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COMPOSTI DI SUM:
La formazione avviene unendo al verbo SUM dei preverbi:
SUM + PREVERBI (IN, PRAE, PRO, INTER, SUPER, AD, AB): la caratteristica che accomuna
quasi tutti i composti di SUM è la reggenza del caso dativo.
Questa reggenza non vale per POSSUM e ABSUM: ABSUM regge l’ablativo semplice perché
vuol dire “sono distante da” e richiama, quindi, l’ablativo di distanza.
POSSUM: SUM + radice POT (stessa radice che il verbo condivide con tutta una serie di
parole che appartengono alla famiglia lessicale del POTERE, anche nel senso della capacità
di fare qualcosa quindi potenza personale, della POSSIBILITA’).
Appartengono a questa famiglia POTIS, che al maschile e al femminile significa capace,
POTE significa possibile. Due elementi che si ritrovano in POSSUM.
POTIOR: “impadronirsi”. Appartiene a questa famiglia lessicale (mi impadronisco di
qualcosa perciò ho potere).
Come avviene la composizione di POSSUM? La T della radice POT, per il fenomeno
dell’assimilazione regressiva si trasforma in S: si assimila alla consonante che segue. È
regressiva perché il suono S torna indietro. 14
Citiamo Possum insieme ad Absum perché è un verbo servile e regge un infinito
POSSUM: la radice POT si è trasformata in POS, con assimilazione regressiva, perché la
forma del verbo SUM cominciava per S.
Nel caso delle forme di SUM inizianti per vocale la radice POT non ha subito nessuna
modificazione (es. POTES).
TEMA DEL PERFETTO: POTUI. Il tema è POTU.
Questo è un caso di suppletivismo (Potui da poteo): il verbo POTSUM non aveva perfetto e
quindi è stato utilizzato sempre di più con lo stesso significato di possum, il perfetto di
POTEO che è andato scomparendo. Poteo è un verbo non dissimile da MONEO (moneo, es,
monui; poteo, es, potui).
Possum manca del GERUNDIO, del GERUNDIVO, del SUPINO. Il participio presente di SUM
non esiste così come non esiste nemmeno nella maggior parte dei suoi composti tranne
PRAESENS e ABSENS da cui sono derivati i nostri PRESENTE e ASSENTE che si usano con
valore aggettivale. Esiste anche POTENS ma il problema è che non viene da possum ma da
poteo, è una rimanenza.
-‐ QUADAM: pronome o aggettivo indefinito quidam, quaedam, quiddam. È uno dei pronomi
e aggettivi indefiniti che indicano “qualcuno” in senso generico. Generico sì ma con delle
cautele. Fra gli indefiniti possiamo individuare: QUIS, QUID; ALIQUIS, ALIQUID; QUIDAM,
QUAEDAM, QUIDDAM; QUISQUAM. Questi vogliono dire tutti “qualcuno/alcuno” però non
sono intercambiabili in latino, hanno un significato ben preciso.
Sfatiamo il mito dell’ALIQUIS che perde le ali: QUIS/QUID è un pronome indefinito ed un
pronome interrogativo. Per i grecisti non è nient’altro che il parallelo latino di tis/ti
(quando è accentato è pronome interrogativo, quando è enclitico è pronome indefinito).
In latino è la stessa cosa anche se si vede meno perché non ci sono gli accenti definiti sulle
parole: QUIS/QUID pronome interrogativo ha un accento, è una parola tonica; QUIS/QUID
pronome indefinito non ha un accento, è una parola enclitica.
QUIS/QUID vuol dire “QUALCUNO” ma in un senso indeterminato e ipotetico. Quando noi
usiamo quis/quid vuol dire che quel qualcuno a cui ci stiamo riferendo non esiste tant’è
vero che si usa esclusivamente nelle ipotetiche e nelle negative. Al contrario di ALIQUIS.
Questo ci dice che sono due cose diverse: anche aliquis vuol dire “qualcuno” in senso
indeterminato ma, anche se questo qualcuno è indeterminato, è dato per reale, non è
ipotetico, esiste.
Se, invece, devo indicare qualcuno o qualcosa di determinato, quindi ben preciso, ma di cui
non è possibile indicare il nome oppure non si vuole indicare il nome, uso QUIDAM perché
è una persona ben precisa, che esiste.
Quidam come aggettivo ha un uso molto particolare in latino che è lo stesso del nostro
articolo indeterminativo. Solo post-‐posto. 15
QUISQUAM: vuol dire “qualcuno” nel senso di non “alcuno”. Quindi si può usare
esclusivamente dopo una negazione e, insieme a questa negazione, acquisisce il significato
di “nessuno”. È lo stesso significato che acquisisce ULLUS.
Il latino preferisce negare la congiunzione piuttosto che il pronome quindi difficilmente
dirà “et nullus” ma dirà “neque ullus”.
-‐ NUMERO, FORMA, MAIORES NATU: ablativi di limitazione (quanto al numero, quanto
all’aspetto, quanto alla nascita). MAIORES NATU: quanto alla nascita. Natus è spesso
associato a MAIOR, MINOR per indicare una persona più anziana di nascita a sostituire 2
comparativi che in realtà esistono e che sono: per maior natu, SENIOR e per minor natu,
IUNIOR. Sono comparativi di 2 aggettivi: SENIOR di SENEX e IUNIOR di IUVENIS.
Al superlativo, per SENEX si usa MAXIMUS NATU e per IUVENIS si usa MINUS NATU