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Estratto del documento

LO SVILUPPO ONTOGENETICO: IL CONCETTO DELL'INFANZIA

In questo contesto si afferma il concetto di sviluppo Ontogenetico: l'individuo umano non nasce

come soggetto pensante in visione cartesiana e considerabile solo in questa misura, ma nasce

come piccolo essere incapace di pensare, di camminare e si svluppa piano piano attraverso

un'evoluzione del corpo che cambia andando dal bambino al vecchio, mente prima in funzione di

questo pregiudizio idealistico che cosiderava l' uomo come soggetto pensante, tutto ciò che era

pertenibile alle contingenze veniva ignorato. Secondo il pregiudizio idealistico, il bambino era

considerato un uomo imperfetto che otteneva la perfezione solo quando riusciva a diventare un

essere pensante. Nel 1700 invece, l'idea del corpo come organismo biologioco che ci viene data

con lo sviluppo delle scienze, impone l'immagine dell'uomo come soggetto in evoluzione e quindi

come risultato di una serie di conseguenze. Si può andare in oltre a creare un legame tra

Rousseau e la Piscanalisi di Freud: l'invenzione del concetto di infanzia è attribuibile a Jean

Jaques Rousseau (1712-1778) e gli studi sull'infanzia alla Psicanalisi di Freud. Rousseau è

l'autore di un romanzo famoso "La Nuova Eloisa", che è romanzo epistolare. E' autore anche di

un altro libro intitolato "Emilio" dove si inserisce il tema dell'educaizone, della pedagogia, tema in

voga nel 1700. Si pone il problema di una prassi dell'educazione e ciò implica un interesse per un

soggetto umano pensato come soggetto in evoluzione. C'è quindi una valorizzazione del

bambino. Nei principi di educazione di Rousseau sono fondamentali la libertà e il libero sviluppo

del bambino, al contrario della precedente educazione che invece era costrittiva e costringeva il

bambino ad assumere certi precisi comportamenti. Questa valorizzazione del bambino e

dell'infanzia arriverà fino a Freud che metterà in luce i nuovi rapporti tra civiltà e natura, tema già

trattato neò 1700 da Rousseau che va a segnare una rivoluzione del pensiero. La sua posizone

è quella che dice " la natura è buona, il soggetto deve esser lasciato libero di esprimersi in

libertà, ciò che è male è la civiltà con le sue regole e repressioni". Questa concezione sta anche

alla base delle rivoluzioni degli anni 60. Il progresso ideale di Rousseau va quindi contro la

natura. Se prima si pensa alla natura come animalità, di anarchia in cui bisogna marcare il segno

della civiltà, con Rousseau la natura è vista come buon, è invece la civiltà che reprime e quindi

bisogna recuperare una bontà naturale da opporre alla civiltà che reprime. Quindi si considera la

sviluppo del soggetto che si evolve in modo dinamico e quindi si va a valorizzare la fase infantile

che prima era considrata imperfetta e una preparazione alla perfezione raggiungibile solo in

seguito. La psicanalisi ci dice che il senso dell'inconscio è quello di studiare forme di pensiero

dell'adulto che si manifestano attraverso i linguaggi particolari del sogno o del lapsus, quindi ci va

a mostrare come l'uomo non pensi solo in modo razionale ma il suo pensiero è imbevuto di

sensibilità, sensibilità che è tipica appunto dell'infanzia. Crescendo il bimbo deve poi imparare

regole, codici, leggi e reprimersi ma il suo apprendimento, la sua sensibilità, il suo pensiero

analogico di affettività, irrazionale rimane col crescere e si manifesta appunto attraverso

l'inconscio. Da una parte Rousseau valorizza la natura da liberare mentre dall'altra sente il

bisogno di dare un ordine sociale, perchè non si può lasciare il tutto all'anarchia. Il concetto di

ritorno alla natura "selvaggia" non è da intendersi quindi alla lettere ma è piuttosto un pensiero

filosofico, e quindi cercare di riprendere i modi di pensiero primitivi che secondo la psicanalisi

continuano a influenzare il pensiero umano.

IL CORPO NELLA LETTERATURA DEL '900: A LA RECHERCHE DU TEMPS PERDU,

ESTRATTO

Spiegazione del testo: il narratore si sente oggetto di uno sguardo che nasconde desiderio

erotico ma lui non lo sa. L'ignoranza del narratore è monito della relatività del punto di vista, lui

non conosce la reale motivazione di quello sguardo. Il narratore è oggetto di questo sguardo,

non capisce la reale motivazione ma capisce soltanto che questi sguardi sono strani, lo sguardo

gli sembra quello dei folli, dei pazzi o delle spie. In un romanzo del 700 potremmo avere un

narratore onniscente che ci rivela tutta la verità sul personaggio stesso dandoci una serie di

informazioni garantite sul narratore quindi sapremmo subito che è omosessuale mentre Proust

privilegia ciò che si vede e non ciò che si sa, i personaggi raccontano solo quello che vedono o

credono di vedere, non sono depositari di un sapere preventivo sulla realtà che condivide con il

lettore. La visione della realtà si fa quindi in relazione di un corpo che percepisce la realtà

attraverso i sensi, il narratore sperimenta lo sguardo verso di se e rivela le sue sensazioni, le sue

esperienze, viene scartato un sapere preventivo che si imporrebbe sull'esperienza immediata.

