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La Polis

Nel corso dell'VIII secolo si cristallizza un nuovo modello di comunità, scaturito dal processo che aveva investito tutta la Dark Age: la polis. Essa in realtà rappresentava solo il centro urbano ed era circondata dalla chora, cioè la periferia coltivata, e dall'eschatià, un'area non coltivata.

Le cause e il momento di formazione della polis sono tutt'oggi oggetto di discussione tra gli studiosi. Secondo Domenico Musti, nel VIII secolo assistiamo alla cristallizzazione della forma poleica, già esistente in forma embrionale durante la fine del sistema palaziale miceneo. Un'altra teoria, opposta a quella mustiana, è quella di Beloch e di alcuni suoi allievi italiani, tra cui Gaetano de Sanctis, secondo il quale la nascita della polis avviene in un contesto orientale, già con la formazione delle colonie della costa occidentale dell'Anatolia, per poi...

Diffondersi a ritroso nella Grecia Continentale. Il dato di fatto è che assistiamo a una riorganizzazione territoriale di tipo concentrico con il territorio agricolo che circonda la città bassa e politico-amministrativa, in quanto assistiamo alla formazione di plurime magistrature e cariche temporanee.

Aristotele, filosofo del IV a.C. proveniente da Stagira, in Macedonia, teorizza l'origine della πόλις come derivata dalla frantumazione e dal superamento del potere basilico: il re non riusciva più a detenere da solo il potere, lo divide e affida agli arconti. Nel libro I della sua Politica scriveva: "prima c'era la casa, dall'unione della casa è nato il villaggio, dall'unione dei villaggi è nata la polis". In effetti è stato pensato che, fatto da parte il potere del wanax, emergesse quello delle kṓmai (villaggi rurali) e nelle regioni in cui la realtà dei villaggi era.

più resistente si verificò il fenomeno del sinecismo: le autorità iniziano a fondare una città, la polis, con funzione di centro politico per coordinare i villaggi e gli insediamenti rurali sparsi o nella quale confluivano gli abitanti di più villaggi.

La πολις dunque è una struttura a “vertice espanso” (Musti), dove le aristocrazie rifiutano il potere basilico, creano magistrature temporanee e stabiliscono una πολιτεια (politeia) a numerus clausus, cioè una cittadinanza o un diritto alla cittadinanza, cui possono accedere solo coloro che rispettano i seguenti criteri:

  • l’età: era necessario essere adulti ed aver superato alcune prove iniziatiche;
  • il sesso maschile, le donne erano infatti escluse;
  • essere figli di un cittadino: la cittadinanza era ereditaria nell’VIII secolo;
  • il possesso di un lotto di terra nel territorio della polis,
necessario anche perché l'agricoltura era la risorsa economica più importante; la possibilità di autofinanziarsi l'armatura: la guerra non era una professione ma un dovere. Per questi motivi Carmine Ampolo le ha definite "club esclusivi". In Grecia vigeva il principio della coestensione: il ruolo sociale, politico ed economico era strettamente correlato e dipendente. Nello specifico, tale fenomeno determina la corrispondenza tra la capacità di un individuo di finanziare il proprio equipaggiamento bellico e ruolo che poi avrà durante la guerra; es. i cavalieri appartengono all'aristocrazia, gli opliti al ceto dei piccoli proprietari terrieri, i ceti bassi come araldi, cuochi ecc. Ad essere politei, cioè cittadini, sono in pochi e diventeranno un'élite aristocratica: infatti nellapolis non c'è un re ma è presente una leadership di famiglie dette ghene, al singolare genos/ghenos. Tuttavia,

Omero nelle sue opere parla di un basileus, re appunto, e la sua presenza è attestata in altre città greche anche in epoche successive. Si è pensato che il re menzionato da Omero in realtà fosse controllato proprio dagli aristocratici, i quali sceglievano un leader che avrebbe dovuto esercitare il comando specie in tempo di guerra, senza mai raggiungere il potere assoluto di un sovrano orientale.

A proposito degli aristocratici, essi non lavoravano perché la loro ricchezza si basava sulle terre che possedevano e che non curavano di persona. La loro esistenza era scandita da alcuni rituali, di cui il principale è il simposio ("bere insieme"), termine che rimanda ai pasti in comune delle associazioni guerriere maschili. Nel corso del VI secolo si trasformò in un'occasione di incontro di 15-20 uomini che trascorrevano molte ore della sera e della notte insieme, mangiando ma soprattutto bevendo, chiacchierando, recitando, cantando, giocando.

Le donne erano escluse e si svilupparono pratiche omosessuali tra i partecipanti. Tribù, fratrie e gene. All'interno della polis di età arcaica è possibile distinguere tre componenti: 1. Fylai (tribù): sono realtà doriche (Ilei, Dimani e Panfili, gli Archelaoi aggiunti da Clistene di Sicione nel VI a.C.), ioniche (Opleti, Argadei, Egicorei, Geleonti o Teleonti, rispettivamente riferibili ad Eponimi – Oplete, Argade, Egicore, Geleonte o Teleonte - o a specifiche caste o funzioni - guerrieri, artigiani, agricoltori, pastori o sacerdoti) e mancano presso le stirpi oliche sia settentrionali che meridionali, in Beozia ad eccezione di Orcomeno e non sono attestate né in Eubea né nelle Cicladi. La tribù mostra maggiore chiarezza funzionale quando rapportata al mondo dorico, ad esempio Tirteo, che scrive nella dorica Sparta, descrive le tribù che

avanzanosingolarmente in guerra alzando ciascuna le proprie lance.

