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Riserva di legge e principio di legalità
La Costituzione si preoccupa di garantire che il funzionamento della pubblica amministrazione non sia totalmente nelle mani della maggioranza. Tra i vari istituti si colloca la riserva di legge dell'art. 97 riguardo all'organizzazione degli uffici pubblici, alle attribuzioni e alle responsabilità dei funzionari. All'art. 98 si dispone che per alcune categorie, come magistrati o agenti di polizia, possa essere limitato il diritto di iscriversi ai partiti politici e che i pubblici impiegati che siano anche membri del Parlamento non possono avere promozioni se non per anzianità.
Non è escluso che alcuni ambiti possano essere regolati con la legge. L'ordinamento costituzionale riconosce l'istituto della riserva di legge, ma non quello della riserva di amministrazione. Pertanto, non ci sono materie necessariamente di competenza dell'amministrazione, ma ci sono materie di necessaria competenza legislativa.
Illegislatore vuole intervenire su temi specifici usa le leggi provvedimento, quegli atti formalmente legislativi, che tuttavia, al pari dei provvedimenti amministrativi, presentano un contenuto specifico e puntuale, in ciò differendo dalla legge generale che, per definizione, presenta caratteri di astrattezza e generalità. Accanto alla riserva di legge si colloca il principio di legalità presente all'articolo 97 che dispone che gli uffici pubblici siano organizzati secondo le disposizioni di legge. Finalità, diritti e obblighi, poteri, limiti e strumenti della pubblica amministrazione italiana sono definiti dalle norme primarie e dal diritto comunitario. Il suo fondamento si rinviene indirettamente all'art. 113 della Costituzione, che stabilisce la tutela giurisdizionale degli aventi diritto o interesse legittimo ad agire avverso qualsiasi atto amministrativo. Il Tribunale Amministrativo Regionale può annullare un atto per violazione del principio.
di legalità, laddove non esista una norma specifica che attribuisca alla pubblica autorità il potere esercitato mediante esso. Il principio di legalità ha limitato il potere dei ministri nei confronti della pubblica amministrazione sancito all'art. 95, in particolare modo per le materie sottoposte a riserva di legge, rispetto alle quali quindi l'amministrazione non può procedere in assenza di una norma primaria. Anche la potestà dei ministri è subordinata al principio di legalità. Questo principio, ricondotto nell'ambito della separazione dei poteri, sottopone l'azione della P.A. oltre che alla Costituzione, anche alle leggi che, in un sistema di tipo parlamentare, costituiscono l'espressione più rappresentativa della volontà del popolo; la P.A. quindi non è libera di scegliere ma deve rispettare i limiti e le libertà concesse dal legislatore. Lo stesso, inoltre, costituisce una garanzia a chele norme riguardanti l'organizzazione amministrativa, le funzioni degli impiegati etc., sono previste in via generale dalla legge e non dal potere amministrativo. Conseguenze di questo principio sono: - La tipicità e nominatività dei provvedimenti amministrativi, non sono cioè ammessi provvedimenti atipici o innominati; - L'eccezionalità dell'esecutorietà del provvedimento amministrativo; - L'eccezionalità degli atti amministrativi destinati a formare certezza legale privilegiata. Responsabilità della PA: In Italia, come in altri Paesi, ai pubblici poteri è stata a lungo riservata, sul piano della responsabilità civile, una posizione di immunità o, perlomeno, di privilegio. Nell'impostazione francese napoleonica il responsabile era il ministro competente in tale materia. La Costituzione responsabilizza i singoli agenti della PA prevedendo all'art 28 che i funzionari e i dipendenti.statali e degli enti pubblici sono responsabili penalmente, civilmente e sul piano amministrativo per la violazione di uno o più diritti. Sono responsabili civilmente anche le amministrazioni di riferimento, quindi ogni singolo agente può essere giudicato e dovrà rispondere degli eventuali illeciti civili, penali ed amministrativi commessi nell'esercizio delle sue funzioni. A tutela del soggetto danneggiato è possibile la richiesta del risarcimento nei confronti sia dell'impiegato che del ramo corrispondente. L'art. 28 fa letto con l'art. 98, che parla dello svolgimento del servizio in modo disinteressato, e dell'art. 54 che indica il dovere di svolgere il lavoro con disciplina e con onore alle funzioni pubbliche. In poche parole, separare la responsabilità politica da quella gestionale comporta la garanzia di una maggiore autonomia di operatività dei dirigenti amministrativi rispetto al mondo politico. L'impiego nelle PA si.svolge con il concorso pubblico per evitare favoritismi e ingiustizie, i soggetti si possono tutelare dagli atti illegittimi adottati dalla pa in difetto di competenza, eccessi di potere, in violazioni di norme nonché del principio del neminem laedere. La pa che adotti un atto illegittimo può essere chiamata a risarcire il danno laddove sia provato che tale illegittimità sia dovuta a colpa o errore inescusabile. Con l'art 24, affermante che il diritto di difesa è garantito a tutti per tutelare i propri interessi e gli interessi legittimi, la Costituzione, negli art 103 e 113, "Il Consiglio di Stato e gli altri organi di giustizia amministrativa stabilisce che hanno giurisdizione per la tutela nei confronti della pubblica amministrazione degli interessi legittimi e, in particolari materie indicate dalla legge, anche dei diritti soggettivi" "Contro gli atti della pubblica amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale dei
diritti e degli interessi legittimi dinanzi agli organi di giurisdizione ordinaria o amministrativa".
