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Tornato a Vienna profondamente affascinato dall'esperienza parigina, Freud inizia la sua attività
privata come neurologo. I saggi scritti in questi anni mettono in luce un progressivo distanziamento
dalle posizioni di Charcot. Benchè nella desrizione della sintomatologia dell'isteria segua molto da
vicino il maestro francese, nelle sue indicazioni di trattamento sostiene la necessità di eliminare le
sorgenti psichiche dei sintomi isterici utilizzando metodi capaci di porre il luce l'attività ideativa
inconscia.
Freud si interessa a un metodo terapeutico sperimentato da Breuer.
Esso consisteva nel ricondurre il paziente sotto ipnosi alla preistoria psichica del disturbo
constringendolo a riconoscere l'occasione psichica che ha scatenato il disturbo in questione.Molti
sintomi isterici che avevano resistito ad ogni forma di terapia scompaiono spontaneamente sotto
l'influsso di una motivazione psichica sufficientemente forte.
Nella disputa tra la scuola parigina e la scuola di Nancy, Freud si schiera in favore di Bernheim
spostandosi quindi da un'intrpretazione di tipo fisiologico dell'ipnotismo a un'interpretazione
psicologica che identificava la fonte dei fenomeni ipnotici nella suggestione di una rappresentazione
cosciente immessa nel cervello dell'pnotizzato dall'influsso esterno e da lui accolta come se fosse
sorta spontanamente.
Freud sottolinea però l'importanza delle osservazioni di Charcot e a ritenere che riconoscere il peso
della suggestione non implichi necessariamente la messa in discussione della obiettività della
sintomatologia isterica e della realtà del grande ipnotismo isterico.
La particolarità dei sintomi presentati dai pazienti "nervosi" richiamava l'attenzione del clinico sulle
loro emozioni, sottolineando che "alcuni stati psichici chiamati affetti" hanno la capacità di
modificare stati somatici normali e dare vita a sintomi patologici.
Il problema centrale diventa quello di come sia possibile studiare scientificamente l'ipnosi e di quale
ottica adottare per evitare un visione unilaterale del problema.
Partendo dall'assunto che lo studio della patologia permette una migliore comprensione dei
fenomeni normali, Freud sostiene che "tutti i processi psichici, anche quelli che siamo abituati a
considerare "processi di pensiero" sono in certa misura affettivi, cioè capaci di modificare i
processi somatici e che " i processi di volontà e di attenzione sono in grado di influenzare i procesi
psichici e corporei e di avere parte notevole, come promotori o inibitori, nelle malattie somatiche".
La sua argomentazione si sofferma in particolare sullo stato psichico dell'attesa capace di attivare
una serie di forze psichiche fra le più efficaci per sanare mali somatici e identifica nell'attesa
fiduciosa una forza attiva di cui si teve terner conto in tutti i tentativi di cura e guarigione.
Nel discutere gli ingredienti del trattamento psichico Freud mette poi in luce una serie di fattori
che attengono alla personalità del medico e che appaiono fondamentali per la riuscita del
trattamento. Al di là della specifica tecnica utilizzata, è in primo piano la qualità del rapporto tra
medico e paziente e la sua profonda influenza sulla vita psichica del malato.
Dalle lesioni funzionali o strutturali e dalla predisposizione patologica, Freud passa ad indagare la
vita affettiva dei pazienti e il suo impatto sulle loro condizioni fisiche e psichiche.
Freud prende in considerazione diverse circostanze atte a diminuire le pretese nei confronti della
terapia ipnotica. Non solo le singole persone si lasciano influenzare fino a un determinato grado di
arredevolezza ma soprattutto esse non rinunciano alla propria singolarità. Anche nel caso degli
effetti psichici del trattamento ipnotico è necessario riocondurre a rapporti di grandezza tra forze la
diversa disponibilità dei pazienti a rispondere alla suggestione che non esercita un potere illimitato
ma solo un potere di determinata forza.
Alla suggestione non è assicurata in partenza la vittoria sulla malattia. Tutt'altro che comodo e
intantanea il trattamento ipnotico si rivela dunque lungo, faticoso e soprattutto non capace di
produrre una soppressione definitiva dei fenomeni patologici.
Si profilano dunque un punto di vista economico ( lo studi dell'entità delle diverse forze attive nella
psiche) e un punto di vista dinamico.
Il riconsocimento dei limiti del trattamento ipnotico che mette a dura prova la pazienza sia del
medico che del malato e che in alcuni casi favorisce l'instaurarsi nel malato di una dipendenza dal
medico, insieme all'instaurarsi di una specie di mania dell'ipnosi , non deve però portare a negare la
realtà terapeutica della suggestione ma piuttosto appoggiandosi a esperienze ipnotiche e facendosi
guidare da esse deve andare alla ricerca di altri procedimenti che rendano possibile un'azione più
incisiva e meno imprevedibile sulla psiche del malato.
Freud nega la possibilità di mettere in correlazione la suscettibilità all'ipnosi con alcuna
caratteristica di un individuo e invita il medico a guadagnarsi la fiducia del paziente prima di
ricorrere all'ipnosi la cui profondità non dipende dalla specifico procedimento del medico quanto
dalla reazione causale del paziente.
Freud individua nella suggestione il principale fattore terapeutico di questo trattamento che si rivela
capace di ottenere gli influssi psichici più profondi se lo si utilizza per interrogare le pazienti sui
loro sintomi e sulla loro origine.
