Estratto del documento

Classificazione dei morfemi

I morfemi possono essere classificati secondo due punti di vista principali:

  • Classificazione funzionale, in base alla funzione svolta nel contribuire al significato di una parola
    • Morfemi lessicali, contenuti nel lessico di una lingua, costituiscono una classe aperta, ovvero passibile di arricchimenti impredicibili. Sono detti anche liberi. Un morfema lessicale può costituire una parola a sé.
    • Morfemi grammaticali, contenuti nella grammatica, costituiscono una classe chiusa, ovvero non suscettibile ad accogliere nuovi elementi. Sono detti anche legati, in quanto non possono comparire se non in combinazione con altri morfemi.
      • Derivazionali
      • Flessionali
  • Classificazione posizionale, in base alla posizione nella parola

Esistono morfemi non facilmente categorizzabili come lessicali o grammaticali, specialmente nelle parole funzionali, come articoli, pronomi personali, preposizioni, congiunzioni, ecc. Si possono definire morfemi semiliberi.

La derivazione, ovvero come...

morfologia la disciplina che studia la struttura e la formazione delle parole. La morfologia si occupa di due grandi ambiti: la formazione delle parole e la flessione. La formazione delle parole avviene attraverso processi di derivazione e consiste nell'aggiunta di affissi a una radice lessicale. Gli affissi possono essere di diversi tipi: - prefissi: affissi che vengono aggiunti prima della radice. I prefissi sono solo derivazionali. - suffissi: affissi che vengono aggiunti dopo la radice. Tra i suffissi, si distinguono le desinenze, che hanno valore flessionale e si trovano in ultima posizione dopo la radice e gli eventuali suffissi derivazionali. - infissi: affissi che si inseriscono all'interno della radice. - circonfissi: affissi formati da due parti, una prima e una dopo la radice. - transfissi: affissi che si inseriscono alternativamente all'interno della radice. La flessione è il processo attraverso il quale una parola può assumere diverse forme a seconda del modo in cui si attualizza nella frase. La flessione è obbligatoria e avviene dopo la derivazione. I morfemi flessionali sono solitamente più vicini alla radice lessicale rispetto ai morfemi derivazionali. La trascrizione morfematica si indica tra parentesi graffe, indicando nella morfologia i processi di formazione delle parole e di flessione.rigasottostante il significato e il valore dei morfemi. Esistono altri tipi di morfemi:
  • Sostitutivi, sostituzione di un fono ad un altro, inseparabili dalla radice
  • Zero, assenza di una distinzione marcata nella grammatica
  • Soprasegmentali (superfissi o sopraffissi), valore morfologico tramite trattosoprasegmentale come una variazione d'accento o di tono
  • Cumulativi, più di un significato o valore contemporaneamente

Amalgama, fusione di due morfemi non più individuabili

Esistono, inoltre, processi morfologici non riconducibili a morfemi, come la reduplicazione presente in alcune lingue.

I morfemi derivazionali mutano il significato della base a cui si applicano, aggiungendo una nuova informazione rilevante, attraverso suffissi e prefissi, detti moduli di derivazione, teoricamente si potrebbero creare un numero infinito di parole a partire da una base lessicale, famiglie di parole.

È discussa, in italiano, la funzione della vocale tematica.

Poiché si può ritenere che abbia un suo significato e quindi separata nella trascrizione morfologica. Si hanno tre possibilità nella parola mangiare, per esempio:

  • Mangi-a-re
  • Mangi-are
  • Mangia-re

Morfemi che si comportano come prefissi, attaccandosi a un'altra radice lessicale per modificarne il significato, si chiamano prefissoidi (sociologia). Essi sono allo stesso tempo morfemi lessicali e derivazionali. Analogamente esistono i suffissoidi, cioè morfemi con significato lessicale ma che si comportano come suffissi (cronometro).

Chiamate "semiparole". Entrambi sono tipici di parole di origine classica che vengono chiamate "composti neoclassici".

Parole che contengono più radici lessicali che mantengono il valore che avrebbero se "parole composte", utilizzate come parole a sé stanti vengono dette in italiano sono per lo più nomi.

