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La continuazione o meno dell’importazione di neri dall’Africa

1.

2. Il numero dei rappresentanti dei vari stati alla Camera

3. La sorte degli schiavi che fuggissero da uno stato schiavista a uno libero

1. Gli stati del sud temevano di essere in minoranza alla Camera e chiedevano che il numero

dei rappresentanti fosse stabilito includendo anche gli schiavi. Questo provocò una decisa

reazione da parte degli stati in cui la schiavitù era stata abolita e inizialmente la proposta di

concedere agli stati del sud i tre quinti degli abitanti di colore fu respinta.

La discussione proseguì sul tema del censimento: la Costituzione doveva stabilire che il

censimento fosse obbligatorio ogni 10 anni per riequilibrare periodicamente la composizione

della Camera. Bisognava tenere conto dell’evoluzione demografica.

Nuovamente di tornò sulla questione dei neri e il 12 luglio fu il momento in cui, forse, le sorti

del progetto costituzionale furono più vicine al fallimento. Due delegati, Rufus King e il

delegato del Massachusetts i furono profetici nell’affermare che la questione della schiavitù

sarebbe risultata fatale all’Unione. Il primo poneva l’accento sulla giustizia, base di

qualunque ordinamento duraturo. Il delegato del Massachusetts disse che il sud avrebbe

continuato a minacciare la secessione in ogni occasione per mantenere in vita la schiavitù e

dominare il governo nazionale, cosa che in effetti avvenne dal 1789 fino al 1860. Lo scontro

continuò con più ferocia il successivo 21 agosto, con posizioni apparentemente inconciliabili:

attacco alla schiavitù perché in contrasto con lo spirito americano e della rivoluzione vs. la

5

questione non riguardava la morale o la giustizia, ma solo se gli stati del sud dovessero

entrare o meno nell’Unione le discussioni proseguirono il 22 agosto ma gli stati del sud non

cedettero e gli stati del nord capitolarono: il bilancio finale fu assolutamente negativo per gli

abolizionisti: a) si accetto di includere nella popolazione del sud i tre quinti (60%) degli

schiavi al fine di determinare la ripartizione dei deputati fra gli stati; b) il traffico degli schiavi

fu autorizzato per vent’anni, fino al 1808; c) la cattura e la riconsegna ai padroni degli schiavi

fuggitivi fu inserita nella Costituzione. Il timore era che, se non fossero state fatte queste

concessioni, che gli stati del Sud potessero non entrare nell’Unione e allearsi a potenze

straniere, che avrebbe portato la perdita dell’indipendenza e della libertà conquistate a caro

prezzo. Addirittura si pensa fossero in circolazione progetti sulla Costituzione di tre

confederazioni omogenee. In realtà, vi erano in campo più ragioni a favore dell’unione che

della frammentazione e gli stati del sud (North Carolina, Sud Carolina e Georgia) avevano più

bisogno dell’Unione di quanto l’Unione non avesse bisogno di loro. Inoltre, non è detto che

alle minacce di separazione sarebbero seguiti dati di fatto.

In ogni caso, la protezione della schiavitù fino al 1808 garantì la crescita esponenziale per

vent’anni del numero di schiavi, mentre i delegati del nord presenti a Filadelfia si erano illusi

che l’istituzione della schiavitù sarebbe gradatamente scomparsa quando il divieto a nuove

in vigore. Invece, all’inizio dell’Ottocento la schiavitù fu estesa a

importazioni fosse entrato

sei nuovi stati: Kentucky, Tennessee, Louisiana, Mississippi, Missouri e Alabama. La

mancata proibizione della schiavitù in questi stati e nei territori che dovevano entrare

nell’Unione, come Kansas e Nebraska, provocò i conflitti degli anni trenta e quaranta che

Inoltre, l’ordine costituzionale costruito a Filadelfia permise ai

sfociarono nella guerra civile.

proprietari di schiavi di controllare la presidenza fino al 1850, la carica di speaker alla Camera

per 41 e la maggioranza alla corte suprema ininterrottamente. Metà dei ministri e degli

ambasciatori in carica fino al 1861 proveniva dal sud, benché la popolazione libera fosse circa

la metà di quella del nord. Tra le conseguenze più atroce di queste decisioni prese a Filadelfia

sarà la Guerra civile (1861-65).

7) Interpretazioni

L’Ottocento è stato il secolo ‘nazionalista’ della storia americana in cui i testi della

rivoluzione apparvero come passi complementari e necessari far progredire la giovane

nazione verso il suo ‘destino manifesto’ di espansione continentale. Nel Novecento si

espresse invece una scuola storiografica che guardava criticamente alla Costituzione e alle sue

conseguenze.

Il primo fu Allen Smith nel suo The Spirit of American Government, che considerava la

Convenzione di Filadelfia un colpo di stato contro le conquiste del 1776 e lo spirito

democratico della Dichiarazione.

Nel 1913 Charles Beard si chiedeva ‘avantaggio di chi fosse stata scritta la Costituzione?’.

Beard si soffermava in modo particolare sulla descrizione degli interessi dei delegati, in

particolare dei loro portafogli di titoli di stato, individuava una linea netta di frattura nella

convenzione di Filadelfia fra chi aveva solidi interessi economici e i piccoli contadini e i

debitori dall’altra. I primi sarebbero stati a favore e i secondi contro la Costituzione. La sua

tesi convinse la maggior parte degli storici e per quarantacinque anni, il testo di Beard An

Economic interpretation of the Constitution fu il testo di riferimento in questione. 6

Nel 1958 usciva We the people. The Economic Originis of the Constitution di Forrest

McDonald, che arriva alle conclusioni opposte di Beard: i delegati di Filadelfia avevano

votato secondo le loro convinzioni politiche. Il volume fu considerato una definitiva

confutazione della tesi di Beard per via dei criteri seguiti, per la ricostruzione dei temi chiave

del dibattito e su come i delegati avevano votato, sulla descrizione delle loro proprietà, ecc.