Separazione tra politica e amministrazione: le disposizioni costituzionali salvaguardano la pa da possibili influenze politiche facendone un soggetto distinto e responsabile. Tale processo, iniziato negli anni Novanta, ha definito una nuova organizzazione amministrativa all'interno della quale gli organi di governo esercitano la funzione di indirizzo politico-amministrativo, con la definizione degli scopi e dei programmi da attuare, mentre i dirigenti adottano gli atti e provvedimenti, nonché curano la gestione finanziaria, tecnica e amministrativa dell'ufficio dirigenziale. La responsabilità dirigenziale, che si concretizza nell'attività amministrativa, nella gestione e nei relativi risultati, è rafforzata attraverso la previsione per cui i ministri non possono revocare, riformare o avocare a se o comunque di adottare atti di competenza dei
dirigenti ma possono solo svolgere la funzione di definizione e diprogrammazione. Il ministro non può sostituirsi al dirigente ma può nominare un commissario che svolga i compiti che il dirigente non ha voluto o potuto adempiere.
Gli atti dei dirigenti non sono suscettibili di ricorso gerarchico, mentre possono essere annullati dal ministro per motivi di illegittimità. Se è vero che il Governo esercita un potere di indirizzo e controllo strategico sull'amministrazione statale è anche vero che quest'ultima deve essere perseguita con interessi generali. Questo bilanciamento è evidente nello spoils system: tale istituto consiste nella possibilità per la maggioranza politica di collocare persone di fiducia nei ruolo chiave della pa. Data la delicatezza dell'argomento è finito spesso nelle mani della Corte Costituzionale la quale ha dichiarato che è legittimo solo nella misura in cui riguardi i ruoli chiave.
dell'apparato burocratico ma non nel caso riguardi ruolo di minor importanza. Decentramento e pluralismo amministrativo: la Costituzione incrina la linearità dell'amministrazione pubblica promuovendo la nascita di vari soggetti rispetto a quelli statali. L'obiettivo, secondo l'art. 5, è "[...] e adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento". L'autonomia delle amministrazioni territoriali è stata rafforzata sempre negli anni Novanta con il conferimento di potestà e funzioni amministrative e La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato mentre prima l'ordine era l'opposto. Questo cambiamento speculare mette al centro i comuni e fa capire l'importanza.del decentramento in Italia. L'art 118 illustra il principio di sussidiarietà, cioè, quel principio nei rapporti tra Stato, regioni ed enti locali che prevede che i Comuni sono i titolari naturali delle funzioni amministrative, salvo che esse non possano essere svolte in maniera più efficiente o efficace da enti superiori. Accanto a questa sussidiarietà verticale abbiamo quella orizzontale secondo la quale tutti i livelli di governo, dallo stato ai Comuni, debbono favorire l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale e impone ai soggetti pubblici di non intralciare queste attività. Ecco che si approda ad un pluralismo amministrativo che comporta il riconoscimento della capacità di cura e gestione degli interessi generali anche da parte dei privati in forma individuale o associata. Principi tra pa e soggetti dell'ordinamento: abbiamo una serie di principiPrincipio di imparzialità: obbligo per la PA di svolgere la propria attività in modo equidistante tra le situazioni giuridiche e i soggetti interessati. Tutti i dati e gli interessi devono essere analizzati con cura e in modo oggettivo perciò, senza creare favoritismi. Da ciò discende anche il dovere di prestazione dei servizi indiscriminatamente, diritto dei soggetti di ricusare il funzionario su eventuali interessi, obbligo di trasparenza e onestà nel lavoro, nei concorsi e nelle gare pubbliche;
Giusto procedimento amministrativo: il procedimento amministrativo deve essere disciplinato in modo che le pubbliche amministrazioni debbano decidere sulle pretese dei cittadini soltanto dopo aver svolto gli opportuni accertamenti, aver consultato tutti gli organi pubblici in grado di fornire elementi utili al fine della decisione e, soprattutto, aver messo i privati interessati in condizione di esporre le proprie ragioni: e questo sia per la tutela dei
loro interessi che per collaborare nell'interesse pubblico, in un rapporto a doppio senso prezioso e fecondo. Il procedimento amministrativo vi