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Tipi di controllo
Vediamo quali sono le varie tipologie di controllo che un controller è in grado di attuare, in base ai differenti casi. I controlli di tipo continuo si suddividono in:
- Controlli derivativi, nel caso in cui il controller agisce sull'ingresso del sistema con valori proporzionali alla derivata dell'errore
- Controlli integrativi, quando il controller agisce sull'ingresso del sistema con valori proporzionali all'integrale dell'errore
- Controlli proporzionali, in cui il controller agisce sull'ingresso con valori proporzionali all'errore
I controlli di tipo ON-OFF sono quei sistemi in cui il controller è in grado di attivare o disattivare l'attuatore in base all'errore. I controlli di tipo digitale sono basati su sistemi di programmazione e algoritmi implementati da CPU e si suddividono in controlli digitali ad anello chiuso e controlli diretti (sempre digitali). Infine ci sono i controlli...
di potenza in corrente alternata. Le operazioni matematiche più importanti, utilizzate nel progetto di un sistema di controllo, sono l'integrale (negli schemi a blocchi viene rappresentato come un "blocco" integratore) e la derivata (il "blocco" derivatore). Il blocco integratore riceve in ingresso un segnale che è funzione del tempo e restituisce in uscita un segnale che individua l'integrale del segnale d'ingresso (ossia l'area sottesa dalla funzione in ingresso dall'istante t=0 fino ad un generico istante t). Ad esempio, nel caso dell'integrale di una funzione costante, il blocco integratore restituisce in uscita un segnale che cresce linearmente nel tempo, con una pendenza pari all'ampiezza costante del segnale d'ingresso. Il blocco derivatore, similmente all'integratore, riceve un segnale in ingresso, funzione del tempo, e genera in uscita un segnale che rappresenta la derivata dell'ingresso. Ricordo cheLa derivata di una funzione in un punto definisce geometricamente la pendenza della tangente (geometrica) della curva in quel punto. Fisicamente la derivata (ad un istante t) misura la rapidità con cui un processo varia nel tempo. Nel caso, ad esempio, di una funzione in ingresso che varia linearmente nel tempo (con una determinata pendenza), l'uscita del derivatore fornisce un segnale costante, di ampiezza pari alla pendenza del segnale lineare d'ingresso. I blocchi di controllo integratore e derivatore possono essere implementati elettronicamente.
P.S. Ricordo che un controllo automatico di tipo continuo si ha quando i parametri che ne individuano il funzionamento assumono valori variabili con continuità all'interno di un certo intervallo di variabilità (i sistemi di controllo e alcune applicazioni di pneutronica e oleotronica sono di tipo continuo). In un controllo automatico di tipo ON-OFF i componenti funzionano in base alla logica binaria (si tratta,
indefinitiva, di sistemi discontinui), per cui possono essere progettati col supporto dell'algebra booleana.
EQUAZIONI DIFFERENZIALI
Un'equazione differenziale (E.D.) è un'equazione in cui, oltre alle solite operazioni algebriche, sono presenti anche operazioni di derivazione o di integrazione. Dato che, generalmente, le derivate e gli integrali si applicano a funzioni, ne consegue che le due variabili di una E.D. sono entrambe funzioni di una terza variabile indipendente (ad esempio, il tempo). Nello studio dei sistemi di controllo, come sappiamo, le E.D. più importanti sono quelle lineari a coefficienti costanti. Cosa vuol dire "lineari" ? Lineari significa che tutti i termini dell'E.D. sono elevati alla prima potenza, si tratta di una caratteristica tipica di tutti i sistemi lineari, senza ritardi finiti (ossia che rispondono istantaneamente alle variazioni della variabile in ingresso), per i quali è valido
Il principio di sovrapposizione degli effetti. L'espressione analitica generale di una E.D. è la seguente: ... a2*y"(t)+a1*y'(t)+a0*y(t)=b0*x(t)+b1*x'(t)+b2*x"(t)+ ..., in cui a e b sono i coefficienti costanti, x(t) e y(t) sono funzioni di t e x^i e y^i sono le derivate di ordine i. Se ci si trova di fronte ad una equazione con derivate e integrali, siamo in grado di "risalire" alla forma descritta, derivando tante volte fino a far scomparire gli integrali. Non mi soffermerò sulla risoluzione di un'E.D., che si presuppone nota, ricordo soltanto che deve essere nota una delle due funzioni, ad es. x(t), e poi si cerca una y(t) che sostituita nell'espressione la verifichi. In sintesi si tratta di individuare un legame che "instaura" una corrispondenza biunivoca tra le infinite coppie di funzioni che verificano l'equazione data. Perché è importante tutto ciò? Perché in generale in ogni
"Analogia" tra sistemi fisici diversi, nel caso in cui le E.D. che descrivono tali sistemi siano le stesse.
