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Isolanti: non presentano morfologia (cinese, vietnamita) o ce l'hanno molto ridotta (inglese);
Sintetiche: presentano morfologia; si dividono a loro volta in:
- Agglutinanti: prevalenza di componenti morfologici formati da più morfi (turco, giapponese)
- Flessive: prevalenza di componenti morfologici di un solo morfo (italiano, tedesco, francese)
7.3 Categoria morfematica, morfema e morfo
Categoria morfematica: insieme chiuso di morfemi alternativi (genere verbale transitivo/intransitivo, diatesi attiva/passiva, modo, tempo, numero e persona, genere). Sono paradigmi morfematici, cioè classi di morfemi alternativi che veicolano una serie di potenziali funzioni.
Morfema: alternativa possibile utile a formare una certa forma di parola. Entro ogni classe ne esistono almeno 2.
Morfo: è la strategia di manifestazione di uno o più morfemi.
Una categoria morfematica è costituita da uno o più morfemi, alternativi fra loro, che rappresentano
alternative allostesso paradigma (es.: maschile/femminile > bambin -o/bambin -a). I morfemi sono la manifestazione dei morfi. 7.4 Categorie morfematiche e classi del lessico La struttura del componente morfologico è determinata dalla classe cui il lessema appartiene. La forma di parola di una certa classe del lessico deve caratterizzarsi entro determinate categorie morfematiche per potersi costruire. Si può riconoscere la classe del lessico a cui una parola appartiene a partire dalle categorie morfematiche a cui i lessemi sono esposti. Il modo in cui la forma di parola si struttura rispetto alle categorie morfematiche è analoga al modo in cui un'entità si specifica rispetto ai modi d'essere (predicati) ammessi alla classe cui appartiene. Per esempio, di un albero posso chiedere se è alto o basso, ma non se è intelligente o stupido, poiché non è un suo possibile modo d'essere. C'è quindi un chiaroRapporto tra la congruità e le classi di predicati selezionate dalla classe cui l'entità (l'argomento) appartiene.
7.5 Il calcolo delle forme di parola
Nelle lingue agglutinanti c'è un rapporto più diretto fra morfema e morfo, al punto che il morfema è affine ai lessemi che spesso hanno natura 'grammaticale', come le preposizioni.
Il numero dei morfi, nelle lingue flessionali coincide idealmente con il numero delle forme di parola (condensano in un unico morfo la manifestazione di tutti i morfemi della forma di parola: il numero dei morfi è maggiore), in quelle agglutinanti il numero dei morfemi è decisamente inferiore, ma hanno una struttura del componente morfologico molto più complessa. Tale numero può essere calcolato, moltiplicando le forme previste per il genere, il caso e il grado; per il latino, ad esempio, si calcolano 3 generi (maschile, femminile, neutro) x 6 casi (nominativo, genitivo, accusativo, dativo,
vocativo, ablativo) x 3 gradi (positivo, comparativo, superlativo) = 108 forme, corrispondenti al numero dei morfemi di una categoria morfematica per il numero dei morfemi di ciascuna altra categoria morfematica. Il calcolo è reso più complesso dal fatto che spesso fra le categorie esiste un rapporto gerarchico: nella morfologia verbale italiana la categoria del tempo è implicata dal modo, quindi il numero delle forme si ottiene calcolando separatamente i morfi implicati da ciascun morfema e poi si sommano. I fenomeni morfologici sono endolinguistici, e il calcolo delle forme varia da lingua a lingua. 7.6 Morfemi fissi e liberi Fissi: sono legati al singolo lessema (es.: genere nominale > un sostantivo è maschile o è femminile casa, uomo) Liberi: variano a seconda del contesto (es: aggettivi > buon -o, -a, -i, -e). Nei verbi sono misti: fissi per il genere verbale (transitivo o intransitivo), liberi per tutte le altre informazioni. I morfemiFissi sono già predefiniti dal lessico prima di entrare nella morfologia.
7.7 Strategie di manifestazione dei morfemi
Il morfo (unità significativa minima) è la strategia di manifestazione dei valori morfologici. Il tipo di morfo più comune è costituito da una sequenza di fonemi che si saldano al componente lessematico formando una sola parola fonologica.
Il morfo zero (Ø): è l'assenza di manifestazione del morfo. Es.: boy - Ø boy -s
Il morfo zero è una strategia di manifestazione perfettamente univoca purché tra i morfemi della categoria morfematica solo uno venga rappresentato da esso.
L'amalgama morfematico: morfo che manifesta più di un morfema. Es.: cant -a > la -a rappresenta tutti i numerosi morfemi che caratterizzano questa forma. Nelle lingue flessive, l'amalgama è il morfo tipico.
Il sincretismo: tipo particolare di omonimia dove morfemi diversi della stessa categoria
morfematica ricevono● la stessa manifestazione; si tratta di una mancata distinzione tra le opposizioni entro una stessa categoria (es.:che io ved -a / che tu ved -a / che egli ved -a). In casi di sincretismo o altre omonimie morfologiche bisognaricorrere a diversi livelli del cotesto e al contesto per individuare la forma di parola. Tutte le altre struttureintermedie (lessico, sintassi, ordine delle parole, intonazione) possono essere utilizzate per la disambiguazionea livello morfologico. Il processo di disambiguazione mediante un’inferenza (un ragionamento) con cuicancelliamo le interpretazioni del morfo non compatibili col cotesto o con il contesto. Es.: Eine Frau hat dieses