Fratrìe: l'unico riferimento etimologico è il frater latino, appunto fratello. Probabilmente la funzione di questa componente è prettamente anagrafica, cioè alla nascita ogni nascituro sarebbe stato iscritto ad una specifica fratrìa.

Γένη (gene): è legato all'appartenere a una determinata famiglia, da interpretare più come una consorteria nobiliare che come una famiglia stretto senso. Spesso, come fa notare De Sanctis, i Γένη si attribuiscono antenati eroici e un patrimonio di memorie che li distingueva dalla gente comune. Quindi il Γένη è da intendere più come "stirpe" che come "famiglia".

Per tutte e tre queste componenti è ancora in dubbio l'origine; è difficile stabilire se queste siano nate con la polis o fossero preesistenti e poi.

confluite in essa. A tal proposito Gaetano De Sanctis teorizza o che queste componenti o articolazioni della polis siano confluite nello Stato per aggregazione o dallo Stato stesso siano state create per una migliore e più specializzata funzionalizzazione. Nella vita pubblica e privata dei Greci, il rapporto con gli dei era di particolare importanza. Il calendario di ogni città era regolato da molte feste in loro onore, prima di intraprendere guerre si cercava di interpretare la loro volontà, consultando i vari oracoli e le vittorie venivano celebrate con offerte agli dei, mentre in caso di sconfitta si procedeva a purificazioni per allontanare maledizioni. Gli dei erano presenti anche nei momenti importanti della vita dell'individuo: nascita, maggior età, matrimoni, morte. Non esistono comunque dei testi sacri e i sacerdoti che celebrano i culti erano spesso funzionari dello stato che espletano le funzioni sacerdotali per un anno. In sostanza, la religione

greca è molto pratica, caratterizzata da molti rituali tra cui il più diffuso è il sacrificio: si uccideva e immolava in onore di un dio uno o più animali, soprattutto pecore, e poi si interrogavano le loro viscere per conoscere la volontà degli dei. L'arte della divinazione era molto praticata. I 12 dei maggiori dei Greci erano: Zeus, Era, Poseidone, Atena (sapienza e guerra), Apollo (poesia), Artemide (caccia), Demetra (raccolti), Afrodite, Hermes (messaggero degli dei), Efesto (fuoco, metallo, scultura), Ares (guerra, lotta) e Dioniso (vino, ebbrezza). Durante l'età arcaica, la mobilità orizzontale è notevole e i Greci dettero vita a circa 150 polis in tutto il Mediterraneo: in Italia meridionale e in Sicilia, sulle coste francesi e africane, sulla costa settentrionale del Mar Egeo, intorno al Bosforo e al Mar Nero. Questo fenomeno è stato definito "colonizzazione" greca dai moderni di XVII e XVIII.

influenzati dalla storiografia britannica colpita in particolare dall'indipendenza degli USA dalla madrepatria inglese. Il termine greco per indicare la mobilità di età arcaica è apoikia (apo: da; oikos: casa; andare via da casa) e per indicare le poleis indipendenti apoikiai, le quali mantenevano con la madrepatria legami di tipo religioso-culturale, anche se a volte fu il frutto di iniziative private e non di una polis. Nel dibattito moderno, le cause della colonizzazione furono lette in due modi: - i primitivisti, per cui le società antiche erano agrarie e non caratterizzate da fenomeni imprenditoriali, ritengono che dipendesse da una mancanza di terra e da un impoverimento della società greca; - i modernisti, secondo cui i fenomeni imprenditoriali già erano presenti nelle società antiche, credevano che la colonizzazione dipendesse da un interesse di mercato, ad una volontà di aprire orizzonti commerciali. Questo dibattitoè durato fino agli anni '60 del 1900 quando Moses Israel Finley, studioso soprattutto di economia antica, che riteneva che la causa della colonizzazione fosse legata all'eccessiva lottizzazione della terra, in quanto il possesso della terra era una prerogativa necessaria per essere cittadino e quando, per i processi ereditari, la proprietà tende sempre più ad assottigliarsi determina uno scarso peso della cittadinanza. Lo stesso Esiodo, in "Le opere e i giorni" si lamenta della vita familiare poiché troppo dispendiosa e consiglia di non fare figli o farne uno solo, anche se vanno considerate le ostilità con il fratello Perse a proposito dell'eredità. Quindi, per Finley, fondare colonie significava riproporre il privilegio della terra. Inoltre, a partire da Robin Obsorne si è pensato che la colonizzazione non fosse un'iniziativa statale ma privata. Secondo la tradizione, al comando della spedizione vi èl’ecista (oikisès), quasi sempre un aristocratico la cui permanenza in patria si è fatta difficile: all’arrivo sarà il fondatore ufficiale dellanuova polis e dopo la sua morte diverrà oggetto di culto. Gli uomini che
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A.A. 2019-2020
7 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nadiasalvemini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Federico Eduardo.