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FORMA ARMONIOSA + SENTIMENTO DEL PIACERE = GIUDIZIO DEL BELLO
Io giudico bella una cosa quando, grazie alla facoltà del sentimento, provo
piacere nel percepirne una particolare armonia. È qui che si genera il BELLO
ESTETICO.
Perciò il SENTIMENTO DEL PIACERE è legato ad un oggetto ed è sempre in
relazione con la facoltà di DESIDERARE (“Mancanza di…”). Nel desiderio io mi
attivo per conquistare quello che mi manca.
DESIDERIO MIMETICO = fondamento del rapporto intersoggettivo. “Desidero
ciò che ha l’altro” che porta ad un processo di imitazione.
Il BELLO non riguarda la sfera dell’intelletto ma del SOGGETTO = “è bello
ciò che suscita sentimento di piacere o dispiacere.” dice Kant
È il sentimento di piacere che troviamo di fronte ad un opera armoniosa.
Questo sentimento è espresso da un giudizio e si regge sulla facoltà del
sentimento
Il GIUDIZIO DI GUSTO non è logico ma Estetico. Ciò implica che il suo
fondamento non può non essere soggettivo. Esso non è conoscenza ma
neanche un atto pratico, RIGUARDA LA MORALE/IL BUONO. Giudicare vuol
dire trovare un accordo tra ciò che è dato dalla conoscenza con un fine
posto dalla ragione (oggetto+fine). Il soggetto giudica se è un fine è
adeguato. Ciò che interessa al gusto non è l‘oggetto; esso si interroga su
se la RAPPRESENTAZIONE DELL’OGGETTO abbia suscitato piacere o
dispiacere
Kant dirà anche che il bello estetico è UNIVERSALE = perché così come tutti
abbiamo stesse categorie intellettuali quando ci rapportiamo alla conoscenza
delle cose, così come tutti abbiamo un struttura morale identica dentro (la
ragione parla la stessa voce con tutti) allo stesso modo ogni uomo ha dentro la
facoltà del sentimento che scatta come una molla e scatta identica in tutti in
presenza di particolar armonia facendo suscitare un sentimento di bellezza ed
un giudizio riflettete estetico.
Quindi il bello è si SOGGETTIVO, ma in un altro senso = nel senso che
ciascuno di noi lo percepisce, non esiste oggettivamente. Il giudizio di gusto è
sempre soggettivo ma ciò non vuol dire che esso sia abbandonato all’arbitrio
individuale. CONCETTO DI FINALITA’
La categoria a priori di questo sentimento è quella che fa si che noi siamo
dotati di percepire una FINALITA’ nella realtà. Nel caso della bellezza noi
percepiamo un’armonia, una finalità interna che fa si che proviamo un
sentimento di piacere . Il FINE è una regola che riguarda il mondo oggettivo e
coinvolge la ragione pratica; appartiene quindi al SOGGETTO. Attraverso il
concetto di fine troviamo un elemento che accomuna il MONDO DELLA
NECESSITA’ a quello della LIBERTA’ . La filosofia può giudicare
come un oggetto della natura (intelletto) corrisponda ad un fine predisposto dal
soggetto. Conciliazione che avviene quindi sul piano soggettivo.
FINALITA DELL’INTELLETTO / CONOSCENZA = è una finalità tecnica.
L’intelletto conosce grazie ad un fine di ordine manipolatore della realtà.
Non esiste conoscenza che non sia anche tecnica. Questa finalità ha
come obiettivo quello di produrre un oggetto.
FINALITA’ PRATICA = si riscontra nell’attività morale perché è legata ad
un fine che si pone la ragione.
FINALITA’ NE TEORICA NE PRATICA = terza finalità che ha a che fare
con entrambi i mondi
Kant dice che considerare un edificio appropriato ad uno scopo (giudizio
oggettivo) è diverso dal considerarlo oggetto di piacere (giudizio di gusto), in
quanto quest’ultima è una rappresentazione del soggetto che non ha a che
vedere con il FINE. PARADOSSI DEL CONCETTO DI GUSTO
Il concetto di gusto contiene aspetti paradossali dati dal fatto che se è vero che
il Giudizio di gusto non ha carattere conoscitivo è pur vero che esso coinvolge
le facoltà conoscitive. Ciò perché non esiste un giudizio di gusto in cui
l’intelletto venga escluso. Inoltre il
gusto non ha finalità pratica ma ha a che fare con un fine/scopo.
Quindi il giudizio di gusto adopera l’intelletto per un uso non conoscitivo e
adopera la ragione per una finalità non pratica. Esso consiste in una
CONTEMPLAZIONE PURA.
1. IL GUSTO RINVIA AD UN PIACERE SENZA INTERESSE
(DISINTERESSATO)= guardando un oggetto io provo un senso di
piacere ma basta un minimo di interesse a far venire meno l’oggetto di
gusto. Bisogna essere indifferenti all’esistenza della cosa, provare quindi
un piacere svincolato dal mio voler conoscere l’oggetto e dalla finalità
“Non mi interessa l’esistenza dell’oggetto ma come io lo guardo
pratica.
contemplandolo” dice Kant.
Ogni scopo implica sempre un interesse in quanto a sua volta implica un
giudizio sull’oggetto. Proprio per questo lo scopo non può essere un
fondamento del Giudizio di gusto e quindi sono svincolati.
Il fatto che non sia DISINTERESSATO non esclude che non sia
INTERESSANTE in quanto comunque potrebbe produrre interesse. Ma
l’interesse non è un motivo di bellezza, è solamente un suscitare piacere
che deriva dall’esistenza stessa dell’oggetto.
