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Pasolini, Gregoretti) ma si distingue per la sua originalità, ed è l’episodio di un
più ampio film a episodi. Alla periferia di Roma si gira un film sulla vita di Gesù:
una povera comparsa cerca disperatamente di sfamarsi tra una pausa e l’altra,
avendo ceduto alla propria famiglia il cestino del pranzo cui aveva diritto. Dopo
essersi riempito di ricotta, acquistata vendendo il cane di una diva, e di ogni
altra sorta di cibo che la troupe si diverte a mettergli sotto il naso, muore di
indigestione sulla croce durante le riprese. La ricotta viene definito uno “sketch
cinematografico” perché attinge ad un registro comico per trattare un soggetto
religioso ed è anche il motivo che portò il film sotto molti processi. Fu
condannato per aver deriso la religione cattolica. Pasolini stipula un accordo
con i produttori Amato e Amoroso. L’idea del film gli fu suggerita da un fatto di
cronaca accaduto sul set di “Barabba” nel 1962 dove una comparsa fu presa da
un malore infreddolita per il freddo durante le riprese di una crocefissione.
Amoroso si oppose a produrre un’opera immorale.
La sceneggiatura ha diverse stesure:
1. Si intitola “Le fave” perché di fave e non ricotta è originariamente
previsto che la comparsa, Stracci, si abbuffi. Il linguaggio di Pasolini è
eccessivamente esplicito: compaiono la parola “frocio” e “coglione”. Il
giornalista si chiama inoltre Pedonte, nome di un noto magistrato
coinvolto nella condanna verso Francesco Citti, un attore che fu
condannato per ubriachezza durante le riprese di Mamma Roma di
Pasolini, Viene condannato ad 1 anno di carcere. Pena esagerata e che
Pasolini interpreta come un colpo diretto a lui. Tra l’altro i giudici che
condannano Pasolini, sono gli stessi che avevano condannato Citti.
2. La seconda versione ha due varianti: Pedote appartiene al giornale:
“Telesera” e il produttore del film nel film è Assegnato al nome di Rizzoli.
3. La terza versione non presenta + il nome di Pedote, ed è Pedoti ed inoltre
la donna che fa lo striptease non si chiama + Maddalena (nome della
donna cristiana), ma Natalina.
4. Il 15 Ottobre partono le riprese de “La ricotta”. Pasolini si riconosce e
identifica molto nel film del film e crea una modifica. L’intervista
originale tra il giornalista e il regista del film nel film inizia con la
domanda: “ Qual è la sua opinione sul regista Pasolini? Il nome di
Pasolini viene modificato con Fellini.
Pasolini ha girato la ricotta con in testa il progetto de “Il vangelo secondo
Matteo”, suo film successivo, e ha interrogato il personaggio del regista come
se fosse i proprio alter ego alle prese con il suo prossimo film. Uno dei motivi
che scatena la magistratura contro la ricotta di l’aver assegnato al personaggio
negativo del giornalista il nome di un noto magistrato con il quale Pasolini era
in lite. Nel 1965 Pasolini sostituisce Pedoti con Gianluigi.
CAP.2 IL PROCESSO: Il 10 Novembre del 62 la Ricotta è già sotto processo.
Amoroso cita Pasolini in giudizio per inadempienza contrattuale. La tesi
sostenuta dall’accusa è che Amoroso si sia trovato costretto a rinunciare a La
ricotta perché offeso nel suo senso religioso. Il progetto di Pasolini diviene il
pretesto tra opposte correnti ideologiche interne al cattolicesimo definiti
“modernisti e aperturisti” . Nel 63 la Commissione di censura accorcia in due
punti distinti la sequenza dello spogliarello de La ricotta. Il film è presentato al
pubblico italiano con un duplice taglio su una sequenza. L’indagine viene
affidata a Di Gennaro che notifica un decreto di sequestro. Pasolini è imputato
per aver vilipeso la religione dello Stato. Vengono sequestrate tutte le copie e
Pasolini viene condannato ad una reclusione fino ad un anno. Secondo Di
gennaro Pasolini avrebbe costruito immagini sacre di straordinaria bellezza per
avere poi maggior gusto nel deturparle. Di gennato rileva come la materia alta
venga profanata e invece quella bassa sacralizzata. La conclusione di Di
Gennaro è che Pasolni preferisca Stracci a Cristo. Pasolini è il primo regista
condannato per la sua opera cinematografica (senza che i rappresentanti di
tale religione avviamo espresso alcuna nota di biasimo nei confronti del film).
Per i giudici non è vilipendiosa la trama del film, ma come è articolata, cioè in
modo che la religione cattolica risulti derisa.
Nello specifico del reato, qual che viene contestato a Pasolini è l’aver voluto
fare commedia di cose serie. La reazione di Bini , produttore di Ropopag, per
salvare il salvabili è immediata.
La sola soluzione sarebbe quella di cambiare titolo al film, Bini infatti lo cambia
e da “Ropopag” il film diventa “laviamoci il cervello”. Bini richiede il
dissequestro del film, dove dice di aver risolto eliminato dal filmi punti che
erano stati censurati dalla sentenza del tribunale; ma la richiesta viene
respinta. Ma la più importante modifica da fare era quella del riferimento a
Pedote. Solo quando questo riferimento viene tolto, il tribunale accetta la
richiesta di dissequestro e fa tornare il film nelle sale con il titolo “Laviamoci il
cervello”. Questo riferimento non era stato tolo subito, perché Pasolini si era
opposto fino all’ultimo.