ANALOGIE ELETTRO-MECCANICHE (ED ELETTRO-IDRAULICHE)
Nell'articolo precedente ho accennato al concetto di "analogia" tra fenomeni fisici diversi, nel caso in cui le E.D. che li descrivono siano uguali nella forma anche se le grandezze che vi sono coinvolte sono diverse. Particolare importanza, nello studio dei sistemi di controllo, hanno le analogie elettro-meccaniche (vedremo in seguito quelle elettro-idrauliche) nell'analisi della trasmissione delle vibrazioni nei sistemi meccanici; è possibile applicare, su tali sistemi (ossia sui corrispondenti schemi elettrici), tutti i metodi di risoluzione delle reti elettriche, compresi quelli riguardanti lo studio di correnti alternate. In pratica si tratta di risolvere n equazioni algebriche lineari a coefficienti complessi.
ciò costituisce una notevole semplificazione rispetto alla risoluzione di n E.D. lineari a coefficienti costanti senza l'uso delle analogie. Vediamo alcune di queste "analogie" elettro-meccaniche:- la corrente elettrica corrisponde ad una forza meccanica;
- la tensione corrisponde ad una velocità relativa;
- il condensatore corrisponde ad una massa (la capacità C corrisponde all'inerzia m);
- l'induttore corrisponde ad una molla (l'induttanza L corrisponde alla cedevolezza h);
- il resistore corrisponde ad uno smorzatore (la conduttanza G corrisponde alla viscosità v);
- la 1^ legge di Kirchoff (ai nodi) corrisponde al principio di D'Alembert (somme delle forze in un punto = 0);
- la 2^ legge di Kirchoff (alle maglie) corrisponde al principio dei moti relativi (somma delle velocità relative su un percorso chiuso = 0).
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In un sistema di controllo la ricerca della relazione tra l'ingresso e l'uscita identifica, come già spiegato, una struttura matematica rappresentativa di un'equazione integro-differenziale in cui le incognite sono le funzioni che descrivono l'andamento delle grandezze d'ingresso e di quelle d'uscita nel tempo. Questo tipo di operazione è fondamentale per l'analisi matematica delle "risposte" del sistema. Ora, sicuramente lo strumento matematico, per così dire, "differenziale" è corretto in relazione all'analisi della risposta del sistema ma tale strumento "denuncia" i suoi limiti nel momento in cui si vuole operare la "sintesi" del sistema stesso, vale a dire la sua modifica per ottenere una risposta con determinate caratteristiche. Ci rendiamo conto che i problemi di analisi e di sintesi sarebbero di più facile risoluzione se avessimo
a disposizione un apparato matematico in grado di descrivere i vari "blocchi funzionali" (cioè le varie funzioni) del sistema e di "combinarli" tra loro in modo semplice: in realtà tale apparato esiste e si chiama "trasformata di Laplace". La descrizione dei vari blocchi che deriva dall'applicazione della trasformata di Laplace costituisce la cosiddetta "funzione di trasferimento" (f.d.t.) del sistema e la combinazione di più f.d.t. avviene mediante semplici operazioni algebriche. Cosa s'intende per "trasformazione"? Si tratta di una corrispondenza tra funzioni, cioè di una relazione matematica che associa ad una funzione del tempo una ed una sola funzione di una nuova variabile; per capire meglio il procedimento ricorrerò al classico esempio dell'equazione biquadratica a*x^4+b*x^2+c=0. Alla variabile x^2 sostituiamo una nuova variabile, ad esempio t, in modo che x^2=t; la sostituzioneconsentono di trovare i punti in cui l'equazione biquadratica interseca l'asse delle x.