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LA STAMPA
Le origini della stampa:
È una serie di cambiamenti che definisce questo mezzo di comunicazione nel tardo
Ottocento: si va costituendo un linguaggio che vuole rivolgersi ad un pubblico sempre
più vasto.
Gli antenati del quotidiano moderno nascono poco dopo l’invenzione del torchio
tipografico: a metà del ‘400 esistono forme di stampa che contengono notizie di
avvenimenti; nel ‘600 escono piccoli “fogli d’informazione” con notizie relative a un dato
periodo; le gazzette contengono anche un commento degli affari pubblici. In questo
newspaper,
periodo si comincia ad usare il termine inglese per indicare una
pubblicazione regolare contenente notizie recenti.
Poco a poco, la crescita dei giornali d’informazione attira l’attenzione dei governi, i quali
adottano misure per limitare la stampa emergente, in modo da evitare che diventi un
mezzo per diffondere opinioni radicali e rivoluzionarie potenzialmente pericolose per
l’autorità costruita (Stamp Act in Inghilterra, 1712, che impone ai proprietari di giornali
il pagamento di un penny per ogni foglio stampato e di uno scellino per ogni inserzione
pubblicitaria pubblicata).
Le quattro dimensioni della stampa:
Dimensione tecnologica:
1) raccolta, produzione, diffusione di “notizie” (5W):
Telegrafo (anni ’40) e poi radiotelegrafo (fine secolo): poter trasmettere in
modo immediato una notizia da una parte all’altra (anche se si tratta di
luoghi molto lontani). Il radiotelegrafo non necessità più di cavi;
Nuove tecniche di fabbricazione della carta: nuova pasta di legno, più
economica;
Innovazione della stampa: linotype (possibilità di costruire in maniera
rapida il calco tipografico) e rotativa (consente di stampare un numero
molto ampio di copie in poco tempo);
Innovazione nelle redazioni: macchina da scrivere (possibilità di scrivere le
notizie in un modo più standardizzato).
Dimensione istituzionale:
2) rapporto dei media con lo stato:
Abolizione delle restrizioni legislative sulla stampa (Usa + UK): abolizione
imposta inserzioni (1853), imposta sulla stampa (1855), imposta sulla carta
in UK (1861). Attraverso queste abolizioni si consente alle imprese
giornalistiche di essere sgravate da una serie di costi;
Le guerre: volontà dei lettori di sapere in tempo rapido cosa succede sul
fronte (guerra di Crimea, Cuba, Prima Guerra Mondiale, …) va
definendosi la figura dell’inviato di guerra;
Diffusione di massa (alta tiratura) e della pubblicità (si abbassano i costi
delle copie grazie alla nuova fonte di finanziamento);
Imprese moderne (giornali intesi come imprese volte al profitto, personale
press barons
numeroso, investimenti di capitali e costi operativi ingenti) e
(Northcliffe in UK, Hearst e Pulitzer in Usa): si costituiscono le catene di
giornali, che si sviluppano come imprese votate ad aumentare il pubblico
(non solo elitario/politico ma tutti i settori della società) e il profitto;
Altre imprese collaterali:
- Agenzie di stampa (Havas, Reuter, Wolff, Associated Press): punti di
raccolta ai quali i giornali si abbonano per ricevere le ultime notizie;
- Agenzie pubblicitarie: in un’era di produzione di massa, per gli industriali
manifatturieri è sempre più importante portare all’attenzione dei potenziali
consumatori i propri prodotti e proprio la stampa si offre come mezzo ideale
di promozione per le merci destinate a un mercato popolare. Si sviluppano
dei rapporti di dipendenza: degli industriali dalle agenzie pubblicitarie, per
la necessità di ottenere materiale di richiamo da collocare sui giornali; degli
inserzionisti nei confronti della stampa, in quanto mezzo per promuovere i
prodotti; dei padroni dei giornali nei confronti degli inserzionisti, per quelle
finanze che permettono loro di mandare avanti le proprie grandi aziende;
Concentrazione e concorrenza: i mercati dei media tendono ad assistere alla
nascita di oligopoli (grandi gruppi editoriali). Questo perché l’economia dei
media è un’economia che richiede grandi investimenti iniziali (notevole
dipendenza dai ricavi delle inserzioni) e che crea grandi barriere all’ingresso
per i nuovi entranti: per questo motivo tende alla concentrazione in modo
quasi naturale ( aspetto particolarmente rilevante perché si tratta di
produzione dell’informazione).
Dimensione testuale:
3) un nuovo giornalismo popolare:
Idea della freschezza e dell’immediatezza delle notizie, nuovi formati di
impaginazione e ampia presenza di illustrazioni;
La stampa si popolarizza: “penny press” (punta alla cronaca e al
sensazionalismo, toni più leggeri, titoli più brevi), yellow journalism
(semplice e diretto, sensazionalistico, titoli emotivi, illustrazioni), jazz
journalism, giornalismo fotografico;
Temi: lo spazio dedicato alla politica di partito e l’utilizzazione della stampa
da parte dei politici diminuisce, mentre si affermano sempre più la cronaca
di eventi sportivi, la cronaca nera e gli scandali;
La corrispondenza della guerra come nuovo “genere”;
Priorità dell’obiettività e dei fatti sulle opinioni: allontanamento dal ruolo
centrale dato alle opinioni da molti giornali.