LE VARIANTI TRA LE 4 VERSIONI: Ogni versione è stata elaborata secondo la
volontà dell’autore Pasolini.
Il passaggio dalla versione A alla B è determinato dalla censura
amministrativa
Dalla B alla C primo tentativo di ottenere il dissequestro
Dalla C alla D è la versione + corrotta a snaturata
Nelle versioni A e B il Cristo ad un certo punto si mette a ridere facendo
interrompere le riprese, nelle versioni C e D tale scena è stata tagliata e
sostituita da un altro personaggio che ride.
La D, che è quella senza il riferimento a Pedote, vi si presenta il giornalista al
regista senza che gli espliciti il proprio nome. Dalla versione C non si vede più
la scena di massima eccitazione di Stracci nel vedere lo spogliarello di Natalina.
Il processo per cui la morte di Cristo, con la sua necessità, viene trasferita sugli
eroi pasoliniani trovava nel finale originario de La ricotta una delle sue +
emblematiche rappresentazione: come Cristo, che per dare senso compiuto
alla propria rivoluzione è dovuto morire, muore infatti anche Stracci e la frase
originaria “ crepare è stato il suo solo modo di fare la rivoluzione” esplicitava
questa equivalenza. Questa frase poi non finirà con la parola “rivoluzione”, ma
con “ il suo solo modo di ricordarsi che anche lui era vivo”.
A fronte dell’esperienza fatta, il film successivo di Pasolini: “ Il vangelo secondo
Matteo” modificherà la strategia, trovando soluzioni meno dirette per
rappresentare la propria inquieta religiosità.
CAP.4 CORNICE EMBLEMATICA: In tutte le copie i titoli di coda di Ropopag
scorrono sull’ultima inquadratura de La ricotta che si configura pertanto anche
come l’ultima inquadratura di Ropopag nella sua interezza. Da qui il dvd nel
2006 monta l’ultima inquadratura de La ricotta non alla fine de La ricotta bensì
alla fine di Ropopag, dopo cioè il film di Gregoretti. Alla soglia del testo si
collocano ben due cartelli con i quali Pasolini intende indirizzare la lettura del
film: il primo riproduce un duplice citazione evangelica e con esso Pasolini si
pone in termini critici nei confronti di chi fa del sacro un mercato, denuncia
coloro che sfruttano il prolifico genere biblico spinti solo da facili guadagni.
Pasolini costruisce i propri miti personali a partire dai miti condivisi; costruisce
il proprio discorso religiosi a partire dai discorsi religiosi diffusi. Il secondo
cartello è firmato e letto da Pasolini stesso, avvertendo della problematicità
dell’opera cui sta per assistere e delle polemiche che scatenerà. Iscrivendo la
propria voce sulla sogli del testo, Pasolini non solo legittima tale operazione,
ma la sollecita. C’è l’evidente mistione di sacro e profano. La costruzione
fortemente simmetrica dell’inquadratura è evidentemente tesa alla tradizione e
alle “pale d’altare”.
CAP.5 SOVVERTIMENTO DEL SIMBOLO: L’operazione alla base del film è il
sovvertimento del simbolo: sconsacra e sacralizza. Sconsacra vecchi simboli,
per sacralizzarne di nuovi. Il silenzio che caratterizza l’inquadratura e la sua
durata eccessiva lavorano ciò che la troupe ha degradato è risacralizzato
dall’istanza narrante. La sacralità del soggetto del quadro di Rosso Fiorentino e
alla risata dell’interprete di Cristo che provocava l’interruzione della ripresa.
Le atmosfere di elevazione spirituale suscitate dalla musica sono
continuamente rotte dalle battute che, provenendo dal fuori campo,
denunciano la lavorazione del “film nel film”. Il gioco di mistione tra sacro e
profano giunge al suo culmine quando uno degli interpreti della sacra
rappresentazione è rimproverato a scaccolarsi. Al vecchio quadro sacro rifatto
al cinema, è accostato un nuovo quadro sacro fatto con il cinema, ovvero con
un linguaggio atto a elevare sacralmente una materia umile: sul gruppo di
inquadrature dedicate alla famiglia di stracci che si divide il cestino del pranzo
risuona la tipica musica del sottoproletariato con l’intento di rappresentarlo
epicamente.
La croce non è quella della tradizione associata alla passione di cristo, ma è la
croce di stracci: o meglio, è entrambe, nel senso che al significato tradizionale
il film ne sovrappone uno inedito. Il sovvertimento del simbolo confluisce, nel
finale, in una vera e propria riscrittura del mito. Le 3 croci sono issate dietro a
una tavola allestita per il cocktail con il produttore del film nel film. Ma a morire
non è il Cristo della finzione del film nel film, ma Stracci. Il film termina sulle
soggettive di un morto, ma dopo morto, Stracci è ancora presente e la sua
presenza è affermata con forza solo ora proprio perché è morto. E’ infatti
morendo che Stracci ha fatto la sua rivoluzione.
CAP6. PERSONAGGI: La ricotta tematizza la crisi in corso innestando nel tessuto
narrativo tradizionale un personaggio nuovo, estraneo al tipico processo di
regressione nel mondo sottoproletariato: quello del regista borghese chiamato
a interagire con quel mondo.
Nel personaggio del regista, e in particolare nel modo in cui quel personaggio si
relaziona a Stracci, Pasolini proietta se stesso. Stracci deriso e umiliato, invita
lo spettatore a prendere le sue parti, in particolare Stracci esprime di avere
fame co