Il bello è quindi svincolato dall’UTILE, prescinde da me dai miei interessi
dalle mie bassezze. Il bello è tale perché una volta posto davanti ai miei
occhi mi da un senso di armonia e finalità interna e a quel punto esprimo
un giudizio estetico.
2. CONCETTO DI GUSTO PRIVO DI CONCETTO = il gusto rinvia ad un
universalità e ad una necessità senza concetti. Il piacere estetico è
universale ma l’universalità non coincide con un concetto; quindi il BELLO
NON E’ DIMOSTRABILE LOGICAMENTE. Il giudizio estetico è
UNIVERSALITA’ che rinvia a un giudizio che ciascuno compie.
(UNVERSALITA’ DI GUSTO = soggettiva; ciascuno dinanzi a quell’oggetto
afferma che è bello).
3. IL GUSTO RINVIA A UNIVERSALITA’ SENZA FINE = Il bello è
universalità senza fine; la bellezza è forma della finalità di un oggetto ma
partecipa senza un fine ultimo. È una formalità soggettiva, ideale.
4. IL GUSTO GUARDA AD UNA REGOLARITA’ SENZA LEGGE = la
bellezza è legalità libera perché non rientra in canoni stabiliti fissi; è
gratuita.
Es = l’ARTISTA ha come unico obiettivo quello di produrre qualcosa di
bello.
Ciò non vuol dire che l’oggetto bello sia completamente privo di
regolarità, ma che ha la capacità di cogliere il molteplice nell’unità.
Un OGGETTO BELLO è composto da una totalità di parti; non è privo di legami o
relazioni interne. Queste parti sono armonicamente unite tra loro. È possibile
cogliere la realtà nelle parti che la compongono, individuando gli elementi
costituitivi. Diversa è la prospettiva di chi guarda un edificio nella sua totalità
perché in questo modo le parti vanno in 2° piano.
NEL DESIDERIO SI PONGONO
PIACEVOLE = GRADEVOLE : esprimono la parte più bassa del desiderio e
sono strettamente connessi; si passa da uno all’altro.
Piacere,
Il Piacevole , da non confondere con il è una cosa che piace ai sensi
quindi oggetto del sentimento. Ci provoca un interesse immediato (quando
mangiamo una cosa che piace) e non è mediato da concetti. Non c’è
sentimento senza sensazione perché essi sono congiunti. Esso si distingue dal
bello perché il limite del P è dato dalla sensazione mentre il B è puro.
Il Gradevole implica un giudizio non indipendente dalla sensazione.
BUONO = PREGEVOLE : desiderabilità superiore
Il Buono rientra nell’attività pratica perché fatto in vista di un fine. Al pari del
piacere per il gradevole e diversamente dal piacere per il bello, il piacere per il
“Per trovare buono un
buono è interessato all’esistenza dell’oggetto perchè
oggetto devo sempre sapere che specie di cosa è “.
È buono ciò che viene desiderato/apprezzato come mezzo per realizzare un
fine ad esso esterno, cioè come UTILE. Diversamente dal piacere per il
gradevole e dal piacere per il bello, il piacere per il buono è sempre mediato da
concetti. Esso può essere colto nella sua immediatezza. Ciò che è buono è
“Buono è ciò che mediante la ragione piace solo per il
legato ad un interesse
suo concetto” vuol dire che piace attraverso l’intelletto e ciò lo distingue dal
gusto/bello. Inoltre il sentimento del bello, essendo puro, è isolato dalla volontà
di desiderare.
Il sentimento del Pregevole invece non può essere disgiunto dalla VOLONTA’.
Affinché ci sia DESIDERIO ci deve essere la VOLONTA’, ovvero una spinta che
obbliga a desiderare. È da ciò che scaturisce la SOCIALITA’.
Il BELLO non è dimostrabile ma è COMUNICABILE : Se l’uomo non fosse un
animale sociale non desidererebbe l’esistenza delle cose e se non fosse un
soggetto comunicante non avrebbe l’inclinazione a comunicare con l’altro.
Invece vi è una capacità di comunicare reciprocamente il piacere estetico.
Quindi è grazie alla socialità che si è creato un rapporto tra bello e
interessante.
La Scuola di Francoforte insistette molto sul concetto di COMUNICAZIONE
(Abermas), sviluppando il tema della democrazia proprio su questa capacità di
comunicare in quanto essa implica la possibilità di partecipare con l’altro.
Secondo Abermas, DEMOCRAZIA non vuol dire solo andare a votare ma è
proprio la COMUNICAZIONE; intervento attraverso essa.
SENSAZIONE
Modo in cui rappresento l’oggetto attraverso i sensi. Essa può essere intesa
come ciò che determina il piacere o il dispiacere quindi essa non è più riferita
all’oggetto ma al soggetto. ES = il colore verde dei prati suscita
nei sensi un reazione che rende il colore piacevole o meno. Il piacere che esso
produce corrisponde a sensazione soggettiva in quanto percezione dell’oggetto
del senso. KANT: LA TAVOLA DEI 4 MOMENTI DEL GIUDIZIO DI GUSTO
Secondo Kant ci sono 4 categorie dell’intelletto = Qualità, quantità, relazione e
modalità. Il ragionamento kantiano funziona per sintesi successive cioè l’oggetto
indeterminato lo colgo con i sensi in uno spazio-tempo. Così decide di porre anche il
GUSTO in relazione alle 4 categorie ma quelle che ci interessano son