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ROMANZESCO

Questo passo è tratto da Justine. L'opera è incentrata sul corpo colto nel momento di

manifesto delle proprie pulsioni sessuali ed erotiche ma dal punto di vista delle

descrizione corporea c'è il paradosso che questa descrizione corporea non è molto

interessante. Il corpo è sempre descritto in termini convenzionali rifecandosi all'ideale di

bellezza classica e statuaria, oppure all'idea di corpi metonimici descritti solo in alcune

parti che sono di solito quelle sessuali. Dunque il corpo non è descritto mettendo in

risalto il suo valore realistico intesi come messaggeri della psicologia dei personaggi ma

è inteso come uno strumento, come macchine alla Cartesio che funziona in base a delle

leggi idrauliche, meccaniche.

Qui si fa il ritratto di una giovane donna seguendo i canoni tradizionali di bellezza più

antica simile a quella che avevamo visto con Eugenie. Qui si tratta della giovane moglie

di un terribile libertino che si eccita solo irrorandosi del sangue delle vittime che ha

scannato. Questo giochetto col sangue lo fa anche con questa bellissima moglie sulla

quale pratica tagli ed eccitarsi con lo scorrimento di esso.

Vediamo il passo: tornai dalla moglie del libertino e poichè ci guardanno senza parlare la

potei descrivere. La donna aveva il più bel corpo che si potesse vedere, i suoi movimenti

erano tutti graziosi così come i suoi sguardi. I suoi occhi erano del nero più bello

possibile, ha i capelli più belli, la pelle bianca, i denti perfetti, le labbra di un

bell'incarnato, naso aquilino stretto, sopracciglia di ebano, mento grazioso, volto come

un perfetto ovale in cui regna un'armonia e un candore che avrebbero fatto scambiare

questo personaggio per un angelo, le braccia erano di uno splendore di incarnato,

leggera paluria nella parti intime, cosce tornite, i glutei rotondi e sodi erano carnosi

quanto fermi, nel suo corpo ci sono però le ferite del libertino che però non turbano

questa perfezione. . Siamo dunque nel più completo convenzionalismo, manca

qualsiasi elemento di carattere psicologico adesso. Il personaggio è però caratterizzato

da una malinonia e ciò accade perchè è la vittima del marito libertino ma questo

languore la rende ancora più interessante. Il termine "interessante" è fondamentale

perchè prelude un passaggio ai moduli di descrizione classica ai nuovi moduli moderni:

è interessante ciò che si distacca virtualmente da una perfezione, è interessante ciò che

turba questa perfezione totalmente classica. Anche la bocca che è troppo piccola

considerato come un difetto è interessante perchè turba questa perfezione.

La narrazione è condotta dal punto di vista della vittima dunque si crea una dialettica

che giudica come infame il libertino ma che poi alla fine è il portatore di valori mentre le

vittime sono portatori di disvalori.

Ci possono tuttavia essere descrizioni di personaggi mostruosi: in un passo di Justine si

vede il poritere del castello che sembra un orco. Si ha un universo popolato da belle

fanciulle e mostri che si rifà al patrimonio folklorico e popolare delle favole da un lato e

dall'altra che si rifà alla nuova modernità del romanzo gotico in cui dominano la paura, il

terrore.

MONTESQUIEU

Montesquieu è l'autore di due opere famossisime: un romanzo epistolare che si chiama

Lettere Persiane e un trattato di politica e filosofica ovvero Lo Spirito delle Leggi.

Durante il '700 si sviluppa sempre di più un'immagine del corpo che si distacca dal corpo

macchina e si avvicina ad un corpo come organismo biologico, nuova idea che appare

già in Buffon, in Diderot. Si impone dunque l'importanza dell'evoluzione e dell'ontogenesi

che si lega alla filogenesi. La nozione di corpo è dunque quella di un organismo vivente

che muta che cambia e si modifica come essere singolo (ontogenesi) sia come specie

(filogenesi), concetto di evoluzione degli esseri viventi e anche della Terra già trattato da

Buffon che anticiperà la teoria evoluzionistica di Darwin. Ciò che è importante è dunque

che attraverso il corpo si mette a fuoco il passaggio da un sapere idealistico e fissista,

basato su verità assolute, ad un sapere dinamico ed evolutivo in cui il corpo appunto

sarà fondamentale perchè sarà fondamentale la sua esperienza sensoriale concreta. Il

corpo adesso è pensato non solo in uno spazio fisico ma anche in uno spazio culturale e

dunque in Montesquieu, che è un moralista, un pensatore politico e scrittore, dunque il

suo interesse non è quello di indagare il rapporto tra ambiente fisico e corpo (nel senso

di esperienze sensoriali perchè questo è un dato per scontato) ma il suo interesse è sul

rapporto tra corpo, essere umano che si muove in una società in un ambiente culturale.

Il soggetto si forma dunque in relazione alle varie società, alle varie culture perchè ce ne

sono diverse e varie (relativismo culturale). Anche prima si conoscevano altre civiltà ma

si assolutizzava la propria cultura, mentre adesso si mette in crisi l'assolutezza della

società francese e si riconosce l'importanza e la pluralità delle altre civiltà.

