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MARTIN LUTERO

Nasce nel 1483 in Turingia da padre minatore e madre massaia. Frequenta la

facoltà delle Arti all’Università di Erfurt e entra come monaco nell’Ordine

agostiniano; dopo due anni viene ordinato sacerdote. Gli anni di formazione sono

contrassegnati dagli studi e dall’insegnamento di teologia a Wittenberg, dal viaggio

a Roma dove egli entra in contatto con i fasti e la corruzione della corte pontificia e

da una ricerca sui problemi decisivi della fede. Infatti ad un certo punto della sua

vita attraversa una forte crisi spirituale; lo angosciava il problema della salvezza e

della giustizia divina, oltre al turbamento per la decadenza morale della Chiesa. Ma

le sacre scritture, in particolare le lettere di San Paolo, il riferimento a

Sant’Agostino, la tradizione e l’esperienza mistica conducono Lutero ad una

soluzione del problema, cioè che l’uomo è giusto e peccatore: nel senso che è

peccatore nella realtà, che è la sua condizione originaria e della sua vita

quotidiana, ma è giusto perché ha fede in Dio.

Soprattutto nella lettera dell’Epistola ai Romani di San Paolo egli comprese il senso

della redenzione, da intendersi come dono gratuito di Dio. L’uomo è impotente a

salvarsi: nessuna delle sue opere contaminate dal peccato può considerarsi

meritoria agli occhi di Dio. È solo Dio che salva: l’unica cosa che l’uomo può fare è

avere fede nella grazia santificante di Dio.

LE 95 TESI

La protesta del monaco Martin Lutero ebbe inizio a Wittenberg con la stesura di 95

tesi in cui veniva criticata aspramente la pratica delle indulgenze, Le tesi, scritte in

latino, dovevano inizialmente circolare solo tra vescovi e teologi. Invece vennero

tradotte in tedesco, stampate e diffuse in molti paesi d’Europa, suscitando il

consenso di molti semplici credenti.

LA RIFORMA LUTERANA

- La Chiesa romana viene considerata da Lutero istituzione corrotta. Lutero

contesta al papato il diritto di convocare i concili e la prerogativa di essere il

depositario della vera e unica interpretazione delle Sacre Scritture.

- Alla Chiesa corrotta si contrappone la Chiesa invisibile, non gerarchica: quella

degli eletti (scelti da Dio per la salvezza) e la Chiesa sopravvive come assemblea

dei fedeli.

- Non può esistere una struttura verticistica nella Chiesa. Tutti sono sacerdoti nella

misura in cui ricercano un rapporto con Dio attraverso le scritture e la fede

(sacerdozio universale).

- La grazia deriva direttamente da Dio ed è un dono gratuito. L’uomo non può fare

nulla per salvarsi, può solo avere fede in Dio.

- Lutero nega il Purgatorio perché di esso non vi è nessuna traccia nelle scritture ed

esso risulta uno strumento per il potere e il controllo della Chiesa sulle anime.

- Lutero elimina tutti i sacramenti e si conserva solamente battesimo, eucarestia e

confessione perché essi sono uno strumento per alimentare la fede, ma non

consentono la mutazione del proprio stato spirituale.

CONDANNA PAPALE

La pubblicazione delle 95 tesi ebbe notevole risonanza e la reazione di papa Leone

X fu molto forte. Nel giugno del 1520 Leone X emanò una bolla di condanna

“Exurge Domine” in cui si affermava la capacità salvifica della Chiesa romana e

l’infallibilità del papa, minacciando Lutero di scomunica se entro 60 giorni non

avesse ritrattato. Egli brucia nella piazza di Wittemberg la bolla. Nel gennaio

dell’anno successivo una nuova bolla papale, la “Decet Romanum Pontificem”

pronuncia la scomunica.

GLI SCRITTI DI LUTERO

Gli scritti più importanti di Lutero sono:

- “Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca”: un forte appello ai principi e e

all’aristocrazia della Germania che fa leva sull’esigenza di riorganizzare la Chiesa

su basi locali, “nazionali”.

- “La cattività babilonese della Chiesa”: si paragonava la Chiesa a Babilonia, luogo

di corruzione ed eresia; si negava valore ai sacramenti, all’infuori del battesimo e

dell’eucarestia.