Gli ultimi decenni sono stati invece dominati da una visione storiografica della Costituzione

che ne esaltava il carattere precocemente ‘democratico’, un’interpretazione proposta dagli

studi di Amar e Tribe. Altra interpretazione che ha avuto un certo successo negli ultimi

decenni è quello neo-beardiana di Howard Zinn, secondo il quale la Costituzione fu il

Termidoro della rivoluzione americana, il momento in cui lo slancio democratico

dell’indipendenza sarebbe stato soppresso a vantaggio di un governo reazionario.

Secondo Hannah Arendt, la Costituzione esprimesse lo spirito rivoluzionario del paese e

contrasta con l’interpretazione materialista della Costituzione, anche se essa è ancora

presente, proponendo che la Costituzione poggia su quelli che erano precisi interessi

economici.

8) La struttura di governo

Dalla Costituzione fuoriuscì un sistema federale e presidenziale. Il presidente e il Congresso

convivono con gli stati, rappresentati nel governo attraverso il Senato e aventi grandi

competenze. Il sistema prevedeva la separazione dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario.

Il presidente è eletto dal popolo per elezione indiretta, attraverso i delegati del collegio

elettorale che riproduce la volontà del popolo per un mandato dalla durata di quattro anni. È

prevista nell’Articolo II della anche l’elezione di un vicepresidente, anche lui

Costituzione

eletto per un mandato di quattro anni. I grandi elettori sono designati dagli stati secondo

procedure da loro stessi definite. Ogni stato aveva un numero di grandi elettori pari alla

somma dei rappresentanti e senatori che esso mandava al Congresso; quindi gli stati più

popolosi erano notevolmente più avvantaggiati. La scelta di questo sistema indiretto e

farraginoso fu fatta negli ultimi giorni della Convezione di Filadelfia con una certa fetta, a

altre proposte più semplici, tra cui l’elezione popolare diretta o l’elezione da parte

scapito di eletto indipendentemente dall’elezione delle due Camere, che

del Congresso. Il presidente è

hanno durata diversa. il presidente aveva il potere di firmare e rendere esecutive le leggi del

Congresso, ma anche di respingerle con un veto e restituirle all’assemblea per un riesame,

esercitando così un controllo sul potere legislativo. Era comandante in capo delle forze

armate, amministrava le finanze pubbliche, stipulava i trattati internazionali, nominava

ministri e ambasciatori, ma molte delle sue azioni dovevano avere il consenso del Senato o

l’autorizzazione del Congresso, che così esercitava un controllo sull’esecutivo.

Le due camere hanno eguali poteri e quindi si controllano a vicenda, sebbene ciascuna avesse

le sue prerogative. La base della piramide è la Camera dei Rappresentanti, eletta direttamente

dai cittadini (allora tutti i maschi bianchi liberi, ora tutti i cittadini adulti) e i delegati ne

vollero fare un organo potente. È la Camera che discute e vota le leggi di bilancio. Nelle sue

e quindi l’esecutivo non può spendere fondi senza una specifica

mani ha il power of purse

legge approvata dalla Camera e dal Senato che autorizzi il Tesoro a farlo, come specifica la

sezione 9 dell’articolo I. La Camera ha anche altri poteri chiave:

 Eleggere il presidente qualora non sia formata una maggioranza nel collegio elettorale

7

 Facoltà di avviare la procedura di impeachment

 Insieme al Senato può imporre le tasse, il pagamento dei debiti pubblici, battere

moneta, contrarre prestiti e la regolazione del commercio

Il Senato fu oggetto di un consenso assai minore riguardo alle definizioni delle competenze e

del modo di elezione: si decise per una seconda Camera composta da due senatori per stato, la

cui nomina spettasse ai legislativi locali. con l’emendamento del 1913 la nomina passa per

elezione popolare. I senatori hanno un limite di età più alto per entrare in carica, il loro

mandato dura sei anni (vs. 2 dei rappresentanti). La Costituzione riserva al Senato poteri

rilevanti:

 Approvare le nomine del presidente relative ai segretari dei dipartimenti e a ogni altro

incarico dirigente nella burocrazia

 Ratificazione dei trattati a maggioranza di due terzi

 Il Senato deve costituirsi in Alta corte per giudicare i presidenti, ministri o giudici

federali se la Camera ha avviato la procedura di impeachment. Per la condanna è

richiesta la maggioranza qualificata

Il problema di fondo del Senato è dovuta alla concessione fatta nel 1787 agli stati più piccoli

di stabilire il numero dei Senatori indipendentemente dal numero di abitanti. In questo modo,

i senatori degli stati più piccoli possono bloccare il passaggio di una legge voluta dall’intera

Camera e dai senatori. Inoltre, le regole che il Senato si è dato nel corso degli anni

privilegiano le minoranze.

Il centro dei poteri del Co

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Publisher
A.A. 2014-2015
14 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/05 Storia e istituzioni delle americhe

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher minniti.vale di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia degli Stati Uniti d'America e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Testi Arnaldo.