Montesquieu appartiene alla prima generazione di Illuministi con Voltaire, Prévost e

Marivaux. In uno scritto che risale agli anni 30 (Montesquieu è ancora giovane) che si

chiama "Saggio sulle cause che possono influenzare le menti e i caratteri", egli dice

cose interessanti sul corpo. Montesquieu rovescia la concezione platonica che vede la

relazione tra interno-esterno del corpo e tra la bellezza esteriore che rimanda alla

bellezza interiore. Dice che i gobbi di solito sono intelligenti, hanno una mente

formidabile dunque queste persone che hanno malformazioni, che sono brutte e sono

imperfette fisicamente e non hanno le grazie del corpo in realtà però non sono né

insipidi né stupidi, come invece lo sono quelli che si credono belli. La mente di queste

persone che hanno handicap fisici è meno facile da ingannare. Poi continua dicendo che

queste persone hanno sì una mente acuta, intelligente ma che è anche maligna, hanno

una componente cattiva e la ragione è naturale perchè avendo un difetto che tutti

vedono loro hanno da vendicarsi dei piccoli insulti e dunque quando sono intelligenti si

servono di questa intelligenza per farlo. L'impulso caratteriale viene dalla coscienza di

essere guardato e dunque il carattere ha una genesi culturale e sociale. L'osservazione

non riguarda tuttavia solo le persone con handicap ma riguarda chiunque perchè chi

sente di avere difetti si sente vulnerabili dunque sviluppa delle difese e ciò da

concretezza a quel legame che c'è tra l'elemento fisico e l'elemento morale. Tutto ciò si

traduce in una concezione relazione del soggetto: ognuno si rappresenta attraverso il

corpo visto dagli altri e questa rappresentazione sociale si ripercuote sull'identità e sul

modo di essere del soggetto. Essendo un Moralista ovvero un osservatore della

psicologia e dei costumi, Montesquieu disprezza le apparenze e la bellezza esterna del

corpo ma la sua ricerca della verità supera la concezione fisiognomica che vede la

corrispondenza tra corpo e spirito. Montesquieu comincia dunque a darci una chiave per

decodificare i Romanzi Realisti che si impone tra 700 e prima metà dell'800. Questa

chiave è che si deve far attenzione a come sono descritti i personaggi fisicamente

perchè ora sono descritti mentre prima non avveniva mai e dunque bisogna capire il

rapporto che l'autore istituisce tra la forma fisica e il carattere. Nel romanzo della

Principessa di Clèves c'è l'idea del bello è buono (bellezza esteriore-bellezza interiore)

mentre Montesquieu se ne discosta. Importante è anche che Montesquieu mette il dato

fisico, il corpo, l'apparenza corporea al centro di un insieme di rapporti sociali che

passano prima di tutto dallo sguardo, sono dunque rapporti visivi, e dunque il soggetto

umano dotato di corpo è posto all'interno di una rete di relazioni che lo legano agli altri

attraverso lo sguardo e anche a un "milieu" ovvero a un contesto civile e culturale fisici.

A proposito di questa relazione tra uomo e società c'è una frase importante all'inizio di

Lettere Persiane che Montesquieu fa per giustificare il proprio anonimato (pubblica il

romanzo in forma anonima): "conosco una donna che cammina piuttosto bene ma che

zoppica non appena la si guarda". Questa frase condensa l'essenza relazionale del

soggetto di Montequieu e che questa essenza del soggetto parte dalla coscienza del

proprio corpo: questa donna che si sente osservata inizia a zoppicara perchè prova

imbarazzo, timidezza. Ciò mostra una difficoltà nel suo vivere nella società. Si crede che

Montesquieu alludesse alla moglie in questa descrizione e non è neanche corretta

l'interpretazione femminista di questa affermazione, che considera una donna penetrata

da uno sguardo maschile e che dunque si sente a disagio (vedere nel libro del prof

l'articolo su questa interpretazione). Il soggetto che guarda è in realtà infatti impersonale

quindi non si dice esplicitamente che è un uomo a guardarla poiché si dice "la si guarda"

in senso generale quindi l'interpetazione femminista sembra poco plausibile.

Montesquieu non mette solo l'accento sulle relazione interpersonali ma lo mette anche

sul contesto fisico e infatti si riallaccia alla teoria dei climi per mostrare come i caratteri di

alcuni popoli siano create da alcune cause di ordine fisico ma la ripresa del discorso

viene fatta su basi nuove e non su quelle tradizionali e dunque lo spazio in cui l'individuo

si sviluppa è un contesto di ordine fisico (geografico) ma anche culturale e religiosa e

dunque è in funzione di questi elementi che l'individuo viene studiato. Il pensiero di

origine idealista precedente vedeva i soggetti invece staccati dalla contingenza per

elaborare su di esso un sapere universale e astratto mentre con Montesquieu si osserva

il soggetto nelle contingenza. Il carattere dell'individuo è infatti concepito come effetto di

esperienze sensoriali, del corpo che si incrociano a cause di tipo socio-politico, culturale,

religioso e delle relazioni interpersonali. Si ha una nuova visione di soggetto che si

impone dunque. La concezione del soggetto radicato nel milieu fisico e culturale è un

idea che permea anche il Montesquieu non solo pensatore ma anche romanziere.

Sempre tratto dal "Saggio sulle cause che possono influenzare le menti e i car

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Publisher
A.A. 2017-2018
49 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marti-Cre di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Iotti Gianni.