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LE AREE PROTETTE

La radice profonda della conservazione della natura è antica. Già nel mondo antico, i Romani avevano boschi sacri

(luci); la stessa attenzione era presente ad esempio anche nel mondo celtico. Durante il Medioevo, specialmente nella

letteratura cristiana, è frequentemente attestata una celebrazione della bellezza della natura, in quanto frutto della

creazione divina. In tutti questi casi si tratta però di un approccio conservazionista emotivo/sacrale, ma non scientifico.

Nel mondo occidentale, l'origine della conservazione naturale modernamente intesa si data precisamente al 1872, con la

nascita negli USA del parco di Yellowstone.

Nell'atto istituivo del parco, si dice che esso è creato “a godimento della presente e delle future

si tratta di un approccio c.d. “intergenerazionale” anche oggi è alla base del concetto di sviluppo

generazioni”:

sostenibile. Non è un caso che la conservazione moderna della natura nasca negli USA e non altrove: paese dotato di

enormi spazi incontaminati, poco antropizzati e a bassa densità di popolazione, molto diverso dalla vecchia Europa. In

Europa, il pensiero conservazionista attecchisce più tardi: nei primi decenni del Novecento.

In Italia, il ventennio fascista è uno dei primi momenti in cui si dà grande rilievo alla gestione delle risorse naturali: non è

un caso. In quegli anni, lo spopolamento montano crea grandi problemi, in primis fenomeni di dissesto. Si potenzia

perciò il rimboschimento e nascono le moderne guardie forestali. L'Italia è un paese all'epoca povero di tecnologie: si

ricorre perciò a “tecnologie naturali” (ESEMPIO. Si proteggono i pipistrelli, mammiferi insettivori, allo scopo di tenere

sotto controllo la malaria, per la quale ogni intervento sino ad allora non aveva avuto successo). Sempre in questi anni

nascono in Italia i primi parchi: si tratta di aree remote, poco antropizzate, organizzate come “riserve di caccia”

(ESEMPIO. Il parco del gran paradiso, dove il Re andava a cacciare, oppure l'isola di Montecristo, nel Tirreno, una

piccola isola a conservazione integrale, in cui vi è il divieto di andare). In tali parchi si conservava soprattutto la fauna; in

seconda battuta la flora. Nel secondo dopoguerra, la conservazione della natura passa in secondo piano. In quegli anni

l'importante è la crescita (non lo sviluppo!); dal punto di vista economico, c'è un approccio cosiddetto neo­classico,

all'interno del quale la natura è un puro fornitore di risorse per l'uomo, priva di un valore intrinseco. Solo con gli anni '70

(economia dell'ambiente) e '80 (sviluppo sostenibile) si giunge ad una conservazione moderna, in linea con la situazione

internazionale. Così come sono intesi oggi, Oggi un

i parchi non sono solo conservazione della natura.

parco significa “gestione delle risorse naturali”, in senso ampio. All'interno di un parco oggi sono presenti almeno 3

finalità:

­ Conservazione della natura ovviamente. Non solo fauna e flora, ma anche la geologia, le acque, l'aria, i suoli, ecc.

­ Finalità ricreative ed educative. Spazio verde complementare alle aree urbane, all'interno del quale si attuino attività di

educazione ambientale, specie per le giovani generazioni. Possibilità di rafforzare l’identità locale

­ Finalità economiche. All'interno di un parco si può, ad esempio, promuovere il turismo naturalistico, oppure l'agricoltura

e l'allevamento. Le attività economiche possono cioè essere compatibili con un parco. Ovviamente dipende dal tipo di

attività e dai suoi numeri (Turismo di nicchia e «verde» sì; turismo di massa no. Agricoltura biologica sì; agricoltura con

pesticidi no).

[Laguna di Jokulsarlon (Islanda): area protetta incentrata su una laguna in cui un ghiacciaio scarica iceberg. Area

fortemente frequentata dai turisti; comunque l’impatto antropico è modesto (turismo consapevole e «spartano»)]

Oggi inoltre in un parco non si proteggono solo i valori naturali. Può essere protetto qualsiasi aspetto, ambientale ma

anche storico­culturale. ESEMPI:

• Parchi storici. Come Monte Sole (BO), parco dedicato all’eccidio della II Guerra Mondiale

• Parchi paesistici. Come il Parco Nazionale delle Cinque Terre

• Parchi geologici. Come il parco del Piacenziano – PC

• Parchi archeo­minerari. Come il Parco delle miniere sarde ­ Medio Campidano

• Parchi “etnici”. In Africa sono presenti dei parchi “etnici”, legati al folklore di un'etnia (folklore vero; non banalizzazione

folklorica!).

COMMUNIT­BASED CONSERVATION (CBT) = turismo

basato sul vivere come gli altri.

Conservazione­didattica­economia nelle aree protette emiliano­

romagnole

Parco dei Gessi bolognesi ­ «Neronotte il pipistrello» .

«La favola di Neronotte, piccolo pipistrello del Parco, inizia la sera

della sua nascita: attraverso la storia di questo personaggio

faremo conoscere ai bambini i pipistrelli, animali troppo

spesso mal visti a causa di sciocche superstizioni e

fantasiosi pregiudizi. I pipistrelli, invece, sono animali

utilissimi ed hanno una grande importanza ecologica

perché sono instancabili cacciatori di insetti e per questo

protetti da molto tempo. Il Parco è la casa di moltissimi

pipistrelli, che qui trovano cibo e rifugio: in compagnia di

Neronotte, tutti i bimbi sono invitati ad entrare nel Parco,

per avvicinarsi a piccoli passi alla conoscenza del mondo

naturale e dell'ambiente che li circonda. Favole e giochi

saranno il filo conduttore di tutto il percorso».