Privilegiament esperienza immediata prevale sul sapere preventivo che vorrebbe fare ordine. Il

comportamento del vecchio è da una parte descritto nei dettagli fisici (la torsione del corpo o il

picchiettare la gamba col bastone o mettersi apposto la rosa all'occhiello o il fischiettare) che

però restano misteriosi. Il corpo è infatti un testo semiotico da leggere ma la lettura dello stesso

non è semplice e la difficoltà di lettura già presente con Buffon si accentua con Proust perchè già

il narratore è ignaro di tutto che può dire solo ciò che vede ma non sa tutto. Il vecchio fa come

una recita perchè vorrebbe far capire il suo desiderio al giovane ma dall'altra per ragioni culturali

vuole tener nascondo il suo desiderio quindi c'è una recita, una contraddizione dei suoi sguardi,

dei suoi gesti. Il personaggio è desritto in maniera precisissima si abbassa il cappello fa finta di

vedere se arriva qualcuno perchè sta fingendo non vuol far capire al ragazzo il suo reale intento,

per questo il suo atteggiamento gli appare così strano. Proust tornerà poi sulla scena magari la

spiegherà in seguito con altre nozioni che amplificheranno la scena ma così c'è una

frantumazione della realtà e qui si privilegia un esperienza diretta magari ance erronea al posto di

un sapere assoluto dell'onniscente. Il narratore gli sembra che il vecchio faccia dei gesti di chi

aspetta qualcuno ma non arriva nessuno, un gesto un po' forzato perchè non si fa mai quando si

aspetta qualcuno. Il narratore ora si sdoppia, c'è un io "esperienza" e un io che invece enuncia

verità generali, quando uno è seccato non fa quei gesti, è una verità, chi lo fa lo fa come finzione,

come recita ("on ne fait jamais...attend reellement). Secodo la concezione dell'omosessualità di

Porust era legata a una femminilizzazione della virilità quindi i capelli rasati e poi più lunghi e

boccoli ai lati propongono un'ambiguità, condensano nell'immagine fisica l'idea di omosessualità.

Il barone fa un sospiro e recita come avesse caldo. Il narratore pensa che sia un ladruncolo che

aveva notato lui e la nonna e che voleva rubargli qualcosa e che si fosse accorto che lui l'aveva

sorpreso mentre lo spiava. Crede quindi che sia questo il motivo degli sguardi e quindi vuol fare

finta di niente assumendo questi atteggiamenti strani per depistare questo intento ora che era

stato scoperto, si finge indifferente quindi nei suoi confronti. Questa aria strana quindi porta il

narratore a considerarlo o come un pazzo o come un ladro.

Questo testo è un esempio di come la descrizione de lcorpo diventa elemento essenziale della

narrazione.

Questa difficoltà di interpretare i segni fisici che il corpo emette, per Proust serve a privilegiare

un'immediatezza dell'esperienza mentre per Buffon, rompendo con la concezione idealistica sul

rapporto tra aspetto esteriore e aspetto esteriore, dice che un'anima sgraziata può anche stare in

un corpo bello e viceversa, quindi non bisogna dare fiducia all'aspetto perchè può ingannare. Con

Prosut questo scetticismo del 1700 che corrisponde al rigetto della concezione idealistica che

sosteneva il contrario, diventa una precisa tecnica narrativa che allude a una visione del mondo

che privilegia una narrazione "ignorante" che ignora perchè ci riporta soltanto delle impressioni. Il

corpo diventa un insieme di segni che da una parte non può più esser ignorato (a diffeenza della

concezione idealistica) perchè il Romanzo si pone un problema di conoscenza del mondo molto

diverso da quello che si poneva il genere della Massima quindi non generale universale ma

situata all'altezza del singolo, degli individui che sperimentano il mondo e lo scopre a partire dalla

sua esperienza singolare ma le informazioni che il corpo dà possono esser difficili da decifrare e

anche ingannevoli. Ma le cose non sono sempre andate in questa maniera. Se si prende il

genere letterario considerato di più grande prestigio nel classicismo francese (fine 600), prima

della rivoluzione culturale lockiana, è la tragedia, e il pubblico che andava a vederle vedeva degli

attori che imprsonavano i personaggi e quindi vedeva i corpi di questi attori ma nel testo teatrale,

nella loro parole e idee, il corpo era escluso perchè alla poetica classica francese corrisponde

una visione essenzialsta, universalistà dell'essere umano: dal corpo bisogna astrarsi. Questo

però presupponeva che in altri ambiti stilistici il corpo comparisse anche se sempre attraverso

delle tipizzazione. Ciò fa si che la separazione degli stili in epoca classica vede divisi da una

parte sentimenti e passioni nobili come l'amore idealizzato,l'ambizione politica, il senso di

sacrificio, la generosità, degne di esser rappresentati nelle tragedie e degne di esser date ai

personaggi, ma dall'altro lato c'è il mondo basso della commedia o della farsa con sentimenti

deplorevoli come avarizia, ipocrisia, viltà, appetiti sessuali, funzioni fisiologiche del corpo. C'è

dunque una polarizzazione del mondo che presuppone una gerarghia di stili e anche quidi di

generi letterari: in cima l'etica, la storia, la tragedia generi più alti e dall'altro lato generi bassi

farseschi dove poter ridere. Questa gerarchizzazione retorica presuppone una scissione tra

spirito e carne e quindi tra c

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
37 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marti-Cre di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Iotti Gianni.