aveva alcuna tutela, o

rappresentanza, né poteva ambire ad accedere alle alte cariche dello Stato. Tutti i privilegi erano a

favore degli altri due ordini, compresa l’esenzione dalle tasse.

Oltre a questi problemi economici e sociali, si aggiunse una grave crisi finanziaria dello Stato

(guerre, sostentamento dei nobili, corte del re,ecc.) e nonostante alcuni tentativi di riforma

(ricordiamo l’attività del finanziere NECKER), l’indebitamento dello Stato era ormai insopportabile

e costringeva all’aumento delle tasse sempre a carico dei ceti non privilegiati.

LE CAUSE DELLA RIVOLUZIONE

Quindi, possiamo così riassumere le cause della rivoluzione:

- La crisi dell’agricoltura e delle attività artigianali;

- L’impopolarità del re Luigi XVI e della regina Maria Antonietta;

- La divulgazione delle idee illuministiche;

- La pressione del Terzo Stato ad avere un ruolo maggiore nella società e nella politica;

- Gli immensi privilegi dei nobili e del clero, soprattutto fiscali, rispetto alla gran parte della

popolazione;

- L’esempio della rivoluzione americana e la dichiarazione di indipendenza d’America.

Tutte le suddette cause contribuirono a far scoppiare una RIVOLUZIONE, cioè un cambiamento,

violento e rapido, del sistema politico e sociale.

Dalla Francia si estese in Europa. Da quel momento nel continente niente fu come prima. Ormai

non era più possibile avere un re col potere assoluto; nobili e clero con tanti privilegi; etc.

Ecco perché il 1789 è indicato dagli storici come la fine dell’età moderna (cominciata nel 1492

con la scoperta dell’America) e segna l’inizio dell’età contemporanea.

1

DAGLI STATI GENERALI ALL’ASSEMBLEA COSTITUENTE

Di fronte a questa situazione caotica, il re Luigi XVI prese l’iniziativa di convocare gli STATI

GENERALI, cioè la riunione dei rappresentanti dei tre ordini (nobili, clero e terzo stato), per

affrontare i vari problemi che i Francesi esprimevano attraverso i “cahiers de doleances” (quaderni

di lamentele), dove quasi tutti chiedevano l’abolizione dei privilegi e l’elaborazione di una

costituzione.

Intanto la crisi economica era sempre più grave, in agricoltura e nel manifatturiero, ed il popolo

delle campagne iniziò ad assaltare i granai del clero e dei nobili.

Praticamente si svilupparono “tre rivoluzioni parallele”, ognuna per proprio conto:

1. Rivoluzione parlamentare

2. Rivoluzione del popolo e dei Sanculotti (nella città di Parigi)

3. Rivoluzione dei contadini nelle campagne

GLI STATI GENERALI

Finalmente il 5 Maggio 1789, Luigi XVI convocò gli Stati Generali scegliendo Versailles e non Parigi.

Inizialmente si pose il problema del sistema di voto. Nobili e clero richiedevano il voto per Ordini,

mentre il Terzo Stato chiedeva il voto per ogni rappresentante.

Il re autorizzò il voto per Ordini (a vantaggio così dei nobili e del clero) ed il Terzo Stato si

autoproclamò unico, vero rappresentante dello stato Francese e si autodefinì ASSEMBLEA

NAZIONALE (quindi gli “STATI GENERALI” cambiano nome in “ASSEMBLEA NAZIONALE” composta

solo dai rappresentanti del Terzo Stato).

Luigi XVI fece chiudere la sala delle riunioni, ma i rappresentanti del Terzo Stato penetrarono nella

sala destinata al gioco della palla corda, dove fecero il “GIURAMENTO DELLA PALLA CORDA” (20

giugno 1789), con cui si impegnavano a non sciogliere l’Assemblea Nazionale finché non fosse

stata promulgata la Costituzione.

Alla fine il re riconobbe l’ASSEMBLEA NAZIONALE ed invitò il clero e i nobili a parteciparvi. Quindi

l’assemblea nazionale divenne ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE, avviando la Francia al

superamento dell’assolutismo. Nell’ ASSEMBLEA NAZIONALE COSTIRUENTE si crearono delle

fazioni: moderati (che comunque volevano richiamarsi alla monarchia); democratici (che volevano

la repubblica). 2

LA PRESA DELLA BASTIGLIA

Intanto a Parigi il popolo e i Sanculotti, esasperati, assalirono il municipio e la prigione della

Bastiglia, il 14 Luglio 1789, che ancora oggi rappresenta l’inizio della rivoluzione ed è festa

nazionale in Francia.

Gli insorti organizzarono una milizia volontaria comandata dal generale LA FAYETTE, che era stato

eroe in America. L’esempio di Parigi si diffuse in tutta la Francia, con assalti e violenze ovunque.

L’Assemblea Nazionale Costituente cercò di limitare queste violenze abolendo alcuni privilegi e

dividendo la Francia in 83 dipartimenti con uguali doveri verso l’amministrazione centrale.

Ma l’atto fondamentale dell’Assemblea Nazionale Costituente fu, sulla falsariga di quella

americana, la DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO, che divenne poi il

preambolo della costituzione francese varata nel 1791.

In 17 articoli, la DICHIARAZIONE proclamò i diritti inviolabili dell’uomo: la vita, la libertà,

l’uguaglianza, la libertà religiosa, la partecipazione politica, il controllo delle tasse, etc.

La DICHIARAZIONE è il documento più importante prodotto dalla rivoluzione francese e segnava la

rottura definitiva col passato. Mentre prima i diritti erano solo per i privilegiati, dopo la

DICHIARAZIONE, tutti i cittadini erano liberi ed uguali di fronte alla legge (idea illuministica).

In tutto questo fermento però, il re continuava ad essere ancora saldamente al comando dello

Stato, ma quando si rifiutò di firmare l’abolizione dei privilegi e la stessa DICHIARAZIONE, un

corteo guidato da donne e dalla milizia della guardia nazionale, lo prelevò da Versailles, lo portò a

Parigi e lo costrinse a firmare le nuove leggi.

L’Assemblea Nazionale Costituente risolse il problema del deficit del bilancio requisendo tutti i

beni del clero e trasformò i vescovi ed i parroci in stipendiati dello Stato, abolendo la religione di

Stato. Tutto questo naturalmente, portò alla reazione del Papa, che condannò la rivoluzione. Ma il

clero francese si divise tra “clero costituzionale” (a favore della nuova costituzione) e “clero

refrattario” (obbediente al papa).

Da ciò l’ostilità crescente nei confronti della chiesa da parte dei rivoluzionari.

LA COSTITUZIONE DEL 1791

Dopo la presa della Bastiglia, molti nobili impauriti cercarono di scappare all’estero. Tentò la fuga

anche il re, ma fu riconosciuto e riportato a Parigi. Questo episodio incrinò il prestigio della

monarchia ed indebolì il gruppo dei moderati dell’assemblea, i quali volevano che la figura del re

rimanesse sempre al centro della politica nazionale e, di converso, favorì i democratici, che invece

spingevano per la repubblica e le riforme radicali.

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

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