Un marchio di qualità per chi produce nel territorio del

parco rispettando standard sostenibili.

Altro possibile ambito di attività è quello della memoria e dell’identità locale Territorio & memoria: progetto del Parco

Nazionale delle Foreste Casentinesi (Toscana).

IL PAESAGGIO – L’EDILIZIA RURALE TRADIZIONALE

paesaggio

Il paesaggio non è sinonimo di panorama: il è una concezione scientifica. È una sintesi tra natura e cultura;

panorama,

il invece, non è scientifico, ma percettivo. È un concetto soggettivo che in certi periodi è stato molto

importante (ESEMPIO. Romanticismo).

Il paesaggio è costituito da tutti quegli elementi sensibili, naturali o antropici, di un territorio. È un sistema bimodulare,

formato da due subcomponenti, in rapporto dinamico nel corso dei secoli:

• Componente naturale. Ricomprende tutti quegli agenti naturali, endogeni ed esogeni, che modellano la

superficie terrestre.

• Componente antropica. Tutto ciò che c’è di umano, dai campi, alle case, ecc.

Specie in Italia, si tratta di paesaggi in cui la storia si è stratificata per secoli, e con essa rapporti sociali, economia,

ecc. I paesaggi italiani, quindi, sono forse i più antichi del mondo. È fondamentale abituare gli studenti a distinguere gli

aspetti naturali da quelli antropici, a capire come sarebbe un ambiente senza l’intervento umano, ecc. L’uomo ha

costruito dei terrazzamenti per coltivare in collina. (ESEMPIO. in Cina un luogo è chiamato LONGJI = “spina dorsale

del drago”. La natura influenza la cultura. Questa zona è abitata dagli YAO, in cui le donne sono vestite tutte di blu, il

loro colore tradizionale) 20­05­2015

IL PAESAGGIO

Il paesaggio è l’insieme degli elementi sensibili, naturali o antropici, di un territorio. Il paesaggio è un sistema

bimodulare, formato da due subcomponenti (una naturale, l’altra antropica), in rapporto dinamico nel corso dei secoli. Il

paesaggio è una sintesi tra Natura e Cultura. rurale

All’interno del concetto di paesaggio, vi è l’edilizia in cui la popolazione vive (= fa parte della componente

antropica). Si tratta di edilizia rurale, e non urbana! La nostra casa rurale tradizionale è quella in campagna, a contatto

con la natura. La struttura abitativa ha innumerevoli forme e modi nel mondo. Essa ha la sua origine profonda con la

sedentarizzazione del Neolitico (8.000­10.000 anni fa). Prima del Neolitico, nomadismo; ancora prima vita in grotta (=

l’uomo si adattava all’ambiente). Cosa c’entra l’edilizia rurale con la geografia? Le case tradizionali riflettono, in vario

modo, l’adattamento dell’uomo all’ambiente (oggi nei paesi sviluppati questo legame si è perso: c’è la medesima

architettura dalla Sicilia alla Scandinavia, gli stessi materiali da costruzione, case seriali, ecc.).

In condizioni climatiche estreme (deserti, ghiacci perenni, steppe) l’agricoltura non è praticabile. L’uomo si adatta

spostandosi (nomadismo) e praticando l’allevamento. La casa si adatta a ciò, diventando «mobile» (tende) o

temporanea. È il caso dei pellerossa americani, i quali si spostavano perché seguivano i bisonti, per cacciarli. Oppure

delle tende dei beduini nel Sahara. Si adattano all’ambiente perché sono mobili (si possono smontare e montare

velocemente seguendo il nomadismo) e sono fatte di pelli (ciò di cui vivono i pastori, infatti con queste si possono fare

anche il cuoio, i vestiti e i tappeti). Le tende dei pellerossa sono alte, mentre quelle dei beduini basse, a causa delle

tempeste di sabbia (tenda bassa = l’effetto vela è ridotto, quindi il vento non sradica tutto).

In Asia centrale (clima continentale, ma estremo; ambiente subdesertico) l’abitazione è di nuovo mobile: la Yurtha. La

tenda ha uno scheletro in legno e una copertura in pelli e lana (sono pastori!); isola termicamente dal freddo in inverno e

dal caldo in estate. La Yurtha, però, sta scomparendo.

Una forma di adattamento simile, ma in ambiente opposto, è l’igloo, abitazione temporanea degli Innuhit (ESEMPIO. in

Groenlandia, vicino al Polo Nord). L’igloo è legato alla caccia, alla pesca e alle renne, e sfrutta l’unico materiale da

costruzione disponibile, cioè blocchi di ghiaccio.

Se il clima è continentale, non estremo, ma permette la stanzialità (l’agricoltura è possibile)e c’è roccia tenera affiorante:

abitazioni rupestri, scavate nella roccia (ad es. Sassi di Matera o Cappadocia, Turchia – questa zona è molto sismica,

ma le montagne, formate da roccia tenera, sono resistenti). Sono grotte artificiali scavate nella montagna (= caldo

d’inverno e fresco d’estate).

In Europa c’è un chiaro adattamento al clima:

• Tetto più o meno spiovente:

­ Nelle isole Svalbard (Norvegia) i colori delle case sono più o meno accesi per attirare il calore del sole e il tetto è

acuto, a punta pe

Dettagli
A.A. 2014-2015
45 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher samantha.moscato di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Piastra Stefano.