In questo genere di parole è necessario evidenziare in primo luogo la "testa" del composto che ne assegna la classe di appartenenza, le caratteristiche di significato e i tratti di flessione. Se è presente, il composto in italiano, solitamente si trova a sinistra e quelli che hanno la testa a destra sono tendenzialmente parole di origine latina o di altre lingue. Sono possibili anche composti senza testa detti "esocentrici". I composti detti "dvandva" sono formati da due teste (con un rapporto di importanza 50 e 50), come caffelatte e, dato che l'individuabilità (confonologica dei costituenti non è conservata, sono detti composti stretti, mentre sono quelli in cui l'integrità delle parole è mantenuta (cameralarghi oscura). Possono, inoltre, classificarsi in composti subordinativi e coordinativi: nei primi i costituenti sono legati tra loro da un rapporto modificato/modificatore.mentre nei secondi nonsussiste un rapporto del genere ma è per lo più copulativo, come nei dvandva. La flessione nelle parole composte italiane si ha per lo più nell'elemento a sinistra (capistazione), ma è molto irregolare, perciò, non è strano trovare parole flessive sulla seconda radice (bassorilievi) o su entrambe (cassepanche). Le parole composte non vanno confuse con le unità plurilessematiche o polissematiche o plurilessicali costituite da sintagmi fissi che rappresentano un'unica entità di significato (gatto delle nevi), una categoria molto ampia in italiano. Sigle o acronimi sono formati dalle lettere iniziali delle parole che le costituiscono e sono un altro tipo di unità plurilessematica, la cui pronuncia crea una parola autonoma. L'unione di più parole con accorciamento forma quelle che vengono chiamate "parole macedonia". Il procedimento di formazione di parole piùproduttivo in italiano è la suffissazione, aggiungere un suffisso dopo la radice, segue la prefissazione, il procedimento inverso. In italiano e in altre lingue europee non muta la classe grammaticale della parola. Caratteristica dell'italiano è l'alterazione con la quale si creano parole che aggiungono al significato della base lessicale un valore valutativo e associato a particolari contesti pragmatici che possono essere: diminutivo, accrescitivo, dispregiativo. Il fenomeno della conversione si ha in coppie di parole aventi la stessa radice lessicale e prive di suffisso, fra le quali non è possibile stabilire quale sia la parola derivata e quale quella primitiva. In genere: - Verbo → Nome (Derivazione zero) - Aggettivo → Verbo Non vanno trascurati casi di omonimia tra morfemi derivazionali. Esistono verbi detti parasintetici formati con prefissazione e suffissazione consistente nella desinenza di come abbellire, imbiancare... una delle classi di.

Coniugazione (-are, -ere, -ire), Le parole derivate si possono definire in modo da tener conto:

  • Del procedimento di derivazione
  • Della classe lessicale della base da cui derivano
  • Della classe lessicale a cui appartiene il risultato

Il processo di derivazione di una parola si può rappresentare con un diagramma ad albero.

Flessione

I morfemi flessionali attualizzano il significato della radice lessicale nel contesto di enunciazione specificandone la concretizzazione in quel particolare contesto. Essi possono intervenire solo nelle parole che possono essere flesse. In italiano sono dettivariabili: nomi, verbi, aggettivi, articoli e pronomi. Il valore di una categoria grammaticale determinata da un morfema è detta marca. In italiano nomi e aggettivi citati al maschile singolare, i verbi all'infinito.

Le categorie grammaticali danno espressione a significati fondamentali, realizzando anche le dimensioni semantiche elementari codificate nella grammatica di

Unadeterminata lingua. Tra le più importanti categorie grammaticali vi sono:

Categorie flessionali, riguardano il livello dei morfemi stessi. Si dividono in due grandi classi:

  • Operano sui nominali:
    • Nomi
      • Genere: Maschile, Femminile, Neutro
      • Classificatori nominali, presenti in molte lingue bantu, sono vari prefissi che marcano i valori corrispondenti al genere
      • Numero: Singolare, Plurale, Duale, Triale, Paucale
      • Caso: Nominativo, Accusativo, Dativo, Genitivo, Ablativo, Vocativo, Locativo, Vari complementi
      • Definitezza: Definito, Indefinito
      • Possesso
    • Aggettivi
      • Genere
      • Numero
      • Caso
      • Grado: Superlativo, Comparativo (non flessivo in italiano)
    • Pronomi
      • Genere
      • Numero
      • Caso
    • Proposizioni
  • Operano sui verbi:
    • Modo, esprime la maniera nella quale il parlante si pone nei confronti del contenuto di quanto vien detto e della realtà della scena rappresentata nella frase
    • Tempo, colloca nel tempo quanto vien detto
    • Aspetto
riguarda la maniera in cui vengono osservati e presentati in relazione al loro svolgimento l'azione espressa dal verbo:
  1. Perfettivo
  2. Imperfettivo
Il verbo può essere:
  1. Attivo
  2. Passivo
Il verbo può indicare:
  • La persona
  • Il numero
  • Il genere
  • Il rapporto sociale gerarchico (giapponese)
Il processo attraverso il quale un verbo assegna il caso al suo complemento oppure verbi e preposizioni, si chiama reggenza. La morfologia flessionale si può dividere in:
  1. Flessione inerente, riguarda la marcatura a cui viene assoggettata una parola in isolamento a seconda della classe di appartenenza, per il solo fatto di essere selezionata nel lessico e comparire in una frase (assesintagmatico)
  2. Flessione contestuale, dipende dal contesto, specifica una forma e seleziona i relativi morfemi flessionali in relazione al contesto
cui laparola è usata (asse paradigmatico). Per esempio i casi.In molte lingue un'altra marca flessionale è quella di accordo che prevede che tutti gli elementi suscettibili a flessione in un costrutto prendano le marche delle categorie flessionali per le quali è marcato l'elemento a cui si riferiscono. Accordo si riferisce agli elementi del sintagma nominale, concordanza alle forme verbali con elementi nominali, in particolare il soggetto.❖ Parti del discorso, a livello di parola, si raggruppano in classi a seconda della natura del loro significato, comportamento nel discorso e caratteristiche.
Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Riassunto esame Morfologia, prof Pozza, libro consigliato La linguistica, Berruto, Cerruti Pag. 1 Riassunto esame Morfologia, prof Pozza, libro consigliato La linguistica, Berruto, Cerruti Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Morfologia, prof Pozza, libro consigliato La linguistica, Berruto, Cerruti Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Acquista con carta o PayPal
Scarica i documenti tutte le volte che vuoi
Dettagli
SSD
Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fraen20 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Pozza Marianna.
Appunti correlati Invia appunti e guadagna

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community