Dimensione del consumo:
4) inizia a crearsi gradualmente un pubblico, attraverso
un processo storico che implica novità e cambiamenti:
Industrializzazione, immigrazione, urbanizzazione;
Crescita dei livelli d’istruzione: Education Act, 1870 (UK);
Ampliamento delle occasioni di lettura con l’avvento dell’illuminazione:
nascita di un tempo libero da dedicare al consumo dei media;
Preservazione delle distinzioni sociali negli Stati Uniti e nel Regno Unito
(questa distinzione in Italia non esiste, dove si sviluppa una stampa più
indirizzata verso quella borghese):
-Stampa popolare (con i tabloid): si avvale molto dell’abbassamento del
costo delle copie, ha un linguaggio più accessibile e utilizza molto le
fotografie;
-Stampa borghese (broadsheet/quality papers): indirizzata alle classi più
diligenti. Il broadsheet si caratterizza per l’autorevolezza e per la
completezza del servizio informativo fornito;
-Riviste: nate inizialmente per le classi alte della società e per trattare temi
scientifici o letterari, nell’800 si affiancano alla stampa di massa emergente,
offrendo contenuti accessibili e vari e rivolgendosi talvolta a mercati
specifici;
Diffusione resa più rapida (es. treni speciali che trasportano i giornali nelle
province in Inghilterra);
Idea della stampa come quarto potere: il ruolo della stampa risulta rilevante
per lo sviluppo dell’opinione pubblica, per l’emergere di una sfera pubblica
e per lo sviluppo di una cultura politica (es. Gran Bretagna e Stati Uniti: i
lettori attraverso il giornalismo trovano il modo di impegnarsi nella
comunità e nella vita civile).
La stampa e la guerra:
Il periodo tra il 1865 e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale è considerata “l’età d’oro”
per gli inviati di guerra, grazie all’avvento della stampa popolare, ai progressi tecnologici,
all’assenza di censura e al gusto del pubblico di quel tipo di giornali per i racconti di
“avventure” di guerra in terra straniera.
Nonostante questo, si è spesso discusso sul rapporto che intercorre tra i mass media e
gli orientamenti del pubblico: dopo diversi studi, sembra possibile affermare che le
opinioni espresse sui giornali difficilmente ottengono l’adesione dei lettori se questi non
sono già favorevolmente predisposti (le testate di Hearst e Pulitzer non plasmano quindi
l’opinione pubblica ma rispecchiano un estremismo nazionalista e un orientamento
favorevole alla guerra già esistenti).
Durante il primo conflitto mondiale, il controllo dell’informazione e la sua presentazione
assumono un’importanza vitale per due ragioni principali: in primo luogo, mantenere alto
il morale della popolazione sul fronte interno; in secondo luogo, influenzare l’opinione
pubblica nei paesi neutrali e nemici. In quest’opera la censura e la propaganda hanno un
ruolo fondamentale.
Censura: in Gran Bretagna si approvano leggi che conferiscono al governo maggiori
poteri per intervenire sulla comunicazione. Nel 1914 si costituisce un ufficio stampa, con
il compito di monitorare i telegrammi e i dispacci d’agenzia, trasmettere ai giornali
le notizie ufficiali fornite dai ministeri della Guerra e della Marina e censurare invece
quelle che i giornalisti ottengono per vie autonome. La stampa popolare comincia ad
incitare ad arruolarsi, pubblica inserzioni per trovare operai per l’industria delle
munizioni, promuove le economie in campo alimentare.
Propaganda: nel 1917 in Gran Bretagna si crea un nuovo Dipartimento di stato, che
risponde direttamente al primo ministro Lloyd George. L’anno seguente il proprietario del
“Daily Express” viene nominato ministro dell’Informazione: viene quindi affidato a un
magnate della stampa un portafoglio importante in tempo di guerra, con la responsabilità
della propaganda in patria, negli Stati Uniti (che dopo la recisione del cavo telegrafico con
la Germania nell’agosto del 1914, riceve notizie solo da Londra), in Francia e in vari paesi
neutrali. Nel 1918 si comincia a organizzare con più metodo anche quella diretta al
nemico, dando il via a una guerra psicologica con i volantini.
Un nuovo pubblico:
L’avvento della stampa porta con sé la nascita di un nuovo pubblico urbano semiletterato
(o analfabeta) cui è destinata una comunicazione sempre più visiva:
1. La stampa popolare (comunicazione verbale e non verbale): si dice che si passa
dalla galassia Gutenberg alla galassia Marconi (avvento del telegrafo senza fili).
Molti mezzi fanno a meno della scrittura, rendendo l’informazione accessibile a
tutti;
2. Media non verbali:
- Riproduzione del suono registrato (grammofono e fonografo);
- Immagine il movimento (cinema, inizialmente “muto”): il film diventa un prodotto
universale;
- Fumetto: collega l’immagine alla parola;
- Spettacolo dello sport di massa.
Per questo nuovo pubblico si elaborano forme testuali, che in realtà non fanno altro che
“rimediare” le forme tradizionali e popolari già esistenti:
- il film (spettacoli popolari, pantomime, melodrammi);
- la canzone (recupero di musica popolare tradizionale) viene ascoltata attraverso
mezzi che permettono la registrazione;
- i tabloid (tradizioni narrative popolari: “sesso e sangue”).
TEORIE DEI MEDIA: LA TEORIA CRITICA
Quando si parla di teoria