- “Della libertà del cristiano”: Lutero negava il valore salvifico delle opere e

rivendicava il libero esame delle Scritture.

ERASMO DA ROTTERDAM

Erasmo da Rotterdam nasce nel 1466. Formato da studi classici, controvoglia

prende i voti ed è canonico agostiniano, alcuni anni dopo gli verrà accordato lo

scioglimento dei voti, Pur avendo scelto come centri della sua attività prima Parigi e

poi Basilea, Erasmo si sposta in Olanda e in Inghilterra, poi va in Italia dove entra in

rapporto con i più importanti circoli umanistici e con il centro europeo della stampa,

Venezia, e poi alla fine va in Germania.

Prima dell’esplosione della Riforma luterana è l’intellettuale più ammirato d’Europa.

Erasmo condivideva con Lutero la condanna della corruzione della Curia papale,

della Chiesa di Roma e del papa.

Tuttavia Erasmo era un fervido sostenitore della libertà dell’uomo e contestava le

posizioni luterane per cui solo l’intervento divino poteva determinare la salvezza. La

definitiva rottura dottrinale fra Erasmo e Lutero avvenne proprio sul tema del libero

arbitrio: nel suo scritto “De libero arbitrio”, Erasmo sosteneva il ruolo fondamentale

della volontà umana nel processo salvifico. Secondo Erasmo gli uomini possono,

con le loro opere, interagire per la causa della propria salvezza, decidendo se

accettare o rifiutare la grazia e hanno la libertà di scegliere il bene e rifiutare il male.

Lutero gli rispose con il “De servo arbitrio” riaffermando le sue posizioni sulla

giustificazione per sola fede, La grazia discende da Dio verso l’uomo e nulla l’uomo

può fare se non credere nella salvezza, non può darsi alcuno arbitrio umano,

poiché questo significherebbe la modifica del decreto divino.

Però la differenza più importante fra Erasmo e Lutero riguardò l’atteggiamento nei

confronti dell’istituzione ecclesiastica. Infatti Erasmo, non aveva mai inteso

schierarsi contro la Chiesa, la sua restava una polemica interna alla Chiesa

cattolica.

LA RIFORMA IN INGHILTERRA

In Inghilterra il re Enrico VIII condanna le posizioni luterane relative ai sacramenti in

un saggio scritto che gli valse il titolo di difensore della fede da parte di papa Leone

X.

La Chiesa romana era un vero e proprio stato nello Stato, che limitava l’autorità

regia in modo sempre più fastidioso. L’occasione per la rottura tra il re Enrico VIII e

la Chiesa romana fu una questione di politica matrimoniale. Enrico VIII aveva

sposato Caterina d’Aragona e aveva consolidato i rapporti diplomatici con il Regno

di Spagna e con la Chiesa romana.

Il sovrano, a cui Caterina non aveva dato eredi maschi, ha una passione per una

dama di corte, Anna Bolena e decide di sposarla. Enrico allora chiede a papa

Clemente VII, l’annullamento del precedente matrimonio. Di fronte al rifiuto della

dispensa papale, Enrico VIII si proclama protettore della Chiesa d’Inghilterra.

L’arcivescovo di Canterbury, Thomas Cranmer dichiarò nullo il matrimonio di Enrico

VIII. La scomunica di Clemente VII non servì a niente, Fu emanato l’Atto di

supremazia che conferì al re il titolo di unico e supremo capo della Chiesa di

Inghilterra, chiamata Chiesa anglicana. La rottura con Roma era compiuta. E si

compie anche la rottura tra il re e chi non aderì alla Riforma anglicana, come

Tommaso Moro che fu condannato a morte dal sovrano.

La Riforma anglicana ebbe effetti anche sul piano politico: l’attacco al papa, la

confisca dei beni ecclesiastici da parte della corona, la persecuzione dei cattolici.

La vera riforma in materia teologica fu opera di Edoardo VI con il Libro della

preghiera comune in cui riconosceva solo due sacramenti battesimo e eucarestia,

sopprimeva il carattere sacrificale della messa e aboliva il celibato ecclesiastico.

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 2016.vale2016 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Mafrici Mirella Vera.