Lo stato affettivo di attesa dipende da tre fattori , in primo luogo l'importanza che assume per me il
fatto, in secondo luogo il grado di insicurezza di cui è carcia l'attesa. L'incertezza soggettiva,
dipende poi da una somma di rappresentazioni, dette rappresentazioni di contrasto.
Mentre nella vita rappresentativa normale le rappresentazioni di contrasto vengono inibite ed
escuse dalle associazioni, nei diversi stati nervosi nei quali esiste in via primari una tendenza al
malumore, all' abbassamento della stima di se, si verifica un rafforzamento delle rappresentazioni
di contrasto.
Mentre nella nevrastenia la rapprentazione di contrasto si sottrae alla volontà, producendo la
soprprendente abulia di cui il nevrastenico è cosciente, nel caso dell'isteria l'accento è posto sulla
dissociazione della coscienza.
Lo studio dell'isteria mostra che i proponimenti inibiti si realizzano e che essi vengono accantonati
fino a quando non vengono fuori imponendosi al corpo che altrimenti obbedisce alla predominante
coscienza dell'io. L'efficacia dell'intervento medico dipende duque dalle aspettative del paziente
quanto dalla personalità del medico a cui spetta la responsabilità di creare nel malato lo stato
psichico favorevole alla guarigione ricorrendo alla magia della parola.
Affetti non sfogati possono dare origine a sontomi => conversione è espressione conflitto pisichico
in alterazioni fisiche, sintomi. Meccanismo di difesa che fa si che conflitto psichico si esprima in
alterazioni corpo.
Verso una nuova teoria del funzionamento psichico
Freud va dunque sempre più convincendosi della fecondità delle tecniche terapeutiche basate sulla
sugggestione in stato di veglia utilizzate da Bernheim che lo portano a ritenere sempre più più
probabile l'esistenza di processi psichici possenti che restano tuttavia celati alla coscienza degli
uomini. Iniziarà così ad utilizzare come tecnica per rimuovere i sintomi dell'isteria e come
strumento per indgarne l'origine, il metodo di Breuer.
La collaborazione con Breuer: il metodo catartico e il trauma psichico
Il caso di Anna O. (Paziente di Breuer)
Nel periodo in cui si dedicava totalmente all'assistenza del padre questa donna aveva sviluppato una
grave forma di isteria caratterizzato dalla comparsa di una serie di forti disturbi psichici e somatici
che andavano da paralisi e insensibilità al lato destro del corpo a deficienze della funzione visiva,
dalla ripugnanza per cibo e acqua alla perdita della parola e dalla capacità di parlare e comprendere
la propria lingua madre, a sentimenti di angoscia, stati di assenza, confusione, delirio e
un'alterazione complessiva della personalità.
In una prima fase acuta della malattia, lo stato mentale della paziente era caratterizzato dalla
repentina alternanza di due stati psichici di coscienza del tutto distinti e che venivano sempre più
nettamente separandosi. In uno stato psichico la paziente conosceva ciò che la circondava , era
triste, angosciata, ma relativamente normale, mentre nel secondo allucinava, imprecava, lanciava
oggetti e rilevava dei vuoti nelle sue rappresentazioni coscienti.
Anna O si era sentita offesa per qualcosa e aveva deciso di non dire nulla. Quando Breuer lo capì, la
costrinse a parlarne e scomperve l'inibizione che prima aveva reso impossibile anche qualsiai altra
espressione.
Alla morte del padre, il trauma psichico più forte che potesse colpirla, i sintomi ricomparvero con
particolare violenza e intensità.. Breuer si sofferma in particolare sul restringimento del campo
visivo, sul crescente atteggiamento negativo nei confronti dei familiari, sulla comparsa di
allucinazioni negative o di intense sensanzioni angosciose e soprattutto sullo stato di sonnolenza e
di profonda ipnosi in cui sprofondava nelle ore pomeridiane e da cui, se riusciva a narrare le
allucinazioni di quel giorno, si ridestava lucida, tranquilla e serena.
I due stadi non differivano soltanto per il fatto che in uno stato Anna era normale e nel'altro
allucinava ma perchè in questo secondo stato, avendo dimenticato tutte le cose accadute dopo e
mantenendo la piena coscienza del fatto che il padre era morto, ritornava al passato rivivendo
giorno per giorno l'inverno precedente.
Avvenne che in ipsosi ragionasse sulla sua dama di compagni a inglese che non amava e raccontò
allora visibilmente inorridita che una volta entrata nella sua stanza aveva visto il cagnolino bere da
un bicchiare. Non aveva detto nulla perchè voleva essere gentile. Dopo aver sfogato la rabbia che le
era rimasta dentro chiese da bere e si risvegliò dall'ipnosi col bicchiare sulle labbra. Il distubo del
non bere era scomparso per sempre. Così pure scomparvero delle fisime strane e ostinate e la
contrattura della gamba destra.
La distanza tra la tecnica della scuola francese e il metodo catartico, che non utilizza più l'ipnosi
per correggere, dopo averli riattivati, i ricordi degli eventi traumatici, ma piuttosto ricorre
all'ipnosi o all'autoipnosi per riattivare le emozioni dolorose che avevano accompagnato in origine
l'evento dimenticato e che non era stato possibile esprimere.
Questo medoto (Catarsi, de